Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
ECCO PERCHE’ NON SONO AFFIDABILI
|Si sta rivelando uno dei fronti più scoperti della lotta alla pandemia. 
I test antigenici rapidi sono da tempo additati come un anello debole nella catena delle contromisure per arginare la circolazione del virus SARS-CoV-2.
Non riescono infatti a vedere il virus se non quando è presente in quantità massicce, con il risultato che in 1 caso su 2 il risultato che danno è un falso negativo.
«Sono test con una sensibilità estremamente bassa, tanto che i casi positivi sono attualmente rilevati dallo 0,2% dei test rapidi e dal 6% dei molecolari. Inoltre abbiamo oltre il 50% di falsi negativi», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca.
Uno dei motivi per cui ci sono tanti falsi negativi è che «quando un soggetto si infetta, l’infezione si palesa al test dopo 48 ore, mentre sappiamo che l’infezione deve prendere piede e che il virus ha bisogno di tempo per replicarsi. Per questo – dice l’esperto – non è il caso di fare il test subito dopo avere avuto un contatto».
Quando, a distanza di 48 ore dal contagio, «il virus inizia a replicarsi, dopo 48 ore diventa visibile al test molecolare, che è in grado di scattare una fotografia molto dettagliata; a confronto il test rapido fornisce un’immagine sgranata. Riesce infatti a vedere il virus solo se la carica virale è di almeno 1 milione di copie per millilitro di fluido biologico prelevato con il tampone». Questa, aggiunge, è «una grande criticità».
L’altra, secondo Broccolo, è nel fatto che «con le attuali regole per il Green pass, chi è vaccinato non viene distinto da chi ha fatto il test rapido ed entrambe le categorie si espongono agli stessi eventi, dimenticando che chi non è vaccinato ha quindi rischio maggiore di ammalarsi».
Un limite è anche nei tempi di validità del Green pass: «Nel mondo ideale, il test rapido andrebbe fatto tutti i giorni perché, se mi infetto oggi, per 48 ore non si potrà vedere l’infezione con nessun test». Anche le 72 ore di validità del test molecolare sono teoriche «perché, seppur questo sia ultrasensibile, non si esime dall’eventualità che l’infezione venga contratta dopo poche ore dal test».
Il test rapido per Covid-19 ha i suoi limiti nell’individuare con certezza la negatività al virus anche secondo il virologo Fabrizio Pregliasco. «E poi conta anche l’applicazione, come viene fatto il tampone. Se li fai per finta, e ne ho visti, è chiaro che il risultato è falsato».
A dare garanzie è solo «il tampone molecolare fatto in laboratorio che però – sottolinea il virologo – non ha quella praticità per un utilizzo di massa, perché poi si allungano anche i tempi».
Quindi escluderebbe una stretta che consenta il Green pass solo con il tampone molecolare? «Sarebbe costoso, il molecolare costa sui 50 euro. E andrebbe fatto ogni 48 ore perché dal punto di vista sanitario più spesso si fa e meglio è. Poi è chiaro – conclude – che l’applicazione pratica è una mediazione politica».
(da Il Sole 24 Ore)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
MESSAGGI E APPELLI A CANCELLARSI DAI CANALI… I SEDICENTI GUERRIERI SE LA SONO GIA’ FATTA ADDOSSO
Un fuggi fuggi dalle chat. Questo ha scatenato la notizia delle perquisizioni in corso a carico dei No vax effettuate dalla Digos di Firenze.
Molti, infatti, sono scappati dai canali gestiti dagli indagati nei quali sarebbero stati pubblicati messaggi e appelli ad abbandonare e a cancellarsi dai social.
Il gruppo scoperto dalla Digos conta quasi 20 mila persone. Cinque le perquisizioni a Firenze, Pisa, Brescia, Como e Viterbo, nei confronti di altrettante persone attive in rete e ricollegabili al movimento ‘V_V’ (Voce di lotta non violenta per la libertà e i diritti umani).
Il sistema di reclutamento, ideato dagli organizzatori del movimento, prevedeva persino dei quiz di conoscenza delle tesi No vax. Solo superando il test, si poteva accedere a livelli superiori fino a raggiungere il livello di “guerriero” che consentiva di svolgere operazioni sul campo.
Tra i “guerrieri” c’era anche un uomo, di Pisa, incensurato e disoccupato, accusato di essere l’autore delle scritte No vax all’hub di Firenze. «Accettare l’idea – scrive uno degli indagati in una delle chat No vax – che sia necessario lottare contro questo nemico e che sia necessario farlo in prima persona perché nessuno verrà a salvarci. Significa vivere quotidianamente l’importanza della lotta e della nostra partecipazione ad essa perché, compatibilmente con la nostra vita quotidiana, il guerriero sa che ciò che non fa lui non lo farà nessun altro».
L’obiettivo del gruppo era quello di reclutare, formare e istigare gli adepti verso azioni delittuose in tutta Italia. Nello specifico, si parlava di azioni contro strutture o protagonisti dell’attuale piano vaccinale e, più in generale, del contenimento della pandemia del Coronavirus.
(da Open)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
IL CENTRODESTRA ROTOLA GIU’ DAL COLLE
La strada verso il Quirinale, per il centrodestra, è lastricata di dispetti e provocazioni.
L’ultimo “incidente” lo provoca (volutamente?) Giorgia Meloni, che a sorpresa toglie dal tavolo il nome di Silvio Berlusconi.
La leader di Fratelli d’Italia attribuisce al Cavaliere la volontà di fare un “passo indietro”. Con un ragionamento che espone nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa: “L’elezione di Berlusconi non è una cosa facilissima per i numeri”, dice l’ex ministra. Aggiungendo: “Visto che Berlusconi è stato il primo a rispondere all’appello di Letta per trattare insieme il prossimo presidente della Repubblica, deduco che abbia deciso di fare un passo indietro…”. E insiste: “Io penso che Berlusconi non sia più interessato a questa partita”.
Un’uscita che lascia di sasso i vertici di Forza Italia. Che viene bollata come “incomprensibile”.
Fi, si affrettano a sottolineare fonti azzurre, si è detta “disponibile” a discutere con tutti i leader della maggioranza “solo” della legge di bilancio, “nell’interesse degli italiani”.
Il partito azzurro ha sempre detto – si sottolinea – che è “assolutamente prematuro discutere oggi di Quirinale, che i due piani non possono e non debbono assolutamente essere sovrapposti e che il centrodestra sarà unito”.
Berlusconi, insomma, resta in campo. Anche se ha scelto la strada del basso profilo, in attesa di vedere l’evoluzione della corsa al Colle.
Ma è un duello che mette a nudo il risentimento di Fdi e Lega per le ultime mosse di Forza Italia.
La disponibilità offerta subito da Berlusconi e Tajani a Enrico Letta, la solerzia con la quale i due avevano accolto la proposta del segretario dem di un tavolo di maggioranza, e ancora la dichiarazione del Cavaliere per cui Draghi può restare in sella “anche oltre il 2023” hanno incrinato di nuovo la solidità del centrodestra.
Per spirito di squadra, o per calcolo, Meloni e Salvini hanno sinora assecondato i desiderata dell’ex premier che sogna il Colle, pur non credendoci molto. Per loro sarebbe preferibile una via diversa (per esempio l’ascesa di Draghi al Colle) che avvicinerebbe le elezioni.
Ma proprio per l’appoggio manifestato più o meno apertamente alla candidatura di Berlusconi per il Quirinale, non si aspettavano dal fondatore di Mediaset quello che repurano un “flirt” con i dem.
E anche di questo i due leader sovranisti avevano parlato lunedì, nel corso di un colloquio lungo un’ora alla Camera.
Ripromettendosi di chiedere lumi appunto al Cavaliere. E concordando sul fatto che, finita l’emergenza o con l’eventuale scalata di Draghi al Colle, non ci sarebbe una sola ragione per tenere in piedi un esecutivo di unità nazionale.
Nel mirino, in particolare, la prospettiva di un nuovo governo senza passare dalle urne. “Sarebbe indegno”, sibila la deputata romana. E se la legislatura terminasse nel 2023 per Salvini e Meloni non si potrebbe certo immaginare una coalizione elettorale sul modello dell’attuale.
Sono tutte ipotesi, si badi, non sgradite ai forzisti. Berlusconi, intanto, torna a Roma e raduna a cena lo stato maggiore (Tajani e i capigruppo). Per cercare di ridurre la nuova frattura.
Ma la sensazione di molti è che con la partita del Quirinale rischi di finire anche il centrodestra, almeno nella versione che conosciamo.
(da La Repubblica)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
“COME SI PUO’ RESTARE A GUARDARE? DOV’E’ FINITA L’UMANITA’ E LA COMPASSIONE?”
C’è un bambino, nei boschi inospitali della Bielorussia, che mentre aspetta di poter entrare in Polonia si ripara dal freddo con una coperta.
A fargli questo regalo è stata una ragazza di Grodno, paesino a venti chilometri dal confine con la Polonia, che qualche giorno prima è partita per aiutare i migranti alle porte dell’Europa.
“Quando la situazione al confine è esplosa, i media hanno iniziato a diffondere molte foto di donne e bambini seduti a terra – rivela la volontaria che, intervistata da Huffpost, chiede di non comparire con nome e cognome – molti di loro erano senza cappello, vestiti in modo leggero, era evidente che avessero freddo, fame e disperazione”.
Mossa da quelle immagini, lei che di figli ne ha due, ha deciso subito cosa fosse importante fare: “Abbiamo contattato la nostra organizzazione di volontari della Croce Rossa della comunità e abbiamo portato lì cibo e altre cose: una coperta calda, che per inciso ho visto più tardi in una delle foto del campo (un bambino piccolo ne era ricoperto), un cappotto invernale per bambini, un cappello, una sciarpa, guanti, biscotti, conserve, pane, acqua e prodotti per l’igiene”.
Dall’inizio dell’estate, migliaia di migranti e richiedenti asilo cercano di entrare in Europa passando attraverso il confine polacco.
“All’inizio molti non capivano da dove venissero queste persone, come arrivassero in Bielorussia e perché fossero pronti a mettere in pericolo i loro figli e le loro donne – dice la ragazza- più tardi tutto è diventato chiaro: vogliono andare in Polonia e da lì in Germania. Sperano di stabilirsi lì per viverci”.
La facilità con cui i migranti riescono ad arrivare fino al confine viene offerta dalla Bielorussia stessa. Dallo scorso marzo, il governo di Lukashenko ha cominciato a semplificare le procedure burocratiche per rilasciare visti turistici a cittadini provenienti da Paesi del Medio Oriente – in fuga da luoghi di conflitto come Afghanistan, Iraq e Siria – risparmiando loro il tragitto pericoloso verso l’Europa.
Chi se lo può permettere, spende un migliaio di euro per arrivare a Minsk. Tutti gli altri sono costretti ad affidarsi a trafficanti, ma in quel caso il costo può raggiungere cifre molto più alte. Una volta arrivati, tentano di attraversare la zona boscosa che li divide dalla frontiera.
“Ai migranti vengono offerte molte vie d’uscita, ma c’è solo una cosa che vogliono: attraversare il confine e arrivare in Germania – continua la volontaria -molte organizzazioni, associazioni e singoli volontari raccolgono aiuti. Ai migranti è già stato offerto un riparo in un centro logistico e in un campo per bambini”.
Mentre la polizia polacca ha lanciato gas lacrimogeni e idranti al confine, l’Unione Europea, che ha escluso la possibilità avanzata dalla Polonia di costruire un muro, ha invece stanziato 700 mila euro per cibo, coperte e kit di primo soccorso. Ad annunciarlo è stata la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, su twitter:
Tra i bielorussi, c’è chi, però, è contrario a gesti solidali. Dopo la sua donazione, questa volontaria è stata presa di mira sui social: “La nostra iniziativa è stata trasmessa su diversi canali governativi e molte persone mi hanno scritto messaggi sui social dicendomi che avevo fatto una cosa ‘cattiva’, che era sbagliato. Si tratta dell’indicatore del livello di umanità di una persona – continua la ragazza – sono stato educata in modo tale che la cosa principale è la nostra anima! E non importa la nazionalità, la religione, la mentalità, siamo tutti uguali. E non c’è giusto o sbagliato! C’è solo gentilezza e compassione per il prossimo”.
La situazione, intanto, continua a degenerare. Lo stallo diplomatico, con l’unica apertura mediatica da parte della cancelliera uscente Angela Merkel verso Lukashenko, non sembra facile da superare. “Sono pronta a ripartire se dovessero servire altri aiuti. Non ho paura dell’aggressione, la vita di queste persone è più importante”.
(da Huffingtonpost)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
“PROFESSORE, FAREBBE PIU’ BELLA FIGURA AD AMMETTERE CHE HA DETTO UNA CAZZATA”… E’ UNO SCONCIO CHE SI PERMETTA A IGNORANTI IN MATERIA E IN MALAFEDE DI DIFFONDERE DATI FALSI SENZA RISPONDERNE IN TRIBUNALE
Figuraccia in diretta di Ugo Mattei, giurista dell’Università di Torino, ex candidato sindaco ed esponente No Green Pass, in collegamento a Tagadà su La7: il professore afferma in diretta che “il 70% dei ricoverati in terapia intensiva è vaccinato” ma la sua affermazione viene sottoposta immediatamente a fact checking da parte della redazione del programma condotto da Tiziana Panella.
La verifica dura pochi minuti, poi il verdetto, sulla base del report per il mese di ottobre dell’Istituto Superiore di Sanità: quella di Mattei è una fake news.
Il dato vero è il contrario di quanto sostiene il docente: nelle terapie intensive il 66,4 dei pazienti non è vaccinato, senza contare, come viene sottolineato in diretta, che i due gruppi non sono confrontabili visto che attualmente in Italia quasi l’85% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale.
Di fronte ai dati inoppugnabili, mostrati in una grafica, il professor Mattei, in evidente difficoltà, dapprima prende tempo: “Io sinceramente non riesco a guardare… vedo male…” per poi ripetere “I dati che io avevo, che mi sono stati dati, sono esattamente l’opposto”. Al che, dallo studio, David Parenzo lo fulmina: “Professore, fa più bella figura a dire che ha detto una c…ata: lo dico per lei”
(da NextQuotidiano)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX VICEQUESTORE HA FATTO UNA FIGURA BARBINA NON SAPENDO COSA RISPONDERE ALLE DOMANDE DELLA DONNA CHE HA PERSO L’AMORE DELLA SUA VITA: “LA LIBERTA’ CHE VOI NO VAX AVETE LA DOVETE A NOI VACCINATI, DOVRESTE FINIRE IN LOCKDOWN E PERDERE IL LAVORO, VE NE FREGATE DEL PROSSIMO”
la libertà che voi no vax e no green pass avete la dovete a noi vaccinati. Voi non
vaccinati dovreste finire in lockdown e smettere di lavorare, non vi interessa del prossimo”.
Il Covid le ha portato via il compagno e ha messo a rischio anche la sua vita. Per questo motivo Laura Cosseddu non riesce ad accettare le polemiche mosse dai no vax contro qualsiasi cosa (perché partendo dai vaccini si è arrivati anche al Green Pass). E nello studio di “Non è L’Arena” (su La7), la donna si è confrontata con l’ex vicequestore Nunzia Schilirò, salita agli “onori” della cronaca per le sue posizioni anti-vacciniste e per le sue assurde teorie sulla pandemia.
“Il mio compagno era lucido, quando mi ha salutato sapeva già che poteva morire – ha detto Laura Cosseddu -. Io ho sperato e pregato, ma dopo 18 giorni di terapia intensiva non è tornato. A tutte le persone lì in studio che parlano di numeri senza sapere nulla, io vorrei chiedere: se vostra madre, il vostro compagno o vostro figlio venisse ricoverato e non doveste più vederlo da un’ora all’altra, che cosa fareste? Vicequestore, cosa farebbe? Mi risponda e spero che dica qualcosa di intelligente perché finora ho sentito cose vergognose. Credo che sensibilità ed empatia le manchino tanto”.
L’ex vicequestore prende la parola, portando ancora avanti le sue tesi. Anche di fronte al racconto di una tragedia: “A me dispiace molto per quello che le è successo e non posso non esserle vicino. Io quando partecipo a trasmissioni così noto che si potrebbe parlare per ore e fare tantissimi polemica perché i dati sono tanti e si potrebbero dare tantissime spiegazioni”.
Ovviamente non li cita, anche perché sarebbe difficile la contestualizzazione dei numeri da parte di una persona che parla delle frequenze di Venere.
E poi prova a chiosare ergendosi a rappresentante di padri e madri di famiglia: “Io non voglio fare polemica, noi chiediamo solo libertà, uguaglianza davanti alla legge, dignità del lavoro e un po’ di felicità, il Covid c’è stato ed è stato una cosa gravissima ma speriamo di poter voltar pagina”.
Una risposta priva di significato, soprattutto parlando dei veri effetti della pandemia che ha devastato – con morti e dolori – la vita di molte persone.
Ed è lì che Laura Cosseddu ribatte con fermezza: “Io non voglio il suo abbraccio, così come non voglio alcun tipo di compassione. Io vorrei che le persone si rendessero conto che questa è stata una malattia violenta, improvvisa. Però non mi parli per favore di libertà, perché la libertà che voi no vax e no green pass avete la dovete a noi vaccinati. Voi non vaccinati dovreste finire in lockdown e smettere di lavorare, non vi interessa del prossimo”.
Finisce qui? No, perché Nunzia Schilirò dice che non si potrebbe mai permettere di contraddire la donna in collegamento perché capisce il suo stato d’animo.
Ma poi cita “esperti che hanno parlato in Senato” e Laura Cosseddu la blocca: “Non la lascio parlare, penso abbia detto già abbastanza stupidaggini. Ma lei li ha visti i numeri? Come li spiega?”.
E l’ex vicequestore prosegue ancora sostenendo che i vaccinati contagiano (smentendo anche se stessa quando dà ragione alla donna che spiega come il tasso di infezioni tra i vaccinati sia più basso). E lo fa sorridendo in faccia alla donna, per celare tutta la sua insicurezza per rispondere seguendo le sue follie.
Ma la chicca finale arriva alla conclusione di questa discussione. Cosseddu chiede a Schilirò: “Ma lei lo sa cos’è il long Covid?”. L’ex poliziotta risponde: “E lei sa cos’è il Senato?”. E lo fa ridendo.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
I DUE NO VAX SPERAVANO COSI’ DI RENDERE MENO PESANTE LA LORO POSIZIONE… QUESTI CRIMINALI DEVONO PAGARE CON LA GALERA
Un gesto vile, che avrebbe potuto provocare conseguenze irreparabili e per cui ora due persone – un 52enne di Urago Mella, e un 51enne di Monticelli Brusati – devono rispondere di atto di terrorismo con ordigni esplosivi e fabbricazione e porto abusivo di armi da guerra aggravato dalla finalità terroristica.
I due no-Vax, che ora rischiano una pesante condanna, sarebbero responsabili, secondo quanto emerso dalle indagini, dell’attentato incendiario compiuto il 3 aprile scorso contro il centro vaccinale di via Morelli e dopo le ordinanze di custodia cautelare emesse nei loro confronti, si trovano a processo (entrambi hanno scelto il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna e saranno in aula il prossimo 17 gennaio).
Intanto – mentre uno è agli arresti domiciliari e l’altro è in carcere – pare abbiano tentato di proporre un risarcimento danni. La proposta avanzata da uno dei due imputati all’Asst Spedali Civili, responsabile dell’hub vaccinale che è stato oggetto dell’attentato, non sarebbe però andata a buon fine: secondo quanto si apprende da fonti locali l’ente avrebbe rifiutato l’offerta.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
GLI DA’ DEL RACCOMANDATO E LUI RISPONDE CON UNA QUERELA
Una discussione, l’ennesima tra i due, che si è conclusa con una querela annunciata in
diretta televisiva. Mercoledì sera, a “Non è L’Arena” (su La7), è andata in scena l’ennesima lite a distanza tra Matteo Bassetti e Gianluigi Paragone.
Il senatore di Italexit ha, di fatto, dato del raccomandato al direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, citando il padre del medico. Parole che hanno provocato l’immediata reazione dell’infettivologo.
“Stasera Paragone ha insinuato che io sono diventato primario e sono professore universitario perché sono figlio di mio padre. Si deve assumere le responsabilità di quello che ha detto perché io ho vinto regolari concorsi con un curriculum. Per cui domani riceverà una querela dal mio legale”.
Parole pronunciate mentre, in sottofondo, il senatore di Italexit fa spallucce dicendo “E chi ha detto il contrario?”.
Ma la lite Bassetti-Paragone prosegue per qualche minuto, con il senatore che ribadisce il suo “punto di vista” difendendosi: “Io ho soltanto detto la verità delle cose. Lei può querelare il mondo. Io sono contento perché così, almeno, quando andremo a processo capiremo tutta la sua accademia scientifica, il suo percorso accademico, i suoi dati, la sua letteratura. E sapremo anche di quando era a Udine, di quando è andato a Genova. Quindi sono ben lieto di andare a processo, così almeno le diremo chi era suo padre”.
Il clima non si placa e Bassetti interviene accusando Paragone di essere un violento e il senatore gli dà del “mammalucco”.
Paragone per fare caciara prima dice che Bassetti è un raccomandato, poi ammette che il concorso era regolarem un autogol incredibile.
Per chi non lo sapesse il padre di Bassetti (direttore al San Martino per molti anni) è mancato 17 anni fa e suo figlio ha vinto il concorso 5 anni fa, un po’ difficile raccomandare un figlio dall’aldilà.
(da agenzie)
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Novembre 18th, 2021 Riccardo Fucile
“VOGLIO VEDERE TUTTO IL GIRATO”
Imitazioni a targhe alterne.
Il video di Lilli Gruber che imita Mario Giordano ha provocato la classica reazione indignata – anche in questo caso “a targhe alterne” – da parte di Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia, infatti, se l’è presa con la giornalista di La7 – e conduttrice di “Otto e Mezzo” – esprimendo solidarietà nei confronti del conduttore di “Fuori dal Coro”. E lo fa definendo “infantile” l’atteggiamento della storica presentatrice e conduttrice. E proprio parlando di quel video è intervenuto a gamba tesa Elio Vito, deputato di Forza Italia che da tempo “combatte” contro i sovranismi e la dialettica sovranista.
“Lilli Gruber, durante un incontro pubblico, sbeffeggia con tanto di verso Mario Giordano – ha scritto Giorgia Meloni sui suoi profili social -. Una scena imbarazzante e triste. E questa sarebbe professionalità? Solidarietà a Giordano, un giornalista fuori dal coro. Sicura che atteggiamenti infantili come questo non lo scoraggeranno”.
Ed è lì che Elio Vito usa una oramai storia citazione della leader di Fratelli d’Italia. No, non quella sulla ricerca di visibilità pronunciata parlando della star di Hollywood Richard Gere, ma quella che risale all’inchiesta di Fanpage che vede coinvolti (ora anche con un’indagine della Procura) l’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, accusato di finanziamenti illeciti e riciclaggio.
“Vorrei vedere tutto il girato, Giorgia, prima di commentare”. A cosa fa riferimento? La risposta arriva pochi istanti dopo, quando un utente pubblica “l’intero girato”, senza il taglio che – artatamente – ha rimosso il finale di quell’imitazione fatta da Lilli Gruber.
“Scusate, non vorrei mancare di rispetto a nessuno”. Questo dice l’intero girato.
(da NextQuotidiano)
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