Maggio 11th, 2018 Riccardo Fucile
“PRENDO ATTO DI AVER SBAGLIATO, LO FACESSERO TUTTI”
L’attore Ivano Marescotti, storico militante di sinistra, candidato alle europee con ‘L’altra Europa
per Tsipras’, l’8 gennaio annunciò su Facebook il voto per M5S. Sempre sulla propria pagina, rispondendo a un amico che gli chiede: “Ma un bagno d’umiltà ? Invece di parlare di quei cadaveri del Pd prendere atto dell’idiozia per un comunista di votare degli anticomunisti che poi finiscono a fare il governo con la fascisteria varia?”, risponde: “Nessun problema. Prendo atto. Lo prendessero tutti”.
Lo fa dopo aver detto, secondo notizie di stampa, di essere “contrario a questa alleanza, la Lega è partito fascistoide, la peggior destra”; o che “se il M5s fa un governo con la Lega e Berlusconi lascia correre vuol dire che il Cavaliere ha chiesto garanzie e che il Movimento gliele ha date. E allora io che avevo votato 5S ritiro il voto. Vuol dire che vanno a destra, come il Pd”.
Dal momento in cui si schierò nel “tentativo di rovesciare il tavolo”, sui social Marescotti è stato soggetto a duri attacchi.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 11th, 2018 Riccardo Fucile
DAL WASHINGTON POST AL FINANCIAL TIMES CRESCE LA PREOCCUPAZIONE: “MERCATI TRANQUILLI SOLO PERCHE’ C’E’ DRAGHI”
Per il Washington Post, il governo che sta prendendo forma in Italia “combinerà elementi di euroscetticismo e protezionismo di estrema destra e porterà l’Italia in primo fila nella ribellione contro l’ordine politico in Europa”.
Il Financial Times si interroga invece su come facciano gli investitori a restare “apparentemente così tranquilli” mentre “i populisti si prendono l’Italia”.
Partiamo dal quotidiano finanziario.
“Per anni — scrive il FT – gli investitori hanno temuto che un governo populista prendesse il potere in un grande paese europeo. Ora, con un accordo che potrebbe essere raggiunto in Italia per condividere il potere tra due partiti apertamente ostili all’euro, gli investitori non chiedono a gran voce l’uscita. L’arrivo di un governo di coalizione in Italia tra i partiti M5S e Lega segna la prima volta che i politici populisti si appropriano di un’economia europea di dimensioni abbastanza significative da riaccendere potenzialmente le preoccupazioni sul futuro della moneta unica”.
Quindi la domanda: “Perchè, considerando che nel 2013 l’idea di leader come Luigi Di Maio e Matteo Salvini [al potere] avrebbe mandato i politici di Bruxelles in panico, gli investitori sono apparentemente così rilassati?”
La risposta — spiega il Ft citando alcuni esperti — è nell’acquisto del debito italiano da parte della Bce e nell’estensione delle scadenze, che ha migliorato la capacità di recupero. Ma attenzione, perchè — prosegue il quotidiano finanziario – il contesto economico del paese rimane impegnativo:
“Il debito pubblico italiano […] rimane superiore al 130% […]. Mentre la produzione economica italiana è cresciuta dell’1,5 per cento lo scorso anno, la crescita si è attenuata nel 2018 e il paese rimane tra i paesi a crescita più lenta in Europa. Se emergono segnali che il nuovo governo prenderà una posizione più dura sulla cooperazione con Bruxelles, le attuali condizioni relativamente tranquille del mercato potrebbero diventare più turbolente”.
Il Washington Post usa toni più allarmistici fin dal titolo: “Nuovi partiti in Italia lavorano per formare il primo regime populista in Europa occidentale”.
L’avvio di negoziati fra Lega e M5S “ha segnato un improvviso sviluppo dopo due mesi di stallo politico – sottolinea il quotidiano americano – Ma rimangono ostacoli e i due partiti potrebbero aver bisogno di diversi giorni per risolvere le loro questioni, inclusa la scelta di un premier”.
“Se tuttavia si raggiungerà un accordo – osserva il Washington Post – l’Italia sarebbe il primo grande paese occidentale a formare un governo pienamente populista, un governo che, in questo caso, vuole avvicinarsi alla Russia, adottare una posizione più dura contro i migranti e contrastare alcune delle restrizioni di bilancio dell’Ue. Un governo di questo tipo sarebbe anche il test di come una classe ribelle di politici possa governare un paese messo alla prova da due decenni di stagnazione economica e dal flusso di migranti”.
(da agenzie)
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Maggio 11th, 2018 Riccardo Fucile
LA LISTA M5S CHE AVEVA GIA’ INIZIATO DA UN MESE LA CAMPAGNA ELETTORALE SI RITROVA SENZA CERTIFICAZIONE… DESISTENZA PER FAVORIRE IL CANDIDATO DELLA LEGA
C’era una volta il MoVimento 5 Stelle a Vicenza. O meglio, c’era sicuramente fino a cinque giorni fa
il MoVimento 5 Stelle a Vicenza, dove si vota per il sindaco nelle amministrative di giugno.
Ma ieri l’ex IDV Francesco Di Bartolo, che aveva cominciato la campagna elettorale da un mese da candidato sindaco, e gli attivisti, hanno scoperto che non sono in corsa con il simbolo del M5S perchè tra le liste ammesse in tutta Italia la loro non c’è. Spiegazioni?
Come sempre, in nome della trasparenza, nessuna.
La notizia deve essere stata talmente shockante che a Vicenza non si sono ancora ripresi, visto che nelle pagine Facebook del MoVimento e del sindaco nessuno ha ancora fatto sapere nulla agli elettori.
Ma c’è di più.
Perchè l’ultimo post pubblicato attaccava la Lega Nord e il suo candidato Roberto Ciambetti ma il ritiro del candidato grillino finirà per favorire proprio la Lega Nord. Che parte per riconquistare il comune dopo dieci anni di amministrazione del Partito Democratico e sulla scorta di un 41% preso dal centrodestra unito alle elezioni del 4 marzo.
Una desistenza a 5 Stelle nei giorni della formazione del governo Lega-M5S?
A pensarla così proprio gli attivisti locali, che nelle dichiarazioni rilasciate ai giornali adombrano la possibilità di un complotto ai loro danni in quanto troppo “di sinistra”.
(da “NextQuotidiano”)
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