Destra di Popolo.net

“NIENTE CASA IN AFFITTO PERCHE’ SEI NEGRO”: LA DENUNCIA DI DUE STUDENTI A BOLOGNA

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

CARLO E YOSEF AVEVANO TROVATO ALLOGGIO, MA ALL’ULTIMO SALTA TUTTO … IL PADRE DI CARLO, ALBERGATORE DI RAVENNA: “FIGLIO MIO, VATTENE DALL’ITALIA, SIAMO UNA SOCIETA’ INCIVILE”… LA VERGOGNA DI UNO STATO CHE HA PAURA DI ARRESTARE I RAZZISTI

“Mi ha chiamato mio figlio, aveva la voce bassa, biascicava le parole e gli ho sentito dire una cosa devastante. All’appuntamento per gli accordi con l’affittuario si sono visti respingere e liquidare in meno di cinque minuti, perchè il suo amico (e da adesso è anche mio figlio) Yosef è ‘negro'”.
Accade a Bologna: due giovani di Ravenna, due amici “da dieci anni”, Carlo e Yosef (cognome italianissimo), si sono visti negare dall’agenzia immobiliare l’appartamento che avevano trovato per vivere stabilmente sotto le Due torri.
Perchè appunto uno dei due è nero. Lo racconta il Resto del Carlino.
Carlo e Yosef, racconta il padre di Carlo, Filippo Donati, albergatore, sono due studenti universitari e si erano dati da fare per poter coronare il loro sogno; avevano anche trovato dei lavoretti nel weekend, per potersi pagare l’affitto a Bologna, dove vivono già  ma in una situazione provvisoria.
Ma si sono scontrati contro un muro fatto di razzismo e pregiudizio. Elementi simili alla vicenda di pochi giorni fa, avvenuta sempre a Bologna, quando in un palazzo frequentato da studenti e giovani precari è apparso un cartello, di cui nessuno paertamente rivendica la paternità , in cui si diceva che non si affittava a stranieri, anche se in regola col permesso di soggiorno.
Il padre di Carlo su Facebook scrive: “figlio mio, vattene da Bologna, vattene dall’Italia, finchè sei in tempo. Qui stiamo costruendo, e siamo già  a buon punto, una società  incivile”.
Valentina Morigi, che è assessore alle Politiche giovanili e all’immigrazione al Comune di Ravenna, si è messa in contatto con Yosef. “Un episodio di una gravità  enorme, una vicenda ‘surreale’, per usare le parole di Yosef.
In questi tempi, in cui lo ‘straniero’ o chi ha la pelle più scura è il capro espiatorio perfetto di una crisi spietata, il razzismo è diventata un’arma potente, sposta voti e coscienze. Un mucchio di voti e un mucchio di coscienze. Quando ascoltiamo distratti parole di odio, quando leggiamo annoiati sui social discorsi violenti e discriminatori, non pensiamo mai che alle parole possano seguire anche i fatti. E invece – sottolinea Morigi -., eccoli che arrivano i fatti, disarmanti e surreali, come quella operatrice dell’agenzia immobiliare di Bologna che questa mattina ha guardato un nostro concittadino negli occhi e gli ha detto non si affitta ai “negri”.
Fin qui la notizia: il rimedio è semplice, togliere la licenza all’agenzia e arrestare per razzismo chi ha commesso il reato.
Il tempo delle chiacchiere è finito, caro Minniti: la legalità  non è un optional.

(da agenzie)

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BERLUSCONI CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE: DOVRA’ PAGARE 50.000 EURO AL MAGISTRATO ROBLEDO

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

ACCUSO’ I MAGISTRATI DI ESSERSI RIFIUTATI DI FARE LA ROGATORIA ALLE BAHAMAS E LI DEFINI’ “INDEGNI CHE TRAMANO CONTRO IL PREMIER”

Silvio Berlusconi è stato condannato dal Tribunale civile di Brescia per aver diffamato i pm del processo Mills nel quale era imputato per corruzione in atti giudiziari, accusa dalla quale fu prosciolto per prescrizione.
Lo scrive il Corriere della Sera, aggiungendo che la condanna a pagare 50mila euro al pm Alfredo Robledo risale a luglio.
Nel 2006, Berlusconi in una conferenza stampa e poi in un’intervista radiofonica, accusò i pm del processo Mills di essersi rifiutati “di fare la giusta rogatoria” alle Bahamas che, a suo dire, li avrebbe sbugiardati e li definì “magistrati indegni che con i soldi degli italiani tramano contro il premier nel pieno della campagna elettorale”.
Il giudice Laura Frata ricorda che è documentale che la rogatoria venne chiesta e “difetta, pertanto, il presupposto per il legittimo esercizio del diritto di critica”, dando quindi ragione al pm Alfredo Robledo che fece causa a Berlusconi senza Fabio De Pasquale, il secondo pm che condusse tutto il processo.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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IL GENERALE DELLA FINANZA MINERVINI CONDANNATO PER CORRUZIONE A 4 ANNI PER LE AUTO IN USO GRATIS

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

HA INDOTTO UN CONCESSIONARIO, SOTTO VERIFICA FISCALE, A METTERGLI A DISPOSIZIONE DUE AUTO

Il tribunale di Bologna ha condannato a quattro anni il generale di corpo d’armata della Guardia di Finanza Domenico Minervini, per corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità .
L’accusa, coordinata dal pm Rossella Poggioli e condotta in aula dalla collega Michela Guidi, riguardava auto concesse gratis all’alto ufficiale, ex comandante regionale delle Fiamme Gialle, dal gestore di una concessionaria Audi di Bologna su cui fu fatta tra l’altro una verifica fiscale della stessa Gdf.
Le auto erano una Volkswagen Touareg, che il generale acquistò a luglio 2012 e un’Audi A6, tenuta circa due anni, fino al 2014.
Per la prima i giudici hanno confermato l’ipotesi di induzione formulata dalla Procura, mentre per la seconda hanno riqualificato in corruzione.
Il pm aveva chiesto 3 anni e 9 mesi al termine della propria requisitoria. Il generale, presente alla sentenza con il suo difensore, avvocato Lorenzo Valgimigli, ha lasciato il tribunale senza fare commenti.
A Minervini, nel frattempo in pensione, la Procura contestava di aver abusato della propria qualità  di comandante regionale che aveva approvato a marzo 2010 la verifica sulla società  Audi Zentrum e di essere andato periodicamente dove si trova l’ufficio del rappresentante legale, anche in uniforme, mentre era in corso la verifica sia su Audi Zentrum sia su un’altra società , Autocommerciale, riconducibile al concessionario, manifestando il proprio interesse per una Touareg.
Prima, secondo l’accusa, si era informato del comportamento tenuto dai militari durante le verifiche e si era soffermato con l’imprenditore sulla natura dei rilievi contestati e poi di nuovo riferì ai finanzieri dell’incontro.
Così facendo, avrebbe indotto l’uomo a concedergli le auto, l’Audi fino a giugno 2014, quando nel frattempo si era trasferito a Palermo.
Anche l’imprenditore fu indagato in concorso con il generale. Optò per il rito abbreviato e venne assolto.
Il pm Guidi ha parlato in udienza dell’atteggiamento del concessionario che “non diede le auto per generosità  o amicizia, ma nell’ottica di tenersi buono un alto ufficiale, perchè sapeva di poter contare all’occorrenza su di lui: riteneva che potesse interessarsi delle verifiche in corso e anche sull’entità  delle somme da pagare. Lui stesso ha riferito che se non fosse stato un generale della Gdf, ma un salumiere, non gli avrebbe dato le auto”.
L’avvocato Valgimigli, invece, ha sostenuto che “non c’è stato nessun carattere indebito della prestazione”. Forse il generale, ha detto, avrebbe dovuto “agire con maggiore prudenza, forse c’è stata un pò di leggerezza, ma nessun reato. La stessa persona che dovrebbe aver subito il reato, ha detto di non aver subito nulla”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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TRENTO, SCOPERTA RETE DI PEDOFILI ONLINE, DIECI ARRESTI, C’E’ ANCHE UN MAGISTRATO DI CORTE D’APPELLO

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

COINVOLTE TREDICI REGIONI E TANTA “GENTE PERBENE”, ALTRI RAPPRESENTANTI DELL’ITALIA DEI VALORI

La Polizia di Stato di Trento ha sgominato una rete di pedofili che produceva e scambiava materiale pedopornografico sul web, attraverso una piattaforma di messaggistica criptata.
In totale sono stati eseguiti 10 arresti, 47 perquisizioni e il sequestro di una gran quantità  di foto e video prodotti tramite lo sfruttamente sessuale di minori.
Tra i membri del gruppo compare anche un magistrato della Corte d’appello di Reggio Calabria, Gaetano Maria Amato, già  arrestato a Messina il 2 ottobre per pornografia amatoriale e su cui è stata aperta una seconda indagine.
In totale sono 48 le persone coinvolte in un’operazione che ha toccato ben 13 regioni d’Italia.
Oltre al Trentino Alto Adige, la produzione e lo scambio dei file avveniva anche in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.
A far partire l’inchiesta, circa un anno e mezzo fa, era stato l’arresto di un 38enne altoatesino che era stato trovato in possesso di 4 Terabyte di materiale digitale contenente esibizioni pornografiche di minorenni.
Attraverso le sue dichiarazioni e le tracce lasciate nel computer si è scoperto il servizio di messaggistica criptato, attraverso il quale gli investigatori sono riusciti a risalire agli altri membri del gruppo.
Attraverso l’utilizzo di particolari software, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire al contenuto delle conversazioni: gli interlocutori parlavano, in maniera morbosa, di pratiche sessuali con i minorenni.
Il trentottenne altoatesino, dunque, era il fulcro di una rete con più di un centinaio di contatti. A volte, durante le conversazioni, si presentava come la madre di una bambina, affermava di essere sessualmente attratto dai minorenni e offriva materiale pedopornografico.

(da agenzie)

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CRISI EPILETTICA AL RISTORANTE: “GENTE COME VOI DEVE RIMANERE A CASA”

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

CHE BELLA ITALIA DEI VALORI, DIFENDIAMO I CONFINI, NON SIA MAI CHE ENTRI QUALCUNO CIVILE

Una crisi epilettica al ristorante e il rimprovero: “gente come voi dovrebbe mangiare la pizza a casa e non spaventare i clienti”.
A denunciare la grave discriminazione nei confronti di Susanna, una donna di 47 anni affetta da epilessia, è stata la Federazione italiana epilessia, con un post sul suo profilo Facebook.
Susanna e il marito qualche sera fa hanno cenato in un ristorante pizzeria sul lungomare di Marotta, in provincia di Pesaro Urbino, quando la donna è stata colta da una crisi epilettica.
L’episodio è durato pochissimi minuti e si è risolto senza che fosse necessario l’intervento di un medico, ma mentre il marito stava pagando il conto la titolare del ristorante lo ha rimproverato, dicendogli, secondo quanto riferito dalla Fie, che “ha spaventato la clientela” e che “persone come loro sarebbe meglio mangiassero a casa”.
Dal ristorante non arrivano commenti, al telefono risponde una dipendente in modo sbrigativo: “Non c’è nessuno, chiamate la settimana prossima” e butta giù il telefono.
La presidente Fie, Rosa Cervellione, sottolinea: ” Ci vorrebbero giorni e giorni per elencare i tanti casi di discriminazione che, purtroppo, sono molto frequenti. Abbiamo denunciato non per mettere alla berlina il ristorante in questione, ma per richiamare l’attenzione sull’ignoranza diffusa circa l’epilessia”.
Il post di denuncia su Facebook ha centinaia di commenti e condivisioni, il tono unanime è di indignazione.
Colpiscono però le tante testimonianze di persone che si sono trovate nella stessa situazione di Susanna e spesso hanno dovuto fare i conti con l’insensibilità  della gente.
“Sono ormai 18 anni che io e l’epilessia ci troviamo a convivere – testimonia un post – ne racconto una breve: eravamo a cena da amici io, mio marito e nostra figlia. Una bella tavolata di circa quindici “amici”…purtroppo è arrivata una crisi piuttosto forte, ecco che da quella sera in poi di tanti “amici” che eravamo ora solo due mi rivolgono la parola, alcuni mi evitano e altri fanno finta di non vedermi. È una malattia, non una colpa”.
“L’epilessia è una malattia in cui spesso più della sofferenza fisica – commenta Rosa Cervellione – fa male l’atteggiamento della gente, la solitudine in cui si trovano i malati”.
E lancia una provocazione: “Se i malati di epilessia danno così fastidio, allora, gentile ristoratrice, metta un cartello fuori dal suo locale con scritto “Le persone con epilessia qui non sono gradite”.
Mi rendo conto che sarebbe pericoloso, perchè la sua clientela fatta da persone civili, che sanno che l’epilessia non è una colpa della quale vergognarsi, potrebbero non voler frequentare il suo ristorante”.

(da “La Repubblica”)

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“IL CODICE ETICO? E’ UNA MINCHIATA”: LE INTERCETTAZIONI TRA LA RAGGI, MARRA E SAMMARCO

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

AGLI ATTI DEL PROCESSO GUSTOSI RETROSCENA DEI RAPPORTI TRA LA SINDACA, L’EX FINANZIERE E L’AVVOCATO DI PREVITI

Le conversazioni agli atti del processo Marra svelano gustosi retroscena su Virginia Raggi e sui primi mesi del mandato della sindaca di Roma, soprattutto per ciò che concerne i rapporti tra quello che all’epoca veniva chiamato il Raggio Magico e il resto del MoVimento 5 Stelle.
Michele Allegri sul Messaggero oggi racconta il contenuto di alcuni messaggi scambiati tra Raffaele Marra e Pieremilio Sammarco, l’avvocato e amico di Virginia che si faceva vedere molto spesso al suo fianco all’esordio della sindaca.
«Il codice etico? Una minchiata»
Le conversazioni riguardano messaggi scambiati tra Raggi e Sammarco e poi girati a Marra, con cui l’avvocato era evidentemente in rapporti di amicizia e confidenza.
In uno di questi si parla del codice etico che, secondo i big M5S come Roberta Lombardi e Luigi Di Maio, dovrebbe portarla alle dimissioni in caso di condanna.
Qui Sammarco si riferisce, più che ai rischi di conseguenze in caso di processi, alla penale da 150mila euro che la Raggi si è impegnata a pagare, e del ricorso presentato dall’avvocato Venerando Monello che poi è stato dichiarato nullo dal giudice. Sammarco dice a Raggi che utilizzerà  il giudizio per farlo dichiarare nullo, poi spiega alla Raggi che il MoVimento non può “mollarla” visto che la sua posizione è troppo in vista dal punto di vista politico:
«Non preoccuparti del codice etico — scrive Sammarco — è una minchiata che non sarà  mai applicata in sede giudiziaria. A settembre, quando discuteremo il ricorso che ti hanno fatto, potremo lavorare per far dichiarare dal giudice nullo il codice e sarai liberata anche da questa cosa».
E ancora: «Non potranno fare nulla perchè non prenderanno il rischio di sfiduciarti per non creare casi eclatanti prima delle politiche». E soprattutto: «Nella scala gerarchica sei sul gradino più alto e all’interno del Movimento nessuno può permettersi di darti direttive che non condividi».
Le conversazioni sono agli atti del processo in cui Marra è accusato di corruzione insieme all’imprenditore Sergio Scarpellini.
Marra si rivolgeva quotidianamente al civilista. E anche Raggi chiamava l’ex dominus, per avere qualche dritta: «Lei mi ha chiesto ausilio anche per altri nomi» commenta Sammarco dopo la nomina (poi abortita) di De Dominicis al Bilancio.
Virginia Raggi e il destino di Minenna e Raineri
Sul Messaggero poi vengono riportati altri messaggi che, curiosamente, anticipano quello che accadrà  il 31 agosto 2016, quando scoppieranno i contrasti con Carla Romana Raineri portando alle dimissioni del capo di gabinetto e a quelle dell’assessore al bilancio, aprendo la prima grande crisi di giunta.
Sammarco consiglia a Raggi proprio di cacciare i due, considerati un ostacolo dai Quattro Amici al Bar:
È il 13 agosto. Sammarco consola Marra, finito al centro della bufera mediatica. Il civilista propone di intercedere con Virginia per lui. «Cara Virgin, mi sento di esporti alcune riflessioni… 1- Se perdi Raffaele è una vera tua sconfitta personale…ci saranno telefonate, pressioni, persone che verranno a parlarti prospettando scenari tragici, ma non succederà  nulla di tutto questo, tu sei nella posizione di forza. 2 non preoccuparti del codice etico, è una minchiata. 3 — il mio consiglio è: A- revocare deleghe (partecipazione e patrimonio a Minenna… B- revocare incarico alla Raineri».
In effetti andrà  proprio così.
Ma nel frattempo, siccome il nome di Marra è finito su tutti i giornali a causa dell’inchiesta de L’Espresso, Marra racconta che Grillo ha messo il veto sul suo nome minacciando di togliere il simbolo del M5S a Virginia:
«Che ne pensi?», scrive poi a Marra, che risponde: «Ottimo, misurato, di cuore!».
Il giorno dopo un altro consiglio, dopo che Marra gli ha detto di voler presentare le dimissioni: «Vai questi giorni in famiglia e lascia le cose come stanno senza farti vedere in ufficio e senza scrivere messaggini. Non agevolarle il compito con la lettera, conoscendola non avrà  il coraggio di fare il provvedimento su di te, si macererà  poi non lo farà …Tieni duro, le battaglie si vincono anche con l’attesa».
Poche ore dopo l’ex finanziere si sfoga: «O fa ciò che dice Grillo… o viene tolto il simbolo al comune di Roma. Un ricatto!… lei deve riappropriarsi della sua vita! Lei è stata eletta, la faccia è la sua. Il Sindaco è lei!».
Il resto è storia: Virginia terrà  duro su Marra finchè non arriverà  la procura ad arrestarlo.
Marra, uno dei tanti dipendenti del Campidoglio, dirà  poi Virginia.

(da “NextQuotidiano”)

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IL BABBO, L’AMICO E IL FRATELLO: IL TESORIERE DEL PD E’ UN EX COLLEGA DELLA BOSCHI E ATTUALE SOCIO DI SUO FRATELLO

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

BONIFAZI INDAGHERA’ SUL PADRE DEL SOCIO, NONCHE’ PADRE DELL’AMICA E COMPAGNA DI PARTITO DOPO ESSERE STATO INSERITO NELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE BANCHE

Sono un po’ tutti cascati dal pero. Ma come, davvero? Davvero ve la siete presa? Eh, pare di sì, accidenti.
Ecco che è successo: nella commissione d’inchiesta sulle banche è stato inserito Francesco Bonifazi.
Magari non tutti sanno chi è Bonifazi, quindi si produrrà  una breve biografia prefessional-politico-sentimentale.
Francesco Bonifazi, fiorentino, quarantuno anni, tesoriere del Partito democratico, è amico di vecchia data di Maria Elena Boschi con la quale lavorò, nel decennio scorso, allo studio dell’avvocato Tombari.
Maria Elena Boschi è figlia di Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria, ora fallita, e per il cui fallimento sono stati chiesti 576 milioni di risarcimento, quindici dei quali (quasi sedici) al medesimo Pier Luigi Boschi.
Bonifazi a Firenze ha uno studio legale di cui è socio Emanuele Boschi, fratello di Maria Elena e pertanto figlio di Pier Luigi.
Dunque, se vi foste persi per strada, Bonifazi indagherà  sul padre del socio, nonchè padre dell’amica e compagna di partito.
Questa mirabolante serie di coincidenze ha leggermente contrariato (ma come, davvero? Davvero ve la siete presa?) i risparmiatori-investitori di Etruria che l’altra notte hanno affisso uno striscione sullo facciata dello studio di Bonifazi: «Babbo amico fratello, Etruria al macello». A questo punto a perdere le staffe è stato proprio Bonifazi, che ha annunciato querela perchè, dice, non c’è nessun mistero, è tutto alla luce del sole.
Ed è proprio questo il problema: alla luce del sole si vede meglio.

(da “La Stampa”)

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GRILLO SI SCATENA CONTRO SALVINI: “HA GETTATO LA MASCHERA, E’ UN TRADITORE POLITICO, FA PIU’ SCHIFO DI RENZI E BERLUSCONI MESSI INSIEME”

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

REGOLAMENTO DI CONTI TRA POPULISTI E XENOFOBI: IN UN POST GRILLO EVIDENZIA TUTTE LE CONTRADDIZIONI LEGHISTE… MA FINO A IERI SI STRIZZAVANO L’OCCHIO

“Matteo Salvini ha gettato definitivamente la maschera. È uno di loro. E questo è il post definitivo che conferma tutta la sua incoerenza. Matteo Salvini è un traditore politico. Leggi tutto ciò che ha fatto e fallo leggere ai tuoi amici. È vergognoso”.
Così Beppe Grillo sulla sua pagina Facebook che riprende un post pubblicato sul suo blog a firma M5s e dal titolo “Matteo Salvini, il grande bluff”.
“Matteo Salvini è un traditore politico – scrivono anche i 5 stelle-. Oggi ha perso definitivamente qualsiasi tipo di credibilità . La sua Lega Nord dopo gli scandali degli investimenti in Tanzania e dei diamanti comprati da Belsito con i soldi pubblici era arrivata al 3%. Per risollevarsi Salvini in questi mesi ha fatto un lavoro sporco: ha copiato e si è appropriato dei temi e di gran parte del programma politico-elettorale del Movimento 5 stelle ed ha iniziato una finta campagna elettorale contro il sistema dei partiti. Ma è tutto un bluff”.
Per i 5 stelle “Salvini e la sua Lega sono il trionfo dell’incoerenza, dell’inaffidabilità . Davano del mafioso e del piduista a Berlusconi e ora sono fedeli alleati nelle regioni e nei comuni. Volevano bruciare il tricolore e sono alleati della nazionalista Meloni. Urlavano ‘Roma ladrona’ e oltre a non tagliarsi mai lo stipendio si sono intascati 180 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti (di cui 48 milioni utilizzati in maniera illecita)”.
E ancora: “Urlano ‘basta tasse’ e le hanno alzate quando sono stati al Governo. Gridano ‘onesta e mettono i condannati nelle loro liste. Gridano ‘basta immigrati’ e hanno firmato il regolamento di Dublino. Gridano ‘basta campi nomadi’ e quando erano al governo hanno finanziato i campi rom di Mafia capitale con decine di milioni di euro dati alla giunta Alemanno. “Gridano ‘tuteliamo i cittadini’, intanto Salvini in Europa votò il bail in, il crack delle banche venete è anche colpa loro, così come un caso analogo che colpisce i risparmiatori di Bolzano, per non parlare dei risparmiatori leghisti fregati con il caso Crediteuronord. Urlano contro le politiche di austerity dell’Europa, ma hanno votato a favore dell’introduzione del pareggio di bilancio in costituzione”.
Ma, affermano i grillini, “ora Salvini ha gettato definitivamente la maschera. Si è alleato con Berlusconi, Renzi, Alfano, Verdini, Casini vendendosi completamente proprio a quel sistema che per anni ha fatto finto di contrastare, ingannando i cittadini. Parla contro l’Europa, ma favorirà  proprio il sistema delle banche e delle lobby. E tutto questo solo per avere qualche parlamentare in più al Nord, visto che al Sud la sua patetica ricerca dei voti condurrà  la Lega al massacro. La conclusione è che Salvini fa più schifo di Renzi e Berlusconi messi insieme”.

(da “NextQuotidiano”)

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SIMULAZIONE IPSOS: NESSUNA MAGGIORANZA POSSIBILE ANCHE CON IL ROSATELLUM

Ottobre 13th, 2017 Riccardo Fucile

QUALCHE SEGGIO IN PIU’ AL M5S, COALIZIONE VINCENTE IL CENTRODESTRA, MA I NUMERI PER GOVERNARE NON CI SONO

Chi ci guadagna con il Rosatellum Bis? A chi conviene la legge elettorale ieri votata alla Camera e che deve ancora passare al Senato?
Il Corriere della Sera pubblica oggi una simulazione in cui mete a confronto il Rosatellum Bis con l’Italicum, la legge elettorale partorita dal parlamento e bocciata dalla Corte Costituzionale prima di vederla all’opera.
A differenza dell’Italicum, il Rosatellum è un sistema misto. Un terzo dei parlamentari è eletto in collegi uninominali: il candidato più votato ottiene il seggio. Il resto con sistema proporzionale: i seggi sono ripartiti in base alle percentuali di voto dei partiti, con listini bloccati.
Alla Camera sono 231 i collegi uninominali, più quello della Valle d’Aosta, mentre 398 deputati sono eletti con il proporzionale. Al Senato sono 109 (più 7 di Valle d’Aostae Trentino-Alto Adige) i collegi, 199 i seggi assegnati con il proporzionale.
Con le ipotesi di alleanza della simulazione elaborata da IPSOS (PD con AP, centrodestra unito) il centrosinistra prenderebbe 174 seggi in totale, di cui al PD andrebbero 105; il M5S guadagnerebbe tre seggi portando il suo risultato a 178 e arriverebbe secondo alle elezioni mentre a guadagnare più seggi sarebbe il centrodestra che arriverebbe a 238 seggi.
Tutti sarebbero però di molto al di sotto della maggioranza necessaria per dare la fiducia a un governo.
E, sorpresa sorpresa, anche un accordo di larghe intese tra PD, AP e FI arriverebbe appena a 278 seggi.
L’unica coalizione in grado di sfiorare la maggioranza — e magari di centrarla di poco con i seggi esteri — è quella di M5S, Lega e FdI.

(da agenzie)

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