Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
HANNO FATTO BENE I SOVRANISTI A INDOSSARE UN FAZZOLETTO SUL VISO (PER PROTESTA): A FARSI VEDERE C’E’ DA VERGOGNARSI… UNA PARTE DI FORZA ITALIA VOTA A FAVORE, FDI E LEGA RAPPRESENTANO IL PEGGIOR MEDIOEVO
La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il ddl Zan per il contrasto della discriminazione
e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
La legge contro l’omofobia ha ottenuto 265 voti a favore da parte dell’Aula di Montecitorio, 193 contrari e un solo astenuto. Si è votato a scrutinio segreto.
A votare a favore del provvedimento non solo la maggioranza, ma anche cinque deputati di Forza Italia che si sono espressi in dissenso dal loro gruppo: si tratta di Bartolozzi, Polverini, Perego, Prestigiacomo e Vito.
Il testo del ddl Zan passerà ora all’esame del Senato. Il voto si è tenuto a scrutinio segreto su richiesta di Fratelli d’Italia. Dopo l’approvazione è scattato un lungo applauso partito dai banchi della maggioranza.
Il relatore della legge è il deputato del Pd, Alessandro Zan, che su Twitter commenta: “La Camera ha approvato la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Un grande passo avanti contro discriminazioni, odio e violenze. Con lo stesso impegno e la stessa tenacia inizieremo il percorso al Senato. L’Italia raggiungerà questo traguardo di civiltà ”. Poi aggiunge: “Vergogna. I deputati di Fratelli d’Italia bloccano il voto finale della legge contro omotransfobia imbavagliandosi e contravvenendo a qualsiasi norma di distanziamento, senza indossare le mascherine”.
Prima del voto è scattata in Aula la protesta del centrodestra: i deputati dell’opposizione hanno utilizzato i fazzoletti a mo’ di bavaglio e hanno gridato “libertà , libertà ”. Dopo l’interruzione dei lavori per le proteste, alcuni deputati — in particolare quelli di Fratelli d’Italia — sono rimasti con i fazzoletti legati sul volto.
Il presidente della Camera, Roberto Fico, li ha invitati a toglierseli al momento del voto e ha poi annunciato che aprirà un’istruttoria sul caso, anche in seguito alle resistenze dei parlamentari.
Il testo era inizialmente stato pensato per introdurre misure di prevenzione e contrasto solamente per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Durante l’esame in Aula le tutele sono state estese anche alla disabilità , con l’accordo anche delle opposizioni. Che criticano però quella che definiscono una legge “liberticida”, perchè — questa l’accusa — introdurrebbe “il reato di opinione” su questioni legate al sesso e al genere.
Tra le norme più criticate c’è l’istituzione (il 17 maggio) della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, con iniziative anche nelle scuole
La legge introduce anche le indagini statistiche sulla discriminazione di genere da svolgere dall’Istat almeno con cadenza triennale. Vengono istituti i centri anti-discriminazione per sostenere le vittime della violenza omotransfobica.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
“BASTA DIFFONDERE NOTIZIE FALSE: NON SOLO E’ INEFFICACE MA PURE PERICOLOSA”
“Si possono curare i pazienti a casa. Non faccio pubblicità ma c’è l’idrossiclorichina che ha salvato migliaia di vite”: sono queste le dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini a “L’aria che tira” su La7.
Affermazioni a cui il virologo Roberto Burioni ha replicato duramente: “Non è vero. Non è vero. Non è vero – tuona dal suo profilo Fb -. L’idrossiclorochina è inefficace e pure pericolosa, come dimostrato da ampissimi studi. Che senso ha confondere e illudere la gente che sta male e che ha paura? Perchè?”.
Non è la prima volta che Burioni bacchetta Salvini sullo stesso tema. Già a fine ottobre lo aveva ripreso. “Segnalo all’On. Salvini che le evidenze scientifiche sono concordi nel dimostrare la NON EFFICACIA della idrossiclorochina nella cura di COVID-19 e che non esistono prove solide (nonostante studi internazionali su decine di migliaia di pazienti) riguardo all’efficacia del plasma”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
CARTABELLOTTA (GIMBE) POLEMICO SUL DECRETO DEL GOVERNO: “IN ALCUNE AREE CI VUOLE IL LOCKDOWN TOTALE”
Il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, si è espresso con toni molto critici nei
confronti dell’azione del Governo e in particolare sul Dpcm divulgato questa sera: “4 giorni per decidere orario coprifuoco (inutile). In 4 giorni 1.091 decessi”
Solo 4 giorni fa, Cartabellotta sosteneva: “C’è ancora tempo per evitare il lockdown generalizzato, però se aspettiamo di avere 40mila contagi quotidiani, arriveremo a 500 morti al giorno”.
E ancora: “Se noi vogliamo prevenire questi numeri tra due settimane dobbiamo intervenire oggi. Occorrerebbero chiusure locali”.
Secondo lui anche le chiusure sono arrivate in ritardo: “Già dai primi di settembre sosteniamo che bisogna agire con chiusure localizzate anche drastiche a livello di singoli comuni e province”, ha aggiunto. “In alcune aree del Paese non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
UNA DELLE IMMAGINI PIU’ FORTI DELLA SECONDA ONDATA DI PANDEMIA
Una colonna di decine di ambulanze in coda per raggiungere gli ospedali di Torino: è una delle immagini più forti di questa seconda ondata di contagi da coronavirus, una foto che racconta meglio di molte altre la nuova emergenza sanitaria che medici e infermieri stanno fronteggiando.
La foto è stata scattata da Pietro Izzo e pubblicata su Instagram: ritrae la colonna delle ambulanze a sirene spente che rientrano intorno alle ore 22 su Corso Dante verso la zona degli ospedali alla fine del loro servizio.
“Dieci ambulanze in coda sotto casa. Una luce blu che ha riempito tutti gli appartamenti della via. Senza sirena, quindi vuote (spero) e in procinto di tornare al deposito, o dove vanno a dormire le ambulanze quando finiscono un turno. Però impressionante. E siccome mi ha impressionato, ho filtrato la foto in modo che sembrassero tante macchinine giocattolo, per mettere un po’ di distanza fra me e loro e avere un po’ meno tristezza. Con tutto che le ambulanze sono speranza di vita”.
Gli ultimi dati su contagi e ricoveri ospedalieri sono infatti molto preoccupanti, così come l’indice di contagio Rt che è il primo d’Italia, con un coefficiente di 2,16: un numero che ha convinto il governo a bloccare l’intera regione, con l’eccezione delle attività ritenute essenziali.
I piemontesi potranno uscire di casa solo esibendo l’autocertificazione: bisognerà dimostrare che l’uscita è dovuta a ragioni di lavoro, di salute o di urgenze indifferibili, tra cui rientra anche l’accompagnare i propri figli a scuola dove questa è ancora aperta.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
FEDELI FURIBONDI ESCONO DALLA CHIESA, IL VESCOVO LO SOSPENDE… CI MANCAVA IL PRETE FONDAMENTALISTA
“Papa Francesco è un eretico che deve essere convertito”, parola del vice parroco di Borgio Verezzi, in
provincia di Savona, che durante la sua omelia davanti a decine di fedeli accorsi in chiesa per la messa si è scagliato senza mezze misure contro il Pontefice additandolo come contrario agli stessi dettami della chiesa cattolica romana. Una presa di posizione che a Don Ragusa, questo il nome del prete protagonista dell’invettiva, è costato ora un allontanamento disposto d’urgenza dal vescovo di Albenga-Imperia, monsignor Guglielmo Borghetti.
L’episodio è avvenuto domenica scorsa, in occasione della ricorrenza di Ognissanti, quando durante l’omelia dall’altare della chiesa di San Pietro il prete è tornato sulle parole di Bergoglio riguardo alle unioni civili che tanto scalpore hanno sollevato nella Chiesa.
Il prete è tornato sul caso per ben due volte: non contento delle critiche durante la messa del mattino dove già aveva suscitato clamore, ha ribadito il concetto anche alla messa serale scatenando un putiferio tra i fedeli.
Come racconta Il Secolo XIX, le frasi del parroco infatti non sono piaciute a molti dei fedeli presenti alla messa che hanno lasciato la celebrazione prima della fine protestando in maniera plateale e avvertendo il vescovo.
Quest’ultimo, informato dei fatti, ha subito preso provvedimenti. “Nessun sacerdote dovrebbe mai permettersi di pronunciare parole simili contro Papa Francesco. Nei confronti di don Ragusa scatterà un provvedimento disciplinare che limiterà la sua attività e non sarà più vicario parrocchiale di Borgio Verezzi” ha dichiarato il vescovo.
A prendere in mano la parrocchia sarà di nuovo il parroco Joy Thottamkara che ha assistito all’episodio cercando di rassicurare i fedeli. “Avevo ricevuto una valanga di messaggi da parte dei fedeli su quanto era accaduto al mattino ed ero preoccupato che potesse accadere di nuovo. Alcuni fedeli piangevano al telefono, altri mi hanno detto che non sarebbero più venuti in chiesa se celebrava don Ragusa, per questo ero presente” ha spiegato. La sua presenza però non ha intimorito don Ragusa che durante l’Omelia ha proseguito: “Siete consapevoli della situazione della Chiesa oggi? Il papa ha sbagliato, deve essere convertito”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
PUGLIA E SICILIA ARANCIONE, TUTTO IL RESTO GIALLO
Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, sono le regioni ad elevato rischio e quindi classificate come “rosse”. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte spiegando che “poco fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha adottato l’ordinanza che individua tre zone – gialla, arancione, rossa – ciascuna con proprie misure restrittive”.
Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, provincia di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. “Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia”.
“Rispetto alle persone contagiate sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c’è l’alta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche”, ha aggiunto.
“Dobbiamo per forza di cose intervenire”. “Se introducessimo misure uniche in tutta Italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave”.
“Il virus sta circolando in tutta Europa, in modo forte anche violento”, ha spiegato Conte in apertura di conferenza stampa. “L’indice Rt è aumentato fino a 1,7, si tratta di una media nazionale in alcune regioni è più alto. E’ vero, sale il numero degli asintomatici, diminuisce il numero” dei pazienti “in terapia intensiva, ma è vero che il numeri complessivi sono in costante aumento e comportano un’alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive già nelle prossime settimane” e vadano “in difficoltà . Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare la corsa del virus”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
TRUMP SEMPRE PIU’ SQUALLIDO: CHIEDE DI BLOCCARE IL CONTEGGIO DELLE SCHEDE E DI RICONTARLE … INSOFFERENZA TRA GLI STESSI REPUBBLICANI, IL LEADER DEI SENATORI: “SI PORTI A TERMINE LO SPOGLIO”
Ora è ufficiale anche per la Associated Press: Joe Biden ha vinto in Wisconsin e incamera altri 10
grandi elettori.
In Michigan nella serata americana dovrebbe concludersi lo spoglio che a poche decoine di migliaia di schede da scrutinare vede Biden in testa di quasi 50.000 voti e quindi dovrebbe incamerare altri 16 delegati.
A questo punto ne mancherebbero solo 6 al raggiungimento della quota 170 che lo incoronerebbe nuovo presidente degli Stati Uniti. Giusto i 6 che potrebbero arrivare domani dal Nevada dove Biden è in testa con un leggero margine di vantaggio.
A quel punto non avrebbe bisogno neanche di vincere i 20 delegati della Pennsylvania o i 15 del North Carolina o i 16 della Georgia dove è ancora in corsa.
Trump cerca mosse disperate e penose: chiede il riconteggio delle schede in Wisconsin e di bloccare lo spoglio in Michigan.
Ormai è evidente, terminato il conteggio si andrà per vie legali. Joe Biden ne prende atto e twitta: “Per garantire che ogni voto sia contato siamo mettendo in piedi la più grande impresa di protezione elettorale mai vista. Perchè non spetta a Donald Trump decidere chi ha vinto l’elezione, ma al popolo”.
Il leader dei senatori repubblicani e stretto alleato di Trump, Mitch McConnell, sembra fare un piccolo passo per distanziarsi dal presidente e dalla sua pretesa di aver vinto le elezioni: “Dire che hai vinto le elezioni è una cosa diversa dal portare a termine il conteggio”, ha detto.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
SE VINCE ANCHE IN NEVADA, WISCONSIN E MICHIGAN ARRIVA A 270 GRANDI ELETTORI
Biden sempre essere riuscito a garantirsi i due cruciali stati del Midwest ancora non ufficialmente assegnati: Arizona a Nevada.
In quest’ultimo però, che assegna 6 grandi elettori, la distanza tra i due candidati è inferiore al punto percentuale. Se riuscisse a prendersi entrambi gli Stati, a Biden ne mancherebbero ancora 26 per arrivare a quota 270.
Il Wisconsin, dove è in vantaggio, ne assegna 10.
Il Michigan, dove è avanti di pochissimo, ne garantisce altri 16. Sarebbero i 26 necessari per la vittoria, seppure per un solo elettore.
A quel punto non servirebbe a Biden riuscire a prendersi la Pennsylvania (che assegna 20 elettori). Dove in questo momento Trump è avanti di quasi 700mila voti. Le oltre 1,4 milioni di schede anticipate non ancora scrutinate potrebbero però colmare il gap. E anche in Georgia (16 elettori) Biden è dato in rimonta.
Cosa manca a Trump per vincere
Per il presidente invece potrebbe rivelarsi cruciale riuscire a colmare il divario in Nevada, in modo da lasciare allo sfidante solo l’Arizona. In questo momento Trump conta su 213 voti certi, che diventeranno 216 elettori una volta ufficializzato l’esito dell’Alaska, sicuramente a suo favore.
Per arrivare a 270 mancano 54 elettori: perdendo il Wisconsin, dovrebbe vincere in Georgia, Michigan, North Carolina e Pennsylvania per rimanere alla Casa Bianca con 283 elettori.
Se invece perdesse anche solo uno di questi (in questo momento è dietro in Michigan), non avrebbe chance. A meno che, appunto, non riuscisse a rimontare in Nevada.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2020 Riccardo Fucile
LE ACCUSE DI FRODE E L’AUTOPROCLAMAZIONE DI VITTORIA CRITICATE ANCHE DA AMBIENTI CONSERVATORI… FB E TWITTER: “CONTENUTI FUORVIANTI”
Per settimane i media americani lo avevano previsto: la grande massa di voto anticipato e postale
avrebbe reso molto difficile indicare un vincitore nella notte elettorale.
Per questo, tutte le dirette dei grandi network si sono aperte con discorsi degli anchor che invitavano alla pazienza, dettagliavano i diversi aspetti del processo di spoglio (diverso da Stato a Stato e spesso sconosciuto agli elettori), ma soprattutto a non confondere un ritardo fisiologico nello spoglio con le ombre di brogli che il presidente Donald Trump aveva cominciato a sollevare già da mesi sull’intero processo democratico.
La seconda cosa che i media (e i social media) avevano previsto è la reazione che Trump avrebbe avuto in una situazione così fluida: autoproclamarsi vincitore prima della conclusione dello spoglio.
Tutti e due questi scenari si sono verificati ieri notte. Ma un conto è essere preparati, un conto ritrovarsi il presidente che, dalla Casa Bianca (dove aveva installato le sue war room, altra anomala e senza precedenti interferenza tra ruolo istituzionale e sfida politica), esce nel mezzo della notte per denunciare in diretta tv la “enorme truffa” che impediva di dichiararlo già vincitore.
Alle 2,20 ora di Washington (le 8,20 del mattino qui) Trump ha parlato di fronte a una platea di sostenitori: “Per quanto mi riguarda, abbiamo già vinto”. Il fatto di non dirlo ufficialmente “è una grande truffa per il pubblico americano, un imbarazzo per il Paese”. E preannunciava il ricorso alla Corte Suprema.
Contemporaneamente, diffondeva su Twitter e Facebook messaggi analoghi, parlando di “furto” delle elezioni: “Siamo in vantaggio alla grande. Ma stanno cercando di rubare queste elezioni. Non lasceremo mai che accada”, ha twittato, lanciando un’accusa tanto vaga quanto pesante e non supportata dal alcuna prova.
C’era da aspettarselo, considerato l’approccio spregiudicato di Trump alla comunicazione. Inaspettata è stata la reazione dei giornalisti, anche di quelli a lui più vicini.
Il presidente non aveva neanche finito di parlare che tutti i network hanno tagliato la linea per contestare le sue accuse. Il presidente “sta castrando i fatti”, ha detto Norah O’Donnell alla CBS. “Dichiara il falso dicendo di aver vinto e non rispetta milioni di elettori il cui voto non è stato ancora contato”.
Tutti hanno cercato di riportare subito gli spettatori sul terreno dei fatti: “Trump sta perdendo sia il voto popolare che il voto elettorale (nei singoli Stati, ndr), e ci sono ancora molti Stati che mancano all’appello”, ha ricordato George Stephanopoulos della ABC News. “Non sappiamo chi ha vinto, questa è la verità “, ha avvertito Savannah Guthrie di NBC dopo aver interrotto il discorso di Trump per contestarne la veridicità . Persino dalla filo-trumpiana Fox News sono arrivati segni di disagio: “Questa è una situazione infiammabile e Trump ci ha appena gettato sopra un cerino acceso”, ha detto Chris Wallace.
Dana Perino ha aggiunto: “E’ andato troppo in là “. Il commentatore conservatore Ben Shapiro ha twittato definendo “profondamente irresponsabile” il comportamento del presidente.
Per Trump quello di Fox deve essere sembrato un eccesso di cautela, se non un tradimento. La campagna del presidente ha protestato con il network – riporta l’agenzia AP – per aver dichiarato prima di altri che l’Arizona stava andando verso Biden. Cosa poi confermata. Stesse rimostranze per le esitazioni a dargli la vittoria in Georgia e North Carolina, Stati dove lo spoglio è ancora in corso.
Anche per contrastare questa costante pressione della Casa Bianca i network hanno dedicato un’attenzione quasi ossessiva ai dettagli dei conteggi e alle analisi anche dei minimi spostamenti, mettendo al centro delle dirette i loro analisti migliori – dal celebre John King della CNN a Steve Kornacki di MSNBC, che ha avuto una telecamera fissa sulle sue cartine per tutta la notte.
Anche i social si erano preparati all’intemperanza di Trump nella notte: Twitter e Facebook da mesi avevano indicato che sarebbero intervenuti tempestivamente per limitare e contrastare false dichiarazioni dei politici. Lo hanno fatto, Twitter assai più incisivamente di Facebook.
Il tweet di Trump con le accuse di “furto” del voto è stato oscurato dalle timeline (si poteva sempre cliccare) nel giro di 6 minuti con una scritta di avvertimento: “Il contenuto di questo tweet è controverso e può essere fuorviante a proposito delle elezioni o di altri processi civili”. Se si tenta di condividere o incorporare il tweet, gli avvertimenti si intensificano.
Un altro tweet che preannunciava “una grande vittoria” era accompagnato dalla scritta di Twitter: “Lo spoglio è in corso. Il vincitore delle elezioni non è stato ancora dichiarato”.
Meno pesante l’intervento di Facebook, che ha accompagnato i post del presidente con analoghi avvertimenti, senza oscurarli. Ma sia su Facebook che su Instagram sono comparsi in testa ai feed di tutti gli utenti dei messaggi di avvertimento circa la fase prematura dello spoglio.
Il contrasto con l’atteggiamento dello sfidante democratico non sarebbe potuto essere più stridente. Poco prima dell’una di notte (le 7 del mattino), Joe Biden era uscito a parlare ai suoi sostenitori in Delaware per incitarli a “non perdere la fiducia. Ce la faremo”.
(da agenzie)
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