Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
GOVERNO COMPLICE, 50 GIORNALISTI ERANO STATI AGGREDITI SOLO PERCHE’ SVOLGEVANO IL LORO LAVORO…E’ QUELLO CHE VI ASPETTA QUANDO GOVERNERANNO LORO
Un cameraman georgiano, vittima di un pestaggio a margine della fallita marcia del “pride” Lgtbq lunedì scorso, è morto a casa sua per le conseguenze dei colpi ricevuti soprattutto al volto e alla testa. Lo ha datto sapere la rete Tv per la quale lavorava, Pirveli.
L’uomo, Alexander Lashkarava, 37 anni, era fra la cinquantina di giornalisti colpiti dalla violenza dei militanti omofobi nel giorno in cui una marcia Lgtbq era stata prima organizzata e poi annullata proprio per il pericoli legati alla sicurezza dei partecipanti nelle vie della capitale della Georgia, Tbilisi.
L’organizzazione Reporters sans Frontières ha denunciato gli attacchi ai giornalisti e accusato le autorità di “responsabilità passiva” per non averli protetti.
Il ministero georgiano dell’Interno ha assicurato che sulla morte di Lashkarava è stata aperta un’inchiesta.
Una manifestazione è stata convocata per questo pomeriggio per chiedere le dimissioni del premier Irakli Garibashvili, accusato di avere fomentato una campagna contro i giornalisti.
Il capo della redazione di Pirveli, il canale per cui lavorava il cameraman ucciso, ha in particolare accusato il governo di non limitarsi a incoraggiare le violenze, ma di parteciparvi direttamente, organizzando “gruppi violenti che attaccano i media indipendenti”, ha detto Nodar Meladze.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
I SOLDI DEL CLAN DI SILVIO ALLA LISTA “NOI CON SALVINI”… 45.000 EURO PER OTTENERE 200 VOTI
L’europarlamentare della Lega Matteo Adinolfi è indagato in un’inchiesta della
Direzione distrettuale antimafia di Latina in cui è stato posto agli arresti domiciliari un imprenditore di Latina accusato di aver comprato almeno 200 voti dai membri del Clan Di Silvio da convogliare verso il capolista di “Noi con Salvini” alle elezioni comunali del 5 giugno 2016.
L’imprenditore finito ai domiciliari è Raffaele Del Prete. I due avrebbero pagato 45mila euro in tre tranche nell’azienda dell’imprenditore attivo nella gestione dei rifiuti.
Con lui ai domiciliari anche un suo collaboratore.
Per entrambi l’accusa è scambio elettorale politico-mafioso. Proprio ieri in Calabria Matteo Salvini aveva detto che i controlli sulla pulizia delle liste «la Lega li fa e li farà sempre».
Secondo l’ipotesi accusatoria convalidata nell’ordinanza del Gip, l’elezione del politico sarebbe stata per l’imprenditore pontino funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.
Nell’ambito dell’indagine condotta dai militari della sezione operativa di Aprilia, denominata “Touchdown” i collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese confermavano quanto accertato dai carabinieri.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Riccardo aveva ricevuto una sorta di investitura da parte del Clan Di Silvio per curare i rapporti con la politica della provincia di Latina ed in occasione della tornata elettorale del giugno 2016, tramite l’imprenditore destinatario del provvedimento, di sostenere la candidatura di un politico della Lista “Noi per Salvini” e l’attacchinaggio dei manifesti relativi al candidato.
L’elezione del politico sarebbe stata per l’imprenditore pontino funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.
Secondo quanto emerso dalle indagini della procura di Roma e Latina, l’imprenditore, dietro al pagamento di 45 mila euro a membri del clan Di Silvio avrebbe assicurato l’aggiudicazione di almeno duecento voti al capolista candidato nella lista “Noi con Salvini” Matteo Adinolfi, nei quartieri di influenza criminale del clan.
Adinolfi, laureato in economia e commercio, è segretario provinciale della Lega a Latina dal 2016, insegnante in discipline economico-giuridiche e consulente del tribunale. È stato eletto europarlamentare nelle elezioni europee del 2019.
Secondo quanto scrive l’AdnKronos Adinolfi potrebbe essere convocato nei prossimi giorni in procura per essere sentito dal procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calò e dai sostituti Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli, titolari dell’indagine.
Nel febbraio del 2021 l’inchiesta Reset della Dda aveva messo in luce i rapporti del clan dei Di Silvio e quelli di un’altra famiglia nomade di Latina, i Travali, con i ben più noti Casamonica che invece operano nei dintorni di Roma. La procura ha accusato le due famiglie di associazione a delinquere di stampo mafioso e di traffico di stupefacenti.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
ASSALTATA L’AUTO DI SERVIZIO, CALCI E PUGNI CONTRO LA VETTURA, RENZI COSTRETTO A USARE UN’USCITA SECONDARIA DEL TEATRO AUGUSTEO
Momenti di tensione nel centro di Napoli.
Disoccupati e precari hanno duramente contestato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, oggi al Teatro Augusteo per presentare il suo libro “Controcorrente”. Duramente contestato anche l’ex deputato di Rifondazione Comunista, Gennaro Migliore ora fedelissimo del senatore toscano.
Alcuni militanti del ‘Movimento di lotta disoccupati 7 novembre’, che già all’arrivo avevano contestato il senatore, lo hanno atteso all’uscita sul retro continuando a inveire al suo indirizzo, con slogan (“I disoccupati a lavorare“) e cantando “la rovina dell’Italia siete voi”.
Al suo ingresso in auto, alcuni senza lavoro hanno tirato calci e pugni contro la sua vettura. I manifestanti hanno protestato all’esterno della struttura per l’intera durata dell’iniziativa.
I disoccupati chiedevano di poter parlare con l’ex presidente del Consiglio che ha però ha lasciato il teatro usando un’uscita secondaria. Anche qui un gruppo di contestatori è riuscito a intercettare l’auto di Renzi, provando a colpirla con dei calci.
Fuori all’Augusteo, presidiato dalle forze dell’ordine con scudi antisommossa, diversi i cori contro Renzi, chiamato “mariuolo” (ladro in napoletano).
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
“NON FACCIAMO GLI STESSI ERRORI DELL’ANNO SCORSO”
Freschi freschi di vittoria agli Europei di calcio, gli italiani nei festeggiamenti non si
trattengono. Nonostante il virus – e relative varianti – che da un anno e mezzo costringe a restrizioni il mondo intero.
Hanno fatto il giro del web le immagini della gente ammassata nelle principali piazze italiane per festeggiare la vittoria degli Azzurri nella finalissima di Wembley (qui le immagini dei festeggiamenti a Roma). Sulla stessa linea anche l’accoglienza della squadra al rientro. In migliaia si sono radunati all’arrivo del pullman a Roma per omaggiare i giocatori, come se la pandemia fosse solo un lontano ricordo. E invece purtroppo non è così.
Nello specifico la variante delta allarma in particolar modo gli esperti ma non solo. Il governo, infatti, studia alcune misure per frenare il contagio.
Tre, soprattutto: il rilascio del Green pass italiano solo dopo la seconda dose, come già accade con quello europeo; quarantena di 5 giorni per chi rientra da zone a rischio come Regno Unito e, dopo l’aumento dei contagi, anche Spagna e Portogallo; numero di tamponi molecolari minimo che le Regioni dovranno effettuare per legittimare la zona bianca.
Proprio il numero dei test effettuati si abbassa quando più servirebbe un tracciamento serrato dei casi, in concomitanza con l’avanzare della campagna vaccinale.
La risalita del tasso di positività preoccupa, infatti, il governo che sta mettendo a punto un piano per intervenire. Lo ha detto anche il professore Franco Locatelli che “bisogna evitare gli stessi errori della scorsa estate”. Quest’anno, l’arma dei vaccini ha consentito allentamenti significativi delle restrizioni, ma la ricetta per un’estate aperta in sicurezza include anche il monitoraggio. Al vaglio anche la possibilità di aumentare i controlli sulle mascherine, non più obbligatorie all’aperto dal 28 giugno, se non in casi di assembramento. Fatto sta che lo stesso sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, è stato chiaro: nelle prossime settimane la variante delta sarà prevalente
Mentre sulle nuove disposizioni ha detto che “il Green Pass sarà sempre più utilizzato, anche per entrare nelle discoteche, così come può avvenire per lo stadio o per tutte quelle attività dove c’è il rischio di un assembramento, perché ci consentirà di riappropriarci della normalità”. Alternativo al Green pass, intanto, è la richiesta del tampone molecolare.
Anche i parametri che fanno scattare il cambio di colore delle Regioni potrebbero essere rivisti: è presumibile che i contagi salgano ancora nelle prossime settimane, mettendo alla prova la soglia di 50 casi ogni 100mila abitanti per l’incidenza settimanale dei contagi che determina il passaggio dalla zona bianca a quella gialla.
Il gruppo degli esperti guidato dal direttore della prevenzione Giovanni Rezza sta discutendo con le Regione la possibilità di introdurre una soglia minima di tamponi che le Regioni dovranno effettuare per mantenere la zona bianca.
In particolare, si pensa di mantenere invariato l’indice di contagiosità (ovvero il calcolo dell’Rt) sul numero di sintomatici, modificando quello sui tamponi effettuati, introducendo l’obbligo di almeno 150 tamponi – meglio se molecolari – ogni 100mila abitanti.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
“SONO STATO POCO SAGGIO, VISTI I NUOVI CONTAGI”
Una frase sibillina che ha l’amaro sapore del mea culpa arrivato dopo una decisione sbagliata. A parlare è il premier olandese Mark Rutte che oggi, commentando i dati epidemiologici del suo Paese, ha chiesto scusa per aver riaperto troppo presto moltissime attività.
Un allentamento delle restrizioni che ha provocato – come in molte altre zone d’Europa – una crescita esponenziale delle nuove infezioni, molto spesso provocate dalla variante Delta. E così, mentre i contagi in Olanda proseguono con il segno “più” da alcuni giorni, ecco arrivare nuove chiusure.
L’ultima settimana ha segnato il passo in Olanda. Nelle giornate di sabato 10 e domenica 11 luglio, infatti, sono stati toccati picchi nel numero dei nuovi contagi che non si verificavano addirittura dal mese di dicembre. Si parla di una media (per quei due giorni) attorno ai 10mila tamponi positivi. Numeri che arrivano a meno di due settimane dalla decisione – presa dal governo, in collaborazione con il Ministero della Salute olandese – di riaprire moltissime attività.
“Quello che pensavamo fosse possibile in realtà non lo era”, ha commentato Mark Rutte annunciando il ritorno di alcune misure restrittive che nei mesi precedenti avevano contribuito a provocare un drastico calo dei contagi in Olanda. Buoni numeri fino alla fine di giugno, quando il governo aveva deciso di dare il via libera all’apertura di night club, discoteche e festival pubblici. I tempi, dunque, non erano maturi.
Colpa della variante Delta che nelle ultime settimana ha fatto salire nuovamente la preoccupazione tra gli esperti. Per questo motivo, nel tentativo di mettere un freno a questa risalita della curva epidemiologica, le autorità olandesi stanno procedendo con il ritorno alle vecchie restrizioni per quel che riguarda locali che, per loro natura, sono affollati e all’interno dei quali è difficile mantenere e far mantenere un corretto comportamento in tempi di pandemia.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
“MERITA UN TITOLO PER I SERVIZI RESI ALLA SCOZIA, COSI’ EVITIAMO ALTRI 50 ANNI DI RICORDI DELLA VITTORIA INGLESE COME PER QUELLA DEL 1966”
A due giorni dalla vittoria dell’Italia sull’Inghilterra, il The National scrive a Downing
Street: «Anche se sarai arrabbiato per non essere stato in grado di rivendicare una vittoria dell’Inghilterra come un successo diretto della Brexit, siamo altrettanto sicuri che sarai magnanimo nella sconfitta»
«Caro Primo Ministro, non siamo sicuri se stavi guardando la partita domenica o se ti siedi davanti alla tv giusto il tempo per un breve servizio fotografico, ma l’Inghilterra ha perso contro l’Italia nella finale di Euro 2020».
Comincia così la lettera scritta dal giornale scozzese The National, lo stesso che alla vigilia dell’ultimo match aveva dichiarato il proprio tifo per gli Azzurri con tanto di Roberto Mancini in stile Braveheart.
A due giorni dalla vittoria dell’Italia, il giornale scrive direttamente a Boris Johnson: «In Scozia, come forse saprai, il senso di sollievo è stato immenso», continua la lettera, «siamo stati salvati da un altro mezzo secolo di ascolto delle glorie del 2021, più o meno come abbiamo già sofferto dal 1966, quando l’Inghilterra ebbe la fortuna di vincere la Coppa del Mondo. Siamo sicuri che sarai d’accordo sul fatto che la tecnologia VAR e3 della linea di porta sia stata una gradita aggiunta al gioco».
The National prosegue: «Anche se potresti essere arrabbiato per non essere stato in grado di rivendicare una vittoria dell’Inghilterra come un successo diretto della Brexit (dato che non ce ne sono ancora altri), siamo altrettanto sicuri che sarai magnanimo nella sconfitta – proprio come è successo a te quando la Corte Suprema ha dichiarato illegittima la tua proroga del Parlamento».
E a questo punto la richiesta: «In quanto tale, riteniamo che sarebbe opportuno per lei come Primo Ministro pensare a un nuovo titolo da conferire al manager della squadra italiana, Roberto “The Bruce” Mancini, per i servizi alla Scozia. Sappiamo che ti piace dare premi falsi ai tuoi amici, quindi abbiamo pensato che ti sarebbe piaciuto fare lo stesso per una delle figure calcistiche più amate della nostra nazione».
«Roberto il Bruce di Wembley»
La lettera inviata a Downing Street invita dunque Boris Johnson a nobilitare il ct della Nazionale italiana e avanza già una proposta di titolo: «Stavamo pensando a qualcosa come “Roberto il Bruce di Wembley”» scrivono i giornalisti.
«Purtroppo, non possiamo fare una donazione al Partito conservatore, ma spero che guarderai gentilmente alla nostra richiesta anche così».
Il testo ironico e pungente si conclude con i saluti del quotidiano nazionale: «Tuo (almeno fino a indyref2).», con chiaro riferimento alla proposta di secondo referendum sull’indipendenza nazionale, dopo quello del 2014 conclusosi con il 55% dei No.
Da Boris Johnson intanto sembra non essere ancora arrivata nessuna risposta. «L’ufficio stampa di Downing Street ci ha detto che avrebbero cercato di dare una risposta al mattino presto», scrive la redazione del quotidiano nazionale, «ma noi non siamo affatto col fiato sospeso».
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
COLPITO A POCHI METRI DA CASA MENTRE TORNAVA DAI FESTEGGIAMENTI PER LA NAZIONALE… UNA VITA DEDICATA AD AIUTARE I POVERI
Michele Colosio, volontario italiano di origine bresciana, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco domenica sera a San Cristobal de Las Casas nel Chiapas, in Messico. La notizia è stata resa nota dal Giornale di Brescia.
L’uomo, residente in Sudamerica da dieci anni, è stato ucciso in una aggressione, a un isolato di distanza da casa sua, di ritorno dai festeggiamenti per la finale degli Europei.
Colosio era un 42enne di Borgosatollo, comune distante una decina di chilometri da Brescia. Da anni viveva in Messico per seguire progetti di cooperazione.
Secondo quanto riportato dalle agenzie locali si occupava di varie cose: era artigiano, viaggiatore, pastore, sellaio, meccanico di biciclette. In Italia era stato un radiologo, poi aveva deciso di dedicare la sua vita ad aiutare il prossimo: “convinto che fosse necessario aiutare, senza distinzione di lingue e colori di pelle”.
Secondo quanto riportato dai portali di informazione Revista Poderes e AZMedios, Michele Colosio sarebbe morto a causa “di una delle tante aggressioni di gruppi armati (criminalità comune, criminalità organizzata, narcotrafficanti, gruppi di scontri e paramilitari, sicari in uniformi, ecc) che agiscono grazie all’occhio cieco di tutti i governi e alla corruzione di tutte le forze di polizia”.
Come noto il Messico è uno degli stati più pericolosi al mondo, le vittime di violenza si contano su scala giornaliera.
Anche Daniela Stanga, mamma della vittima, ha parlato in queste ore, nonostante il dolore terribile che l’ha colpita. “Non meritava di fare questa fine, era andato là solo per fare del bene” racconta la donna. “Era uscito di casa per fare delle compere in un negozio poco distante – ha raccontato -. Erano circa le 10 di sera, l’alba qui da noi. Qualcuno gli si è avvicinato e lo ha aggredito a colpi di pistola”.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
NEL MIRINO IL MINISTRO DEGLI INTERNI E LE CRITICHE PER ESSERSI INGINOCCHIATI… ORA POTREBBE SALTARE L’INCONTRO CON BORIS JOHNSON PER RINGRAZIARE LA SQUADRA
È il primo calciatore della nazionale a scagliarsi apertamente contro Boris Johnson e
la ministra dell’Interno, la “falca” Priti Patel. È il difensore Tyrone Mings, 28 anni dell’Aston Villa, nero, che non ce l’ha fatta a trattenersi su Twitter dopo le migliaia di inquietanti messaggi razzisti online contro i tre giocatori inglesi che hanno fallito i calci di rigore, anche loro tutti neri: Rashford, Saka e Sancho.
Così ieri sera Mings ha scritto su Twitter, menzionando direttamente la ministra Patel che si diceva “disgustata” dalle offese razziste contro i tre giovani della nazionale dei Tre Leoni: “Prima avete aizzato gli animi all’inizio dell’Europeo, quando dicevate che facevamo “politica gestuale” quando ci inginocchiavamo contro il razzismo. Ora fate finta di essere scandalizzati quando tutto questo è ciò per cui si siamo attivati e contro cui stiamo lottando”.
Un attacco molto duro, quello di Mings, che pare rappresentare un sentimento ancora più esteso nella nazionale inglese, una delle più determinate a inginocchiarsi contro il razzismo dopo che la Premier League aveva adottato ufficialmente proprio quel gesto del giocatore di football americano Colin Kaepernick e poi del movimento di Black Lives Matter.
Quell’inginocchiarsi però non è mai piaciuto al governo Johnson, che lo ha sempre associato a Black Lives Matter, alla sua caratura politica e alla “cancellazione della Storia” (vedi l’abbattimento delle statue) esecrata a Downing Street.
Allo stesso tempo, però, il primo ministro, Patel e il resto del governo non hanno mai condannato chiaramente i “buu” di alcuni tifosi ricevuti dai giocatori inglesi inginocchiati durante le prime amichevoli a Middlesbrough e nel Nord dell’Inghilterra.
Questo a Mings e molti altri nella nazionale non è piaciuto. Sterling, per esempio, ha sempre fatto campagna contro il razzismo e soprattutto Marcus Rashford ha criticato apertamente Johnson nei mesi scorsi, ma su un altro tema: quello dei pasti scolastici, molto spesso l’unico vero momento della giornata in cui milioni di bambini poveri in Inghilterra riescono a mangiare.
Per tutte queste serpeggianti tensioni, ancora non è chiaro se Johnson inviterà la nazionale inglese a Downing Street per complimentarsi del loro Euro2020, come ieri l’Italia ha fatto a Roma con il premier Mario Draghi.
Il timore, del primo ministro e dei suoi collaboratori, è che qualche giocatore possa inscenare una critica o una protesta plateale in quella circostanza, che ovviamente imbarazzerebbe fortemente Johnson.
Intanto parla anche Marcus Rashford. L’attaccante 23enne dello United si è scusato con la nazione sui social per il rigore sbagliato: “Non so perché è capitato, mi capita molto raramente sbagliarli, ma sentivo che c’era qualcosa che non andava”. Poi ha citato anche le offese razziste che ha ricevuto: “Io sarò sempre me stesso”. E ha pubblicato commoventi lettere di conforto ricevute da bambini inglesi, oltre ai cuori e le poesie lasciate dai tifosi sul suo murale di Manchester sfregiato da ignoti ieri.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2021 Riccardo Fucile
UN MILIONE DI PRENOTAZIONI IN POCHE ORE… IL SEDICENTE “GOVERNO DEI MIGLIORI” IN ITALIA SI DIA UNA SVEGLIA
In Francia la decisione di imporre restrizioni ai non vaccinati ha provocato un boom nelle prenotazioni per immunizzarsi. “Abbiamo registrato 20 mila appuntamenti per minuto, un record assoluto dall’inizio della campagna ed è continuato durante la notte e in mattinata”, ha sottolineato Stanislas Niox-Chateau, a capo di Doctolib, il principale sito che si occupa delle prenotazioni. In totale, 926 mila persone si sono prenotate per il vaccino anti-Covid, il 65% di loro è sotto i 35 anni.
Macron ha annunciato che chiunque voglia uscire per andare al ristorante o in un locale, prendere un treno o fare compere in un centro commerciale, così come andare a un concerto, al cinema o a teatro, dovrà mostrare il pass vaccinale che dimostra la sua immunizzazione o un tampone negativo.
(da agenzie)
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