Agosto 9th, 2020 Riccardo Fucile
PARLA FABIO CICILIANO, MEMBRO DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
A spiegare la decisione del governo al Corriere della Sera, è Fabio Ciciliano, membro del Comitato
tecnico scientifico e redattore dei verbali
Da una parte l’opposizione che accusa il premier Giuseppe Conte di aver «sequestrato mezza Italia», dall’altra gli esponenti del governo — come il ministro Roberto Speranza e il viceministro Pierpaolo Sileri — che difendono la scelta dell’esecutivo di imporre il lockdown nei primi mesi dell’emergenza Coronavirus. Al centro del dibattito la desecretazione dei documenti del Comitato tecnico scientifico.
Fabio Ciciliano, dirigente della Protezione civile e membro del Comitato tecnico scientifico, prova a spiegare le indicazioni del Cts e le conseguenti decisioni dell’esecutivo.
«Noi siamo tecnici, il decisore politico ha il quadro completo e prende la strada che ritiene più opportuna», dice in un’intervista al Corriere della Sera.
Per gli scienziati andava istituita una zona rossa solo nelle regioni del nord, ma poi è arrivato un lockdown nazionale: «Le aree del nord erano le più colpite — dice Ciciliano — ma poi c’è stata la fuga verso Sud e il governo ha ritenuto che sarebbe stato troppo rischioso. In quel periodo avevamo circa mille vittime al giorno».
Altro tema spinoso è perchè il governo abbia deciso di secretare i documenti.
«Si è ritenuto di non diffonderli proprio per tutelare i cittadini che potevano lasciarsi influenzare da valutazioni cliniche che poi dovevano trasformasi in decisioni», afferma Ciciliano che ammette come spesso le opinioni degli scienziati non siano coincise con le scelte politiche: «Molte indicazioni non sono state seguite. Per esempio crediamo ancora che occupare tutti i posti sui trasporti pubblici sia molto rischioso, ma alcune Regioni hanno deciso di non seguire questo suggerimento».
Uno dei problemi più dibattuti rimane la scuola che il Cts aveva consigliato inizialmente di tenere aperta, ma poi è arrivata l’ondata di contagi e la curva si è impennata: «I problemi causati dall’epidemia si sono sovrapposti a quelli di un settore dove per decine di anni si è investito poco e male», dichiara Ciciliano che ora pensa solo ai prossimi mesi, con un obiettivo comune: «Ora bisogna impedire una seconda ondata».
(da agenzie)
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Agosto 9th, 2020 Riccardo Fucile
OTTO GIOVANI TRA I 17 E 19 ANNI POSITIVI DOPO UNA VACANZA A MALTA, UN ALTRO CASO DA IBIZA
Ancora positivi di ritorno dall’estero nel Lazio.
Stavolta ad aver contratto il coronavirus, un gruppo di giovani in vacanza: si tratta di otto ragazzi di età compresa tra i 17 e i 19 anni che sono tornati a Roma il 7 agosto dopo aver passato una settimana a Malta.
Secondo quanto dichiarato dall’Unità di crisi della Regione Lazio, i contatti stretti dei giovani al momento sarebbero molto circoscritti: attivato in ogni caso il contact tracing, si sta risalendo alle persone che sono entrate in contatto con loro e che saranno invitate a effettuare il test sierologico.
“Massima attenzione al rispetto delle misure di prevenzione — dichiarano dalla Regione Lazio — Non bisogna abbassare la guardia. Voglio Rivolgere un appello ai ragazzi a fare attenzione con il COVID non c’è da scherzare, si rischia di mettere a repentaglio voi e i vostri affetti più cari. Ci attendiamo un aumento dei casi”.
Tra i positivi, anche un ragazzo tornato da Ibiza il 31 luglio. Il giovane era stato in una villa con alcuni amici per passare le vacanze. Anche in questo caso è stato avviato il contact tracing internazionale.
Al momento sono 1017 i casi di coronavirus totali nel Lazio. 189 persone sono ricoverate nei vari nosocomi della regione, mentre sono 8 i pazienti più gravi ricoverati nei reparti di terapia intensiva. Nonostante la situazione sia sotto controllo e i numeri non siano alti come all’inizio della pandemia, c’è paura per un eventuale nuovo picco dovuto alla fine del lockdown e all’inizio della stagione estiva, con molte persone che hanno deciso di partire e mettersi in viaggio per l’estero.
E sono soprattutto i giovani le persone che in questo momento sono più esposte. Le autorità sanitarie hanno invitato più volte i ragazzi a fare attenzione, soprattutto ora che l’età dei contagi si è notevolmente abbassata. Ad appellarsi al buon senso dei ragazzi, anche il direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani Francesco Vaia.
“Carissimi Giovani, dimostrate di essere la parte migliore di questa società , mai più assembramenti, vi prego! Guidate in primalinea questa ‘guerra’, che vinceremo sicuramente , anche e soprattutto dimostrando di saper applicare le regole con disciplina e senso del dovere. Fate attenzione a come si stanno formando i nuovi contagi , proteggete i vostri genitori ed i vostri nonni con un atteggiamento di responsabilità . Tenete alta la guardia! Usciremo da questa situazione anche grazie alla vostra forza e voglia di costruire insieme un mondo migliore. Da questa negatività tiriamo fuori il meglio di noi!”
(da Fanpage)
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Agosto 9th, 2020 Riccardo Fucile
NONOSTANTE L’INDENNITA’ DA DEPUTATI HANNO RICHIESTO E AVUTO ANCHE L’AGEVOLAZIONE PER IL COVID…. LA SEGNALAZIONE DELL’INPS … TRA I BENEFICIARI ANCHE UN CONDUTTORE TV
Giovanna Vitale racconta oggi su Repubblica che cinque deputati hanno chiesto e ottenuto il bonus
Partite IVA da 600 e 1000 euro previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva. Attualmente un deputato della Repubblica italiana guadagna 12439 euro al mese. La stessa cosa ha fatto un conduttore televisivo:
Preda di una sorta di sdoppiamento della personalità , con una mano hanno votato alla Camera lo scostamento di bilancio necessario a finanziarie le misure di protezione, con l’altra ne hanno intascato quota parte i proventi.
Di cui, a giudicare dal 730, potevano fare a meno. Come poteva farne a meno l noto conduttore televisivo, scoperto a esercitarsi nella medesima pratica. Ad accorgersene è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps.
Una struttura creata ad hoc dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di individuare, e in prospettiva scoraggiare, truffe e magheggi.
Dal reddito di cittadinanza alle pensioni di invalidità non passa giorno senza che gli 007 previdenziali non scovino (e denuncino) decine di “percettori” privi di qualsiasi titolo. Anche se, va detto, nel caso dei cinque deputati non c’è alcuna illegalità : in virtù del lavoro dichiarato, a prescindere dall’incarico parlamentare, avevano tutti i requisiti per richiedere il bonus. E, in barba a ogni decenza, li hanno fatti valere.
Tanto paga Pantalone. Cioè lo Stato. Che pure dovrebbero rappresentare, in ossequio all’articolo 54 della Costituzione, con disciplina e onore.
A norma di legge, tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e co.co.co, oltre ad alcune categorie di autonomi, avevano diritto di accedere all’indennità : erogata a pioggia, sull’onda dell’urgenza, per i mesi di marzo e aprile (che poi a maggio è stato almeno introdotto il limite della perdita di fatturato).
Per ottenerla era sufficiente inviare una domanda telematica: dimostrare cioè d’essere in possesso del numeretto da 11 cifre utile a identificare il contribuente, società o persona fisica che fosse, oppure la cessazione del rapporto di lavoro a una certa data.
(da agenzie)
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Agosto 9th, 2020 Riccardo Fucile
AVEVA APPENA COMPIUTO 100 ANNI… “LA COMICITA’ NON E’ UN DONO DI NATURA, E’ UN LAVORO DI CERVELLO”
È morta Franca Valeri, una delle più grandi attrici italiane di teatro e televisione. L’attrice è deceduta nella sua casa romana: aveva 100 anni. Lunedì 10 agosto, dalle 17, la camera ardente al Teatro Argentina di Roma. Mentre i funerali si svolgeranno in forma privata.
“La morte non ci deve impressionare. È una componente della vita, e se ne può sorridere, a costo di accentuarne le conseguenze, le paranoie e i riti. E poi io ho avuto sempre la fortuna d’avere il teatro che mi parlava in tasca, e quando ho perso per strada gli affetti, ho potuto far affidamento su nuovi giovani amici, e sui miei amati animali”.
È così che Franca Valeri s’esprimeva, un tempo, riservando ad alcuni il privilegio della confidenza, dell’astrazione, e di un certo quieto e surreale distacco. Associando il compensarsi umano dei cicli della vita a un’armonica staffetta di partner, di personaggi, di colleghi, di adorate creature domestiche.
Ora che non c’è più, abbiamo perso un’infinità di cose: la portavoce acuta di prototipi, l’osservatrice di fenomeni di costume, la ritrattista storica di generazioni, l’autrice che ha declinato sorti individuali in contesti politici, l’attrice anticonformista produttrice di risate dedicandosi solo all’opacità dei destini conformisti, la letterata con raffinata padronanza della lingua al servizio di spettacoli e libri di gran diffusione, la professionista il cui motto era “La comicità non è un dono di natura, è un lavoro del cervello”.
Abbiamo perso la sua voce, che s’era formata con Sergio Tofano e con Giorgio Strehler, voce che era più indipendentemente nata nella gavetta favolosa e libertaria del Teatro dei Gobbi, la pratica di cabaret intellettuale anche francese condivisa negli anni Cinquanta col futuro marito Vittorio Caprioli e con Alberto Bonucci poi sostituito da Luciano Salce, ai tempi del “Carnet de Notes 1”.
Una voce che radiofonicamente, e in seguito alla tv, avrebbe poi partorito le signorine della borghesia e della gente comune, piacendo a Missiroli, Patroni Griffi e a De Lullo che l’abbinò ai toni robusti di Paolo Stoppa in un indimenticabile “Gin Game”.
Ora ha preso il commiato da noi l’autrice che all’inizio era nata, diremmo, con gli stili suggeriti dalle tecniche di Irene Brin e Camilla Cederna, ma che presto avrebbe svelato somiglianze di forza parodistica affine (con eleganza tutta sua, ben inteso) ai profili di un Paolo Poli o di una Franca Rame, mentre dagli anni Novanta, a cominciare da Tosca e altre due in tandem con Adriana Asti, subentra un racconto di Franca Valeri più attento all’intimità dei soggetti, come dimostreranno poi i testi più maturi imperniati su una vecchia signora come Non tutto è risolto del 2011 e Il cambio dei cavalli del 2014, sempre concepiti per riservare un bel ruolo filiale a Urbano Barberini.
Verrebbe voglia di dire, a proposito della coscienza d’artista in età che in palcoscenico si misura con figure molto vissute, che uno dei confronti seriamente ispiratori di questa nostra amata autrice-interprete risale al suo calarsi, nel 2001, nei panni di un’anziana genitrice che prima della casa di riposo pensa a come ripartire i suoi oggetti non smarribili, in “Possesso” di Yehoshua. “I miei averi? Quadri, libri, una coperta, un tavolo Impero” confessò Franca, parlandomi di sè.
Ci ha lasciati un genio della dissertazione, dello humour di gran classe, dell’apologo, del cammeo metafisico, del sarcasmo platonico.
Si divertì da pazzi a fare la sorella Solange, accanto ad Anna Maria Guarnieri, e a Patrizia Zappa Mulas, ne Le serve di Genet diretto da Giuseppe Marini. “Io molti anni fa ho mangiato assieme a Genet e al suo fidanzato in un ristorante di Roma: era cordiale, polemico e ironico”.
Tantissimi hanno voluto conoscerla, nei suoi cent’anni: Luchino Visconti la sbirciava da dietro le quinte, e già ai tempi dei Gobbi quando era in scena a Parigi si trovava in platea Sartre, Piaf, de Beauvoir, Claudel.
Ha preso commiato da noi un talento assoluto dell’arte divagatoria, che andava a sei anni alla Scala con la madre: “Lei era attentissima, e a insegnarmi fin da piccola l’amore per la lirica fu un amico di famiglia che mi educò suonandomi le arie al pianoforte”.
La vocazione fruttò anche la responsabilità d’un concorso per giovani cantanti d’opera, il Premio Mattia Battistini, che Franca condivise dal 1980 al 1995 col secondo compagno (dopo il marito Vittorio Caprioli) della sua vita, il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi.
“Quando coi Gobbi demmo vita a un inedito varietà da camera – le piaceva ricordare – s’è costituito un precedente: da lì ho ripreso la traccia per Carnet de Notes 2008 inserendo una tessitura di Verdi, Mozart, Rossini, Donizetti e Puccini”.
Il vuoto che ora s’è creato ci priva anche d’una protagonista di tanto cinema clamoroso, adorato dal pubblico italiano, e qui, citando un solo film dei suoi oltre 50, la pellicola che più resta impressa per l’apporto di cui lei è stata capace è sicuramente Il vedovo di Risi, con favolosa intesa tra Valeri e Alberto Sordi.
Non ammessa all’Accademia, valorizzata ma mai premiata dai produttori del grande schermo, lei è stata d’altronde un impeccabile mostro sacro del palcoscenico. “Il teatro è più forte dell’amore” amava sostenere.
Dovremmo anche dire che oggi non possiamo più contare su certa letteratura di Franca Valeri, sulle sue squisite pagine autobiografiche che ci regalò, per i tipi di Einaudi, in Bugiarda no, reticente del 2010, e nel libricino La stanza dei gatti del 2017, quest’ultimo con la meravigliosa quarta di copertina che recita “Ogni volta che mi illudo d’incontrare quel signore che ritengo sia il teatro, mi rendo conto di vivere la più bella illusione della mia vita”.
Ma come non avere anche nostalgia di quel volume intitolato Animali e altri attori. Storie di cani, gatti e altri personaggi? E come non collezionare, freschi d’uscita, l’attuale (inedito) La Ferrarina – Taverna sempre di Einaudi, e Tutte le commedie di Baldini+Castoldi – La nave di Teseo?
Leggiamola, questa drammaturga-scrittrice, la cui donna di servizio Renata fu, tanto tempo fa, la figura-tipo da cui nacque la Sora Cecioni, “Una che quando entrava in casa, per me entrava il teatro”. E quando diciamo ‘francamente’, d’ora in poi facciamo omaggio anche a Franca.
(da “La Repubblica”)
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Agosto 9th, 2020 Riccardo Fucile
IL PROVVEDIMENTO NEL DECRETO AGOSTO LO PREVEDE GIA’ DAI 18 ANNI
Nel DL Agosto varato ieri dal governo Conte (salvo intese) è previsto l’aumento delle pensioni di
invalidità già dai 18 anni, che arriveranno “fino a 648 euro al mese per 13 mensilità ”.
“Consideriamo una misura di civiltà aver previsto nel decreto di Agosto un sostanziale e altrettanto significativo aumento delle pensioni di invalidità civile al 100% a partire dai 18 anni, che passano dagli attuali 285 euro fino a 648 euro al mese per tredici mensilità ”. “Parliamo di una categoria di cittadini che per troppi anni non ha avuto il giusto sostegno da parte dello Stato. Al governo e al ministero del Lavoro va riconosciuto un lavoro egregio a tutela delle categorie più fragili e spesso lasciate i margini”.
Lo scorso 24 giugno, la Corte Costituzionale aveva stabilito l’aumento delle pensioni di invalidità civile al 100%, cioè delle persone che non possono in nessun modo lavorare.
Una sentenza storica che porterà ad innalzare l’importo mensile di 285,66 euro, giudicato dalla Corte “non sufficiente a soddisfare i bisogni primari della vita”.
È stato quindi affermato che il cosiddetto “incremento al milione” (516,46 euro) — da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici — vada assicurato anche agli invalidi civili totali senza attendere il raggiungimento del 60° anno di età , attualmente previsto dalla legge. Non c’è un effetto retroattivo.
La sentenza della Corte non è stata però ancora pubblicata. Successivamente però le associazioni avevano fatto notare che restava esclusa la maggior parte degli invalidi civili censita dall’INPS.
(da agenzie)
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