Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
“SIAMO RESPONSABILI, MA AVREI GRADITO UNA TELEFONATA DALLA RAGGI”
“Chi è più inefficiente chiede sostegno a chi è efficiente ma questo è un alibi che non
deve diventare un fatto sistematico. Se la Regione Emilia Romagna, rispetto alla richiesta del Lazio, valuterà di fare una richiesta formale al Comune, ritengo che sarà un tema da Consiglio comunale. Parma non si sottrae al senso di responsabilità istituzionale, ma è bene chiarire un punto: in cinque anni la nostra città ha raggiunto l’80% di raccolta differenziata, divenendo uno dei modelli di eccellenza in Italia e in Europa”Lo scrive il sindaco di Parma Federico Pizzarotti nel commentare l’ipotesi che i rifiuti di Roma possano essere smaltiti nel termovalorizzatore di Parma.
L’inceneritore costruito e gestito dall’azenda Iren, nel 2012 era stato al centro della campagna elettorale dell’allora candidato sindaco grillino che si era impegnato a evitarne l’accensione.
Cosa che invece è avvenuta e oggi, con Pizzarotti rieletto a giugno da civico, quello che i parmigiani chiamano il “camino di Ugozzolo” potrebbe andare in soccorso della Giunta pentastellata guidata da Virginia Raggi.
Una possibilità commentata anche dal segretario del Pd Matteo Renzi.
“Sicuramente chiederemo a Parma: il suo impianto è il più moderno e tecnologico, oltre ad avere una grande capacità residua di smaltimento, visto che lì la differenziata è arrivata a quota 74%” ha detto a tal proposito l’assessora regionale Paola Gazzolo. E’ infatti la Regione Emilia Romagna a gestire il flusso dei rifiuti sul territorio.
Risultato che Pizzarotti rivendica: “Se tutte le città facessero come noi non ci sarebbe bisogno di queste richieste. Questo vale per Roma, per il Lazio e per l’Emilia Romagna. Noi lo abbiamo fatto con fatica e impegno, un grazie a Gabriele Folli (ex assessore all’Ambiente, ndr), e non senza polemiche e azioni impopolari. Ed è per questo che avrei gradito una telefonata del sindaco Raggi, perchè ogni Comune può avere delle difficoltà , ma sappiamo bene che i rapporti umani e le telefonate non sono nelle corde di molti esponenti del movimento”.
A Parma la raccolta avviene con il sistema del porta a porta, i cassonetti stradali tradizionali sono stati eliminati definitivamente nel 2014 anche se in diverse parti della città le proteste per l’abbandono indiscriminato della spazzatura non mancano.
“Ritengo che questo tema debba essere affrontato a livello più alto, astraendo dai singoli Comuni, perchè se vogliamo non costruire più impianti e anzi spegnere progressivamente gli attuali servirà una compensazione tra regioni, come ora avviene tra province. Serve una politica capace di affrontare i problemi, anche quelli più difficili, piuttosto che fare proclami che poi si infrangono contro la realtà di ogni giorno. La politica – conclude Pizzarotti – deve tornare ad essere il luogo dove il realizzabile viene pianificato, e non la terra delle promesse, solo così potremo riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica”.
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
ACEA: “IMPIANTO MANOMESSO, ORA SI ACCENDE A MANO”: SIAMO ALLA FARSA
Chi ha «staccato la spina» a Spelacchio? La maledizione dell’albero di Natale più brutto del mondo, quello capitolino di piazza Venezia, continua.
Qualcuno ha manomesso i fili della scatola elettrica che alimenta l’ormai defunto abete rosso della Val di Fiemme, che intorno alle 6 dell’antivigilia di Natale risultava desolatamente spento.
Come un albero casalingo
E’ Acea a fornire i nuovi elementi della vicenda che da settimane appassiona, fra sfottò e polemiche, romani e non: «Noi abbiamo solo fornito l’energia elettrica che attraverso un cavo alimenta l’impianto di illuminazione dell’alberto, realizzato da una ditta privata. Il nostro sopralluogo ha chiarito che non si tratta di un guasto, ma di un intervento doloso: i fili sono stati staccati».
Acea e probabilmente anche la ditta titolare della «scatola nera» che teneva in vita quello che rimane di Spelacchio, dandogli almeno col buio un aspetto meno triste e miserevole, presenteranno una formale denuncia alle forze dell’ordine.
Intanto va così: che per ora, fino alla riparazione, l’impianto sarà acceso e spento manualmente, all’alba e poi al calare del buio.
Un po’ come un albero casalingo insomma, che al contrario tutti spegniamo di notte per paura che le lucette si surriscaldino e magari prendano fuoco.
E’ proprio vero: Spelacchio è uno di noi. Uno di casa. .
Neanche una luminaria accesa
Insomma il mistero di «Spelacchio» torna ad infittirsi. Dopo l’ipotesi, poi smentita dalla stessa amministrazione capitolina, della sua possibile rimozione e sostituzione con un’installazione luminosa di stelle comete, nell’antivigilia di Natale, il punto di forza di questo abete rosso della Val di Fiemme, ormai ridotto a uno scheletro, è stato più volte ribadito in questi giorni di polemiche (legate soprattutto al costo eccessivo della pianta, per cui sono stati sborsati dal Campidoglio 48 mila euro), era ormai tutto nell’illuminazione e nell’addobbo.
Visibili nel tardo pomeriggio, durante la notte e fino a quando il sorgere del sole non illuminava la città .
(da “il Corriere della Sera”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
L’APPELLO DI GIANLUCA CASTALDI SU FB: GRAZIE GRILLO PER LA QUALITA’ DELLA CLASSE POLITICA CHE HAI PORTATO IN PARLAMENTO INVECE CHE ALL’ASILO
Il nientepopodimenochè senatore del MoVimento 5 Stelle Gianluca Castaldi ha
perfettamente compreso l’importanza del suo ruolo di rappresentante del popolo della Repubblica italiana: dopo il post (purtroppo cancellato) sui terremotati che gli chiedono di cacciare Renzi durante i funerali, oggi ha deciso di transustanziare il massimo suo impegno in politica chiedendo likes per la sua pagina Facebook allo scopo di superare il numero di like del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Questa sarebbe, secondo il senatore, “Una gran soddisfazione per un cittadino qualunque come me rispetto ad un “nominato” uomo di sistema a capo di un governo che è stato utile solo a salvaguardare interessi di Multinazionali Banche e Partiti di Destra e Sinistra (per chi ancora crede che ci siano differenze)”.
Inutile rovinargli la giornata ricordandogli come funziona la Costituzione e come si nominano i governi: meglio ringraziare invece Beppe Grillo per la qualità della classe politica che ha deciso di portare in parlamento cinque anni fa.
Aiuta anche tu il pòro senatore a superare i like di Gentiloni.
Fai un’opera buona, d’altro canto è Natale.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
“IL VERO DANNO ALLA FIGLIA L’HA FATTO IL PADRE”
Per Casini è una caccia alle streghe. “Non sarebbe stato meglio convocare Carrai sulla sua mail a Ghizzoni? “Sono problemi che riguardano un imprenditore e un banchiere, non la Commissione”.
E il comportamento di Maria Elena Boschi, secondo lei, è una pressione? “Le pressioni sono state smentite dallo stesso Ghizzoni”. Risponde così il presidente della Commissione Banche Pier Ferdinando Casini, intervistato dal Corriere della Sera.
Un ministro che si interessa a una banca non è, di per sè, una pressione?
“Ghizzoni non è mica psicolabile. E poi un politico che non si interessa a una banca che rischia di lasciare nei guai migliaia di cittadini e un territorio intero non fa bene il suo lavoro”, afferma Casini, secondo cui “il vero danno alla figlia l’ha fatto il padre”.
“Mi pare – aggiunge – che oramai siamo alla caccia alle streghe. Ora le contestano anche i viaggi come ministro: se si facessero le pulci così a tutti i politici non ne sopravvivrebbe nemmeno uno”.
“I rischi da me paventati si sono dimostrati profetici: le ventate della campagna elettorale sono entrate prepotentemente in Commissione”, ora, avverte “molto dipende dalle indicazioni che riusciremo a dare al legislatore con la relazione finale.
Credo che alcuni temi siano già scolpiti nella pietra: l’opportunità di creare una magistratura specializzata in materia finanziaria, l’eccessiva pluralità di organismi vigilanti e autorità che emanano normative nel settore, una comunicazione più trasparente tra banche e clienti e, soprattutto, un rapporto più fluido tra gli organi di vigilanza, perchè tra Banca d’Italia e Consob non tutto ha funzionato come doveva”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
TRE AULE VANDALIZZATE, COMPUTER DANNEGGIATI, SVASTICHE DISEGNATE SULLE SCRIVANIE
Tre aule vandalizzate, computer danneggiati e vocabolari rovinati. E svastiche disegnate
vicino alla scritta “Dux Nobis” sulle scrivanie. è successo al liceo classico Parini di via Goito.
Sono stati i bidelli a scoprire l’incursione vandalica venerdì mattina, il giorno dopo il classico concerto di Natale al quale ha partecipato anche la Lilt, la lega italiana per la lotta contro i tumori.
E durante il quale ogni anno suonano gli studenti e partecipano le famiglie, evento che si è svolto, appunto, giovedì.
Il preside Giuseppe Soddu ipotizza difatti che proprio durante la serata qualcuno di interno possa essersi staccato dalla manifestazione per mettere a soqquadro le aule, fare danni e scrivere frasi inneggianti al fascismo.
“Il gesto è da condannare severamente” dice il preside che sulle svastiche aggiunge che “andrà capito anche il significato di tali scritte”.
Soddu anticipa che una volta che saranno quantificati i danni provocati alle aule sporgerà¡ denuncia contro ignoti.
(da agenzie)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
L’UOMO, UN 50ENNE, HA PALPEGGIATO LA BAMBINA DURANTE I RILEVAMENTI DEI PARAMETRI
Era intervenuto con l’ambulanza in soccorso di una bambina di 10 anni, che a causa della febbre alta necessitava di cure mediche e durante la permanenza nell’abitazione della ragazzina l’avrebbe molestata.
Per questo i carabinieri del nucleo radiomobile di Milano hanno tratto in arresto un 50enne italiano di Lacchiarella, incensurato, ritenuto responsabile di violenza sessuale aggravata.
Il fatto è accaduto il 13 dicembre scorso: durante l’intervento verso le 22.30 di sera la madre della bambina aveva notato l’uomo accarezzare la figlia sulla schiena, da sopra il pigiama, ritenendo la cosa un mero gesto di affetto.
Successivamente, però, nel corso del trasporto a bordo dell’ambulanza della Croce Bianca presso l’ospedale San Paolo, l’uomo, approfittando di un momento di distrazione della madre, impegnata in una conversazione al cellulare, e del collega, intento a compilare la prevista documentazione di soccorso, era stato notato con la coda dell’occhio dalla madre palpeggiare la bimba dal seno fino al pube, da sopra il pigiama.
Con l’intento di non farsi vedere dal collega, estraneo ai fatti, l’uomo aveva interposto una cartellina contenente documentazione da compilare.
Quindi una volta arrivati presso la struttura sanitaria, la madre ha notato la presenza dei militari del Radiomobile, che si trovavano sul posto per altri motivi, e ha riferito loro l’accaduto.
I carabinieri, dopo aver fatto degli accertamenti, hanno tratto in arresto l’uomo che è stato condotto a San Vittore, dove si trova tuttora.
(da “il Corriere della Sera”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
M5S 29%, PD 22,8%, FORZA ITALIA 16,2%, LEGA 12,1%, LIBERI E UNITI 7,3%, FDI 5%
Grande stagione di sondaggi quella odierna, con andamenti che a fine anno offrono
conferme, rilanciano speranze, mettono in discussione certezze consolidate.
I dati sono riassumibili in una manciata di indicazioni, che solo un’ottantina di giorni di restante campagna elettorale — non tantissimi ormai — potranno smentire o confermare.
Continua l’erosione del Pd, che scende per la prima volta sotto la fatidica soglia del 23%;
Nella virtuale coalizione di centro-destra, avanza ancora Forza Italia allargando il gap con la Lega di Salvini.
Sempre a destra sembra irrobustirsi, una – per ora — atomizzata platea di sigle e nomi a testimonianza che c’è ancora uno spazio da coprire.
Tiene ma non cresce Liberi e Uguali.
Sembra avvicinarsi al 30% il Movimento 5 Stelle.
Un quadro in movimento e che per ora sembra mostrare elementi di ‘tendenza’ abbastanza forti, che lasciano ipotizzare due diversi scenari:
Il primo in cui la crescita del centro-destra si consolida e quella del M5S si raffredda: in tal caso è ipotizzabile che Berlusconi/Salvini/Meloni e eventuali alleati, arrivino alla maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera, che al Senato
Il secondo che vede un ulteriore incremento dei consensi del M5S, un corrispondente arretramento del PD (preda di una sorta di sindrome ‘siciliana’) e quindi — per la crescita di competitività dei grillini nel centro e nel sud del paese — il venir meno della maggioranza assoluta per il centro-destra.
Un paio di mesi e sapremo quale scenario prevarrà , ma paradossalmente al PD converrebbe il secondo: da irrilevante (nel primo caso) diverrebbe infatti nuovamente destinatario di una potenziale ‘chiamata di soccorso’.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
LA GUARDIA DI FINANZA HA GIA’ TROVATO 2 MILIONI DI EURO
Dopo i conti bloccati alla Lega Nord, la procura di Genova ha iniziato i sequestri dai depositi bancari di Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito, e degli ex revisori contabili Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi.
Le fiamme gialle hanno già trovato circa 2 milioni di euro. Era stato lo stesso tribunale del Riesame a indicare ai magistrati di prelevare le somme alle persone fisiche, dopo lo stop dei sequestri sui conti del Carroccio
Tutto è nato dopo la sentenza dello scorso luglio che ha portato alle condanne di Bossi a due anni e due mesi e dell’ex tesoriere a quattro anni e dieci mesi, oltre a quelle per altri cinque imputati, per la maxi truffa allo Stato sui rimborsi elettorali.
Il tribunale aveva anche stabilito la confisca di quasi 49 milioni di euro dai conti della Lega, soldi di cui il partito avrebbe usufruito appunto grazie alla truffa in danno a Camera e Senato.
La procura aveva trovato quasi due milioni di euro sui conti del Carroccio e aveva chiesto più volte di poter sequestrare anche le somme che in futuro sarebbero entrate. I giudici avevano negato tale possibilità .
Adesso pende un ricorso in Cassazione sulla vicenda.
Nel frattempo, però, il Riesame con provvedimento aveva consentito alla procura di intaccare il patrimonio di Bossi e Belsito.
(da “il Secolo XIX”)
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Dicembre 23rd, 2017 Riccardo Fucile
L’87ENNE DI CAVA DEI TIRRENI: “LA CASA? ASPETTANO CHE MUOIA”
Sul fuoco ribolle un brodino di verdure, la televisione trasmette il solito gioco a premi e
la signora Lucia Senatore, 87 anni, invalida al 50 per cento, aspetta l’ora di cena accanto alla stufa a gas.
Per il trentasettesimo anno consecutivo della sua vita, si prepara a passare il Natale nel container numero 59 del campo sfollati in frazione Pregiato a Cava de’ Tirreni.
«Il mio container lo curo al massimo», dice guardando i cavi elettrici che penzolano dal soffitto. «Mi vergogno delle cose che non funzionano. Ho fatto mettere una nuova finestra, ma restano gli spifferi e piove dentro. Il mio sogno era avere una casa vera, non credo si realizzerà ».
Lo sconquasso
È ancora una terremotata dell’Irpinia, l’ultima sfollata. Vive sempre nello stesso posto che le diedero per ripararsi dallo sconquasso che il 23 novembre 1980 provocò 2914 morti e lasciò senza casa 280 mila persone.
Le avevano promesso che almeno quest’anno ce l’avrebbero fatta a sistemarla in un alloggio normale, una casa con i muri spessi e qualche vicino con cui parlare. Ma mantenere le promesse non è mai stato il nostro forte.
«Della scossa ricordo tutto. La notte in strada, al gelo, passata a stringere mio figlio. Quando fummo trasferiti in questa campo con altre 137 famiglie, ci misero subito in guardia: “Sono casette temporanee di lamiera, durano poco“. Dovevano servire solo per fronteggiare l’emergenza. Avevano un’abilità massima di 5 anni».
Tutti i tetti erano di Eternit. Lo sono ancora. L’amianto non è mai è stato smantellato.
La signora Lucia Senatore ha fatto l’operaia alla Manifattura Tabacchi, poi la bidella per più di metà della sua vita. Da questo container andava a scuola e tornava indietro, da qui va a prendere la pensione da 830 euro al mese quando se la sente di uscire. Sempre qui viene a trovarla suo figlio e arriva il medico della mutua. L’indirizzo è scritto anche sulla carta d’identità : «Via Luigi Ferrara, prefabbricato 59». Ma come è possibile che sia successo?
«Quando vado a chiedere in Comune, mi rispondono che il problema è che sono single, abito da sola». E cosa c’entra? «Per me ci vorrebbe un alloggio di piccola metratura, ma loro non li hanno. Però ho scoperto che hanno assegnato una casa di 45 metri quadrati a una amica di un impiegato dell’ufficio tecnico, l’hanno data a dei finti separati, ad altri che occupavano i container abusivamente. A me sono sempre piaciute le cose oneste e educate, per questo sono qui».
La collina
Le abitazioni nuove dei terremotati sono state costruite sulla collina, cento metri più su, davanti al centro anziani.
Ma dei 365 alloggi previsti dal piano della ricostruzione, ne sono stati completati 210. I finanziamenti della Regione Campania sono arrivati lentamente e a singhiozzo. Le imprese hanno denunciato il Comune di Cava de’ Tirreni per inadempienza.
Il Comune ha fatto causa alla Regione per i ritardi e alle imprese stesse perchè gli infissi dei nuovi appartamenti non tengono la pioggia. Intanto, un’indagine dei carabinieri ha scoperto che più di venti assegnazioni erano state fatte sulla base di «dichiarazioni mendaci»: alloggi dati a persone che non ne avevano diritto. Non erano neppure terremotati.
Fra le case nuove e i vecchi container, c’è un campo da calcio da cui ogni tanto arrivano le urla di un allenatore.
I prefabbricati di via Luigi Ferrara sono spettrali. La porta del numero 10 è chiusa con due giri di cordino, piante rampicanti occupano il 42, qualcuno ha usato il numero 16 come bagno, il 40 è completamente distrutto come se fosse stato preso a mazzate. Il penultimo container è abitato da una famiglia povera con tre figli, fra topi e rifiuti. Il container della signora Senatore si riconosce. È verdino. Curato. Con una pianta accanto all’ingresso e un piccolo cane alla catena sul retro.
«Mi hanno detto che la mia prima domanda per le case della ricostruzione era sbagliata, aveva un vizio di forma. La seconda andava bene, ma nel frattempo non ero più in cima alla graduatoria. Poi, tre anni fa, mi hanno offerto un’altra abitazione provvisoria. “Una casa parcheggio“, la chiamano loro. Ma era senza camera da letto. Dopo tutto questo tempo di attesa, mi sono sentita presa in giro e ho capito che stanno solo aspettando che io muoia».
La dolcezza
La vita al campo container di Pregiato ha riservato qualche dolcezza che la signora Senatore non avrebbe mai immaginato. «Un giorno di tanti anni fa, andando a ballare al centro anziani, ho conosciuto Giovanni, un signore bravissimo. Io gli volevo troppo bene. È morto nel 2014 e mi manca tutti i giorni».
Ecco la foto del signor Giovanni. «Era troppo gentile. A giugno mi portava al mare, teneva le mozzarelle in un sacchetto con il ghiaccio e la sdraio pieghevole nel bagaglio della sua auto. Andavamo a mangiare al ristorante “La Selva“ e molto spesso veniva a cena qui. Con lui ho passato i natali più felici nel container. Mi diceva: “Vedrai che presto andrai via e faremo una grande festa“».
Durante la trentasettesima commemorazione del terremoto dell’Irpinia, il vicesindaco di Cava de’ Tirreni Nunzio Senatore, parlando con un giornalista di Anteprima24, era stato categorico: «Entro l’anno tutti avranno una degna sistemazione e si porrà fine a questa brutta pagina della nostra città che dura da oltre trent’anni e che ha visto campi destinati al post terremoto diventare anche un ghetto». Nel ghetto c’è ancora vita. Ancora rabbia e degrado. E c’è lei, Lucia Senatore.
L’assessore
«Mi dispiace molto per questa situazione», dice Antonino Attanasio assessore al Patrimonio e capo della polizia municipale di Cava de’ Tirreni. «Mi rendo conto che il quadro possa apparire sconfortante, ma noi ce la stiamo mettendo tutta per ripristinare la legalità . Ci sono state delle lungaggini pazzesche. C’è stata gente che ha cercato di approfittare della situazione. Da tre anni stiamo lavorando con la procura per mettere tutto in regola, entro marzo le ultime case saranno assegnate ai legittimi proprietari. Anche il nuovo appartamento della signora Senatore sarà pronto, negli ultimi tempi è stata un po’ irragionevole, non ha voluto accettare una casa parcheggio. Ma nel 2018…».
Lucia Senatore sa cosa pensano di lei. Da 37 anni è parcheggiata in questa baracca. Adesso è l’ora di cena, si alza con l’aiuto di un bastone: «Mi sono passati davanti tutti, questo è il grande rimpianto della mia vita. Dovevo essere più arrabbiata. Ma non voglio morire qui». Fuori è buio. Una nuvola nasconde le stelle. Il cane abbaia agli sconosciuti. Buon Natale dal container 59.
(da “La Stampa”)
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