Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
“BORGHI CHIEDA SCUSA ALL’ITALIA CHE DOVREBBE RAPPRESENTARE CON ONORE E DIGNITA'”… POI RIVOLTO CON SARCASMO AI BANCHI DEL SUO PARTITO: “MI RACCOMANDO, FATE IL PARTITO UNICO CON LA LEGA”
«Che vergogna, che squallore, che tristezza, davvero, accomunare omosessualità,
sieropositività, vaccinazione… Mi raccomando, eh, Forza Italia, facciamoli federazione, partito unico con la Lega!».
Il deputato di Forza Italia Elio Vito è un fiume in piena dopo le dichiarazioni del deputato Claudio Borghi che, spazientito dalle telefonate dei giornalisti che gli domandavano se fosse vaccinato contro il Covid o meno, su Twitter ha scritto: «Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffanculo e la cancellazione dalla lista dei contatti. Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un LGBT non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?».
Un’associazione, quella dell’omosessualità alla sieropositività di una persona, che ha mandato su tutte le furie il deputato di Forza Italia.
Ed Elio Vito, durante il suo intervento in Aula, ha voluto richiamare l’attenzione dei colleghi alle parole dell’esponente del Carroccio, «affinché possa scusarsi dinanzi all’Assemblea, per le cose scritte poco fa». Il deputato forzista, dopo aver tralasciato «la prima parte delle dichiarazioni di Borghi perché sono cose personali sue», richiama l’attenzione sul prosieguo del tweet di Borghi.
«La cosa grave – prosegue infatti l’onorevole Vito – viene adesso: “Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un Lgbtq+ non gli chiedono se è sieropositivo e se fa sieroprofilassi?”».
E da qui parte la durissima invettiva del deputato forzista contro il “collega” della Lega: «Credo che mettere nei confronti della comunità Lgbtq+ e dell’omosessualità di nuovo lo stigma della sieropositività dopo 40 anni sia una cosa ignobile. Lo ha dimostrato la scienza che è inesatto. Non c’entra nulla con la resa pubblica o meno dello stato vaccinale dell’onorevole Borghi, ma paragonare di nuovo omosessualità e sieropositività è un gravissimo gesto di discriminazione nei confronti di queste persone».
E l’onorevole Vito incalza ancora: «Facciano ostruzionismo sul Ddl Zan, ma non occorre il Ddl Zan ma un minimo di buonsenso, che un parlamentare dovrebbe avere, per non dire queste scempiaggini. Non c’entra nulla la sieropositività con l’omosessualità».
E infine, l’onorevole Vito conclude con una richiesta di scuse da parte dell’esponente del Carroccio: «Si vaccini, non si vaccini, lo dica o meno. Ma l’onorevole Borghi, per cortesia, prima che inizi un’indegna polemica (come sta già succedendo) per le sue indegne dichiarazioni, chieda scusa a me, alla comunità e al Paese che dovrebbe rappresentare con onore e decoro».
(da Open)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
SECONDO LA LEGHISTA IL DDL ANDREBBE OLTRE IL DISEGNO DIVINO: SI SARA’ INFORMATA DIRETTAMENTE
Arriva a scomodare Dio la senatrice della Lega Antonella Faggi per ribadire la sua netta contrarietà al Ddl Zan.
Il tentativo del disegno di legge che punta a tutelare le possibili vittime di discriminazione per il loro orientamento sessuale, secondo la senatrice rischia di far alterare qualcuno ai piani alti: «Mai andare oltre quello che ci è stato consentito – dice Faggi durante la discussione generale al Senato – altrimenti si perde il concetto di essere umano».
La senatrice leghista è sicura del fatto che nel disegno divino non era prevista tutta quella molteplicità a cui il ddl Zan si rivolge: «Se il Signore ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare. Invece – aggiunge – non siamo così. Noi siamo come Dio ci ha fatto e dobbiamo accettarci. Non possiamo spingerci oltre, mai spingersi oltre la natura».
(da Open)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
DA 293 SONO ESPLOSI A 1.368… L’IMPORTANTE ERA AMMASSARSI SENZA MASCHERINE E SFILARE
«Stiamo pagando il cosiddetto ‘effetto Gravina’ ma per ora senza complicazioni
negli ospedali. I casi sono ancora destinati ad aumentare per l’effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni».
Lo ha dichiarato l’assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria, Alessio D’Amato, a margine della consegna degli attestati di benemerenza per l’impegno profuso durante la pandemia agli operatori informatici di Laziocrea.
«I positivi sono perlopiù giovani – aggiunge – ancora non vaccinati e questo significa, ancora una volta, quanto sia importante vaccinarsi e raggiungere l’immunità di gregge. La situazione è sotto controllo e nel Lazio i casi attualmente positivi complessivi sono la metà di altre grandi regioni, quindi nessun allarme e vaccinarsi. Ancora una volta ricadono sulle spalle del Ssr e dei suoi operatori, l’onere e gli effetti del calo di tensione» .
La settimana da lunedì 28 giugno a domenica 4 luglio i casi erano 293. In quella appena conclusa, da lunedì 12 luglio a domenica 18, sono diventati, a Roma, 1368. Un aumento precisamente del 450%
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
LA MEDIAZIONE DELLA LEGA SUL DDL ZAN E’ NON VOTARE MAI…SE FOSSE COSI’ SICURO DI VINCERE BASTEREBBERO 10 EMENDAMENTI E SI VOTEREBBE SUBITO
Puntuali come un orologio svizzero sono arrivati i 700 emendamenti della Lega. Prima annunciati, poi sconfessati e alla fine presentati.
Per avere maggiori chiarimenti sarà sufficiente aprire un dizionario ed andare alla voce “ostruzionismo”.
La scorsa settimana c’era stata la lunga discussione sull’opportunità o meno di aprire un tavolo di mediazione, il Pd intimorito dai tempi che sarebbero potuti diventare lunghissimi aveva rifiutato rimanendo sulle sue posizioni.
Ecco allora che le paure dei dem si sono materializzate con gli annunciati emendamenti. Adesso bisognerà discuterli ed affrontare passo dopo passo tutte le rimostranze del partito di Matteo Salvini.
Se non si dovesse riuscire a chiudere in tempi brevi la discussione sul Ddl, il rischio è che possa slittare a data da destinarsi chiudendo mesi di discussione in un niente di fatto.
Il Senatore e primo firmatario Zan ha twittato in queste ore, commentando l’atteggiamento della Lega che appaia le sue posizioni a quelle di Orban.
Il termine per gli emendamenti è scaduto questo martedì alle 12, ore il dardo è tratto. Il prossimo passo è la nuova discussione in aula e il voto segreto, due ostacoli che al momento sembrano difficili ma non impossibili per i sostenitori del disegno di legge contro l’omotransfobia.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
PERCHE’ NON DICE DOVE, IL GIORNO E A CHE ORA? SIAMO ALLA FARSA… UNO CHE FA SELFIE ANCHE QUANDO MANGIA IMPROVVISAMENTE NON VUOLE PUBBLICARE LA FOTO DELLA PRESUNTA VACCINAZIONE … FORSE PERCHE’ C’E’ GIA’ STATA?
Dopo le numerose polemiche per la sua presunta mancata vaccinazione contro
Covid-19, ora Matteo Salvini sarebbe pronto a ricevere la sua prima dose.
Fonti della Lega citate dal Foglio riferiscono che «nei prossimi giorni» il leader del Carroccio inizierà il suo processo di immunizzazione contro il virus, nonostante le dichiarazioni fino ad ora sempre piuttosto vaghe sull’argomento.
Entro questa settimana Salvini riceverà la prima dose di vaccino, dunque, seguendo l’esempio dei leghisti Fedriga e Giorgetti già immunizzati.
Tra le risposte più frequenti date nei giorni scorsi dal leader del Carroccio ai giornalisti sulla data della sua vaccinazione, anche quella di voler «aspettare il mio turno ad agosto» (poteva farlo dal 20 maggio, in base all’età di 48 anni)
Frasi che, in una fase di campagna vaccinale in cui tutte le età e categorie hanno libero accesso alle somministrazioni, erano apparse un po’ sospette.
Le polemiche non si sono fatte attendere, con l’accusa di «un atteggiamento tiepido» nei confronti di un tema così importante e qualcuno che sostiene che in realtà lo ha fatto da tempo ma non può dirlo perche’ verrebbe accusato di aver saltato la fila.
Sospetto accentuato dal fatto che ha già annunciato che non pubblicherà alcun foto dell’evento “per scelta personale”.
Ma che strano…
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
“HO GLI ANTICORPI ALTI”, MA LA GIUSTIFICAZIONE NON REGGE SULLA BASE DEI PROTOCOLLI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Virginia Raggi si è vaccinata? Anzi, perché Virginia Raggi non si è vaccinata? La domanda posta da Carlo Calenda è diventata un quesito generale, soprattutto dopo la risposta del Campidoglio.
Tutto è iniziato quando Carlo Calenda, entrando in tackle sul tema caldo dei vaccini e del green pass, ha chiesto alla sindaca Virginia Raggi su Twitter se si fosse vaccinata o se, come ad esempio Matteo Salvini e Giorgia Meloni, facesse parte di quella schiera di politici che sta facendo melina.
La prima cittadina di Roma non si è pronunciata contro la vaccinazione anti COVID, almeno per alcune categorie, come ha fatto il leader della Lega. Ma l’esempio è importante quanto le parole, e se chi è a capo della Capitale non si vaccina come convincere i romani recalcitranti?
La risposta poi è arrivata: Virginia Raggi non si è vaccinata. Lo spiega Repubblica Roma che cita fonti del Campidoglio:
“Dopo aver contratto il virus ha seguito il protocollo. Ha gli anticorpi ancora alti. Segue, come chiunque, i consigli del medico rapportati alla propria condizione clinica”, spiegano dal Campidoglio. A inizio novembre Raggi era risultata positiva al Covid 19 e lei stessa aveva annunciato che sarebbe stata alcuni giorni in isolamento. Asintomatica, si è chiusa nella stanza del figlio fino al 15 novembre quando il tampone ha dato esito negativo e il 16 è tornata in Campidoglio
Ma le cose stanno come le racconta Raggi? Non proprio: dalla guarigione della prima cittadina sono passati otto mesi. Il protocollo del ministero della Salute invece raccomanda a chi è guarito di vaccinarsi entro sei mesi:
Sì, è possibile la somministrazione di una sola dose di vaccino anti-SARSCoV-2/COVID-19 nelle persone che hanno già avuto l’infezione da SARS-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.
Quindi secondo la sindaca la vaccinazione non sarebbe stata effettuata perché, nonostante siano passati più di sei mesi, il livello degli anticorpi è ancora alto. Eppure, anche se ci sono studi che indicano che davvero il lasso di tempo in cui gli anticorpi diminuiscono è più lungo, quello che colpisce è che Virginia Raggi, nonostante sia molto attiva sui social, non si sia spesa per raccomandare ai romani di vaccinarsi. Come ha fatto notare il suo avversario nella campagna elettorale Roberto Gualtieri: “Io, come tutti i romani, non so se la sindaca si sia vaccinata o meno. Quello che so è che avrebbe dovuto dare il buon esempio invitando, da tempo, tutti i romani a farlo. Tutti si devono vaccinare sotto e sopra i 40 anni, al contrario di quanto sostengono Lega e Fratelli d’Italia. Non si gioca con la salute dei cittadini”
(da NextQuotidiano)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
LA PROPOSTA DELL’IMMUNOLOGO MINELLI
Il coordinatore della Fondazione per la Medicina Personalizzata: «Chi non ha
controindicazioni all’immunizzazione sia obbligato a pagarsi visite, ricoveri e farmaci in caso di Covid»
«I non vaccinati contro Covid-19 si paghino le spese sanitarie in caso di ricovero oppure risarciscano i danni che possono derivare dai contagi da loro certamente provocati». Arriva con queste parole la proposta dell’immunologo e allergologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata. Una soluzione che secondo lo scienziato potrebbe essere la giusta alternativa all’obbligo vaccinale. «I non vaccinati contro Covid-19 che non hanno alcuna legittima controindicazione all’inoculo del vaccino dovrebbero essere obbligati a pagarsi le visite, i ricoveri e i farmaci in caso di Covid» spiega ancora Minelli, «oppure di considerare i danni, calcolati nel loro insieme, che possono derivare da un contagio».
«Paghino il conto di posizioni fantasiose»
Nelle ore in cui non mancano polemiche per l’imminente decisione del governo sul green pass obbligatorio, l’immunologo prende come dato di fatto la volontà di una parte di popolazione di non vaccinarsi ma immagina per scettici e no vax precise condizioni.
Intanto la campagna vaccinale italiana ha raggiunto la soglia del 50% dei vaccinati con una sola dose, circa 27 milioni di persone.
La proposta di Minelli si riferisce soprattutto ai possibili ricoveri provocata dai contagi di chi ha rifiutato la somministrazione. Un dato quello della pressione negli ospedali che negli ultimi bollettini nazionali appare in crescita pur rimanendo sulle soglie minime. «Un conto sono le proteste correlate a prese di posizione preconcette e talvolta fantasiose», aggiunge Minelli, «un altro sono i richiami a un obbligo civico poggiato su evidenze alle cui spalle campeggia lo spettro, tutt’altro che fantasioso, di un’esperienza tutta da dimenticare».
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
L’ALLARME DI GRATTERI: “SALTERA’ UN PROCESSO SU DUE” (INFATTI, E’ QUELLO CHE VOGLIONO)
«L’audizione oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata»: così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Giustizia aprono le ostilità sulla legge del governo Draghi dopo l’incontro tra il premier e il presidente grillino in pectore Giuseppe Conte.
«Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione’».
«Il procuratore capo di Catanzaro – proseguono i parlamentari pentastellati – ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una tagliola con termini troppo rapidi. Gratteri ha correttamente preannunciato un aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione’ perché con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione, non foss’altro per dare più lavoro ed ingolfare maggiormente la macchina della giustizia. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità. Ne va del futuro del Paese», concludono.
Sentito questa mattina dalla commissione Giustizia, nell’ambito dell’esame del disegno di legge in materia di efficienza del processo penale, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha sostenuto che «con l’improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia il 50 per cento dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processo che celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello».
Gratteri ha quindi precisato: «Se insistiamo non è per un fatto personale, perché i giudici lavoreranno molto meno e non ci sarà ansia di correre per la legge Pinto. È solo un fatto di sicurezza e credibilità dello Stato».
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2021 Riccardo Fucile
PREVISTO PER DOMANI IL DECRETO: NECESSARIO PER BUS E METRO MA NON PRIMA DI SETTEMBRE, NEL FRATTEMPO LIBERTA’ DI INFETTARE
Il Green Pass in vigore già dal 26 luglio per i ristoranti al chiuso dove basterà una
sola dose di vaccino. Poi a settembre ne arriverà uno più restrittivo. Che servirà anche per salire su autobus e metro, per gli eventi sportivi e le discoteche.
È questa la mediazione a cui lavora il governo Draghi che oggi incontrerà la Conferenza delle Regioni in vista del Decreto Covid che dovrebbe essere varato entro la fine della settimana. E che porterà con sé anche la proroga dello Stato d’Emergenza per altri tre mesi, ovvero fino al 31 ottobre 2021.
Oltre al cambio dei criteri per i colori delle regioni. Sul quale però c’è battaglia nella maggioranza e con gli enti locali.
Il Green Pass dal 26 luglio
Il governo lavora quindi a una soluzione di compromesso sul Green Pass obbligatorio per tenere insieme una maggioranza sconquassata dalle polemiche.
Il punto di caduta, scrive oggi il Corriere della Sera, è quello di mantenere il Green Pass con una sola dose di vaccino per i ristoranti al chiuso e con doppia dose per i luoghi più affollati.
Prevedendo comunque che nelle aree dove si verifica una maggiore circolazione del Coronavirus sia prevista la doppia dose.
Ma c’è un problema, spiega oggi la Repubblica: bisognerà in ogni caso dare il tempo ai non vaccinati di non restare esclusi da alcuni servizi essenziali come i trasporti.
Per questo l’ipotesi che ad oggi sembra prevalente è quella di varare un primo uso del Green Pass per agosto, con regole dure per eventi e ristoranti al chiuso, e un secondo Green Pass per settembre, più restrittivo, che vieti o limiti ogni tipo di trasporto a chi non è vaccinato (magari con carrozze dei treni ad hoc per chi ha invece ricevuto la doppia dose). Dando il tempo a chi non si è adeguato di farlo entro agosto.
Secondo La Stampa dalle parti del ministero della Salute si ragiona anche attorno all’ipotesi di rendere gratuiti i test del tampone per chi è in attesa della seconda dose. Riguardo l’estensione del Green Pass ai trasporti pubblici, lanciata ieri da Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza, rimane il problema di chi si occuperà dei controlli. Questo è uno dei motivi che potrebbe far slittare l’obbligo a settembre.
Ma si ragiona anche attorno all’ipotesi di permettere di presenziare ai grandi eventi a un numero maggiore di spettatori che però abbiano il Green Pass e la mascherina.
C’è un protocollo, non ancora approvato, nel quale si prevede che sopra le 2 mila persone al chiuso e le 5 mila all’aperto si possono riempire arene e stadi al 25%. Ma il testo finale potrebbe prevedere appunto che chi organizza grandi eventi, o partite di calcio, faccia occupare tutti i posti da persone con certificazione verde e dispositivi di protezione individuale.
La Certificazione Verde Covid-19 obbligatoria per bus e metro
Per quanto riguarda settembre l’obiettivo del governo è quello di rilasciare la Certificazione Verde Covid-19 a 15 giorni dalla seconda dose, come succede per il Green Pass europeo. Anche perché ci sono 9 milioni di italiani che attendono ad oggi il richiamo. E in gran parte hanno già scaricato quello che certifica la somministrazione di una sola dose. Sul punto gli esperti del Cts per ora si sono limitati a mettere a verbale che il documento va rilasciato «soltanto dopo il completamento del ciclo vaccinale», ossia 14 giorni dopo la seconda dose e non la prima, come avviene oggi. Ma su dove richiederlo per ora una posizione netta gli scienziati non l’hanno ancora presa.
Nel decreto sarà poi anche prevista la proroga dello Stato d’Emergenza per altri tre mesi, ovvero fino al 31 ottobre 2021. Anche se il Corriere spiega che si potrebbe arrivare alla fine dell’anno, per coprire le nuove difese da prendere per la variante Delta, l’inizio della scuola e le elezioni amministrative (con ballottaggi) in arrivo.
L’ok alla legislazione d’emergenza porterà con sé la proroga dello smart working al 50%, la semplificazione delle procedure e il prolungamento dei poteri del commissario Francesco Paolo Figliuolo. Compresa, ovviamente, la campagna di vaccinazione di massa.
Le nuove regole per la zona gialla
Un altro punto di contrasto è quello che riguarda le nuove regole per i cambi di colore delle regioni e i parametri per il passaggio in zona gialla. Le posizioni tra la componente rigorista del governo e le Regioni restano distanti. Speranza vuole mantenere la regola dei 50 casi ogni centomila abitanti per il passaggio. In questa condizione già oggi si trovano Lazio, Veneto, Sicilia e Sardegna. Ma l’implementazione del parametro dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive, nel contempo, le salverebbe. Il ministro però vorrebbe portare in giallo le regioni con il 5% di occupazione delle terapie intensive e il 10% dei reparti ordinari. Le Regioni vorrebbero raddoppiare i parametri e far sparire il parametro dell’incidenza.
Sul tavolo rimane anche l’ipotesi di inserire regole più ferree per il green pass a seconda del quadro epidemiologico e le fasce a colore delle Regioni, contestualmente al cambio dei parametri. Ma la soluzione potrebbe essere quella di estendere il green pass senza distinzioni. In ogni caso l’esecutivo dovrà trovare in queste ore un punto di caduta perché ci sono molte resistenze da parte delle forze politiche che sostengono l’esecutivo.
Non è nemmeno escluso che si vada verso l’obbligo per quanto riguarda il personale scolastico. Mercoledì si terrà prima la cabina di regia e poi il Cdm che dovrebbe varare e probabilmente rendere operativo in tempi brevissimi un sistema premiale che favorisca un incremento delle vaccinazioni. Così chi non ha voluto farsi il vaccino sarà svantaggiato.
Come ottenere il Green Pass
Sul sito Dgc.Gov.it si spiega come ottenere la Certificazione Verde Covid-19 e scaricare il Green Pass già da oggi. Ovvero tramite il sito Dgc.gov.it dopo essersi autenticato tramite Spid o Cie o con la tessera sanitaria; attraverso il sito del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale; tramite l’app Immuni o l’app Io. Oppure con l’aiuto del proprio dottore: il sito spiega che il medico e il farmacista, accedendo con le proprie credenziali al Sistema Tessera Sanitaria, potranno recuperare la Certificazione verde Covid-19 del paziente. Serviranno il codice fiscale e i dati della Tessera Sanitaria. Il certificato sarà consegnato in formato cartaceo o digitale.
(da agenzie)
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