Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
“UN EQUIVOCO, VOLEVO SOLO FOTOCOPIARE I DOCUMENTI”… MA LE FOTOCOPIE NELLA STRUTTURA SONO VIETATE, QUINDI LA SCUSA NON REGGE
La procura di Torino indaga per un presunto tentativo di sottrarre alcuni documenti
dall’Archivio di Stato di Torino.
Protagonista della vicenda Mario Borghezio, storico esponente della Lega a lungo deputato e parlamentare europeo.
Un’impiegata dell’Archivio accusa il politico, appassionato di storia, di avere cercato di portarsi a casa alcuni documenti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e relative alle misure di prevenzione dei bombardamenti.
Un “equivoco” per Borghezio, che voleva soltanto fotocopiare le carte, anche se il regolamento non lo prevede.
“Sono un grande appassionato di storia: volevo poter fotocopiare quei documenti che rappresentano un unicum. Ma le pare che possa rubare qualcosa?” si difende l’ex eurodeputato.
L’episodio è stato segnalato ai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale (Tpc). E ora, a fare luce sulla vicenda, sarà la Procura di Torino, intenzionata a capire se l’ex parlamentare ha agito realmente in ‘buona fede’.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
ACQUISTERANNO LE QUOTE DETENUTE DA CIR, LA FINANZIARIA DELLA FAMIGLIA DE BENEDETTI
Sarà la finanziaria della famiglia Agnelli, Exor, a prendere il controllo del gruppo Gedi
Clamorosa svolta nel mondo dei giornali: poche settimane dopo l’infruttuoso tentativo di Carlo De Benedetti di riacquistare il controllo del gruppo Gedi, che edita La Repubblica, L’Espresso, La Stampa, Il Secolo XIX e numerosi giornali locali, sarà la finanziaria della famiglia Agnelli, Exor, a prendere il controllo della società , acquisendo le azioni detenute da Cir, la storica finanziaria della famiglia De Benedetti, sotto controllo dei figli di Carlo, da tempo in rotta col padre. Uno di loro, Marco, è attualmente presidente della società editoriale.
Da tempo circolava la voce dell’interessamento di John Elkann, che guida gli interessi azionari della famiglia Agnelli, a riacquisire un ruolo più diretto nel panorama dell’editoria (anche se Exor ha un ruolo forte nella proprietà del prestigioso settimanale inglese The Economist).
Stasera, su richiesta della Consob, l’organismo che vigila sulle società quotate in borsa, Cir ha emesso un comunicato:
«In riferimento alle indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa riguardanti la partecipazione di CIR — Compagnie Industriali Riunite S.p.A. in GEDI, su richiesta della CONSOB Cir informa che sono in corso discussioni con Exor concernenti una possibile operazione di riassetto dell’azionariato di GEDI che condurrebbe all’acquisizione del controllo su GEDI da parte di EXOR. Il Consiglio di Amministrazione di CIR è convocato per il prossimo lunedì 2 dicembre per l’esame di tale possibile operazione e all’esito dello stesso saranno fornite al mercato le opportune
comunicazioni».
Tradotto: lunedì sarà cosa fatta.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
SARA’ PRESENTATO DAL GOVERNO
Un emendamento salva-Alitalia è allo studio da parte del governo. 
L’esecutivo si muove attorno ai 400 milioni che doveva garantire al vettore nazionale per la sua sopravvivenza in attesa delle mosse della cordata che doveva salvarlo.
Nel frattempo la cordata si è sciolta ma il problema rimane.
Scrive il Sole 24 Ore:
La compagnia dovrebbe esaurire la liquidità entro poche settimane e rischierebbe di mettere gli aerei a terra. Come capitò il 2 ottobre 2001 a Swissair, che poi fu comprata da Lufthansa. I 400 milioni sono già stanziati nel decreto fiscale. Ma la norma (articolo 54) è finalizzata a concedere un finanziamento di sei mesi «per consentire di pervenire al trasferimento dei complessi aziendali» di Alitalia e della controllata Alitalia Cityliner. Poichè è caduta l’unica offerta, quella della cordata Fs-Delta-Mef, in seguito al ritiro di Atlantia, la cessione è tramontata.
Il governo intende modificare la «finalità » dei 400 milioni con un’altra formula. Secondo il decreto il finanziamento «è concesso, nell’anno 2019, in favore delle stesse società in amministrazione straordinaria, per le loro indilazionabili esigenze gestionali». Uno dei relatori, Gian Maria Fragomeli (Pd), ieri ha fatto riferimento a un emedamento per i 400 milioni di Alitalia da presentare domani sera, alla ripresa dell’esame del decreto in commissione Finanze.
Su cosa fare di Alitalia le idee restano confuse.
Ad alcuni Cinquestelle ed esponenti del Pd piace Lufthansa come partner. I tedeschi avevano proposto un piano già nell’aprile 2018 con 5-6.000 esuberi, poi ripresentato e già definito «inaccettabile» dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Lufthansa, che in agosto è entrata in contatto con Atlantia e con l’ex a.d. Giovanni Castelluci per un piano alternativo a quello Fs-Delta, ha continuato a fare pressing con il nuovo governo, trovando orecchie più attente.
I tedeschi hanno anche l’appoggio dei piloti Anpac e Anp, hanno promesso di reimpiegare nelle loro compagnie i piloti in esubero.
Patuanelli due giorni fa ha ricevuto l’a.d. di Lufthansa, Carsten Spohr. «Ieri ho incontrato l’a.d. di Lufthansa. C’è un interesse commerciale ma al momento non per l’equity», ha detto Patuanelli ieri a Brescia. Il ministro ha aggiunto che «continua ad esserci un interesse di Delta».
(da “NextQuotidiano”)
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Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL TESORIERE DEL PARTITO DEMOCRATICO ATTACCA L’EX SEGRETARIO
Luigi Zanda, tesoriere del Partito Democratico e in pessimi rapporti con Matteo Renzi dai tempi in cui il senatore di Scandicci era al governo, oggi su Repubblica va all’attacco del leader di Italia Viva dopo giorni di silenzio da parte di esponenti del PD nei confronti dell’inchiesta sulla Fondazione Open e sul caso della villa di Firenze acquistata con il prestito di Maestrelli.
«Penso che su questo procedimento l’autorità giudiziaria debba fare conoscere le ragioni di tante perquisizioni e di tanti sequestri di telefoni, perchè l’opinione pubblica deve essere rassicurata sul fatto che ci siano forti motivazioni per un’azione così imponente».
Ma il Pd chiede spiegazioni all’ex segretario dem?
«C’è una questione di etica politica. Da segretario e da senatore del Pd, Renzi ha raccolto risorse molto rilevanti di 7 o 8 milioni convogliandole alla Fondazione Open che, come lui stesso ha dichiarato, finanziava le sue attività politiche. Come segretario del Pd avrebbe dovuto riflettere sull’evidente situazione di conflitto in cui si trovava».
Sta dicendo che mentre voi Dem eravate in difficoltà , i renziani avevano un tesoretto
«La fatica del segretario di un partito deve essere diretta a trovare risorse per il suo partito, come hanno sempre fatto tutti i segretari che hanno preceduto Renzi. Lui era il capo del Pd e aveva la responsabilità della finanze dem. Invece, da segretario cercava risorse per la sua Fondazione Open, mentre allo stesso tempo, sempre da segretario, metteva in cassa integrazione ben 160 dipendenti del suo partito, peraltro al verde per via della campagna per il referendum costituzionale del 2016, costata uno sproposito».
Lei, diventato tesoriere, si è trovato in una situazione difficile?
«Abbiamo dovuto tenere insieme l’assenza di risorse, la cassa integrazione e le esigenze di un partito che svolge un’azione politica importante. L’anno prossimo promuoveremo una campagna per raccogliere fondi chiedendo a iscritti e elettori di darci una mano con aiuti individuali di 2 o 5 euro».
(da “NextQuotidiano”)
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Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL PORTAVOCE DI CONTE CONFESSA DI STARE PENSANDO A UNA CANDIDATURA: MA CON QUALE PARTITO?
«Mi auguro che il governo duri. Non escludo di candidarmi, nel Movimento sentono la mia
mancanza». Parola di Rocco Casalino.
L’ex Grande Fratello, oggi portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un’intervista rilasciata a Sette, il supplemento del Corriere della Sera, ha rilasciato una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie Luigi Di Maio e numerosi parlamentari del Movimento Cinque Stelle.
Dai piani alti del Movimento non si è fatta attendere la replica: «Se parla così vuol dire che il partito di Conte è work in progress. Chi si prenderebbe Rocco? Nessuno. Qui lo conosciamo bene», affermano.
Da quel giugno 2018, da quando cioè Rocco Casalino è stato nominato portavoce e capo dell’ufficio stampa del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, la sua vita è cambiata.
Il premier non muove un passo senza di lui, ed è stato sempre Casalino a convincere Conte a sbeffeggiare Salvini in Senato nel travagliato Ferragosto: «C’è il mio zampino, lo ammetto. Sentivo che sarebbe nato il Conte bis e ci ho scommesso, quando nessuno ci credeva», dice Casalino a Sette. «Ho sviluppato la sensibilità di prevedere dove va l’opinione pubblica e cosa succederà ».
Nell’intervista, Casalino parla di Giuseppe Conte, definendolo un personaggio che «ha tutte le caratteristiche per essere un gigante».
E poi, inevitabilmente, si sofferma sull’ex alleato Luigi Di Maio: «Nel 32% del 2018 c’era tanto di mio nel Movimento. Luigi? Abbiamo un rapporto molto buono, ma prima il confronto era quotidiano, adesso capita molto meno. Diciamo una volta a settimana».
E si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: «Mi dicono che la mia mancanza si sente. Vedo i sondaggi sempre peggiori e la vivo proprio male. All’inizio ho provato a seguire sia Conte che Di Maio, poi ho capito che era impossibile».
Nella lunga chiacchierata con il giornalista di Sette, Rocco Casalino ci tiene infine a sottolineare che la sua biografia su Wikipedia sarebbe piena di inesattezze: «È piena di stupidaggini su di me, se potessi la cancellerei».
(da “NextQuotidiano”)
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Novembre 30th, 2019 Riccardo Fucile
RINVIO A GIUDIZIO PER LE FRASI CONTRO LUIGI GENOVESE, FIGLIO DI FRACANTONIO
Alessandro Di Battista andrà a processo per diffamazione. La gip di Messina, Valeria Curatolo, ha chiesto l’imputazione coatta dell’ex deputato per avere diffamato Luigi Genovese, il figlio di Francantonio ex deputato di PD prima e di Forza Italia poi, condannato in secondo grado nell’inchiesta sulla formazione regionale.
La procura di Messina, che aveva chiesto l’archiviazione, dovrà ora formulare la richiesta di rinvio a giudizio per l’esponente del M5s.
Repubblica Palermo racconta che secondo l’accusa in un post del 23 novembre 2017, Di Battista ha pubblicato lo stralcio della puntata di “Di Martedi” della settimana precedente in cui sosteneva che le elezioni siciliane erano “state inquinate”.
L’ex deputato ha riportato di aver “conosciuto siciliani che mi dicevano (durante la campagna elettorale delle Regionali 2017, ndr) io sono del movimento cinquestelle ma non posso non votare Genovese altrimenti perdo il posto di lavoro”.
Circostanza che l’esponente grillino ha poi ripetuto il 21 gennaio 2018 a “Domenica Live” su Canale 5. Il post è sparito dal Blog delle Stelle:
In un’intervista rilasciata al Fatto ieri Di Battista aveva detto di essere pronto a tornare a candidarsi alle prossime elezioni, era andato all’attacco di Matteo Renzi ma soprattutto aveva indicato la linea al MoVimento 5 Stelle, dicendo no al MES e alla Von der Leyen sulla stessa linea della Lega, promettendo che si candiderà alle prossime elezioni e tenendosi sul vago quando gli si prospettava un ruolo nella ristrutturazione del M5S: “Vediamo. Non vivo di denaro pubblico e devo lavorare per mantenere la mia famiglia”.
Ma se si candida alle regionali in caso di elezione vivrebbe di denaro pubblico.
(da agenzie)
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