Maggio 25th, 2018 Riccardo Fucile
“FARE PIU’ DEBITI NON E’ NELL’INTERESSE DELL’ITALIA, I MERCATI REAGIREBBERO IN POCHI SECONDI”… “SCEGLIERE SAVONA E’ UN MESSAGGIO”
La dialettica in Europa è sempre possibile, anche lo scontro se necessario. Chi non vuole sentire ragioni sono i mercati finanziari, che se annusano sfiducia reagiscono.
Si potrebbe riassumere così il ragionamento che Pier Carlo Padoan consegna al Sole 24 Ore alla fine del suo mandato da ministro dell’Economia.
“L’aspetto più preoccupante nel Contratto alla base del Governo in costruzione è la sottovalutazione delle conseguenze di certe scelte – afferma il titolare di Via XX Settembre – Ci si preoccupa dell’Europa, ma le eventuali procedure di infrazione impiegano mesi a svilupparsi, mentre la risposta dei mercati arriva in pochi secondi”.
I segnali non sono incoraggianti, a partire dallo spread, che mostra un riposizionamento degli investitori. Padoan non si pronuncia direttamente sulle ipotesi in campo sulla sua successione, tema centrale in queste ore in cui si discute se sia o meno Paolo Savona l’uomo più adatto. Spiega che non è tuttavia una scelta di poco conto
“Anche dal nome che sarà scelto arriverà un segnale ai mercati, perchè dietro al nome ci sono delle idee”.
E dietro il nome di Savona ci sono le idee di un economista stimato ed esperto, ma fortemente critico con l’euro e l’intera costruzione europea. Preoccupa Padoan anche l’idea di M5S e Lega di finanziare a deficit parte del loro programma.
“L’aumento di deficit e debito in questo momento non è nell’interesse degli italiani” […] “Per le trattative (con l’Ue) lo spazio c’è sempre, ma le chance di successo dipendono dagli obiettivi a cui si legano gli spazi di bilancio: un conto è chiederla per continuare le riforme, un altro è pretenderla per avviare promesse elettorali insostenibili o per smontare le riforme già fatte”.
Il programma di governo, inoltre, fissa nella pace fiscale e nell’Irpef a due aliquote – definita Flat tax in modo improprio. Padoan boccia entrambe:
“La pace fiscale si raggiunge con gli incentivi all’adempimento e non con i condoni, e tagli fiscali concentrati sui redditi dei ricchi vanno in direzione opposta rispetto alla crescita inclusiva che deve essere l’obiettivo del Paese. Piuttosto sarebbe utile potenziare il reddito di inclusione, mentre il reddito di cittadinanza proposto dal Contratto è una misura assistenziale insostenibile. E con misure insostenibili si va a sbattere”.
Idee chiare nella testa di Padoan, ma le elezioni hanno respinto le politiche del Governo uscente. Il ministro se lo spiega così.
“Abbiamo perso perchè abbiamo attuato solo la prima parte del programma; abbiamo riportato il Paese fuori dalla recessione e gestito difficilissime crisi bancarie, ma sul sostegno ai cittadini abbiamo fatto soltanto i primi passi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 25th, 2018 Riccardo Fucile
LA CONFIDENZA A TREMONTI HA FONDAMENTO IN UNA STRATEGIA AL MASSACRO CHE VUOLE PORTARE GLI ITALIANI ALLA FAME PER INCOLPARE POI L’EUROPA : E’ IN MASO-NAZIONALISMO DEI SERVI DI MOSCA
Mentre lo spread sfonda quota 200 e l’Economist si preoccupa per i minibot, s’avanza un presunto
piano di Paolo Savona per lo spread che ha caratteristiche tutto sommato molto “particolari”: ieri Repubblica ha scritto che l’economista e professore vicino a Salvini avrebbe incontrato Giulio Tremonti qualche giorno fa confidandogli il suo piano: «Portare lo spread italiano a quota 600 in modo che l’Europa capisca che si fa sul serio e si cambiano i vincoli».
Oggi Paolo Savona ha scritto una lettera al Sole 24 Ore, ma per smentire (in realtà confermando) che le sue dimissioni da Euklid siano legate al suo approdo al ministero dell’Economia, mentre Andrea Bassi sul Messaggero riporta la stessa indiscrezione:
Secondo chi al Colle in questi anni ha seguito il ragionamento di Savona, il professore avrebbe in testa un piano preciso: far salire lo spread fino a 700 per costringere l’Europa a far uscire l’Italia dall’euro. La sola nomina di Savona, ragionano, potrebbe costare fino a 200 punti di spread
La vicenda dell’indiscrezione riportata a partire dalla voce dal sen fuggita di Giulio Tremonti e che invece sul Messaggero viene attribuita addirittura a un ragionamento partito dal Quirinale avrebbe una sua logica all’interno di un ragionamento noeuro che ha molti fans (non solo sui social network): in questo modo sarebbe la UE a voler salutare l’Italia, non l’Italia a voler salutare la UE: strategicamente e politicamente la vicenda potrebbe essere “venduta” all’opinione pubblica in un modo differente rispetto a quello, più rischioso, di disegnare un’uscita unilaterale dall’euro.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 25th, 2018 Riccardo Fucile
PIAZZA AFFARI PIATTA A DIFFERENZA DELLE ALTRE BORSE EUROPEE, SETTORE BANCARIO COLPITO DA PESANTI PERDITE
Lo spread Btp-Bund sfonda quota 200 punti base.
Nei primi scambi il differenziale raggiunge un massimo intraday di 202,1 punti, poi rallenta e torna a 198,5 punti.
Il tasso del decennale italiano sul mercato secondario si è attestato al 2,46%.
Avvio positivo per le Borse europee nell’ultima seduta di scambi della settimana, ma fa eccezione Milano che rimane piatta, sulle incertezze legate alla formazione del Governo.
Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte dovrà presentare, forse già domani mattina, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la lista dei possibili ministri, ma i nodi su alcuni dicasteri chiave, a partire da quello del Tesoro, sono tutt’altro che sciolti.
In Italia il primo test dei mercati all’incarico formale al governo Cinque Stelle-Lega, dopo settimane di negoziati, vede uno spread a 200, una fiammata del differenziale su Spagna e Portogallo a livelli che non si vedevano da anni (100 e 50 punti base rispettivamente), una Borsa che fatica e il settore bancario colpito da pesanti perdite.
(da agenzie)
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