Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
“SIAMO ESAUSTI, MA CURIAMO TUTTI”: LA LETTERA DEL COORDINATORE INFERMIERISTICO DELL’OSPEDALE DI TRIESTE
Sono un, “relativamente” giovane, Coordinatore infermieristico. Da qualche giorno sono tornato a gestire la terapia semintensiva Covid della Pneumologia di Trieste. Una situazione drammatica, per certi versi peggiore delle scorse ondate (oramai abbiamo perso il conto).
Ieri ho dedicato parte della mia giornata a un paziente, uno dei tanti, non vaccinato (non per scelta ma per motivi di salute); era dispnoico (non riusciva a respirare, ndr), non riusciva a staccarsi dal supporto del ventilatore nemmeno per bere un sorso d’acqua per inumidire la bocca, seccatasi a causa dell’ossigeno ad alti flussi. Questa persona, che ieri chiedeva aiuto, il mio/nostro aiuto, che cercava di comunicare come meglio poteva per dirci di cosa aveva bisogno, oggi non c’è più.
Storie ed esperienze analoghe sono entrate a far parte del nostro vissuto quotidiano da ormai quasi due anni. Storie di padri, madri, nonni, figli ai quali dobbiamo stringere la mano nei loro ultimi giorni di vita; persone che, nel momento peggiore che ogni essere umano possa attraversare, sono separate dai loro affetti e si aggrappano solo ai nostri sguardi, dietro una tuta, coperti da maschere e visiere. E questa gente arriva a questo punto a causa di una patologia che oggi, nella gran parte dei casi, si può evitare o per lo meno controllare.
Vorrei che la gente vedesse, vorrei che tutti i No Vax, No Green pass passassero una giornata, o anche solo mezza, nel “13dicesimo girone dell’inferno”; vorrei che si rendessero conto di quanto inumano sia morire di polmonite da Covid, nonostante i nostri sforzi per rendere l’ultimo miglio di queste persone, più lieve possibile. Come detto, un modo per cercare di evitare tutto ciò esiste, e ostinarsi a non utilizzarlo è da scellerati.
Noi sanitari tutti, spinti da un etica sconosciuta – o per lo meno ignorata – dal popolo della piazza, continueremo a curare e assistere tutti, qualsivoglia sia la loro ideologia (Pro Vax, No Vax, …), nonostante la rabbia sempre crescente nei confronti di quanti insultano quotidianamente il diritto alla salute collettiva. Ma siamo veramente esausti. E al contrario di coloro che si vantano di non mollare mai, noi non possiamo mollare mai. Abbiamo famiglie di cui prenderci cura, mogli, mariti, figli dai quali tornare e che meritano le nostre attenzioni; attenzioni che sempre di più non possono esserci per via della stanchezza che ci sopraffà.
Sono un arduo sostenitore delle libertà individuali; ma questa libertà deve esserci dal momento in cui veniamo al mondo al momento in cui moriamo; e chi muore attaccato al ventilatore, credete, è tutto fuorché libero e in pace.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
ESCLUSI I 58 DELEGATI REGIONALI, SULLA CARTA IL CENTRODESTRA CONTA SU 400-450 VOTI, IL CENTROSINISTRA CON IL M5S NE HA 410-420
100 voti. Un tesoretto si direbbe. Che vale ancora di più se in ballo c’è la partita
per l’elezione del Capo dello Stato.
100 voti, dunque, che agitano i pensieri dei leader di partito ma anche le ambizioni di chi vorrebbe salire sul Colle per sostituirsi al presidente uscente Sergio Mattarella.
I grandi elettori dei partiti che fanno riferimento all’area di centro, infatti, sommati tra Camera e Senato, sono più di un’ottantina.
E si candidano a diventare l’ago della bilancia della partita per il Quirinale, che entrerà nel vivo a gennaio. Ma non sono gli unici «attenzionati» dai due schieramenti: preoccupano, infatti, i cosiddetti ‘cani sciolti’, ovvero i deputati e senatori del gruppo Misto e, in particolare, i parlamentari non iscritti ad alcuna componente.
Il loro ‘peso’ si aggira attorno a un’altra ottantina di voti. Voti definiti ‘ingovernabili’, in quanto si tratta di parlamentari, per la maggior parte fuoriusciti o espulsi dal Movimento 5 stelle nel corso della legislatura, che non rispondono a logiche partitiche o a linee dettate dai leader. Insomma, un pacchetto di voti di difficile gestione e dalle scelte imprevedibili.
Il pallottoliere parla chiaro: nelle prime tre votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica occorre la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto, 1.008 grandi elettori, pari a 672 voti.
Numeri che nessuno schieramento – né il centrodestra, né tantomeno il centrosinistra compreso il Movimento 5 stelle – può garantire da solo.
E allora, salvo sorprese (come ad esempio la convergenza della stragrande maggioranza degli eletti su un nome condiviso, come e’ avvenuto finora solo nei casi di Cossiga nel 1985 e nel 1999 con Ciampi, che furono eletti al primo scrutinio) i «giochi» si decideranno dalla quarta votazione in poi, quando l’asticella scende e per eleggere il successore di Mattarella basterà la maggioranza assoluta, pari a 505 voti. Ma anche in questo caso determinante sarà aggiudicarsi il pacchetto di voti in mano al centro o al gruppone degli ‘ingovernabili.
Esclusi i delegati regionali (che sono 58), il centrodestra (Forza Italia, FdI e Lega), sulla carta può contare su 400-450 voti. Il centrosinistra (Pd, Leu, M5s) può invece contare su 410-420 voti.
Ed ecco che entrano in gioco i voti dei centristi: Italia viva dispone di 16 senatori e 27 deputati; Coraggio Italia alla Camera conta 24 deputati; Azione-+Europa ha 2 senatori e 3 deputati: Idea-Cambiamo sono 7 senatori e, infine, Noi con l’Italia conta 5 deputati. Per un totale di 84 voti.
Piu’ ampio il bacino di voti del gruppone dei cosiddetti ‘cani sciolti’: al Senato il Misto conta 47 componenti, di cui 23 non iscritti ad alcuna componente (per lo piu’ si tratta di ex M5s); poi ci sono i 2 senatori del Maie, i 3 di Italexit di Paragone, 1 di Italia dei valori e 1 di Potere al popolo.
Alla Camera il gruppo Misto e’ composto da 66 deputati, di cui 14 di L’alternativa c’e’, componente che si colloca all’opposizione del governo Draghi e formata per la maggioranza da ex M5s; Maie-Facciamo Eco conta 8 deputati, 26 i non iscritti ad alcuna componente, per un totale di circa 80 voti.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI FIRENZE SVELA LA BASSEZZA POLITICA DI RENZI
La Macchina del Fango non dorme mai.
L’inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open svela un meccanismo di costruzione del consenso e distruzione del dissenso ormai collaudato nella Seconda Repubblica.
Iniziò Silvio Berlusconi con la sua Struttura Delta e il suo immane conflitto di interessi. Poi vennero i suoi emuli. Ingrassati, e incarogniti, alla tavola calda per antropofagi del Web.
Dunque, non solo la grande Bestia salviniana. Ma anche la piccola Spectre renziana, incrocio di tutti gli interessi propri e impropri.
I bonifici dei Sauditi e i finanziamenti dei Benetton. I piani per devastare i grillini e quelli per controllare i media. La “character assassination” e il dossieraggio. Le fake news e i server esteri.
C’è di tutto e di più, in quegli atti giudiziari. Soprattutto, c’è un dispositivo di potere che Renzi nega, coprendosi dietro la fuffa del cosiddetto “hackeraggio di Stato”, e che invece lo dovrebbe far riflettere sulla miseria al quale sta riducendo il suo famoso storytelling.
Dirà l’inchiesta se ci sono reati. A occhio, non se ne vedono.
Ma si vede la bassezza politica. Si vede la pochezza morale.
E tanto basta.
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
POCHI VACCINATI E TASSO DI POSITIVITA’ ALLE STELLE… 12.000 TRANSFRONTALIERI AL GIORNO
Solo un cittadino su due è immunizzato con doppia dose. Il tasso di positività è
del 44%. E, con 12 mila transfrontalieri al giorno, il virus rischia di circolare oltre il confine
In Slovenia continua a restare alta la curva dei contagi da Coronavirus, malgrado le misure restrittive introdotte dal governo lo scorso 5 novembre.
Secondo i dati diramati dall’Istituto nazionale per la salute pubblica (Nijz), nelle ultime 24 ore su 5.342 test processati, 2.365 sono risultati positivi, con un tasso del 44,3 per cento.
Allarmante anche il livello dell’incidenza dei casi che a livello nazionale tocca il picco di 2.003 positivi ogni 100mila abitanti.
Il numero degli attualmente positivi al virus nel Paese è pari a 42.240 persone, mentre continua a crescere la pressione sugli ospedali, in particolare modo nelle terapie intensive, e gli esperti non escludono la richiesta di aiuto da parte di operatori medico-sanitari dall’estero per gestire l’emergenza.
Secondo gli esperti, infatti, il picco dei contagi in Slovenia è previsto tra la fine del mese di novembre e l’inizio di dicembre, con una stima di 1.200 ricoverati nei reparti di degenza ordinaria e oltre 250 posti letto occupati nelle terapie intensive.
C’è poi il problema del basso tasso di vaccinazione. Attualmente in Slovenia il numero di persone ad aver completato il primo ciclo vaccinale con doppia dose è di poco superiore al 54 per cento. Insomma, andando per difetto, uno sloveno su due non è completamente immunizzato.
Non a caso la Slovenia, assieme a Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia e Ungheria, figura tra i dieci Paesi con una situazione epidemiologica «estremamente preoccupante» nell’ultimo report dell’Ecdc, riferito alla settimana dall’1 al 7 novembre.
Ma la situazione critica slovena si riflette anche sul Nord -Est dell’Italia, in particolare in Friuli-Venezia Giulia, con le province di Trieste e Gorizia che continuano a registrare un continuo innalzamento del numero di nuovi casi e delle ospedalizzazioni. La situazione al confine sta diventando sempre più critica, non solo per i bassi livelli di vaccinazione sia sul fronte italiano sia su quello sloveno, nonché per i cortei dei No Green pass che si sono trasformati in focolai che hanno innescato i contagi, ma anche perché quotidianamente il virus continua potenzialmente a circolare tra i due Paesi a causa degli oltre 12mila transfrontalieri che quotidianamente varcano i confini, in ambedue le direzioni, per ragioni di lavoro o studio. Lo stesso governatore Massimiliano Fedriga, alcuni giorni fa, aveva citato l’emergenza slovena tra i fattori alla base dei dati Covid in Friuli.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
ORA TUTTI SI ACCORGONO DELLA QUESTIONE MORALE E DELLA RAZZA PADRONA
Non c’era bisogno di leggere mail spregevoli e tentativi di sabotaggio di avversari politici e giornalisti per sapere cosa sia stato il renzismo in questo paese.
D’altra parte, il circo Barnum che lo ha adulato nella sua ascesa, digerito durante il suo potere e poi infine sputato (nella migliore tradizione del trasformismo italico) quando è caduto dalla seggiola per via elettorale, il massimo che poteva produrre era una copia apocrifa di House of Cards alla amatriciana.
Rondolino, Carrai e compagnia bella sono carta conosciuta, l’apoteosi della spregiudicatezza, l’aspirazione provinciale e un po’ patetica a diventare razza padrona.
Un puro esercizio di cinismo che non può essere solo ridotto a un giudizio estetico sul degrado del dibattito politico. Non è insomma un problema di cattiva educazione.
La questione morale che emerge dalle carte della Procura di Firenze e la disinvoltura con cui venivano spesi soldi e costruite macchine del fango sono il prodotto di un’idea della politica che cancella il conflitto sociale, che diventa ascara dei poteri che contano, che perde autonomia, che considera i partiti uno strumento per una scalata sociale individuale e non un’idea di emancipazione collettiva.
Sono la proiezione di una lettura feudale dei rapporti di forza nella società.
Per questo li abbiamo combattuti prima, quando le procure tacevano, i padroni applaudivano, i media dormivano.
Bastava guardarli all’opera per capire dove andavano a parare con il loro avventurismo e la loro arroganza.
(da Globalist)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
CINQUE GIORNI FA LA MELONI DICEVA: “BISOGNA ANDARE ALLE URNE, SIAMO TUTTI D’ACCORDO”
Tornano a galla le spaccature nel centrodestra. A dividere è in particolare l’ipotesi
di voto anticipato.
Se FdI e Lega spingono per le urne, Forza Italia non si sbottona e fa prevalere la prudenza. «Possiamo essere soddisfatti e orgogliosi del lavoro fatto da questo governo che abbiamo sostenuto con proposte responsabili e costruttive», ha detto Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente alla convention di Forza Italia in corso a Mazara del Vallo.
«Credo che questo lavoro possa continuare fino al 2023. E anche oltre», ha poi aggiunto, elogiando l’operato di Mario Draghi e facendo intendere che il voto anticipato, almeno nel suo partito, non è una questione all’ordine del giorno.
«Noi siamo i primi sostenitori di questo governo che accoglie moltissime delle nostre proposte, a partire dalla campagna vaccinale e dal Green pass, che amo chiamare con il suo vero nome, passaporto sanitario».
Le posizioni di Salvini e Meloni
Sul voto anticipato è diversa la posizione del leader leghista Matteo Salvini che è certo che il prossimo anno «siamo destinati a un governo di centrodestra a guida Lega: prepariamoci, noi vinceremo le politiche».
Per lui non c’è dubbio: si andrà al voto, anche perché «stare con Pd e M5s è un po’ complicato, ma è una necessità».
Il 9 novembre, Giorgia Meloni aveva assicurato che il centrodestra era compatto sul voto anticipato: «Salvini non ha cambiato idea sul tema delle elezioni, ci ho anche parlato. Al di là delle dichiarazioni che si fanno, quando si sostiene un governo, io so che la Lega – esattamente come FdI e Forza Italia – non hanno mai indietreggiato sulla libertà dei cittadini di scegliersi un governo e penso che siamo tutti d’accordo”
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
MONDO INORRIDITO, MA DOVE GOVERNANO I SOVRANISTI SEMINATORI DI ODIO NON C’E’ DA STUPIRSI
La deriva autoritaria che colloca la Polonia sempre più a destra in Europa è ulteriormente confermata, oggi, da una manifestazione che fa rabbrividire, soprattutto per il passato che riguarda proprio quelle terre, dove sono sorti tra i più sanguinosi campi di sterminio del regime nazista.
L’estrema destra polacca ha organizzato una manifestazione, dove si sono rectai in centinaia, dichiaratamente antisemita. Il raduno è avvenuto giovedì in una piazza di Kalisz, (250 chilometri a est di Varsavia), lo stesso giorno in cui nella Capitale sfilava la Marcia dell’Indipendenza, anch’essa tra le manifestazioni più nere d’Europa.
I partecipanti hanno scandito a lungo ‘Morte agli ebrei’ e anche “No a Polin” (‘Polonia’ in ebraico, ndr), sì a Polska (‘Polonia’ in polacco, ndr)”.
Durante il raduno è stata inoltre data alle fiamme una copia dello ‘Statuto di Kalisz’ con cui otto secoli fa fu regolarizzata la presenza ebraica in Polonia.
Il ministro degli esteri israelianoYair Lapid – figlio di un ebreo sopravvissuto alla Shoah – si è detto “inorridito” e ha chiesto alle autorità di Varsavia di condannare l’accaduto.
Lapid ha anche sollecitato il governo polacco ad agire “senza compromessi contro quanti hanno preso parte a questa sconvolgente manifestazione di odio”. Yari Lapid, ministro degli Esteri israeliano, ha sollecitato il governo polacco ad agire «senza compromessi»
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
LA SONDAGGISTA TRACCIA IL PROFILO: “SI FANNO INFLUENZARE DA INFORMAZIONI CHE RACCOLGONO DA SOLI”
La quarta ondata è alle porte e l’Italia accelera con le terze dosi, ma sono ancora
oltre 7 milioni gli italiani che non ne hanno ricevuto nemmeno una.
In particolare 2,7 milioni non vaccinati hanno più di 50 anni: si tratta di una delle fasce di età più a rischio (vista anche l’incidenza di patologie come diabete, ipertensione e cardiopatie), eppure molti di loro scelgono di non proteggersi.
Abbiamo chiesto ad Alessandra Ghisleri, sondaggista e direttrice di Euromedia Research, di aiutarci a tracciare un profilo di questa parte della popolazione.
Dottoressa, chi sono questi over 50 che hanno scelto di non ricevere il vaccino?
“È come se fossero dei giovani di ritorno. Non è lo status di over 50 a rendere automatica la presa di coscienza e la necessita di proteggersi dal virus: sono persone che si lasciano influenzare dalle informazioni che raccolgono da soli, secondo fonti che loro stessi individuano. La maggioranza è composta da No Vax tout court (65%), per il resto si tratta di indecisi, ma scarsamente intenzionati a farsi vaccinare”.
Cosa li rende titubanti?
“Si tratta di persone arrivate a un punto della vita in cui avrebbero bisogno di certezze (famiglia, benessere, futuro) che molto spesso traballano. Così hanno paura che qualcosa di esterno, così definiscono il vaccino ‘ancora sperimentale’ e ‘non abbastanza studiato’ (anche se nel mondo sono state inoculate miliardi di dosi), possa minare ulteriormente la loro situazione, già precaria. Tolti i rari casi di elevato livello di studio e di alto profilo economico, queste persone presentano livelli di istruzione inferiore e redditi bassi o medio-bassi. Non vogliono ampliare le loro fonti di informazione e si affidano a quello che rintracciano, magari senza verificarlo e prendendolo per buono”.
Ma com’è la loro quotidianità senza Green pass?
“Bisogna rendersi conto che la quotidianità è influenzata da ragioni culturali e/o economiche: per chi ha un reddito medio-basso andare al cinema, al teatro o a cena fuori – attività per cui è necessario il Green pass – non è sempre un’abitudine. Prendere i mezzi pubblici, andare al supermercato invece rimane possibile anche in mancanza di certificazione verde. Insomma, molto dipende dalla specificità della situazione del singolo. Altri esempi potrebbero riguardare gli autonomi che lavorano da casa, le casalinghe, i pensionati, i disoccupati: si rimane indecisi rispetto alla vaccinazione perché, anche in mancanza di Green pass, si conduce una vita sicuramente ristretta e limitata, che tuttavia non è poi così diversa da quella a cui si è sempre stati abituati”.
Fasce di età a parte, in generale oggi da chi è composta la minoranza di non vaccinati?
“Come dicevamo già parlando degli over 50, il 65% è No Vax tout court mentre il rimanente 35% è composto da indecisi. Politicamente, soprattutto gli antivaccinisti convinti, appartengono a nuove formazioni o sigle che non sono -ancora – rappresentate nell’arco parlamentare oppure sono astensionisti convinti. In generale le donne sono più reticenti rispetto agli uomini nei confronti del vaccino, tra i No Vax. Dal punto di vista geografico, i non vaccinati risiedono in gran parte nel Nord Est e assolutamente nella zona centrale dell’Italia (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo). Se nel Nord Est c’è molta paura che può portare le persone a essere titubanti nei confronti della vaccinazione, nel centro si tratta di veri e propri anti-vaccinisti. Per quanto riguarda le professioni: tra i No Vax troviamo autonomi e piccoli imprenditori, poi c’è una buonissima parte di disoccupati, casalinghe e pensionati. Per quanto riguarda i dipendenti, invece, si nota più che altro una certa indecisione. Rispetto al titolo di studio, come dicevamo, No Vax e indecisi hanno per la maggior parte licenza media inferiore. Tra gli antivaccinisti convinti troviamo anche picchi di persone che posseggono lauree e master”.
Ultimamente abbiamo visto alcuni importanti intellettuali prendere posizione contro il Green pass. La loro influenza gioca un ruolo?
“Sì, per alcune persone certamente. Abbiamo filosofi e studiosi di calibro che hanno detto la loro e il passaggio con l’identificazione e la ricerca di punti di riferimento consolida le proprie posizioni: ‘lui la pensa come me, io lo stimo’. Quando facciamo una scelta, prendiamo sempre dei punti di riferimento per avvalorarla: questo caso non fa eccezione”.
Le cronache ci raccontano ancora di un sabato con No Vax e No Pass in piazza. La nostra società è davvero così polarizzata tra anti-vaccinisti e pro-Vax?
“Al momento i dati ci dicono che la maggioranza degli italiani ha scelto la vaccinazione: circa 45 milioni di persone, pari al 76,5% di tutta la popolazione e al 90% circa degli over 18. Il tema vero è che ci troviamo di fronte alla possibilità di una nuova ondata dei contagi: se dovessero tornare le restrizioni e le chiusure rischiamo di suscitare malcontento in questa grande fetta di popolazione che ha accettato di ricevere la vaccinazione per il bene proprio e per il rispetto della collettività, mentre i No Vax continuavano le loro proteste in piazza. Più che delle manifestazioni, penso che da parte dei vaccinati potrebbero esserci recriminazioni per i sacrifici, anche economici, affrontati in tutti questi mesi”.
(da Huffingtonpost)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 14th, 2021 Riccardo Fucile
TESI SCORRETTA, BASTA LEGGERE IL QUESITO REFERENDARIO
Il referendum cannabis legale ha dovuto combattere, sin dal primo momento del grande successo relativo alla sua raccolta firme (anche online), con una serie di affermazioni che tendevano a disinformare sulle reali modifiche dell’ordinamento italiano richieste dal quesito referendario.
Solitamente funziona così: il testo viene forzato e, in base a questo passaggio, si sovrinterpreta.
Oggi su La Verità è uscito un articolo così titolato: Il referendum sulla cannabis legale vuole sdoganare la droga dello stupro. All’interno dell’articolo, si evidenzia che la proposta del referendum è quella che si cancelli la pena per chi «coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia» alcune sostanze stupefacenti.
Secondo La Verità – in sintesi – tra queste ci sarebbero anche GHB e GBL, comunemente conosciute come droghe dello stupro.
L’articolo è stato posto all’attenzione degli utenti di Twitter dal deputato di Forza Italia Elio Vito, che ha contestato il contenuto dell’articolo stesso:
Come si possono affermare due concetti così completamente diversi tra loro? Proviamo a capirci qualcosa. Innanzitutto, occorre partire dal quesito referendario, che illumina molto:
“Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;
Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;
Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”?”
Quel limitatamente alle seguenti parti è fondamentale.
Non c’è, dunque, la premessa citata da La Verità che afferma che il referendum punterebbe ad abrogare le pene per chi «coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia».
Il referendum, infatti, vuole abrogare la pena solo per chi “coltiva” le sostanze in questione.
Per ottenere la droga dello stupro, invece, è opportuno un lungo processo di lavorazione.
«Ad eccezione delle infiorescenze di cannabis (e dei funghi) – si legge sul portale che promuove il referendum -, tutte le altre sostanze stupefacenti richiedono necessariamente passaggi successivi affinché la sostanza possa essere consumata, attività queste che continuano ad essere punite all’articolo 73».
Il fatto che l’articolo 73, anche post referendum, continui a prevedere la pena per chi vada a «produrre, fabbricare, estrarre, raffinare, vendere, offrire o mettere in vendita, cedere, distribuire, commerciare» droghe mette al riparo dall’assunto contestato invece da La Verità, che parla di sdoganamento della droga per lo stupro.
(da Giornalettismo)
argomento: Politica | Commenta »