SALVATAGGIO MONTE DEI PASCHI, IL CONTO SALE A 8,8 MILIARDI
BCE: “LO STATO DA SOLO NON BASTA, COINVOLGERE AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI”
“L’intervento pubblico per una banca è sempre l’ultima opzione ed è soggetto a regole stringenti. I vertici di Mps hanno lavorato in questi mesi a varie soluzioni che la vigilanza ha seguito con attenzione”, ma “esaurito questo tempo il governo ha valutato che un intervento fosse necessario”.
Lo dice – in un’intervista a La Stampa – Ignazio Angeloni, membro italiano della vigilanza europea, all’indomani delle lettere con cui la Bce ha innalzato a 8,8 miliardi il conto per salvare la banca più antica del mondo.
Secondo Angeloni, questo terzo intervento pubblico in pochi anni potrà essere l’ultimo “se verranno attuate soluzioni incisive, in particolare rispetto all’obiettivo di ripulire il bilancio della mole di crediti deteriorati. Va anche considerato che ora Mps è compiutamente vigilata dalla nostra istituzione. Continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per far sì che la banca trovi un modello di business sostenibile”.
Quanto al fondo da 20 miliardi autorizzato dal governo per le banche italiane in difficoltà , Angeloni sottolinea che “la dimensione dell’intervento tiene conto della natura del problema e si basa sull’assunto che in alcuni altri casi un rafforzamento patrimoniale possa avvenire sul mercato”. E rileva che “non tutto quanto è necessario per ricapitalizzare le banche deve venire dallo Stato. Persino nel caso di Mps ci potrà essere il contributo dei vecchi azionisti e di parte degli obbligazionisti subordinati”.
Il principio della condivisione dei rischi – afferma – “va mantenuto, ma va anche regolato e gestito in modo da evitare rischi al sistema e oneri ingiusti per certe categorie di investitori”, in particolare coloro che non hanno una conoscenza sufficiente dei rischi.
Mps ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze due lettere redatte dalla Bce, indirizzate allo stesso Ministero che confermano la sussistenza dei requisiti necessari per accedere alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”, in conformità alla normativa vigente. quanto si legge nel comunicato del Monte emesso nella serata di ieri che conferma quanto riportato dal Sole24 ore ieri secondo cui la necessità di capitale sale da 5 a 8,8 miliardi di euro.
I risultati dello stress test del 2016, secondo la Bce, hanno infatti registrato uno shortfall, solo nello scenario avverso, nel parametro del CET 1 fully loaded a fine 2018 pari a -2,44%, da mettersi in relazione con una soglia dell’8%; tale shortfall si traduce, secondo la Bce, in un fabbisogno di capitale di Euro 8,8 miliardi, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri così come previsti dalla normativa vigente.
La Banca ha tempestivamente avviato le interlocuzioni con le Autorità competenti al fine di comprendere le metodologie sottese ai calcoli effettuati dalla Bce.
Nelle lettere, la Bce evidenzia anche che, per quanto riguarda i dati a livello consolidato, Mps è tuttora solvente, rispettando i requisiti minimi di capitale stabiliti dalla normativa
Sono altresì rispettati i requisiti di Pillar 2 per quanto concerne il capitale.
La posizione di liquidità della Banca ha subito un rapido deterioramento tra il 30 novembre 2016 e il 21 dicembre 2016, come evidenziato dal calo significativo della counterbalancing capacity (da 14,6 miliardi di euro a 8,1 miliardi di euro) e della liquidità netta a 1 mese (da 12,1 miliardi di euro, pari al 7,6% del totale delle attività , a 7,7 miliardi di euro, pari al 4,78% del totale delle attività ).
(da “Huffingtonpost”)
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