Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
REATI CONTESTATI: ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, MINACCIA AGGRAVATA, ATTI PERSECUTORI, DIFFAMAZIONE E MOLESTIE (QUALCHE ANNO DI GALERA ASSICURATO)
Dalle prime ore del mattino la Polizia sta eseguendo 9 perquisizioni nei confronti di altrettanti soggetti “no vax” sparsi su tutto il territorio nazionale, accusati di stalking in concorso ai danni del noto infettivologo genovese Matteo Bassetti.
L’indagine, partita dopo le querele presentate dal medico e diretta dalla Procura di Genova, è stata condotta dalla Digos del capoluogo ligure, ed ha permesso di identificare complessivamente 36 persone, responsabili a vario titolo dei reati di istigazione a delinquere, atti persecutori, minaccia aggravata, diffamazione e molestie.
Le perquisizioni in corso vedono coinvolte, oltre alla Digos di Genova, anche gli uffici omologhi di Avellino, Lecce, Milano, Modena, Napoli, Parma e Trento, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e la collaborazione dei Compartimenti di Polizia Postale territorialmente competenti.
L’attività investigativa, partita dopo le querele presentate dal medico e diretta dalla Procura di Genova, è stata condotta dalla Sezione Investigativa della DIGOS del capoluogo ligure, e si è concentrata su un gruppo di soggetti che, nei canali Telegram frequentati dalla frangia contraria ai vaccini ed all’obbligatorietà del “green pass” , ha pianificato, organizzato e posto in essere le condotte oppressive contro Bassetti, dando vita al fenomeno del cosiddetto “gang stalking”.
Lo stalking di gruppo, consiste in un’azione persecutoria ai danni di un “individuo bersaglio” che si realizza attraverso un insieme di atti ostili (anche non singolarmente imputabili come reati) ma che nell’insieme risultano lesive per la vittima.
Nel caso del prof. Bassetti, ci si è trovati di fronte ad una tipologia di stalking “telematico” o “cibernetico”, messo in pratica mediante azioni ripetute al telefono, sulle app di messaggistica e sulle piattaforme social. In particolare, si è trattato di una sequenza di molestie simultanee e sincronizzate, mediante telefonate e invio di messaggi (sms o istantanei), effettuate da un gruppo definito di persone, le quali poi hanno dato dimostrazione del loro operato nei canali “Telegram” di riferimento.
Alcuni degli “stalker”, che hanno agito dopo una precisa disposizione, hanno tentato di celare la propria identità dietro profili “fake” e false utenze, ed hanno posto in essere una campagna vessatoria che per il prof. Bassetti stava diventando esasperata ed insostenibile.
Così, mosso dal timore per l’incolumità propria e della sua famiglia, il noto infettivologo si è rivolto alla Polizia, che è riuscita ad identificare parte dei responsabili. Così nella giornata odierna, le DIGOS di Genova, Avellino, Lecce, Milano, Modena, Napoli, Parma e Trento, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con l’ausilio del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno eseguito le perquisizioni, sequestrando numerosi dispositivi telematici e copioso materiale informatico che andrà al vaglio degli inquirenti.
Peraltro, l’attività investigativa non è conclusa: sono in corso di identificazione decine di altri soggetti che si sono resi autori di condotte persecutorie nei confronti del prof. Bassetti
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
LE LUNGHE VACANZE DI NATALE SEMBRANO FERIE FORZATE… FINO A FINE GENNAIO NON SENTIREMO PIU’ DIFFONDERE TESI NO VAX
Molti programmi Mediaset, e non solo, durante le vacanze natalizie vanno in pausa:
per Fuori dal coro e Dritto e Rovescio di Mario Giordano e Paolo Del Debbio il periodo di riposo sarà più lungo.
La notizia è stata anticipata da Tvblog: i due programmi condotti da Mario Giordano e Paolo Del Debbio chiuderanno il sipario su Rete 4 rispettivamente il 7 e il 9 dicembre per tornare in onda e solo a fine gennaio, precisamente il 25 e il 27 gennaio 2022. Tutto nella norma? Non proprio.
Infatti altri talk show di Rete 4 non andranno in pausa, o ne avranno una più breve, come nel caso di Zona Bianca condotto da Giuseppe Brindisi e di Quarta Repubblica che vede al timone Porro, che invece partirà il 10 gennaio.
C’entra qualcosa la linea editoriale dei due giornalisti che spesso hanno dato voce a molte teorie e voci no-vax? Sui social in tanti ne sono convinti
Qualche mese fa Mario Giordano rilasciò delle dichiarazioni che sembravano anticipare la chiusura del suo talk come aveva raccontato, riportando delle indiscrezioni, il quotidiano romano Il Tempo: “Chiudetemi il programma se non vi vado bene. Io non sono No Vax, mi pongo solo delle domande”.
All’epoca non successe nulla, ma il polverone aiutò Fuori dal coro ad attrarre ancora di più le simpatie di un certo pubblico. Ora la sospensione prolungata coinciderà con il periodo in cui andrà in vigore il Super Green Pass.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
PREVALE LA LINEA REALISTICA DI CONTE… LE RESTITUZIONI (CIRCA 4 MILIONI) ANDRANNO AL CNR E NON PER AIUTARE GLI AFGHANI, GRAN BEL SEGNALE DI SOLIDARIETA’
Il Movimento 5 stelle ha detto sì al 2X1000 e al finanziamento privato in regime fiscale agevolato. I militanti che erano chiamati a esprimersi sulla piattaforma pentastellata tra ieri e oggi, secondo quanto risulta ad Huffpost, hanno dato il via libera alla proposta messa al voto da Giuseppe Conte con il 72% di sì contro solamente il 28% di no
I votanti si sono attestati poco al di sotto delle 34unità, un numero che i vertici del Movimento definiscono “molto positivo”.
“La stragrande maggioranza. Se accettiamo il principio della democrazia diretta, è questo” ha commentato Conte. Che poi ha commentato la contrarietà di Beppe Grillo attribuendo la decisione a parlamentari e iscritti: “Ho sentito quello che ha detto Grillo, io ho preso atto di una richiesta che era sul tavolo da tempo e ho ritenuto giusto che fosse discussa nei gruppi e anche votata”.
Infine niente soldi per aiutare l’Afghanistan, come aveva assicurato il capo politico M5s. Gli emolumenti delle restituzioni, circa 4 milioni, saranno devoluti ai progetti di ricerca del Cnr, che con il 25,6% delle preferenze ha di poco superato Emergency, ferma al 23,47%. L’associazione Nove Onlus – Emergenza Afghanistan lontanissima con il 4,67%.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
ANNUNCIA LA CORSA ALL’ELISEO IN UN VIDEO, MA NEI SONDAGGI E’ TORNATO DIETRO MARINE LE PEN
Ormai è ufficiale: Eric Zemmour è candidato alle prossime elezioni presidenziali
francesi. L’annuncio, nell’aria ormai da mesi, è arrivato con un video diffuso sui social, annunciato con largo anticipo dallo staff. Una non-notizia, utile più a rilanciare l’immagine di un outsider alla ricerca di legittimità in seguito al recente crollo nell’opinione pubblica.
L’opinionista e giornalista ultraconservatore appare seduto, mentre legge un testo, con un sottofondo di musica classica. Per assurdo nel suo discorso intriso di orgoglio nazionale, di restituzione della Francia ai francesi, nell’annuncio di una candidatura perché “non è più tempo di riformare la Francia ma di salvarla”, sceglie di farsi accompagnare la settima sinfonia del teutonico Ludwig van Beethoven.
In meno di dieci minuti si ritrovano tutti i temi più cari al pantheon zemmouriano. Al discorso di alternano immagini, prima in bianco e nero poi a colori. Zemmour ricorda la Francia di una volta, quella di Napoleone e del generale Charles de Gaulle, ma anche Brigitte Bardot e Alain Delon. “Un paese di cui i vostri figli hanno nostalgia senza neanche averlo conosciuto”, dice il candidato prima di passare ai giorni d’oggi: “Da decenni i nostri governi di destra e di sinistra ci hanno condotto sul cammino funesto del declino e della decadenza”. Intanto, le immagini cominciano a mostrare scontri durante manifestazioni, proteste delle Femen, immigrati e banlieue.
Dopo la cavalcata nei sondaggi degli ultimi mesi, lanciata da un pompaggio mediatico che lo vedeva al secondo turno insieme al presidente Emmanuel Macron, il fenomeno Zemmour si è sgonfiato.
Secondo un’inchiesta realizzata da Ifop per il settimanale Le Journal du Dimanche, l’ex editorialista del Figaro avrebbe perso due-tre punti, scivolando tra il 14 e il 15%, dietro a Marine Le Pen (19-20%) e il presidente Emmanuel Macron, stabile al primo posto tra il 25 e il 28%.
Zemmour paga la sovra-esposizione, ma anche le sparate che hanno accompagnato la sua onnipresenza sui piccoli schermi di Francia. Come quando ha affermato che avere “un appartamento da 100 metri quadrati a Parigi” non è da ricchi o quando ha puntato un fucile (ovviamente scarico) contro i giornalisti durante una visita al salone Milipol dedicato alla sicurezza esclamando “Non si scherza più, eh!”. Le accuse di xenofobia, omofobia e revisionismo storico (che in passato gli sono già valse due condanne per incitamento alla discriminazione razziale e all’odio religioso) cominciano a far scricchiolare l’impalcatura costruita per lanciare la corsa all’Eliseo.
L’opinionista adesso appare nervoso, incapace di gestire le critiche e gli attacchi. Come quando alcuni giorni fa a Marsiglia ha risposto ad una manifestante che gli mostrava il dito medio con lo stesso gesto. La sbandata di troppo, interpretata da molti come la dimostrazione della mancata statura presidenziale di una figura ormai abituata a farsi strada a colpi di sensazionalismo. Il mea culpa è arrivato via social, dove Zemmour ha riconosciuto un gesto “inelegante” e fuori luogo. Intanto, i suoi rivali si sfregano le mani. Soprattutto a destra.
“La trasformazione da polemista a candidato alla presidenziale non è avvenuta”, ha commentato Le Pen, che tira un sospiro di sollievo nel vedere il rivale mentre arranca lasciandogli spazio. Zemmour non riesce a togliersi di dosso le vesti di opinionista dalla polemica facile. Ma con l’annuncio di oggi si apre una nuova tappa, che porta il neo-candidato ufficialmente sulla pista della corsa all’Eliseo.
Nei prossimi mesi l’opinionista continuerà a cavalcare i cavalli di battaglia che l’hanno reso noto al grande pubblico francese: l’immigrazione e l’anti-Islam. I punti cardinali del suo pensiero, sui quali orientare la bussola verso la presidenza. Sul primo, la linea è netta e chiara: “Bisogna bloccare l’immigrazione legale e illegale”, ha dichiarato dal palco di Lille a inizio ottobre. La promessa è di espellere i due milioni di immigrati arrivati durante il mandato del presidente Emmanuel Macron (cifra contestata da diversi servizi di fact checking) per mettere fine a quella che definisce una “follia”. Ma il progetto guarda oltre e punta a “rifare i francesi” attraverso un processo di “assimilazione” necessario ad integrare gli stranieri presenti in Francia. “Significa diventare francesi, vestirsi come i francesi, dare un nome francesi ai proprio figli”, diceva il giornalista ad ottobre durante un dibattito con il leader della France Insoumise, Jean-Luc Melenchon su BfmTv. Per questo Zemmour propone di restaurare una legge del 1803 decisa all’epoca da Napoleone per vietare l’utilizzo di nomi stranieri. “Trovo triste che dopo tre generazioni un bambino venga chiamato ancora Mohammed”, spiegava a France 2. La proposta strizza l’occhio alla destra identitaria abbracciando la teoria della “grande sostituzione” elaborata da Renaud Camus che vedrebbe il popolo europeo minacciato dai nuovi flussi migratori destinati a sostituirlo progressivamente. “La grande sostituzione non è né un mito né un complotto ma un processo implacabile” si legge nel suo ultimo libro, “La Francia non ha detto al sua ultima parola”, che ha venduto più di 250 mila copie.
Provocazione o programma politico? La domanda in Francia se la fanno in molti e la risposta potrebbe arrivare nelle prossime settimane, cruciali per convincere l’elettorato e colmare le tante lacune che restano in un programma ancora incompleto.
Il controverso opinionista ultraconservatore in queste ultime settimane ci ha provato a rafforzare la sua credibilità, lavorando soprattutto sulle proposte economiche, vero tallone d’Achille. L’attenzione è tutta sul potere d’acquisto, definito dal 45% cento dei francesi come il tema più importante della campagna elettorale secondo un sondaggio di Odoxa per Europe 1. Zemmour parla prima di tutto ai gilet gialli, cittadini di quella Francia periferica insorti nel 2018 contro i rincari della benzina. In caso di vittoria, l’ex giornalista del Figaro promette di togliere la patente a punti e di rivedere i limiti di velocità su alcuni tratti stradali del Paese. Alla classe imprenditoriale propone invece di tagliare radicalmente le imposte di produzione, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese. Sull’età pensionabile, invece, l’idea è di aumentare la soglia portandola a 64 anni, due in più rispetto a quella attuale, tra le più basse d’Europa. Niente di rivoluzionario al momento.
L’Unione europea è un pretesto per tornare sui temi identitari, quelli di una Francia che rischia di “dissolversi” nella “chimera” di Macron. Il presidente è “l’uomo della mondializzazione felice, pensa che non bisogna mai chiudere le frontiere” diceva Zemmour a inizio ottobre intervenendo ai microfoni di Europe 1. Tuttavia, Parigi non deve più uscire dall’Euro, contrariamente a quanto sostenuto nel 2013 al quotidiano belga L’Echo. La strategia della Le Pen, che nel 2017 ha incentrato il suo programma sulla Frexit fallendo miseramente, è servita a Zemmour, che adesso mantiene un euroscetticismo di fondo senza spingersi troppo oltre.
La crisi del coronavirus è invece un pretesto utilizzato da Macron per distogliere l’attenzione dai veri temi importanti. “Il Covid perette di cambiare mediaticamente l’agenda”, spiegava a France info qualche giorno fa. Per questo, il green pass verrà immediatamente soppresso in caso di vittoria.
Questa sera Zemmour interverrà ai microfoni del telegiornale di Tf1, dove sarà maggiori dettagli sul suo programma, prima del grande meeting parigino di domenica prossima, organizzato all’indomani del congresso dei Repubblicani durante il quale si sceglierà il candidato del centro-destra.
(da Huffingtonpost)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
GESU’ E FIGLIO DI DIO, NON DI GIUSEPPE: MA LEGGITI ALMENO IL VANGELO, CAZZO
Tra pochi giorni i cristiani celebreranno la giornata dedicata all’Immacolata concezione della Vergine Maria.
Un evento biblico, descritto nei Vangeli, che ha tutti i crismi della santità: una donna, immacolata, concepirà un bambino figlio di Dio padre onnipotente.
Ed è quello l’evento su cui si fonda l’intera fede cristiana e quel concetto di Gesù Cristo figlio di Dio. Eppure c’è chi ha brandito palchi di comizi elettorali con rosari in mano, ergendosi a paladino della difesa dei valori e delle radici cristiane dell’Italia, che è ancora convinto che il vero padre di Gesù sia Giuseppe, il falegname promesso sposo di Maria. Ovviamente si tratta di Matteo Salvini
Per carità, anche in questo caso potrebbe valere il detto: i figli sono di chi li cresce. Ma quel post social di Matteo Salvini è l’esatto emblema di come il populismo si arricchisca anche di “citazioni” fideistiche e religiose.
Perché quel commento – uno dei tanti – fatto da Luca Bizzarri sotto al post pubblicato dal leader della Lega, è una verità assoluta proprio per i fedeli delle religione cristiana, in tutte le sue sfaccettature dogmatiche.
Eppure Salvini, per polemizzare sul documento European Commission Guidelines for Inclusive Communication che – evidentemente – non ha né letto né capito, riesce a farsi un clamoroso autogol: Giuseppe, magicamente, diventa il papà di Gesù. Decade, dunque, la dottrina dell’Avvento. Dell’annunciazione dall’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, come narrato nel Vangelo secondo Luca:
“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse : «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei”.
Insomma, Dio è il padre di Gesù. Non Giuseppe.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
CERTAMENTE SE AL SUO POSTO CI FOSSE STATO UN POVERO CRISTO O UNO STRANIERO AVREBBERO ASSUNTO LA STESSA DECISIONE
Luca Morisi ha acquistato cocaina, per consumarla con i due escort rumeni invitati a
casa sua a Belfiore, in provincia di Verona. Ma il fatto “è di tenue entità”, dunque molto probabilmente non ci sarà un processo, perché la Procura chiederà l’archiviazione.
La procura di Verona – come scrive il Corriere della Sera – sembra arrivata a un punto nell’indagine sull’ormai ex spin doctor della Lega, dimessosi dopo lo scandalo.
La Procura di Verona ha ascoltato nelle scorse settimane Morisi che ha confermato di aver acquistato la cocaina da consumare nel festino nella sua casa di Belfiore, alla vigilia di Ferragosto.
Ma – come ha spiegato il suo avvocato Fabio Pinelli – non c’era “stato accordo preventivo” tra i tre, per consumarla insieme. Sembra un dettaglio. Ma invece è un passaggio cruciale.
E’ una maniera, da codice, infatti, per evitare l’accusa di spaccio.
O, per lo meno, di poter accedere al beneficio previsto dalla norma della “tenue entità” così come la procura si appresta a fare nelle prossime ore.
La cocaina trovata a casa Morisi era poca, 0,31 grammi in una bustina di nylon gialla, “nascosta in un libro verde”, più alcuni residui “in un piatto di ceramica colore bianco con sopra sostanza pulviscolare di colore bianco sottoforma di cristalli, accanto a tessere plastificate e una banconota arrotolata da 20 euro”.
Ma quanta cocaina era stata consumata in realtà in quella giornata? Ed è indubbio che Morisi ne avesse ceduto dosi ai due escort.
Diverso invece è il discorso per quanto riguarda la droga dello stupro che, in un primo momento, uno dei due ragazzi aveva raccontato che fosse stato Morisi a cedere loro il 14 agosto scorso. Le chat acquisite dai carabinieri provano che sono stati i ragazzi a portare la boccetta a casa Morisi.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
DETTO DA LUI E’ UNA GARANZIA…E A SUPPORTO ARRIVA SGARBI: “NESSUNA VIOLENZA, SOLO MALEDUCAZIONE”
Pacche sul sedere e pacche sulle spalle. Ancora una volta, Vittorio Feltri si è reso protagonista di un commento che poco si addice alla gravità di quanto accaduto sabato pomeriggio fuori dallo Stadio “Castellani” di Empoli, quando un “tifoso” della Fiorentina – Andrea Serrani, individuato dalla Polizia e che a breve riceverà un daspo e (probabilmente) una denuncia per molestie sessuali – in un atto che ha definito di “goliardia” ha dato un vigoroso schiaffo sul fondoschiena di Greta Beccaglia, inviata di Toscana Tv impegnata nella sua diretta fuori dall’impianto toscano.
L’editorialista e fondatore di Libero, con un fondo pubblicato sul quotidiano che ha diretto fino a poco tempo fa, minimizza l’accaduto. A partire dal gesto del “tifoso” viola: “Ci siamo stupiti nel vedere un tifoso della Fiorentina, dopo la partita persa dai gigliati con l’Empoli, dare uno schiaffetto sul sedere di una cronista televisiva. Ma abbiamo pensato che il gesto, per la verità volgarotto, del Tizio fosse abbastanza giocoso, non certo una aggressione”.
Insomma, il tutto viene derubricato a “schiaffetto”. Ma c’è molto di più nell’editoriale scritto da Vittorio Feltri. L’ex giornalista (e consigliere comunale a Milano), sostiene che le scuse del “tifoso” siano d’obbligo ma anche che il tutto dovrebbe concludersi con un “educativo” calcio nel sedere, senza sollevare tutto il polverone mediatico che, invece, si è alzato fin da sabato sera. Per lui, dunque, tutta l’indignazione è immotivata.
“Sappiamo tutti che le femminucce vanno ossequiate e mai sfiorate se non aderiscono spontaneamente a farsi accarezzare o qualcosa del genere, ma se qualcuno contravviene a questa regola, come nel caso del tifoso viola, non mi pare equo invocare la sua prolungata carcerazione. Io proporrei per il palpatore di chiappe una sanzione adeguata al reato commesso: un calcio nel culo. Nulla di più”.
L’eco di Sgarbi
E se il pensiero di Vittorio Feltri è, oramai, un grande classico della letteratura giornalistica moderna, non può sorprendere quello di Vittorio Sgarbi che – mischiano pere e mele – ha commentato il caso di molestie contro Greta Beccaglia a modo suo. In collegamento con “Quarta Repubblica”, su Rete4, ha voluto rendere edotto il pubblico sulle “palpate” che subisce quotidianamente:
“Oggi sono stato insistentemente toccato da due donne che mi hanno sfiorato il culo e non ho denunciato. Gli omosessuali che incontro mi toccano sempre le palle e non ho mai detto niente. Se un omosessuale mi tocca le palle lo prendo per una battuta e mi capita sempre. Una donna può stare al gioco, oppure può denunciare ed essere risarcita con 1000 euro. Fai una multa contro la maleducazione, non parli di violenza sessuale. Non è violenza, non è violenza, non è violenza”.
Anche lui, come Feltri, sempre lucidissimo.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
IL PROVVEDIMENTO DEL QUESTORE DI FIRENZE
Andrea Serrani, l’uomo che ha confessato di aver molestato la giornalista di Toscana
Tv Greta Beccaglia, ha ricevuto un Daspo di tre anni.
Il questore di Firenze Filippo Santarelli lo ha emesso ieri. Il provvedimento è entrato in vigore oggi. La misura di prevenzione vieta a Serrani per tre anni di accedere agli stadi. E già da questa sera Serrani non potrà assistere alla partita della Fiorentina. Andrea Serrani è indagato dalla Procura di Firenze nell’ambito di un’indagine che ipotizza il reato di violenza sessuale.
L’avvocato Roberto Sabbatini, legale del 45enne di Chiaravalle (Ancona), ha detto che il suo assistito «è molto dispiaciuto, non dorme da due notti e la prima cosa che mi ha chiesto è di mettermi in contatto con la giornalista».
Secondo il legale, Serrani vuole chiedere scusa a Beccaglia «di persona», perché pensa di «essere stato rappresentato come non sente di essere.
(da agenzie)
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Novembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
E’ PARTITA LA GARA A DIFENDERE “UN IMPRENDITORE, UN BUON PADRE DI FAMIGLIA, RISPETTOSO DELLE DONNE”… TRA POCO GLI DARANNO UNA MEDAGLIA
Lunedì pomeriggio era stato individuato dalla Polizia grazie alle immagini trasmesse in diretta da Toscana Tv e a quelle delle telecamere di sicurezza fuori dallo Stadio “Castellani” di Empoli.
Ora Andrea Serrani, ristoratore 45enne di Chiaravalle, riceverà un Daspo (ancora non è nota la durata del provvedimento) e – al netto di ripensamenti dell’ultimo minuto – anche una denuncia per molestie sessuali da parte di Greta Beccaglia.
L’uomo, che già su Facebook aveva provato a chiedere scusa per quell’incomprensibile “pacca sul sedere” in diretta televisiva, adesso parla di goliardia. Ma i suoi sono pensieri molto confusi.
Mentre le forze dell’ordine non escludono l’ipotesi di un coinvolgimento nelle indagini anche di altri uomini che hanno molestato l’inviata di Toscana TV a telecamere spente, il sottosegretario al Ministero dell’Interno – Carlo Sibilia – ha detto di aver parlato con il prefetto che a breve emetterà il Daspo nei confronti del “tifoso” della Fiorentina. E lui, contattato da “Il Corriere Fiorentino” ha provato a dare una spiegazione per quel gesto che, anche dalle sue parole, è privo di senso.
“Non è assolutamente un atto di sessismo. Avevamo perso e ho fatto quel gesto in un momento di stizza e per goliardia. Non avrei mai pensato a tutto quello che sta succedendo. Il mio avvocato sta cercando l’avvocato della giornalista: voglio farle le scuse ufficiali. Mi descrivono come un violentatore, ma non sono così. A casa mi hanno detto: ma che hai fatto? Me lo ha detto anche la mia compagna. Sanno che non sono una persona cattiva”.
Stizza per la sconfitta della sua Fiorentina a Empoli e goliardia. Questa la giustificazione preliminare data da Andrea Serrani. Poi, nella serata di ieri, ancora un’altra dichiarazione. Questa volta a “La Zanzara”, su Radio24:
“Lo sputo sulla mano? Stavo tossendo e sono passato. E’ uno sbaglio, non è scattato niente. A casa mi hanno detto: come ti è venuto in mente? Me l’ha detto anche la mia compagna. Sanno che non sono una persona cattiva. Stiamo passando tutti i dispiaceri possibili del mondo. Uno lavora una vita, si crea una vita e poi guardate cosa succede”.
E il suo avvocato, Roberto Sabatini, lo difende spera che la storia non finisca in tribunale: “Auspico una composizione bonaria. Sarei felice se la dottoressa conoscesse Andrea, un imprenditore, una bravissima persona, padre di famiglia, che è sempre stato rispettoso verso le donne. Il suo gesto è inutile da commentare, mi sento però di dire che nel gesto di Serrani, quanto meno nelle sue intenzioni, non c’era alcuna connotazione di tipo sessuale”
(da agenzie)
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