Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile
GLI INQUIRENTI: “NON HA DIMOSTRATO NESSUN RIMORSO”
Una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili
all’estrema destra sono stati sequestrati dai Carabinieri a Tolentino, a casa della madre di Luca Traini, l’uomo che ieri ha tentato di fare strage di migranti per le vie di Macerata.
Gli investigatori hanno anche sequestrato i computer dell’uomo per verificare se vi siano elementi utili alle indagini anche se, spiegano, i fatti sembrano abbastanza chiari: Traini avrebbe maturato l’intenzione di compiere la strage negli ultimi giorni, subito dopo l’assassinio di Pamela.
Nel corso delle ore passate nella caserma dei Carabinieri di Macerata, Traini è apparso lucido e determinato: “Non ha mostrato alcun rimorso – sottolineano fonti investigative – per quel che ha fatto, non ha accennato alcun passo indietro nè ha mostrato pentimento”. Gli investigatori hanno anche accertato definitivamente che non vi era alcun collegamento nè tra i feriti e Traini nè tra i sei bersagli dell’uomo e Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso è fatto a pezzi Pamela.
Persone scelte a caso che potevano essere molte di più: nell’auto dell’uomo, infatti, sono stati trovati molti altri proiettili che non sono stati utilizzati.
(da agenzie)
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Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile
MEGLIO UN GOVERNO DEL PRESIDENTE CHE DARE IL PAESE IN MANO A CHI DELIRA DI VOLER RIPULIRE L’ITALIA E NON E’ NEANCHE IN GRADO DI RIPULIRE LE PROPRIE LISTE
L’italiano che ieri, a Macerata, ha sparato su altri esseri umani a cagione della loro provenienza e del colore della loro pelle, non è nè un “eroe”, nè un “fascista”: è soltanto un coglione!
In quella che sta sempre più assumendo la dimensione della triste, greve e drammatica “guerriglia di concetto” tra Guelfi e Ghibellini, tra “populisti”, “destri” e “sinistri”, insomma, le odierne considerazioni di Mentana sono davvero calzanti e concettualmente devastanti: «nessuno parla delle vittime (…) Il sopruso sta anche nell’aver criminalizzato l’accoglienza, nell’aver creato un clima di odio per chi arriva, nell’aver infangato le Ong, nel promettere di ripulire l’Italia senza essere nemmeno in grado di ripulire le proprie liste. L’Italia che specula sulla paura attua un gioco molto rischioso per tutti».
È vero che proprio in quel luogo, nei giorni immediatamente precedenti ai fatti di ieri, sarebbe stato consumato un crimine ai danni di una giovanissima ragazza nigeriana.
Ma spetterà alla Magistratura stabilire cosa sia effettivamente accaduto e perchè, individuando e punendo gli eventuali colpevoli.
Chi pretende di farsi giustizia da se; chi inneggia e perpetua l’odio, e di qualunque specie esso sia; chi diventa strumento o, addirittura, autore di giustizia sommaria; chi inneggia all’amor di Patria tradendone lo spirito e, addirittura, l’anima, è un criminale e va punito!
Ho sempre votato a destra.
Ho sempre creduto in una destra della legalità e del merito. Una destra popolare, europeista, pro-mercato e solidale.
Proprio per questo la recentissima abdicazione di Parisi da un progetto politico-nazionale mi ha fatto particolarmente male: dopo tantissimi anni bui sembrava essersi aperto un piccolissimo spiraglio di luce, e invece…
Per come stanno oggi le cose, però, mi auguro proprio che il centrodestra, queste elezioni politiche, le perda: governare il Paese insieme a forze politiche, non soltanto intrise di paura, di rabbia e di odio, ma addirittura accecate da inaccettabili preconcetti, sarebbe la peggior delle iatture.
Salvini, forse, reciterà anche una “parte studiata ad hoc”, come sostengono alcuni politologi e studiosi (io, comunque, credo proprio che non lo sia, una recita!): ma anche se fosse soltanto una “finzione pro-marketing elettorale” — diciamoci la verità ! — lo “spettacolo” è, comunque, sia indecoroso che inaccettabile!
Da cittadino sono davvero disorientato…
Il Movimento 5 Stelle è una perenne contraddizione in termini: una “combriccola allo sbaraglio!”
Il Centrodestra, almeno nella sua attuale connotazione, è del tutto improponibile.
La Sinistra è, perennemente, il regno delle faide, del sistematico “regolamento dei conti interni”
La presunta “terza Repubblica” è la più brutta di tutte quelle che l’hanno preceduta, insomma.
Stando così le cose c’è da augurarsi che, il prossimo 4 marzo, nessuno dei tre “poli” vinca e che il Presidente della Repubblica, nell’esercizio dei suoi poteri costituzionalmente dati, riesca a dare al Paese un serio Governo di Responsabilità Nazionale.
La società civile, però, noi tutti, insomma, dovremo comunque ritrovare la giusta spinta, non soltanto per immaginarlo, ma proprio per riuscire a costruirlo un futuro migliore.
Qualcuno scrisse che ogni “popolo ha i politici che si merita”, e non sbagliava: in fondo, la fonte, la “scaturigine ultima” di tanta inadeguatezza politica da parte di chi dovrebbe farla (la politica); l’incapacità dei partiti di rinnovarsi, sia nelle visioni che negli “uomini”, è anche colpa nostra!
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra liberale
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Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile
“SONO STATE INFANGATE LE ONG, SI E’ CREATO UN CLIMA D’ODIO VERSO CHI ARRIVA, SI E’ CRIMINALIZZATA L’ACCOGLIENZA: QUESTO E’ IL VERO SOPRUSO”
Enrico Mentana dice la sua sui fatti di Macerata. “Mia mamma era di Macerata, e siccome
apparteneva a una minoranza a rischio di vita dovette nascondersi per un anno con la madre il padre e la sorellina in un fienile sui monti, fino alla Liberazione”, scrive il direttore del Tg La7 sulla sua bacheca facebook.
Poi l’affondo: “Tutti oggi parlano dello sparatore, per dargli del terrorista, del fascista, del pazzo o della testa calda, dell’isolato o del cittadino esasperato, o perfino del vendicatore. Nessuno parla dei feriti, di chi sono, che storie hanno, come stanno.
Sono “gli invasori””, aggiunge Mentana denunciando il fatto che l’attenzione generale si è concentrata solo sull’autore, Luca Traini, e non sui feriti forse perchè, lascia intendere, sono stranieri.
“Il sopruso sta anche nell’aver criminalizzato l’accoglienza, nell’aver creato un clima di odio per chi arriva, nell’aver infangato le Ong, nel promettere di ripulire l’Italia senza essere nemmeno in grado di ripulire le proprie liste. L’Italia che specula sulla paura attua un gioco molto rischioso per tutti”, conclude Mentana.
(da agenzie)
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Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile
E’ UN 58ENNE DI COSENZA: TITOLARE DI UN PROFILO PIENO DI IMMAGINI VIOLENTE, MINACCE E PERSONE ARMATE
La polizia postale e la Digos hanno individuato il responsabile del post contenente le minacce alla presidente della Camera, Laura Boldrini, pubblicato su Facebook.
Si tratta di un 58enne della provincia di Cosenza.
Nell’abitazione dell’uomo è stato trovato materiale giudicato dagli investigatori “utile alle indagini”.
Le ricerche degli investigatori si sono concentrate su un artigiano italiano che vive a Torano Castello.
Già nella giornata di ieri i poliziotti del Cnaipic, il Centro anticrimine informatico della Polizia, erano sulle tracce informatiche lasciate dall’ autore del post e, grazie alla collaborazione di Facebook, hanno recuperato i dati necessari per identificare fisicamente l’lautore del fotomontaggio shock che ritraeva Laura Boldrini con la testa insanguinata e la scritta “Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici”.
L’autore risulta titolare di un profilo Facebook pieno di immagini violente, minacce e personaggi armati.
La notizia arriva poco dopo l’intervento di Boldrini a Milano in occasione del lancio della campagna elettorale a Milano di Liberi e Uguali. “Io pago sulla mia pelle ogni giorno il mio impegno. Non solo quando fanno un falò a Busto Arsizio, non solo quando i sindaci della Lega dicono che gli stupratori devono venire a casa mia ‘cosi mi torna il sorriso’. Pago anche quando la mia testa decapitata viene fatta circolare sulla rete, anche davanti agli occhi di mia figlia. Io lo pago ma non ho paura”
(da agenzie)
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Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile
“TU SEI IMPUTATO PER TRUFFA, SEI PEGGIO TU”… “NO, TU SEI INDAGATO PER CORRUZIONE, SEI PEGGIO TU”
“Tu sei imputato per truffa, sei peggio tu”. “No, tu sei indagato per corruzione, sei peggio tu”. Uno
contro l’altro, praticamente “amici”.
E’ a dir poco tragicomica la guerra a chi è più impresentabile che in queste ore sta andando in scena nel segmento romano di Udc-Noi con l’Italia, la quarta gamba del centrodestra che nel Lazio appoggia la candidatura di Stefano Parisi.
Missive, sms, chat al vetriolo e mini-dossier che nelle ultime ore hanno affollato le caselle di posta dei leader nazionali Lorenzo Cesa, Raffaele Fitto e Maurizio Lupi. ilfattoquotidiano.it è venuto in possesso di parte del surreale carteggio in cui i candidati si insultano vicendevolmente — sempre “nel pieno garantismo” — e minacciano di abbandonare il neo (ri)nato partito centrista. Già imploso ancor prima di presentare le liste.
Tutto nasce dalla paventata candidatura del deputato uscente Marco Di Stefano, ex Pd, con due processi in corso per concorso in falso, abuso d’ufficio e truffa che si avviano alla prescrizione, e uno per le “spese pazze” in Regione Lazio fra il 2010 e il 2012 che lo vede rinviato a giudizio insieme ad altri ex consiglieri Dem (fra cui i ricandidati Mancini, Astorre, Moscardelli, Lucherini e Scalia).
A scrivere a Fitto e Cesa sono i candidati in Regione Lazio Massimiliano Maselli, Pietro Sbardella, Giovanni Libanori e Mauro Porcelli, i quali affermano che “riteniamo che il nostro progetto politico appena realizzato con tanto impegno e sacrificio non debba rischiare danni di alcun genere, a cominciare dall’immagine”, per cui “se voi ritenete necessaria la sua candidatura, sappiate che partendo da noi firmatari di questa lettera molti altri candidati, arrivando a 26 su 32, ritireranno la propria candidatura”.
In realtà , il vero motivo dell’opposizione degli “amici” — nella storica accezione democristiana in opposizione al “compagni” comunista — è da cercarsi qualche riga più sopra, quando si afferma a chiare lettere che “riteniamo inopportuno che un soggetto politico chieda di candidarsi all’ultimo momento concentrando tutte le energie su se stesso e non avendo contribuito alla formazione della lista”. Tradotto: se questo si candida, noi restiamo senza poltrona.
“È il bue che dice cornuto all’asino”, rispondono in un’altra lettera “eletti, segretari provinciali e comunali, dirigenti e attivisti dell’Udc”, alla quale allegano un’ampia rassegna stampa sulle presunte malefatte dei loro “amici”.
Ed ecco tornare all’attenzione dei leader nazionali l’indagine per finanziamento illecito a carico di Pietro Sbardella — consigliere regionale e figlio di Vittorio “lo squalo”, potente dirigente Dc negli anni ’80 — nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati della sanità in cui è coinvolto anche il deputato uscente (e ricandidato) di Forza Italia, Antonio Angelucci. Fra i candidati — e firmatari della prima missiva — figura anche Giovanni Libanori, attuale consigliere della Città Metropolitana di Roma, indagato per rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito dello scandalo sulle false manutenzioni in Cotral e per concorso in abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle mense di Atac e Cotral.
I due fanno parte del correntone romano che fa capo a Luciano Ciocchetti, candidato dal centrodestra alla Camera nel collegio Roma 1 Centro Storico contro il premier uscente Paolo Gentiloni.
L’ex vicepresidente della Regione Lazio è stato citato dal costruttore Sergio Scarpellini — l’inchiesta è quella che ha portato all’arresto di Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca di Roma, Virginia Raggi — fra i politici che hanno ottenuto case in cambio di favori al pari di Mirko Coratti (fra i condannati di mafia capitale) e Irene Pivetti. Contattato da ilfattoquotidiano.it, Ciocchetti ci mostra il suo casellario giudiziario ritirato in Procura di Roma il 23 gennaio 2018 in cui si attesta che “non risultano carichi pendenti” e risulta “nulla”. “Non credo che in molti li abbiano così”, commenta lo stesso Ciocchetti.
Ma tutto ciò non basta a far terminare la guerra. “Proprio a dimostrazione del nostro modo di intendere le questioni giudiziarie — scrive ironicamente il fronte pro-Di Stefano — mandiamo un grande augurio di risolvere al più presto i suoi problemi all’amico e braccio destro di Luciano Ciocchetti in consiglio comunale di Roma, Ignazio Cozzoli, da mesi agli arresti per corruzione”.
Molto meno ironico il messaggio arrivato a Cesa dal coordinamento provinciale di Roma, dove si dice che “non sopportiamo imposizioni da parte di chi ci ha denigrato e combattuto negli ultimi 4 anni” e che “la cosa non rimarrà sotto tono ma usciremo con grande danno in fatto di numeri al partito che tanto abbiamo sostenuto”.
Insomma, venerdì sera nella riunione fra “amici” dei neo-democristiani sono volate urla, insulti e — viene riferito — anche qualche poco cristiana imprecazione, a corredo di problemi che rischiano di far sì che la quarta gamba del centrodestra resti ben presto “zoppa”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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