Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
LA UNICA RISPOSTA AI PALADINI DEL DIRITTO DI SBATTERSENE DELLE REGOLE E A CHI NON HA RISPETTO DEL PROSSIMO
Molte delle facce più note che ieri erano in piazza contro il Green Pass sono le
stesse che un anno fa protestavano con gli stessi argomenti contro le mascherine, definite – vi ricordate? – insopportabili limitazioni della libertà.
Ora Sgarbi, Paragone, i leghisti Borghi, Pillon e compagnia strillando hanno trovato un nuovo palcoscenico sul quale esibirsi con l’identico repertorio di scempiaggini, che parte dalla dittatura sanitaria e arriva al complotto di chissà chi per renderci cavie di pericolosissimi vaccini.
Per questi paladini del diritto di sbattersene di ogni regola – anche la più piccola e limitata a tiraci fuori prima possibile da una pandemia – i concetti di collaborazione, sacrificio, rispetto del prossimo non esistono.
E cavalcando due mostri potentissimi – paura e ignoranza – non si fanno scrupolo di rallentare la fine di un incubo in cambio di qualche voto e un po’ di foraggio per il loro ego.
D’altra parte, a coprire questi arruffapopolo senza altro da fare (tanto lo stipendione da parlamentare gli arriva comunque) fanno a gara dalla Lega all’estrema destra. E in nome della libertà di espressione, anche molta stampa ne decanta le gesta.
Ma in un Paese che non riesce a riaprire le scuole, dove l’economia è ripartita ma è ancora fragile, e dove tante persone continuano a morire di Covid, una politica sana e un giornalismo responsabile non possono far finta di niente o fermarsi a commiserare questi irresponsabili.
Perciò ognuno faccia come crede, ma per quanto mi riguarda io a questi signori dico chiaro: andatevene AFFANCULO!
(da La Notizia)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
DISTRIBUISCE INSULTI A VARI GIORNALISTI
E’ andato in onda il nuovo show di Enrico Montesano contro i vaccini e il mondo della scienza. L’attore romano questa volta ha messo nel suo mirino la giornalista Selvaggia Lucarelli, il medico Roberto Burioni e l’inaspettato Frank Matano.
Montesano è da tempo sceso in campo per (l’assurda) campagna al fianco dei nemici di vaccini e green pass. Da qualche tempo ha annunciato la sua partecipazione anche alle manifestazioni “Io Apro”.
L’ira funesta dell’attore si è scatenata dopo la tragica scomparsa del medico Giuseppe De Donno, uno dei teoristi del plasma iperimmune,
Una via che non ha trovato fondamenta in studi scientifici e quindi mai veramente presa in considerazione nella battaglia al Covid 19. L’attore romano ne ha per tutti però, e soprattutto lancia sui suoi canali una vera e propria invettiva contro tutti i sistemi di sensibilizzazione sulla campagna vaccinale. Abbinando anche concetti sconclusionati quando offende Rai e Mediaset, giornaloni e giornalacci senza dimenticare medici corrotti, Big Pharma e l’immarcescibile Soros.
La prima a lanciarsi è stata la giornalista de Il Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli. Con un tweet ha minato l’intera ora di diretta di Montesano, di fatto sbugiardando quanto detto.
Tweet a cui l’amico del compianto Gigi Proietti offre subito una risposta, smentendo i fatti.
Lo storico comico romano, autore di alcune delle pellicole più belle della storia del cinema italiano, ha poi rivolto le sue premure a Matano. Ricoprendolo di insulti. “C’è uno che fa la giuria in una piccola trasmissione, non so come si chiama, ha iniziato facendo gli scherzi al telefono. Un cretino di successo, non voglio neanche nominarlo. Deve prima imparare a ballare, cantare, recitare, fare le imitazioni, inventarsi dei personaggi e farsi 52 anni di carriera come me, più di 60 film e 10 commedie musicali». Montesano è un fiume in piena: «Si deve sciacquare la bocca quando parla di me, io sono un attore, non sono un comico. Lui è un cretino, un imbecille di successo, l’occhio da imbecille e la faccia da ebete. Ride sempre perché è un ebete. Questo genio compreso, sta sempre dappertutto, è uno stolto di mezzo. Si deve sciacquare la bocca prima di parlare di me”. Un delirio a cui Matano ha risposto con la sua proverbiale arma: la risata, questa volta pungente.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
DOMENICA IL GRAN PREMIO DI UNGHERIA: “TUTTI HANNO IL DIRITTO A ESSERE LORO STESSI, A PRESCINDERE DA CHI AMANO”
Un attacco duro quello che il pilota inglese Lewis Hamilton ha sferrato al premier ungherese Victon Orbán alla vigilia del Gp di Formula 1 in Ungheria, in programma domenica 1 agosto, in tema di diritti civili: «Mi rivolgo a tutte le persone che vivono in questo bellissimo Paese che è l’Ungheria. Prima che inizi il fine settimana del Gran Premio, voglio condividere il mio supporto a chi è colpito dalla legge anti-Lgbtq+ promulgata dal governo», ha scritto il pilota 36enne in una story su Instagram, riferendosi alla controversa legge promulgata da Orbán il mese scorso.
«È inaccettabile, codardo e fuorviante da parte di chi guida il Paese suggerire una legge del genere. Tutti hanno il diritto di essere loro stessi, a prescindere da chi amano o da come si identificano».
Hamilton ha anche invitato i cittadini ungheresi a «fare la scelta giusta nel prossimo referendum, così da proteggere i diritti della comunità: hanno bisogno del nostro supporto, ora come non mai. Dimostrate amore nei confronti del prossimo, perché l’amore alla fine vince sempre». Il weekend scorso almeno 30 mila persone avevano marciato per le strade di Budapest contro le politiche omofobe del premier ungherese.
Vettel e le scarpe con la bandiera arcobaleno
Anche il quattro volte campione del mondo tedesco ed ex ferrarista Sebastian Vettel, che ha indossato scarpe da ginnastica adornate con una bandiera arcobaleno durante la conferenza stampa pre-gara, ha sostenuto il punto di vista di Hamilton.
«Trovo imbarazzante per un paese dell’Unione Europea votare leggi come questa», ha detto. «Ognuno è libero di fare quello che vuole. È sulla falsariga del vivi e lascia vivere. Non sta a noi fare la legge ma solo esprimere il sostegno a coloro che ne sono colpiti», ha aggiunto il campione.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
LA CORTE DEL NORDRENO-VESTFALIA HA DECISO DI NON RIMANDARE DUE RICHIEDENTI ASILO: “NON AVREBBERO ACCESSO A UNA STRUTTURA DI ACCOGLIENZA E A RELATIVE CURE”
Il tribunale amministrativo del Nordreno-Vestfalia ha deciso di non rimandare in
Italia due richiedenti asilo perché nel nostro Paese “rischiano seriamente di subire trattamenti inumani e degradanti”.
La sentenza riguarda due richiedenti asilo provenienti da Somalia e Mali che per il regolamento di Dublino sarebbero dovuti essere rimandati nel luogo di primo approdo competente per il loro procedimento d’asilo, l’Italia appunto.
Nella motivazione della sentenza si fa riferimento al fatto che “entrambi i richiedenti non avrebbero accesso a una struttura di accoglienza e alle relative cure nel caso di un ritorno in Italia”.
“C’è il serio rischio che non siano in grado di soddisfare i loro bisogni più elementari per un lungo periodo di tempo se vengono trasferiti di nuovo in Italia”, si legge nella comunicazione pubblicata dal Tribunale sul suo sito. Lo scorso gennaio il tribunale superiore per lo stesso motivo aveva rifiutato il trasferimento in Grecia.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
MOLINARI E FEDRIGA PRENDONO LE DISTANZE: “HANNO SBAGLIATO AD ANDARE”
Lega contro Lega dopo la manifestazione flop di Piazza del Popolo sul no al Green Pass obbligatorio.
All’evento di ieri organizzato dal Comitato Liberi di Scegliere si sono presentati i parlamentari Armando Siri, Claudio Borghi, Alberto Bagnai e Simone Pillon. Contestando, di fatto, un provvedimento – il decreto Covid che ha introdotto il Green Pass obbligatorio – votato da un governo appoggiato dal Carroccio.
E mentre ai microfoni di Open il senatore Siri ha sostenuto che nella Lega «c’è molto pluralismo» e che Matteo Salvini «è la persona più plurale che io conosca», stamattina il capogruppo del Carroccio alla Camera ha detto che i parlamentari leghisti hanno sbagliato ad andare.
«Io non ci sono andato e ritengo che i miei colleghi abbiano sbagliato ad andare», ha detto stamattina Molinari ad Agorà Estate su Rai Tre. «Nonostante sia libera la scelta di manifestare e di esprimere un pensiero, credo che gli esponenti del mio partito che sono nel governo abbiano sbagliato ad andare in piazza – ha ribadito – E quella comunque non era la piazza della Lega. Era una piazza autoconvocata su un tema che però la Lega ha posto al governo».
Non solo: anche il leghista Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, si è dissociato: «Personalmente non condivido la campagna No vax o No pass: dunque quella della fiaccolata non è la mia piazza», ha detto in un’intervista a la Repubblica, anche se «la libertà di manifestare e di esprimere dissenso è sacra. E non bisogna criminalizzare chi pone dei dubbi».
D’altro canto quella di Piazza del Popolo, convocata contemporaneamente in altre 14 città italiane con risultati simili, non era una manifestazione della Lega. A manifestare c’erano anche cani sciolti come Vittorio Sgarbi e Florian Philippot, organizzatore delle proteste contro Macron in Francia.
Mentre mancavano Giuliano Castellino e Forza Nuova, gli ideatori delle proteste della scorsa settimana, che vedono nel Carroccio un potenziale concorrente politico.
Ma che la partecipazione dei leghisti alla piazza che critica il governo a cui partecipa la Lega dia qualche problema al Carroccio lo si intuisce dalle parole di Borghi oggi all’Adnkronos: «Che ci sia qualcuno che dice, dalla notte dei tempi, che non è d’accordo con il governo mi pare normale, nessun parlamentare leghista, comunque ha fomentato gli slogan contro il premier. È un governo di unità nazionale, ma questo non vuol dire che tutto il Paese deve essere d’accordo».
Cosa c’è dietro le liti sul Green Pass
Ma forse dietro la Lega che litiga sul Green Pass obbligatorio c’è anche altro. Ovvero quella contrapposizione tra il “vecchio” Carroccio, da sempre ancorato ai confini del Nord, e la svolta nazionalista impressa dal nuovo segretario Salvini.
Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti da un paio di giorni è silente sulla tematica mentre si precipita a fare i complimenti agli atleti che vincono medaglie a Tokyo.
Lo stesso Giorgetti viene puntualmente preso di mira dai fan del Salvini populista e sovranista che non hanno mai visto di buon occhio la partecipazione della Lega al governo Draghi e oggi gli chiedono di uscirne.
Naturalmente non è un problema solo di Giorgetti, visto che oltre a Fedriga anche altri governatori come Luca Zaia a volte vengono dipinti come insofferenti nei confronti della linea barricadera di alcuni parlamentari che sono entrati nella Lega dopo l’avvento di Salvini in segreteria.
E allora ecco che le frizioni di oggi possono essere la spia di uno scontro sempre meno sotterraneo tra la Lega di lotta e quella di governo. Che potrebbe prima o poi scoppiare.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL COMITATO CHE AVEVA ORGANIZZATO LA PROTESTA DAVANTI AL MUNICIPIO HA CANCELLATO L’EVENTO MA NON HA AVVISATO I PARTECIPANTI
Come quando ci si mette d’accordo per andare a giocare a calcetto, ma
l’organizzatore che deve portare il pallone non va e non avvisa gli altri.
È andata più o meno così la manifestazione di protesta contro il Green Pass a Genova. A organizzarla, come in altre piazze italiane, era stato il Comitato Libera Scelta e a metterci la firma – e il volto – era stato Paolo Becchi.
Peccato che tutto, alla fine, è saltato e chi voleva protestare si è trovato a essere protagonista di un piccolo assembramento senza cartelli, senza organizzazione e, soprattutto, senza quell’elemento necessario per la fiaccolata di Genova: le fiaccole.
A ricostruire la clamorosa gaffe comunicativa attorno alla fiaccolata Genova contro il Green Pass è stato il sito di informazione locale “La Voce di Genova“.
Nel video pubblicato dal quotidiano si vedono alcune persone sedute lungo via Garibaldi, nei pressi di Palazzo Tursi, sede del Municipio. I volti dei presenti sembrano essere spenti e spaesati.
Piccoli capannelli di persone parlano tra di loro. Ma per fare cosa? In realtà si trovavano lì per partecipare alla manifestazione per protestare contro le ultime decisioni del governo sul tema delle ulteriori misure per contenere i contagi. Ma qualcosa è andato storto e quanto accaduto lì è il simbolo del flop registrato anche in altre piazze italiane.
Difetti di comunicazione. Perché Paolo Becchi, fiero organizzatore dell’evento mai consumato, aveva provato ad avvisare i genovesi della cancellazione di questa fiaccolata a Genova. Lo aveva fatto intorno alle 14 sulla sua pagina Facebook in un video di dieci minuti. Un messaggio che, però, non era arrivato a tutti.
Sicuramente non a chi si è ritrovato davanti a Palazzo Tursi attendendo una fiaccola da accendere. Per loro il tardo pomeriggio si è trasformato in una chiacchierata tra pochi intimi con la condivisioni di alcuni volantini no vax.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
LA RIMONTA INCREDIBILE DEGLI ULTIMI 100 METRI
Loro si chiamano Federica Cesarini, varesina di 24 anni, e Valentina Rodini, 26nne di Cremona.
Insieme hanno portato a casa un risultato storico: non solo la prima medaglia nel canottaggio femminile italiano ma addirittura un oro, il secondo per l’Italia alle olimpiadi di Tokyo 2020.
L’Italia ha conquistato la medaglia d’oro nel doppio pesi leggeri donne di canottaggio alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in una gara incredibile, con un rush finale da cardiopalma.
Federica Cesarini e Valentina Rodini hanno concluso la loro gara in 6’47″54, precedendo la Francia (6’47″68) e l’Olanda (6’48″03) rimontando dal quarto al primo posto e riuscendo a superare francesi e olandesi di quei pochi centesimi che sono stati sufficienti per conquistare l’oro.
Gli ultimi cento metri sono stati così incredibili che neanche Cesarini e Rodini credevano al risultato scritto sul tabellone, inaspettato per loro e per tutti. Repubblica riporta le loro parole dopo la vittoria: . “Gli ultimi cinque colpi non passavano più, sono stati i più lunghi della mia vita”, festeggia Lodini appena scesa a terra. “Quando abbiamo passato la linea del traguardo Valentina mi ha urlato “è oro, è oro” – racconta la sua compagna di barca -. Vedevamo passare sul tabellone la nostra foto, poi quella delle francesi, poi le danesi”
E dire che, come racconta Il Messaggero, la strada di Federica e Valentina non è stata semplice: “Il percorso verso Tokyo di Rodini e Cesarini è stato più che complicato, tra infortuni e il Covid che hanno costretto le due anche a lasciarsi per poter continuare ad allenarsi e non perdere la forma. Poi ai Giochi le due si sono rimesse in barca insieme e hanno vinto gli ultimi Europei a Varese. Da lì è nata la forza per presentarsi alle Olimpiadi e scrivere la storia del canottaggio italiano”.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
“GLI ADULTI PENSINO A PROTEGGERE I PIU’ PICCOLI”
“Sappiamo che Covid-19 è molto meno pericoloso per i bambini che per gli adulti,
ma con la vaccinazione dei più grandi e la presenza di un virus molto più contagioso aumenta la percentuale dei casi tra i bambini non vaccinati e aumentano anche i casi gravi tra i più piccoli, negli Usa si vede soprattutto negli stati dove i vaccinati sono pochi e il virus circola ancora molto intensamente”.
A scriverlo è il virologo Roberto Burioni sulla sua pagina Facebook Medical Facts, condividendo la notizia dell’aumento delle ospedalizzazioni pediatriche per coronavirus in Arkansas, negli Stati Uniti.
Il professore di Virologia all’Università San Raffaele prosegue: “Un suggerimento a tutti quelli che stanno prendendo decisioni politiche riguardo alla riapertura delle scuole: non pensate di avere a che fare con un virus come quello dell’anno scorso. Il virus è molto, molto, molto più contagioso e le misure preventive che hanno funzionato nello scorso inverno potrebbero non funzionare ora.
Infine, una raccomandazione: il modo con il quale possiamo proteggere bambini che non si possono ancora vaccinare è riducendo la circolazione del virus attraverso la vaccinazione di tutti quelli che si possono vaccinare. Questo potrebbe cambiare molto in meglio la situazione”.
Un altro post del professore di virologia cita i dati a 6 mesi della sperimentazione del vaccino Pfizer: “La protezione contro la malattia sintomatica rimane molto alta anche se sta lievemente scendendo nel tempo (96% a 2 mesi, 90 a 4 mesi, 84% a 6 mesi) però è ancora troppo presto per stabilire la necessità di un richiamo (che non sarebbe una tragedia, lo facciamo per tanti altri vaccini, lo faremo anche per questo!)”.
“Il dato veramente positivo, da festeggiare, è che l’efficacia contro la malattia grave è inchiodata e ferma al 97% anche dopo 6 mesi. Questo ci permette di considerare con tranquillità e senza urgenza se fare o meno un richiamo”, conclude Burioni.
Sempre in queste ore tramite Facebook il virologo ha condiviso i risultati di uno studio apparso sul NEJM (The New England Journal of Medicine), che le infezioni dei vaccinati. “Nessuno grave, nessuno ricoverato e soprattutto nessuno dei vaccinati che si sono ammalati ha contagiato altri individui”, scrive Burioni specificando però che lo studio ha alcuni limiti: “Lo studio risale alla variante alfa (con delta potrebbe andare peggio); sono coinvolti operatori sanitari, quindi tutti giovani e in salute”.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
QUELLA DI OGGI NON E’ UNA DESTRA SERIA, LA DIFFERENZA TRA FARE POLITICA E FARE I PAGLIACCI… A VEDERE QUESTI SOGGETTI, ALMIRANTE AVREBBE IL VOLTASTOMACO
“Perché non avete provveduto, sapendo fin dal 1970 che l’infezione era portata dal biotipo “El Tor”, a correggere ed a potenziare i vaccini, cosa che avete fatto solo con il settembre 1973, e cioè quando l’infezione era già in atto? C’è nell’aria in tema di colera tutta un’azione concertata tendente a minimizzare, a far dimenticare, come per dire che questi napoletani hanno stancato: che cosa sono, in definitiva, 24 morti?”.
Le parole che leggete (ripescate da Massimiliano Coccia e rilanciate su facebook) sono di Beppe Niccolai, deputato del Movimento Sociale Italiano che interveniva alla Camera dei Deputati il 2 ottobre 1973 contro il governo Rumor, reo secondo i missini di aver sottovalutato il colera, di non aver ascoltato la scienza sui vaccini e di aver avuto posizioni aperturiste non bloccando la vendita di pesce e prodotti affini.
“Magari Giorgia Meloni e Matteo Salvini – aggiunge perfidamente Coccia nel suo post – potrebbero rileggersi quegli atti parlamentari e capire la differenza tra loro e quelli di cui si definiscono eredi. La differenza tra fare i pagliacci e fare politica…”.
Potremmo finirla qui: colpiti e affondati. Ma forse qualcosina vale la pena aggiungerla, cercando in tutti i modi di non cadere in una nostalgia senza senso e fuori luogo.
È folle l’idea che la Meloni e Salvini con i loro slogan, con il loro populismo, con la loro eterna corsa verso il baratro della propaganda, possano davvero rappresentare una destra seria, repubblicana, europea, costituzionale
E però una cosa va detta, prendendo spunto dalla citazione di Niccolai recuperata da Coccia: dato il contesto storico e fatta la tara di un revanscismo finito anche troppo tardi, per complessità, senso dello stato, etica della responsabilità e cultura della legalità, la destra missina in confronto a questa roba qua era a dir poco cioccolata.
Per dirla tutta, ci potrei scommettere: gente come Almirante avrebbe il voltastomaco a vedere come hanno ridotto la destra italiana dopo l’esperienza di Alleanza nazionale.
L’idea che la destra sia a caccia perenne all’occasione contraddice in nuce ogni idea sana di destra di governo.
E non importa che oggi Salvini e Meloni raggiungano insieme (nei sondaggi) il 40 per cento. Il loro successo è dato dalla mancanza assoluta di una destra altra e alta. Una destra tutta da costruire, certo. Ma una destra essenziale affinché l’Italia diventi una grande paese, un paese ancora protagonista nel mondo. Perché senza una destra patriottica capace di assorbire in sé i conflitti della società una nazione è destinata a sicuro declino.
(da Huffingtonpost)
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