Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
IL CONDUTTORE PARLA DELLA MADRE MORTA PER COVID: “CALPESTANO IL DOLORE DI CHI, COME ME, HA PERSO UN FAMILIARE”
La signora Felicita è morta il 21 marzo del 2020 a causa del Covid. Era la madre di
Piero Chiambretti e anche il noto conduttore televisivo era stato contagiato e la sua vita è stata in serio pericolo per diversi giorni.
Era l’inizio della pandemia, l’Italia era nella morsa di quel Sars-CoV-2 che aveva iniziato a condizionare le nostre vite. Momenti difficili che tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle, ma che fin dall’origine ha portato alla creazione di un “partito” (non nel senso politico del termine) di negazionisti che poi, nel corso di questo lungo lasso temporale, hanno declinato le loro posizioni su molti altri aspetti. Anche di recente, decontestualizzando alcuni dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità. E il conduttore si scaglia proprio contro questi deliri.
Ospite di Massimo Giletti a “Non è L’Arena”, Piero Chiambretti racconta la sua esperienza vissuta in prima persona. Compreso il dolore per la madre morta in quel letto di ospedale, proprio a causa di quel maledetto virus: “Mia madre aveva delle patologie, ma stava benissimo. Prendeva le sue pastiglie, ne prendeva 8/10 al giorno e viveva. Avrebbe vissuto altri dieci anni. Con il Covid è morta in cinque giorni. Quindi, tutti quelli che dicono ‘sono morti a causa di altre patologie’ si devono vergognare. Dovete vergognarvi”.
Il conduttore ritiene legittime tutte le posizioni, anche quelle di chi non si vuole vaccinare (ma si parla di merito e non di metodo). Ma si scaglia anche contro tutti quei personaggi che si presentano davanti alle telecamere per raccontare una verità non vera (il riferimento a Enrico Montesano e Francesca Donato, tra i tanti, è puramente casuale): “Ci sono cinque milioni di morti di Covid che però sono stati sindacati da molti in televisione come ‘sì, è morto però non è morto di Covid’”. Ed è questa la narrazione tipica di chi continua a negare tutto, anche l’evidenza, calpestando il dolore di chi ha perso un caro o un familiare per condurre un’assurda propaganda.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
QUELLO NON SE NE ANDRA’ MAI DI SUA VOLONTA’: SE PERDE LA SEGRETERIA FINISCE DRITTO IN GALERA
S’erano tanto amati. Forse. Sicuramente si sono sopportati per tantissimo tempo, dando vita a una stagione gloriosa per la Lega. Ora, però, i nodi sono venuti al pettine padano e il rapporto tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti sono arrivati a un punto di non ritorno.
Le parole del Ministro dello Sviluppo Economico, pubblicate nel prossimo libro di Bruno Vespa, hanno strappato i punti utilizzati per ricucire le ferite curate in passato. E oggi ci sarà il Consiglio federale, una vera e propria resa dei conti e per il futuro del Carroccio.
Come riporta il quotidiano La Stampa, nel pomeriggio di ieri c’è stata una telefonata – dai toni tesi, anzi tesissimi – tra il segretario Salvini e il Ministro (in passato vero braccio destro del leader della Lega) dello Sviluppo Economico.
E sono volati stracci tra i due, con l’ex capo del Viminale che ha provocato Giorgetti con una frase sibillina: “Se vuoi mi faccio da parte”. Un messaggio che è la sintesi della situazione all’interno del Carroccio, deflagrata da tempo nonostante le smentite di rito.
Il paragone con Bud Spencer, i film western e quelli drammatici e le sue parole sul futuro di Mario Draghi non hanno fatto altro che indispettire Matteo Salvini. Con Giorgetti che non ha utilizzato mezzi termini per contestare l’atteggiamento bipolare del segretario del suo partito.
Un pendolo che passa dai sovranisti internazionali (ma anche nazionali) al suo sostegno a un governo che – in maggioranza – fa riferimento al PPE europeo. Perché Giorgetti, ora, vuole una Lega con una visuale europea e non un partito che si allea con i movimento più estremi (verso destra) sparsi per il mondo. E oggi, nel consiglio federale, si parlerà anche da questo. Salvini darà seguito alla sua provocazione e si farà da parte? Vedremo.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
“SOSTENGO PIENAMENTE CONTE, NEL M5S C’E’ PLURALITA'”
″È sotto gli occhi di tutti che all’interno della Lega in questo momento ci sono
due visioni. Una che guarda all’Europa e una che guarda al sovranismo”, ma tra le due visioni ”è perdente l’idea del sovranismo, perché dopo questa pandemia siamo tutti d’accordo nel mondo che nessuno può farcela da solo, che c’è bisogno di multilateralismo”. A dirlo, a Radio 24, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo cui “non è un caso che i partiti di estrema destra stiano perdendo in tutta Europa”.
Di Maio si allontana da Matteo Salvini e si avvicina a Giancarlo Giorgetti. “La pizza con Giorgetti è un appuntamento mensile. Ci sono cose su cui non siamo d’accordo, altre sì e la pizza ci mette d’accordo. Ci vediamo una volta al mese per fare il punto politico del governo e affrontare le questioni cruciale. Con Giancarlo c’è stato un feeling anche quando era all’opposizione e lavoriamo per il bene del Paese”.
Il ministro degli Esteri parlato anche dei guai in casa propria, dentro M5S: “I retroscena sulle lotte di potere in seno al Movimento 5 stelle fanno male a questa forza politica” ha detto.
“Se io avessi avuto l’intenzione di sostituire Giuseppe Conte non mi sarei dimesso da capo politico del Movimento. Sostengo pienamente questo nuovo corso. I retroscena lasciano il tempo che trovano. Sono veline che fanno male non a me, ma alla forza che rappresentiamo. Dobbiamo andare avanti uniti”.
Di Maio ritiene che Conte abbia “ancora tante cose da portare avanti nel suo mandato”. “Il rapporto con lui è assolutamente buono, l’ho invitato alla presentazione del libro, ma era a Manfredonia per la campagna elettorale delle comunali”.
Le difficoltà nella elezione del capogruppo al Senato però dimostrano che la guida non è salda. Secondo Di Maio M5S ”è un esempio di pluralità”.
“Abbiamo fatto un’elezione lineare che deve portare a un secondo turno perché il primo è finito in un sostanziale pareggio. Credo che sia un segnale di dinamismo e ora dobbiamo lavorare uniti per la forza politica che rappresentiamo”.
Di Maio difende il reddito di cittadinanza, dopo le notizie sulle truffe di diversi percettori che non ne avevano diritto. “Bisogna lavorare sull’ultimo miglio” dice il ministro degli Esteri. “Non ho mai capito perché quando ci sono i falsi invalidi, si perseguono, ma nessuno dice di annullare le pensioni di invalidità, mentre nel dibattito sul reddito di cittadinanza se ne chiede l’abolizione. Eravamo il Paese con il tasso di povertà più elevato in Europa”, ha dichiarato Di Maio.
“È giusto migliorarlo attraverso la legge di bilancio. È giusto dopo tre anni fare un tagliando e farlo funzionare meglio. Stiamo incrociando le banche dati per evitare le truffe, e che i centri dell’impiego incrocino domanda e offerta per farli entrare nel mondo del lavoro”.
Ora “tutte le forze politiche hanno votato per rifinanziare il reddito. Ci sono oltre 3,5 milioni di persone che sfruttano il reddito per dare da mangiare ai loro figli”, ha ricordato Di Maio.
Sulla legge di bilancio Di Maio ritiene che “nel dibattito parlamentare ci saranno degli interventi migliorativi”. “Ricordiamo che la legge di bilancio prevede quasi 10 miliardi di euro di riduzione delle tasse, il rifinanziamento del Superbonus al 110 per cento e 2,5 miliardi all’anno per l’export. Adesso in modo strutturale finanziamento le imprese, soprattutto piccole e medie, che vogliono portare il Made in Italy all’estero. Questo significa creare più lavoro in Italia”
(da Huffingtonpost)
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