Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
IL RISIKO DEI SOTTOSEGRETARI: NANNICINI VERSO IL LAVORO, RISPUNTA PESCANTE
Nessun stravolgimento ma le caselle di scuola e lavoro subiranno importanti novità . 
In particolare nel caso del dicastero del welfare c’è chi pronuncia la parola «commissariamento».
È questa la direttrice che ha intenzione di intraprendere Paolo Gentiloni per aggiornare la lista dei sottosegretari.
Il risiko dei 45 posti di sottogoverno ha accompagnato le giornate di feste del premier in carica. E con molta probabilità giovedì, dopo il consueto incontro con la stampa parlamentare, Gentiloni convocherà un Consiglio dei ministri per formalizzare le scelte. In questi giorni si è parlato di incomprensioni fra il premier e Matteo Renzi. Gli uomini vicini al segretario Pd fanno sapere che è «solo un modo per metterli contro, ma tra Paolo e Matteo c’è perfetta sintonia e unità di veduta».
Perchè allora queste voci?
Il motivo sarebbe da individuare nel ritardo nello stilare la lista dei sottosegretari. Tanto è bastato per far parlare di braccio di ferro. C’era anche chi sosteneva che il tutto era legato al futuro «azzeramento» della segreteria del Pd che avverrà nella prima decade del mese prossimo.
Ma Gentiloni rivendica la composizione «lampo» della squadra dei ministri. «Non è strano dunque che per i sottosegretari si impieghi qualche giorno in più», filtra da Palazzo Chigi. Adesso che la fase più delicata è passata, il premier annuncerà le novità .
Per far rientrare le polemiche dopo le recenti uscite di Giuliano Poletti e per mettere in sicurezza il Jobs Act, il premier starebbe pensando di spostare il sottosegretario Tommaso Nannicini dalla presidenza del Consiglio al Welfare.
Una sorta di «commissariamento» in vista anche della mozione di sfiducia contro Poletti presentata da M5s, Lega Nord e sottoscritta da Sinistra Italiana.
Che potrebbe essere sostenuta e votata dalla minoranza Pd. E dunque indebolire ancor più il ministro in carica. L’altro dicastero che ha subito scosse e che va per questo rafforzato è il ministero della Scuola.
La polemica sul titolo di studio di Valeria Fedeli ha scatenato i social e aizzato ancora una volta il mondo dei docenti contro l’esecutivo.
Ad intervenire e mettere una pezza dovrebbero essere due profili incontestabili: il maestro di strada Marco Rossi Doria, e la deputata Silvia Fregolent, molto stimata sia da Renzi che da Gentiloni.
Anche se corre voce che avrebbe buone chances Francesca Puglisi, senatrice ed esperta del settore.
In questa giostra dei nomi dovrebbe avere un ruolo Matteo Richetti, leopoldino della prima ora che ha vissuto un periodo di oblio ma che oggi sembra essere tornato nelle grazie di Renzi. Sembra data per fatta e manca solo l’ufficialità la nomina di Emanuele Fiano a sottosegretario all’interno con delega al Copasir.
Il nome di Laura Coccia, deputata Pd ed ex campionessa paralimpica, viene sussurrato per il ministero dello Sport. Lorenza Bonaccorsi, deputata dem e in passato capo della segreteria di Gentiloni quando era ministro delle Comunicazione, è tra quelli che probabilmente avranno una responsabilità nell’esecutivo.
Il dilemma resta Denis Verdini. Quanti sottosegretari avrà Ala?
In principio l’ex plenipotenziario di Berlusconi ne avrebbe chiesti 5: «Un riconoscimento politico dopo aver donato sangue per più di un anno». Ma Gentiloni si sarebbe opposto perchè, assicurano, «la maggioranza c’è a prescindere da loro».
Il punto di caduta potrebbe essere il seguente: due sottosegretari ma di tipo tecnico. Uno c’è già ed è Cosimo Ferri, uscente alla Giustizia, che verrebbe confermato in quota Verdini.
Il secondo ed è una sorpresa si chiama Mario Pescante, ex segretario generale del Coni. Pescante è stato uno promotori del comitato per il Sì costituito da Marcello Pera e Verdini. Enrico Zanetti dovrebbe traslocare al ministero dello Sviluppo economico. Infine non dovrebbero esserci problemi per la delegazione di Angelino Alfano.
Giuseppe Alberto Falci
(da “La Stampa”)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
MAURIZIO BUCCARELLA: “L’EQUAZIONE IMMIGRAZIONE UGUALE TERRORISMO E’ UNA BUFALA”
Insieme al collega Andrea Cioffi il senatore del MoVimento 5 Stelle Maurizio Buccarella è l’autore dell’emendamento che aboliva il reato di clandestinità che fece infuriare Beppe Grillo e Casaleggio, i quali all’epoca, con grande sincerità , spiegarono che «se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità , l’M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico».
Quindi, visto che, come spiegavano Grillo e Casaleggio, le politiche sull’immigrazione valgono un sacco di voti, è naturale che Buccarella non concordi con i post tipo “Ora è il momento di proteggerci”.
Annalisa Cuzzocrea su Repubblica di oggi racconta l’opinione del senatore al riguardo, che parte da un presupposto ben preciso: la maggior parte delle “soluzioni” proposte da Grillo sono già nelle leggi vigenti ma questo non ha impedito il verificarsi dell’attuale situazione:
«Guardi, stavolta ho preferito non scrivere nulla. Ma la prima osservazione che vorrei fare è che alcuni dei punti presentati come soluzione al problema sono già nelle leggi vigenti. Ad esempio, la distinzione tra chi ha e chi non ha diritto a essere accolto. O si cambia la legge, o è già così».
Proporre rimpatri degli immigrati irregolari a partire da subito non è un po’ forte come messaggio?
«Non è una cosa praticabile dall’oggi al domani. Non è nella disponibilità di nessuno, neanche dello Stato italiano. Quindi, più che forte, direi che non è tecnicamente possibile».
Alcuni dei suoi colleghi pensano che il post di Beppe Grillo sia stato inutilmente duro, utile forse ad acquisire consenso dopo l’uccisione del terrorista di Berlino in Italia, ma non a fare passi avanti. È d’accordo?
«Non lo definirei duro, secondo me però dovremmo stare attenti a non cadere nella facile equazione immigrazione-terrorismo. Non è così, al di là di quel che è accaduto a Berlino».
Quindi, non avete sposato le posizioni della Lega?
«Per sembrare la Lega ci vuole molto di più». Ne è sicuro? «Salvini ha detto: “Non deve più entrare uno spillo”».
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
A NATALE HA CITATO GOFFREDO PARISE E HA INVITATO A DISPREZZARE IL SUPERFLUO, COME LA CASA AL MARE, LE VACANZE IN BARCA O QUELLE IN KENIA: COSE CHE LUI FA ABITUALMENTE
Nemmeno a Natale Beppe Grillo perde l’occasione per ricordarci quali siano i veri Valori della vita.
Quest’anno lo fa con un brano di Goffredo Parise sulla povertà . Non quella di spirito naturalmente, ma quella materiale.
Con il suo messaggio di Natale Grillo vuole essere un po’ profeta della decrescita felice (fuori tempo massimo) contro il consumismo sfrenato di questi giorni e un po’ Pepe Mujica.
Lo fa prendendo a prestito le parole di Parise per dire che “povertà è godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua“.
Il che è davvero interessante visto che è noto che Grillo possiede una seconda casa non necessaria, la villa a Marina di Bibbona dove ogni tanto ha organizzato le riunioni di fedelissimi e Direttòri vari.
Il rimedio è predicare bene e razzolare male
Proprio di questa villa sulla riviera degli Etruschi l’Huffington Post e La Stampa ci facevano sapere qualche tempo fa che può essere affittata alla modica cifra compresa tra i 13 ed i 14 mila euro a settimana.
Sarà una casa necessaria? Ne dubitiamo, ma questa non è certo l’unica occasione in cui Grillo fa sfoggio di ciò che ha e che ha — sia ben chiaro — perchè ha lavorato e non perchè ha rubato (come i politici!1).
Ciò non toglie che gli appelli al pauperismo morale lanciati sull’house organ del partito stridano con lo stile di vita di Grillo (e di molti dei suoi parlamentari “griffati”).
Continua Parise dal blog di Grillo:
Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”
Ed è proprio per questo che il comico genovese e capo politico del MoVimento 5 Stelle quest’estate ha scelto di trascorrere il Ferragosto a bordo dell’Aldebaran, lo yacht da 42 metri dell’imprenditore Enrico De Marco, re della simil-pelle.
Il tutto in una delle location meta per antonomasia del vippume e dei ricchi italici: Porto Cervo.
Eppure nel 2010 il blog di Beppe ospitava questo intervento contro le imbarcazioni di lusso dei paperoni italiani e i “furbetti dello yacht”:
Basta creare una società di noleggio, va bene anche in Italia, ma è molto meglio nei paradisi fiscali così la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate impazziscono. Ma se vai a vedere, pochi, pochissimi noleggiano le barche. Gli altri fanno contratti fittizi con fratelli e cugini. Risultato: così non si paga l’Iva sull’acquisto, sul combustibile, sulle riparazioni, sul posto barca
Curiosamente nel 2007 proprio l’Aldebaran era stato protagonista di una vicenda simile scoperta dalla Guardia di Finanza. Qualche tempo prima, nel Capodanno del 2015, Grillo invece se la spassava in Kenya a Malindi nel resort di proprietà di Flavio Briatore.
Nel 2013 infine, quando il Paese appena uscito dalle elezioni politiche non era ancora in grado di formare un Governo Grillo rinviò l’incontro al Quirinale perchè impegnato a fare vacanza in Costa Smeralda. Un impegno senza dubbio “necessario” e non derogabile, per il bene del Paese.
Continua Parise:
Il denaro non è più uno strumento economico, necessario a comprare o a vendere cose utili alla vita, uno strumento da usare con parsimonia e avarizia. No, è qualcosa di astratto e di religioso al tempo stesso, un fine, una investitura, come dire: ho denaro, per comprare roba, come sono bravo, come è riuscita la mia vita
E improvvisamente scopriamo che forse Grillo non ha letto poi così bene quello che ha scritto Parise nel 1974, perchè a ben guardare se c’è uno che non sa cosa sia la povertà e che si comporta proprio nel modo stigmatizzato da Parise è proprio il capo del M5S.
I ragazzi non conoscono più niente, non conoscono la qualità delle cose necessarie alla vita perchè i loro padri l’hanno voluta disprezzare nell’euforia del benessere. I ragazzi sanno che a una certa età (la loro) esistono obblighi sociali e ideologici a cui, naturalmente, è obbligo obbedire, non importa quale sia la loro “qualità ”, la loro necessità reale, importa la loro diffusione.
Quando Parise scriveva queste parole Grillo aveva 26 anni, era lui uno dei ragazzi ai quali lo scrittore si rivolgeva.
Oggi, a 68 anni suonati Grillo è uno di quei padri che disprezzano le cose necessarie della vita nell’euforia del benessere.
E come tutti i padri Grillo ha l’ambizione di fare la predica “ai suoi ragazzi”.
(da “NextQuotidiano“)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
BCE: “LO STATO DA SOLO NON BASTA, COINVOLGERE AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI”
“L’intervento pubblico per una banca è sempre l’ultima opzione ed è soggetto a regole stringenti. I vertici di Mps hanno lavorato in questi mesi a varie soluzioni che la vigilanza ha seguito con attenzione”, ma “esaurito questo tempo il governo ha valutato che un intervento fosse necessario”.
Lo dice – in un’intervista a La Stampa – Ignazio Angeloni, membro italiano della vigilanza europea, all’indomani delle lettere con cui la Bce ha innalzato a 8,8 miliardi il conto per salvare la banca più antica del mondo.
Secondo Angeloni, questo terzo intervento pubblico in pochi anni potrà essere l’ultimo “se verranno attuate soluzioni incisive, in particolare rispetto all’obiettivo di ripulire il bilancio della mole di crediti deteriorati. Va anche considerato che ora Mps è compiutamente vigilata dalla nostra istituzione. Continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per far sì che la banca trovi un modello di business sostenibile”.
Quanto al fondo da 20 miliardi autorizzato dal governo per le banche italiane in difficoltà , Angeloni sottolinea che “la dimensione dell’intervento tiene conto della natura del problema e si basa sull’assunto che in alcuni altri casi un rafforzamento patrimoniale possa avvenire sul mercato”. E rileva che “non tutto quanto è necessario per ricapitalizzare le banche deve venire dallo Stato. Persino nel caso di Mps ci potrà essere il contributo dei vecchi azionisti e di parte degli obbligazionisti subordinati”.
Il principio della condivisione dei rischi – afferma – “va mantenuto, ma va anche regolato e gestito in modo da evitare rischi al sistema e oneri ingiusti per certe categorie di investitori”, in particolare coloro che non hanno una conoscenza sufficiente dei rischi.
Mps ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze due lettere redatte dalla Bce, indirizzate allo stesso Ministero che confermano la sussistenza dei requisiti necessari per accedere alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”, in conformità alla normativa vigente. quanto si legge nel comunicato del Monte emesso nella serata di ieri che conferma quanto riportato dal Sole24 ore ieri secondo cui la necessità di capitale sale da 5 a 8,8 miliardi di euro.
I risultati dello stress test del 2016, secondo la Bce, hanno infatti registrato uno shortfall, solo nello scenario avverso, nel parametro del CET 1 fully loaded a fine 2018 pari a -2,44%, da mettersi in relazione con una soglia dell’8%; tale shortfall si traduce, secondo la Bce, in un fabbisogno di capitale di Euro 8,8 miliardi, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri così come previsti dalla normativa vigente.
La Banca ha tempestivamente avviato le interlocuzioni con le Autorità competenti al fine di comprendere le metodologie sottese ai calcoli effettuati dalla Bce.
Nelle lettere, la Bce evidenzia anche che, per quanto riguarda i dati a livello consolidato, Mps è tuttora solvente, rispettando i requisiti minimi di capitale stabiliti dalla normativa
Sono altresì rispettati i requisiti di Pillar 2 per quanto concerne il capitale.
La posizione di liquidità della Banca ha subito un rapido deterioramento tra il 30 novembre 2016 e il 21 dicembre 2016, come evidenziato dal calo significativo della counterbalancing capacity (da 14,6 miliardi di euro a 8,1 miliardi di euro) e della liquidità netta a 1 mese (da 12,1 miliardi di euro, pari al 7,6% del totale delle attività , a 7,7 miliardi di euro, pari al 4,78% del totale delle attività ).
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
COSI’ FB RICONOSCERA’ I POST CENSURABILI
A pochi passi dalla soglia dei due miliardi di utenti, Facebook sta già pensando a un modo per
moderare i post che, al ritmo di mezzo miliardo ogni 24 ore, vengono continuamente pubblicati sulla piattaforma.
Repubblica riporta la notizia, trapelata dal Sà¼ddeutsche Zeitung, dei codici etici su cui gli addetti ai lavori si baseranno per un’operazione così mastodontica.
I moderatori di Facebook, a volte dipendenti di aziende appaltatrici, devono vigilare e garantire che il social network creato da Mark Zuckerberg rimanga un luogo conviviale, sereno e adatto al business.
Più le persone pubblicano notizie, foto e informazioni che suscitano dibattito e aumentano i “like”, più costa la pubblicità sul sito e maggiori sono gli introiti della piattaforma di condivisione.
Perciò è compito dei moderatori scoraggiare comportamenti che fanno scappare gli utenti.
Le linee guida erano finora rimaste segrete, ma i giornalisti Till Krause e Hannes Grassegger sono entrati in possesso dei documenti in questione, scoprendo i criteri che i moderatori dovranno far propri.
I documenti trapelati contengono criteri basati sul buon senso e su una definizione certosina delle categorie da proteggere.
Così si scopre che i moderatori sono particolarmente attenti al bullismo online e all’hate speech rivolto a categorie protette come giovanissimi e anziani, docenti, donne e disoccupati.
I post che contengono ingiurie, toni sprezzanti, violenti e minacciosi verso categorie protette in base a razza, etnia, religione, provenienza nazionale, orientamento sessuale e identità di genere devono essere cancellati.
Per le religioni (dall’Islam al cattolicesimo fino a Scientology) le regole si applicano così: sono protetti gli appartenenti ai gruppi religiosi, ma non le religioni.
E lo stesso vale per i singoli Paesi. Si può parlare male di Germania e Francia ma non di tedeschi e francesi.
Fare una graduatoria delle persone sulla base dell’aspetto fisico o dei tratti di personalità è considerato bullismo e quindi non è permesso.
Atteggiamenti “autolesionistici” come i tatuaggi e il piercing estremo possono essere pubblicati se non invitano gli altri a “farlo a casa”.
Ma le persone che postano immagini di ferite autoinflitte vanno messe in contatto con chi li può aiutare.
Quanto ai personaggi pubblici, invece, ci sono criteri precisi per distinguerli dai profili degli utenti normali.
A seconda del tipo di profilo, cambia anche il trattamento.
Come ogni servizio editoriale anche Facebook distingue le figure pubbliche dai semplici cittadini. Chi ha più di 100 mila followers, va in televisione, fa dichiarazioni pubbliche o è stato menzionato nelle cronache più di cinque volte negli ultimi due anni, è una persona famosa e come tale può essere oggetto di irrisione e critiche anche pesanti.
Persino se le celebrità vengono fotografate mentre espletano funzioni corporali il post che li riguarda va ignorato.
Eppure c’era un motivo per tanta segretezza, come spiegano gli addetti ai lavori.
I vertici del social network fanno sapere che “Facebook non è un posto per la diffusione di discorsi di odio, razzismo o appelli alla violenza. Valutiamo seriamente tutti i contenuti che ci vengono segnalati”.
Ma un manager che vuole mantenere l’anonimato spiega le ragioni della “segretezza” che finora aveva coperto le regole di cancellazione: “È per evitare che una volta apprese i soliti furbi trovino il modo di aggirarle”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
LA MADRE ERA A CASA GRAZIE ALLA GENEROSITA’ DEI COLLEGHI… LA PICCOLA DI 6 ANNI E’ MANCATA LA SERA DELLA VIGILIA DI NATALE
È morta la sera della vigilia di Natale la piccola Nicole, 6 anni, affetta da tetraparesi spastica.
La storia sua e della sua mamma – che aveva ricevuto in dono le ferie dei colleghi per poter accudire la piccola – finisce nel peggiore dei modi, lasciando l’amaro in bocca a chi si era commosso per quella che sembrava a tutti gli effetti una favola di Natale.
Purtroppo Nicole non ce l’ha fatta: come riporta il Correre della Sera, “la notte tra giovedì e venerdì la piccola ha avuto l’ennesima crisi, il giorno successivo ha smesso di respirare”.
“Mi ha insegnato che la felicità resiste anche con il dolore — ha detto mamma Michela Lorenzin -, un giorno ci incontreremo”.
La settimana prima di Natale la storia di Michela e dei suoi colleghi aveva fatto il giro d’Italia come un bellissimo esempio di generosità . Michela, 34 anni, lavora alla Brenta Pcm, industria di Molvena, nel Vicentino, che produce stampi per auto. Terminate le agevolazioni previste dalla legge per casi come il suo, Michela era ricorsa alle ferie per assistere la figlia malata.
Finite anche quelle, le erano venuti incontro i colleghi donandole i propri giorni di riposo: in tutto 10 mesi di ferie, da spendere assieme alla sua bambina.
L’epilogo, purtroppo, è arrivato troppo presto.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 27th, 2016 Riccardo Fucile
IN UN MONDO DI DISUMANI CHE SANNO SOLO ODIARE I PROPRI SIMILI, L’ESEMPIO CI VIENE DA LUCY E PANDA
Un’incredibile storia d’amore. E’ quella che arriva dall’Ucraina. 
Protagonisti due cani, Lucy e Panda. Lei è ferita ad una zampa, non riesce ad alzarsi e si trova proprio sulle rotaie dove passa il treno.
Non sarebbe mai riuscita a sopravvivere se Panda non l’avesse aiutata.
Per quarantotto ore non l’ha lasciata mai sola: non si è spostato neanche quando arrivavano i treni che gli passavano sopra.
Denis Malaafev, l’autore del video pubblicato su Facebook, scrive che “quando arrivava la locomotiva, Panda spingeva la testa di Lucy sul terreno per non essere colpita.
Non so bene come chiamare tutto questo, se non usando le parole istinto, amore, amicizia e fedeltà “.
I due cani sono stati tratti in salvo e portati da un veterinario per ricevere le cure necessarie: “Non hanno ossa rotte, ma solo qualche escoriazione”, scrive Denis che poi conclude: “Una cosa la so: non tutte le persone avrebbero fatto la stessa cosa”
(da agenzie)
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