Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
UNA FOTO LO RITRAE CON LA PETTORINA DEL CARROCCIO INTENTO A DISTRIBUIRE VOLANTINI … NELLA LEGA SCARICABILE TRA RESPONSABILI LOCALI
Dal presunto appoggio ottenuto da Cosa nostra alla campagna elettorale per la Lega. 
A due settimane dalle Politiche, a condizionare il percorso di avvicinamento al voto per la compagine di Matteo Salvini potrebbe essere una foto pubblicata su Facebook. Nello scatto, che ritrae un volantinaggio a favore del partito leghista, viene inquadrato Ciccio La Rosa, l’ex sindaco di Niscemi e oggi consigliere comunale, arrestato l’anno scorso con la pesante accusa di voto di scambio politico-mafioso per le elezioni del 2012, quando il politico ex Mpa e poi vicino ai Forconi vinse la competizione al ballottaggio.
Scarcerato in estate, La Rosa resta indagato per il presunto sostegno avuto dai referenti mafiosi sul territorio in cambio di denaro.
«Impresentabile? Non sono certo candidato – commenta il diretto interessato a MeridioNews -. La scelta di fare campagna elettorale per la Lega è un atto di coerenza, visto che sono un ex Mpa e nel 2006 il Movimento per l’autonomia si alleò alle Politiche con l’allora Lega Nord. In consiglio comunale abbiamo anche costituito un gruppo che ha aderito alla Lega e quindi impegnarci in queste settimane non ha nulla di strano».
La Rosa specifica poi che al momento si tratta di un’adesione ai programmi politici, mentre non è avvenuta una iscrizione ufficiale – «c’è una simpatia», chiosa -, mentre glissa quando gli si chiede chi gli abbia dato la pettorina della Lega: «Non è difficile trovarne».
Pur essendo in provincia di Caltanissetta – nonostante i risultati del referendum del 2015 sull’adesione all’area metropolitana di Catania, i cui effetti sono stati poi annullati dall’Ars -, Niscemi, per quanto riguarda l’elezione del senato, è inserita nel collegio di Acireale insieme agli centri del Catanese.
A concorrere per il seggio che verrà assegnato con il sistema uninominale per la Lega ci sarà Angelo Attaguile. «Non conosco questo signore – dichiara il parlamentare uscente, facendo riferimento a La Rosa -. La foto mi è stata segnalata ieri sera e ho subito telefonato al prefetto per ufficializzare la presa di distanza
Attaguile, che è coordinatore della Lega in Sicilia Orientale, addebita la responsabilità di avere consentito a La Rosa di avvicinarsi alla Lega all’altro coordinatore isolano, il deputato uscente Alessandro Pagano.
«So che conosce La Rosa e che il gruppo in consiglio a Niscemi è stato formato avendo lui come referente a livello regionale – spiega Attaguile -. Non so chi abbia distribuito quelle pettorine, ma forse andrebbe chiesto a Pagano proprio perchè io non ho avuto alcun contatto con La Rosa».
Contattato da MeridioNews, Pagano nega ogni coinvolgimento. «Quel Comune rientra nella circoscrizione coordinata da Attaguile – replica -. L’anno scorso, quando sono andato a Niscemi La Rosa non c’era, non l’ho incontrato”
A pubblicare la foto però è stata proprio Spinello, in passato assessora quando La Rosa era sindaco. Inoltre, in un’altra fotografia che gira sui social network si vede Pagano accanto al figlio di La Rosa, in un incontro pubblico della Lega dello scorso ottobre, al quale ha preso parte anche Matteo Salvini.
Dal canto suo La Rosa assicura di non essere scalfito da queste prese di distanza: «Io andrò a votare Lega, perchè mi riconosco nelle loro idee».
(da “Meridionews”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
VARENNE IN 15″ STACCA L’EX NORDICO GROOM DE BOOTZ CHE CHIUDE CON UN MODESTO 13″
Quella che stiamo per raccontarvi non è una corsa clandestina qualsiasi.
Si corre in un ipertecnologico Ippodromo di nuova generazione, l’Ippodromo du Pèpiement.
Qui i cavalli vengono fatti sprintare sul miglio e attenti osservatori monitorano costantemente le reazioni del pubblico per riuscire a scovare il tempo più preciso possibile.
È il primo esperimento pubblico su suolo italiano di una metodologia di misurazione di questo tipo ma i vostri affezionatissimi cronisti hanno visto gli esperti dell’Ippodromo du Pèpiement all’opera e sentono di potersi fidare.
Nella corsa a cui abbiamo assistito parte subito forte il bizzoso Igor Brick.
Il cavallo pentastellato sembra non rispondere ai richiami del fantino Louis le Subjonctif e copre il miglio a tutta velocità . Chiude con il tempo davvero sorprendente di 29”: non basta per la Presidenza della Federazione Ippica ma è sufficiente per l’oro in questa manche clandestina.
Al secondo posto sprinta Fan Idòle.
La prova del loquace fiorentino Fan Fà ron è davvero notevole: nonostante un inizio difficile e un pubblico freddo nei suoi confronti, l’ex Presidente della Federazione Ippica Fiorentina, è riuscito a strappare un argento che vale oro. I suoi 24,1” sono il miglior tempo fatto segnare sin qui da un purosangue che appare comunque in netta rimonta sui rivali.
La gara più avvincente è quella per la terza piazza, con Varenne e Groom de Bootz entrambi pronti a mostrare i muscoli e ad assestare lo sprint che vale la primazia tra i puledri delle corsie più a destra della pista.
La spunta, grazie alla grande esperienza di Burlesque, il sempiterno Varenne con 15”. Distaccato dopo essere sceso leggermente sul finale, c’è l’ex nordico Groom de Bootz con 13”. Il fantino Mathieu de le Sauvegarder, arrabbiato per l’opaca prestazione del suo cavallo, ha poi distrutto gli spogliatoi con una ruspa.
Quinta posizione per Frères Tricolor che spinta dall’entusiasmo di Gran Pastèque chiude il gruppo dei primi cinque a 5,3”.
ORDINE D’ARRIVO GARA SINGOLA
Igor Brick 29”
Fan Idòle 24,1”
Varenne 15”
Groom de Bootz 13”
Frères Tricolòr 5,3”
Libertè à‰galitè 4,9″
Altri Fan Idòle 3,1″
Altri Burlesque 2,8″
ORDINE D’ARRIVO GARA A SQUADRE
Totale Scuderie Burlesque 36,1″ (in leggera discesa nelle ultime gare)
Igor Brick 29″ (in leggero rialzo nelle ultime gare)
Totale Scuderie Fan Faròn 27,2″ (in leggero rialzo nelle ultime gare)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
CORRISPONDE A 200 MILIARDI NON A 800 COME AFFERMATO DAL LEADER DI FORZA ITALIA
Quanto è profonda l’economia sommersa? In che percentuale le attività non registrate e di
conseguenza non tassate pesano sul prodotto interno lordo?
Le cifre più recenti del “nero” fanno scivolare Silvio Berlusconi e per lui si accende il semaforo rosso.
Lunedì 19 febbraio, ospite di Maurizio Belpietro alla trasmissione Dalla vostra parte, il leader del centrodestra fa confusione con i numeri: «L’ultima ricerca sul reddito sommerso ha portato a dire che è la metà del reddito emerso. Cioè il nostro PIL emerso è 1600 miliardi. Si calcola che il cosiddetto nero, soprattutto al centro e sud Italia, arrivi addirittura a 800 miliardi».
Nell’ordine di grandezza, l’ex cavaliere cita il Pil corretto (il dato esatto del 2015 era 1.652.153 milioni di euro) ma sbaglia le stime sul sommerso.
L’ultima ricerca disponibile è quella pubblicata dall’Istat l’11 ottobre 2017 (dati riferiti al 2015).
Secondo il report, l’economia non osservata (la somma di sommerso economico e attività illegali) vale circa 208 miliardi di euro, pari al 12,6% del Pil. Un dato molto diverso dal 50%, cioè dagli 800 miliardi evidenziati da Berlusconi.
Oltretutto il trend dell’economia sommersa è in diminuzione.
L’Istituto nazionale di statistica riporta infatti: «Rispetto al 2014, si riduce sia l’ammontare (circa 5 miliardi) sia l’incidenza sul complesso dell’attività economica (-0,5 punti percentuali). La dinamica dell’ultimo anno segna un’inversione di tendenza rispetto all’andamento mostrato dal fenomeno nel triennio precedente, caratterizzato da un progressivo aumento in termini sia di valore sia di peso».
Forse Berlusconi si riferisce a dati reperibili in rete che effettivamente si avvicinano a 800 miliardi. Ma non si tratta della “ultima ricerca” che il leader di Forza Italia ha esaltato in tv.
È una nota del 2016 di Eurispes che riprende una stima che l’istituto di ricerca produsse negli anni precedenti «secondo la quale l’Italia ha tre Pil: uno ufficiale di circa 1.500 mld di euro; uno sommerso equivalente a circa un terzo di quello ufficiale, ovvero almeno 540 mld; e uno criminale ben superiore a 200 mld. Ai circa 540 mld di sommerso indicati corrisponderebbe, considerando una tassazione di circa il 50%, la somma di 270 mld di evasione».
La stima citata dalla dichiarazione si riferisce però al volume del 2012
L’Italia in nero che si basava su dati del 2011.
(da “La Stampa”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
I SONDAGGISTI: SONO POTENZIALI ELETTORI DI PD E M5S, IL CENTRODESTRA HA GIA’ FATTO IL PIENO
Sofferente, nervoso, irascibile. Spaccato in due. In una parola, Indeciso.
Alla guida di un’auto con famiglia tipo Istat a carico – moglie e due figli – il padre piddino deluso descritto dall’ultimo spot dem “Pensaci” è pieno di dubbi: in piena ‘tempesta del dubbio’ di mazziniana memoria, novello Oreste dell’epopea della sinistra italiana, si vede che potrebbe votare un’altra volta il Partito, ma anche finalmente tradirlo.
Nel filmato ideato dalla Proforma – ispirato da un altro spot del Partito nazionale scozzese (lì erano i partecipanti a un party che provavano a rassicurare il demotivato rintuzzandone le critiche con l’elenco degli obiettivi raggiunti dal SNP) – l’Indeciso democratico è bombardato dalle certezze dei familiari che snocciolano i provvedimenti della legislatura, dagli 80 euro (“Che palle con questi 80 euro”) alle unioni civili (“Ti sei pure commosso alla festa della zia Laura”), e tuttavia appare fermo nelle sue convinzioni (“Dimmi una sola cosa buona che ha fatto il Pd in questi anni..”).
Per fortuna per lui, l’Indeciso dello spot dem non è solo. Anzi in buona compagnia. Secondo gli ultimi rilevamenti legali prima del silenzio elettorale sarebbero circa dieci milioni a non aver ancora scelto.
Per dirla con Antonio Noto, che ne ha scritto qualche giorno sul Fatto, siamo alle prese con “un esercito elettorale ampio quanto la Lombardia”.
Un esercito che era tanto consistente anche a due settimane dal voto del 2013. Quando, “ben il 15% della popolazione decise cosa e se votare tra il giovedì e il venerdì antecedente l’apertura dei seggi, e addirittura il 5% solo una volta all’interno della cabina elettorale”.
Un altro sondaggista, Nicola Piepoli, stima l’esercito degli indecisi “intorno al 30%” (mentre Weber si ferma al 10).
Il punto è capire quanti di questo esercito saranno in prima battuta disposti a votare, e in seconda, per chi voteranno. Sempre secondo Noto, sarebbero Pd e M5s “a disporre di potenziali maggiori di incremento elettorale”, mentre il centrodestra “sembra aver fatto il pieno dei voti certi”.
D’altro canto il fenomeno degli indecisi non è solo nostrano. L’impatto dell’Undecided è stato forte nel voto della Brexit (con un terzo dei cittadini in dubbio a una settimana dal voto) e nell’elezione di Trump, quando a soli tre giorni dall’Election Day, il celebre FiveThirtyEight di Nate Silver stimava in più del 15% i voti non ancora assegnati (contro il 5% del 2012).
A fronte di questi dati, è evidente che la caccia all’Indeciso sia dunque partita.
Non è un caso che Davide Casaleggio solo pochi giorni fa abbia invitato a parlare soprattutto a loro, quelle “persone che non sono convinte, che pensano di fare la croce su un simbolo che conoscevano 20 o 50 anni fa semplicemente perchè pensavano che fare le costine alle feste dell’Unità o partecipare a eventi che ricordano la loro infanzia sia la stessa cosa, invece è tutto molto diverso e dobbiamo spiegare questa cosa qui”.
A parlare al padre piddino deluso ci prova Renzi in persona, in un finale dello spot a sorpresa. Prima di lanciare l’appello: “Venerdì sera all’Obihall di Firenze, portate un indeciso”.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
PRONTO AD ARRUOLARLI COME NUOVI “RESPONSABILI”
Il corteggiamento è già iniziato e potrebbe rientrare nel disegno politico che tutti negano di voler
realizzare ma che trova, tra dichiarazioni sibilline e interviste in chiaro, sempre maggiori indizi.
Sia Matteo Renzi sia Silvio Berlusconi si dicono certi di ottenere con il voto del prossimo 4 marzo la maggioranza in Parlamento e di non pensare a inciuci o larghe intese.
Al di là della futura (e incerta) composizione dei gruppi parlamentari, c’è però una componente che va già delineandosi, assumendo giorno dopo giorno forma e consistenza.
È il gruppo Misto degli esclusi, composto da tutti gli ex Movimento 5 Stelle allontanati, chi per massoneria chi per aver fatto il furbo sui rimborsi, e piazzati nelle liste in ottime posizioni. Ed è a questi che il Cavaliere ha fatto arrivare il suo caloroso messaggio.
Intervistato a Corriere Live, Berlusconi si è detto sicuro di ottenere il 40% con la sua coalizione ma, al tempo stesso, non ha disdegnato un eventuale sostegno degli ex M5S cacciati da Luigi Di Maio. Anzi, dice, potrebbero essere i nuovi “responsabili”, quella pattuglia di parlamentari che nel dicembre 2010 salvò il governo Berlusconi dalla sfiducia dopo la rottura con Gianfranco Fini: “Non si dice mai di no a chi dice ‘Sottoscrivo il vostro programma’. Noi saremmo molto convenienti per loro – ha aggiunto – perchè potrebbero incassare interamente l’indennità parlamentare”. Come a dire, pecunia non olet.
Una lusinga nemmeno tanto velata che lascia intendere come per Silvio Berlusconi le cautele non sono mai troppe, che nel post-voto nessuna strada è preclusa.
E che spiega le continue prese di distanza da Matteo Salvini, puntualmente bilanciate da rassicurazioni sulla tenuta del patto del centrodestra.
L’impressione è che si dia per scontata l’incertezza che verrà fuori dalle urne, per cui l’attenzione si è già spostata al 5 marzo in vista di ipotetici negoziati per le intese, larghe o ristrette che siano.
E presentarsi al tavolo con qualche soldato in più in un Parlamento che si preannuncia molto ballerino nei numeri potrebbe far comodo.
Le lusinghe sono perciò rivolte alle sei “mele marce” che hanno truccato i bonifici dei rimborsi destinati al fondo per il microcredito (gli altri – Ivan Della Valle, Girolamo Pisano e Francesco Cariello – non sono ricandidati): Maurizio Buccarella, in lista al secondo posto per il Senato nel collegio Puglia 2; Carlo Martelli, al primo posto per il Senato nel collegio Piemonte 2; Elisa Bulgarelli, al terzo posto nel collegio Emilia Romagna 1 per il Senato; Andrea Cecconi, al primo posto per il collegio Marche 2 per la Camera; Silvia Benedetti, al primo posto in un collegio veneto per la Camera; Emanuele Cozzolino, al terzo posto in un altro collegio veneto sempre per Montecitorio.
Non è stata ancora presa una decisione sul caso di Giulia Sarti – primo posto per la Camera in un collegio dell’Emilia Romagna – che, com’è noto, ha accusato il suo ex compagno di aver distratto i soldi dei rimborsi.
L’elenco dei papabili “responsabili” è però ancora lungo: ci sono i quattro candidati massoni “in sonno” o ex affiliati, scoperti troppo tardi, a liste ormai chiuse: Piero Landi, candidato a Lucca; Catello Vitiello a Castellammare di Stabia, David Zanforlin a Ravenna e Bruno Azzerboni a Reggio Calabria. A differenza degli altri, questi quattro esclusi sono stati scelti direttamente dai vertici del Movimento 5 Stelle e quindi piazzati nei collegi uninominali.
C’è, infine, il caso di Emanuele Dessì, l’imprenditore finito al centro delle polemiche nei giorni scorsi per la casa popolare in affitto a 7 euro al mese, per le amicizie con il clan Spada di Ostia e i post violenti: Dessì è candidato al Senato nel collegio Lazio 3, al secondo posto. Blindato, salvo sorprese, anche lui.
Undici parlamentari rinnegati dal partito che li ha candidati ma grazie al quale verranno, con ogni probabilità , eletti. E che, dopo il voto, saranno chiamati a far parte dei nuovi responsabili.
Non è detto che cedano alle lusinghe, per ora continuano a predicare i principi del Movimento 5 Stelle. Ma tentar non nuoce soprattutto a chi della “responsabilità ” di alcuni parlamentari ha già beneficiato in passato.
E a chi lancia continui segnali all’altro lato della barricata per un possibile accordo post-voto. In questo senso, le aperture “gemelle” fatte da Emma Bonino e Beatrice Lorenzin a un governo di larghe intese con Silvio Berlusconi sono un altro indizio e rendono più concreto quel disegno politico che a parole tutti negano di voler realizzare. Bonino e Lorenzin, com’è noto, sono alleate di Matteo Renzi.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
A PASSARIELLO (FDI) E’ STATA CONTESTATA ANCHE L’AGGRAVANTE MAFIOSA, MA LA MELONI NON HA ANCORA PRESO PROVVEDIMENTI
Terremoto sulla Sma, la società regionale per l’ambiente che si occupa dello smaltimento dei fanghi dei depuratori. Biagio Iacolare, il presidente, si dimette dopo la diffusione dei video di Fanpage.
E’ la terza testa che salta dopo quelle del consigliere delegato della Sma, Lorenzo Di Domenico, e dell’assessore al Bilancio al Comune di Salerno, Roberto De Luca, figlio del presidente Pd della Regione e fratello del candidato alla Camera, Piero. Dimissioni, quelle di De Luca junior, tuttavia congelate dal sindaco Enzo Napoli che ha tenuto per sè le pesanti deleghe di Roberto.
Per la Regione, dunque, l’assedio si fa ancora più stringente, mentre si avvicinano le elezioni del 4 marzo.
Un voto avvelenato dalle polemiche e dai filmati sui quali indaga la Procura di Napoli che giovedì scorso ha perquisito con l’accusa di corruzione, fra gli altri, Iacolare, Roberto De Luca, Di Lorenzo e altri indagati fra i quali il consigliere comunale centrista a Ercolano Mario Rory Oliviero e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, candidato alla Camera, Luciano Passariello: a quest’ultimo è contestata anche l’aggravante mafiosa.
Le dimissioni di Biagio Iacolare sono state annunciate in una nota dell’avvocato Nello Palumbo. Il difensore ricorda, a proposito del video di Fanpage in cui compare il presidente della Sma, che Iacolare “su richiesta dell’avvocato Mario Rory Oliviero, ha incontrato in un’ unica occasione una persona a lui presentata come un imprenditore, in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose per lo smaltimento dei fanghi reflui. Come emerge chiaramente dalla visione del filmato, lo Iacolare non ha nè chiesto ne accettato alcuna somma di denaro”.
“La conversazione – continua Palumbo – verte unicamente sulla possibilità di applicare un prezzo più conveniente, suscitando per tanto l’attenzione dello Iacolare. Il filmato riporta, inoltre, un colloquio intercorso tra l’avvocato Oliviero e il sedicente imprenditore, colloquio svoltosi in assenza dello Iacolare e nel quale si parla di un accordo economico. Se tale accordo vi è stato, esso è avvenuto all’insaputa dello Iacolare, per cui dovrà essere eventualmente l’avvocato Oliviero a spiegare le circostanze riferibili alla sua condotta. In ogni caso, per evitare qualsiasi strumentalizzazione in ordine ad una vicenda dai contorni oscuri ed inquietanti, sia per la genesi che per le finalità , che sono tutte da accertare, lo Iacolare rassegnerà le sue dimissioni dall’incarico di presidente della Sma”.
(da agenzie)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
FERITO ALLA TESTA, NON E’ IN PERICOLO DI VITA… CHI VUOLE IL RITORNO AL CLIMA DEGLI ANNI ’70 STA RAGGIUNGENDO IL SUO SCOPO, ODIO GENERA ODIO
Legato mani e piedi e pestato a sangue. Massimiliano Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova a
Palermo è stato aggrediuto questo pomeriggio vicino alla sede di Forza Nuova, tra piazza Lolli e via Dante.
Alcuni testimoni avrebbero indicato alla polizia quattro aggressori, altri una dozzina che avrebbero legato mani e piedi in strada Ursino. Poi avrebbero cominciato a picchiarlo.
La vittima ha riportato delle serie ferite alla testa ed è stata trasportata all’ospedale Civico ma non dovrebbe essere grave.
Il pestaggio è avvenuto intorno alle 18,45, non lontano dalla sede di Forza Nuova che si trova in via Villa Florio. Le indagini sono state affidate alla Digos. “Sono stato legato in strada”, ha avuto la forza di confermare a Repubblica.it Massimiliano Ursino.
Ursino sarebbe stato accerchiato da una mezza dozzina di persone, vestite di nero e con i volti coperti da sciarpe o da passamontagna.
Del gruppo farebbe parte chi ha documentato il pestaggio con le immagini video di un telefonino. Il dirigente di Forza Nuova, titolare di un laboratorio di tatuaggi nella vicina via Marconi, è stato legato con del nastro da imballaggio e picchiato a sangue.
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
LE DICEVA “TU SEI STATA MANDATA DAL DIAVOLO”… MASSIMO RIPEPI E’ CONSIGLIERE COMUNALE DI FDI A REGGIO CALABRIA… IL QUESTORE GLI AVEVA CONSIGLIATO UNO PSICHIATRA, MA PER LA MELONI PUO’ ANDARE AL SENATO
Avvisato dal questore per stalking e condannato dal gip di Reggio Calabria per diffamazione e danno di immagine nei confronti di una donna.
Pendenze che non hanno minimamente intaccato la carriera politica di Massimo Ripepi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e candidato al Senato in Calabria. L’anno scorso, infatti, il pastore della comunità religiosa della chiesa cristiana “Pace” ha ricevuto dal gip Davide Lauro un decreto penale di condanna richiesto dalla procura e per il quale il politico calabrese ha presentato opposizione.
La notizia è apparsa stamattina sul Quotidiano del Sud.
Tecnicamente la condanna non è ancora un precedente penale perchè il gip, dopo l’opposizione di Ripepi, dovrà fissare l’udienza.
Ci sarà quindi un processo per l’esponente di Fratelli d’Italia il cui volto campeggia in questi giorni al fianco di quello di Giorgia Meloni sia nei manifesti che sulle fiancate di un camper allestito per la campagna elettorale.
Secondo la procura e il gip che ha emesso il decreto penale di condanna, Ripepi “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, comunicando con più persone, offendeva la reputazione” di una donna, un medico che frequentava la comunità religiosa di cui è pastore.
In particolare, — è scritto nel capo di imputazione — “nella qualità di pastore della Chiesa cristiana di Catona, nel corso delle omelie pronunciate durante i riti luturgici e divulgate anche tramite pubblicazione sul sito internet www.pacetvrc.it e sul social YouTube, nonchè in seno a lettere email, definiva la donna ‘capo di Satana’, “strumento nelle mani del diavolo”, ‘killer di anime’, ‘jazebel’, ‘donna falsa e pericolosissima’ e ‘donna mandata dal diavolo per assassinare le anime’”.
Tutte offese per le quali adesso Ripepi dovrà fornire una spiegazione davanti al tribunale che lo giudicherà .
La vicenda risale all’agosto 2016 quando l’esponente di Fdi, candidato nel listino proporzionale al Senato (subito dietro Isabella Rauti), aveva ricevuto un ammonimento dal questore di Reggio Calabria in seguito alla denuncia presentata dalla stessa donna che sarà parte offesa nel processo.
Con il suo “atteggiamento vessatorio” — è scritto nel provvedimento del questore — Ripepi avrebbe “cagionato un disagio psico-fisico, ed un forte timore per la sua incolumità ”.
Stando “alle necessarie informazioni assunte”, infatti, “è stato accertato — si legge sempre nell’ammonimento — il fatto che, con il suo comportamento, ha posto in essere atti persecutori, riconducibili alla fattispecie di cui all’articolo 612 bis del codice penale (il reato di stalking, ndr) attraverso più condotte anche mediante modalità diffamatorie a mezzo internet, che si sono concretizzate in atteggiamenti denigratori, di disturbo e di molestie in pregiudizio della signora”.
Addirittura il questore aveva informato il candidato di Fratelli d’Italia che nel territorio del comune di Reggio Calabria, di cui è consigliere, è disponibile il dipartimento di Salute mentale “a cui potrà rivolgersi”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 20th, 2018 Riccardo Fucile
E SONO QUEGLI STESSI PAESI DELL’EST CHE SUCCHIANO MILIARDI ALLA UE E POI SONO TALMENTE INFAMI DA RIFIUTARE 1000 PROFUGHI… CALENDA CONFERMA DI AVER MANDATO LA GUARDIA DI FINANZA A CONTROLLARE I CONTI EMBRACO
I cinquecento licenziamenti alla Embraco di Riva di Chieri, in Piemonte, continuano ad agitare lo
scenario politico ed economico di queste giornate pre-elettorali e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è volato a Bruxelles per cercare di bloccare il progetto dell’azienda di spostare le linee produttive in Slovacchia.
Un faccia a faccia con il ministro Vestager giudicato positivo dal ministro.
L’incontro “è andato bene”, domani “la commissaria farà una conferenza stampa”, ha “molto ben chiaro il problema”, ha detto Calenda. “Mi ha assicurato che la Commissione è molto intransigente nel verificare i casi segnalati in cui c’è un problema o di uso sbagliato o non consentito degli aiuti o, peggio, di aiuto di Stato per attrarre da Paesi che sono parte dell’Ue”.
Ieri la società del gruppo Whirlpool – che si occupa di compressori per frigoriferi – ha confermato i tagli al personale, generando l’ira dello stesso Calenda.
Intanto prosegue la battaglia degli operai: Daniele Simoni, da 25 anni operaio a Riva di Chieri, si è incatenato ai cancelli della fabbrica: “Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finchè c’è uno spiraglio non mollerò”.
Ai lavoratori, Calenda ha lanciato un messaggio di incoraggiamento: “Non molliamo, stiamo lavorando a tutti i livelli, lavoriamo qua, lavoriamo con Invitalia che è partita a fare una mappatura di progetti alternativi per l’industrializzazione, non si molla come è successo in casi di altre crisi prima di questa”.
In Slovacchia, è il ragionamento dell’azienda, si troverebbero costi di produzione ben inferiori mantenendo comunque l’accesso al mercato unico europeo.
Niente cassa integrazione per consentire di esaminare proposte di reindustrializzazione, hanno spiegato i legali della Embraco presenti all’incontro, chiudendo la porta alle proposte del Ministero. “Noi siamo pronti con gli ammortizzatori sociali”, ha detto sul punto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, “e giudichiamo inaccettabile il comportamento dell’impresa”.
Intervenendo a Radio Anch’io su Radio 1,proprio in collegamento da Bruxelles prima dell’incontro con Vestager, Calenda ha parlato di una “competizione non leale” da parte della Slovacchia, accusata di attirare le multinazionali offrendo condizioni di gran vantaggio anche grazie ai Fondi strutturali europei, che teoricamente non potrebbero esser usati per blandire le società .
“Hanno cinque milioni di abitanti e si sono da poco affacciati al mercato: è come amministrare una grande città con l’aiuto dei Fondi europei.
“Io non potrei – ha detto il ministro alla radio – fare una norma che dice che per Embraco il costo del lavoro è un pò più basso, perchè sarebbe un aiuto di Stato. Ma penso si possano interpretare i trattati nel senso di dire che in questo specifico caso, cioè di un’azienda che si muove verso la Slovacchia, verso la Polonia, questa normativa può essere derogata. Vedremo quale sarà la risposta della Vestager”.
“La situazione sleale dell’Est – aveva precedentemente spiegato il ministro in un’intervista – però è intollerabile. Se un lavoratore è pagato la metà di quello italiano, noi non possiamo competere ad armi pari visto che questi Stati hanno pari accesso al mercato europeo. Questo – è il nodo su cui si deve intervenire”
Il pensiero del ministero è che, se anche le condizioni poste dalla Slovacchia all’azienda fossero in linea con i requisiti Ue, l’Italia dovrebbe essere in grado di proporre altrettanto.
Ecco perchè ha rilanciato l’idea di un Fondo per ‘l’aggiustamento della globalizzazione’, per evitare le fughe all’estero.
Ovvero che il Paese possa proporre a una multinazionale le stesse condizioni che altre giurisdizioni le offrono, tentandola a spostare gli stabilimenti, senza incorrere negli aiuti di Stato.
“Nel caso dell’Embraco – ha detto Calenda – immagino uno strumento che permetta a chi subentrerà alla proprietà di rilanciare gli stabilimenti, fare gli investimenti e intanto non licenziare i lavoratori. Immagino il percorso virtuoso fatto con Ideal Standard: ci vuole una finanza che accompagni le transizioni industriali. Saremo un’economia in transizione perenne, e queste transizioni vanno gestite”.
Sulla visita della Guardia di Finanza in Embraco, avvenuta giovedì scorso per controllare la linea di produzione acquistata con il contributo della Regione, ha rimarcato che si sta controllando “se si rispetta la norma per cui chi riceve finanziamenti pubblici si impegna a non toccare l’occupazione per cinque anni”.
(da “La Repubblica”)
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