Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IL FERVENTE PUTINIANO ORA SI TRAVESTE DA UOMO DI PACE
Salvini il fan di Putin, quello che ha osannato il tiranno russo e lo ha assecondato in tutto
e per tutto ora fa le capriole pur di non attaccare direttamente il presidente russo che ha invaso l’Ucraina.
“La priorità, per la Lega e per tutti, è la pace, tornare al più presto alla serenità e salvare vite di innocenti aggrediti e bombardati. Oltre a tutte le iniziative politiche, economiche e diplomatiche, per i credenti è fondamentale non smettere di pregare. Sarebbe bello che oggi, in concomitanza con le parole del Santo Padre all’Angelus, tutti si raccogliessero in un momento di preghiera, pensando soprattutto ai bimbi che stanno vivendo giorni di terrore, per un immediato Stop alla guerra e un urgente, vitale, unitario sì alla pace”.
Papa Francesco chi? Quello che venne fischiato nel famoso comizio di Salvini in piazza Duomo senza che il leghista avesse nulla da eccepire?
O quello osteggiato dal cardinal Burke, ultra-tradizionalista e perfino negazionista del Covid beatificato dalla Lega?
Come cambia facilmente le opinioni Salvini.
(da agenzie)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IN RUSSIA HA REALIZZATO LE DIMORE DI MOLTI OLIGARCHI: AVREBBE SOTTRATTO AL FISCO 50 MILIONI DI EURO
La guerra in Ucraina non c’entra. Ma c’è un legame con la Russia. Indagato a Brescia l”architetto di Putin’. Si tratta di Lanfranco Cirillo, professionista 63enne che in Russia ha realizzato le dimore di molti oligarchi, ottenendo anche la cittadinanza.
A dare la notizia è Il Giornale di Brescia, secondo cui nei giorni scorsi sono state effettuate perquisizioni nelle residenze di Roncadelle di proprietà della moglie di Cirillo, che sarebbe indagato per infedele dichiarazione dei redditi, autoriciclaggio e violazione del codice a tutela dei beni culturali.
In sostanza, secondo la Procura di Brescia il professionista avrebbe falsamente indicato che la sua attività si svolgeva all’estero per non versare le tasse in Italia.
Sotto la lente della Gdf sono finiti gli anni dal 2013 al 2019, durante i quali sarebbero stati sottratti al fisco 50 milioni di euro.
Nel corso delle perquisizioni la Gdf ha sequestrato opere di Botero, Picasso, Cezanne, Kandinsky, De Chirico e Fontana, la cui proprietà non sarebbe stata notificata ai Beni culturali. Sotto sequestro anche l’elicottero di proprietà di Cirillo, da lui pilotato personalmente e acquistato in Russia.
(da agenzie)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
NELLO STILE COMUNICATIVO NON C’E’ PARAGONE
C’è un fatto in mezzo al rumore di informazione – e di disinformazione – che si sta
creando intorno alla vicenda dell’aggressione russa all’Ucraina. Il fatto è rappresentato dallo stile di comunicazione – che può sfruttare, ormai, soltanto i canali social più importanti – del presidente del Paese invaso, Volodymyr Zelensky.
Non è un aspetto banale, nonostante la guerra si stia giocando sui suoi fronti più duri. C’è gente per strada che soffre e cerca riparo nelle stazioni della metropolitana, ci sono i palazzi sventrati dalle esplosioni, c’è l’esercito ucraino che sta conducendo una resistenza molto organizzata nei confronti delle truppe russe.
Poi, c’è lui – l’ex comico diventato presidente dell’Ucraina nel 2019, dopo aver letteralmente sbaragliato la concorrenza del suo avversario dell’epoca Petro Poroshenko -, che usa la sua presenza scenica, i tempi del teatro e i mezzi video con cui è evidentemente a suo agio per ottenere risultati importanti non solo nel trasmettere fiducia alla sua popolazione, ma anche nel tagliare traguardi diplomatici non di poco conto
Prima dell’esplosione del conflitto e dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i tweet con cui comunicava ai suoi concittadini faticavano a superare l’ordine delle centinaia, per quanto riguarda risposte e interazioni. Gli ultimi suoi tweet, invece, sono nell’ordine delle decine di migliaia di condivisioni e interazioni. In crescita evidente anche il numero dei suoi followers su Twitter.
Chiaramente, la contingenza della situazione – che ha portato tutto il mondo e una audience decisamente più vasta del solito a occuparsi e a interessarsi dei problemi geopolitici intorno all’Ucraina – ha evidentemente influito su questa visibilità che Zelensky sta trovando.
Ma molto è stato fatto grazie anche al modo con cui il presidente ucraino si sta presentando a questa platea sempre più vasta di persone che, da lui, si aspetta di ricevere ormai aggiornamenti sempre più frequenti sull’andamento della guerra.
Non ci sono più soltanto le comunicazioni istituzionali: Zelensky si mostra di sera, in tenuta mimetica e circondato dal suo staff, per ribadire al popolo ucraino che non abbandonerà Kiev; si mostra di mattina, davanti a uno dei luoghi iconici della capitale, per smentire i rumors che lo volevano già lontano dal Paese. Usa battute per sminuire le affermazioni degli avversari, come quando sostiene di aver risposto agli americani che gli avevano offerto una via d’uscita per lasciare il Paese di aver bisogno di armi e non di un passaggio.
Zelensky, attraverso il suo profilo (con cui comunica le stesse cose in inglese e in ucraino), si colloca – di fatto – alla testa della resistenza ucraina. Lancia messaggi ai russi attraverso il suo canale Telegram, percependo la maggiore importanza che l’app di messaggistica istantanea ha per la popolazione del Paese che, in questo momento, lo sta attaccando.
Lancia messaggi agli alleati attraverso Twitter, da sempre considerato il social simbolo delle comunicazioni istituzionali del mondo occidentale.
A quanto pare, il fatto di twittare da un Paese in guerra, in una condizione decisamente infelice per quanto riguarda la tenuta democratica, attribuisce un valore maggiore alle sue parole. Lanciare frecciate al presidente del consiglio italiano Mario Draghi con un certo velo di ironia («rivedrò il calendario bellico per rispondergli al telefono») rappresenta uno degli strumenti di pressione.
Fare accorati appelli alla rapidità di intervento direttamente dal fronte di guerra evidentemente fa aumentare la stima dei suoi interlocutori nei suoi confronti. Il successo nella convergenza – nelle ultime ore – anche degli alleati più scettici nei confronti delle sanzioni alla Russia basate anche sul sistema dello SWIFT rappresenta sicuramente uno dei frutti della sua strategia politica.
Quanto sembra distante, insomma, Vladimir Putin, che invece comunica soltanto attraverso i media di stato, in patinati interventi impostati davanti alla telecamera, sfruttando la compiacenza degli organi di informazione che il Cremlino, di fatto, controlla.
(da agenzie)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
“LI METTA IN SALVO“
È un gesto di pura umanità e coraggio quello compiuto da Nataliya Ableyeva, 58 anni, ucraina, che sabato al confine con l’Ungheria si è vista consegnare da uno sconosciuto due bambini: i figli di un uomo bloccato al confine. Il suo compito? Quello di accompagnare i piccoli oltre la frontiera, affinché potessero riabbracciare la madre che stava arrivando dall’Italia.
La vicenda l’ha raccontata Reuters in un reportage; i protagonisti sono un uomo di 38 anni in fuga dalla guerra con i due figli, bloccato però al confine dopo l’ordine che impedisce a qualsiasi cittadino ucraino di età compresa tra i 18 e i 60 anni di sesso maschile di lasciare il Paese, perché chiamati a difendere il proprio territorio.
Così, piuttosto che tornare indietro con i figli, l’uomo ha deciso di affidarli ad una sua connazionale, Nataliya Ableyeva, che non aveva mai visto prima
“Me li ha consegnati e si è fidato di me, lasciandomi anche i loro passaporti”, ha spiegato la donna, originaria come lui della città di Kamianets-Podilskyi, nell’Ucraina occidentale, costretta a sua volta a lasciare indietro i suoi due figli maschi, un poliziotto e un infermiere.
A Nataliya il padre dei due bambini aveva lasciato anche il numero di telefono della madre, nel frattempo partita dall’Italia per raggiungere il confine, e che aveva aveva ricevuto i contatti della donna
Poi finalmente l’incontro a Beregsurany, dove i tre hanno atteso su una panchina l’arrivo della mamma, Anna Semyuk, 33 anni, che finalmente ha riabbracciato i suoi due figli, in salvo dall’Ucraina e dalle bombe. Ma un abbraccio, fortissimo, Anna l’ha dato anche a Nataliya.
Una stretta tra le lacrime, un gesto che vale più di mille parole. “Quello che posso dire ai miei figli è che ora andrà tutto bene”, ha detto Anna a Reuters. “In una o due settimane saremo a casa”.
(da NetQuotidiano)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
IL GRUPPO TELEGRAM CONTA GIA’ OLTRE 100.000 ISCRITTI… OBIETTIVO COLPIRE LE AZIENDE FINANZIARIE RUSSE
«Stiamo creando un esercito IT. Siamo in ricerca di talenti digitali». L’appello è stato
lanciato con un tweet da Mykhailo Fedorov, vice primo ministro dell’Ucraina con delega alla trasformazione digitale.
Nelle scorse ore era stato sempre Fedorov a chiedere di inviare finanziamenti all’Ucraina in forma di criptovalute. Ora il nuovo progetto: un battaglione di hacker, per garantire i servizi essenziali ai cittadini rimasti a Kiev e per attaccare le forze nemiche: «Ci saranno compiti per tutti. Continuiamo a combattere sul fronte cyber».
Il logo è già pronto, con tanto di colori dell’Ucraina.
Il gruppo Telegram anche. Dentro ci sono già oltre 100 mila iscritti e istruzioni per altri sottogruppi in cui organizzare le forze. Nella lista degli obiettivi da attaccare ci sono soprattutto aziende russe che si occupano di energia e finanza tra cui il colosso Gazprom.
Sempre Fedorov aveva chiesto a Elon Musk di attivare in Ucraina i servizi di rete fornite da Starlink, la costellazione di satelliti lanciati in orbita dal fondatore di Tesla. Musk nelle ultime ore ha risposto, sempre su Twitter, a Fedorov: «Il servizio Starlink ora è ativo in Ucraina».
Questi satelliti mettono a disposizioni una rete internet a banda larga che potrebbe essere fondamentale in caso di sospensione del servizio in Ucraina.
(da Open)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
UN INCREDIBILE PROGRAMMA DEI SERVI DI MOSCA CHE GIUSTIFICANO IL CRIMINALE DI GUERRA
Ieri sera ho visto un incredibile programma di Rai2 in cui un corrispondente da Mosca giustificava Vladimir Putin, accusando il mondo libero di avere umiliato la Russia dopo il crollo del comunismo, e perciò di avergli provocato la frustrazione che ora gli ha fatto invadere l’Ucraina.
Pure io a questo punto sono frustrato: davvero dobbiamo pagare il servizio pubblico per ricevere propaganda putiniana? Inconsapevole, probabilmente. Perché se a un giornalista si chiede non cronaca ma analisi, e poiché ogni misfatto ha il suo antefatto, è possibile che egli si sbizzarrisca andando a ritroso di trent’anni per “capire” e “spiegare” l’invasione dell’Ucraina
Un po’ come certi ineffabili sociologi tv che commentano i crimini dando la colpa alla società o alla opprimente architettura del Corviale, invece che ai criminali.
Lo speciale Tg2 ha illustrato la versione di Putin, accusando gli Usa di avere depredato la Russia negli anni ’90. Abbiamo altri ricordi.
Se gli oligarchi (vero nome: mafiosi) russi hanno approfittato delle privatizzazioni, che c’entrano gli Stati Uniti? Sono stati i vari Berezovsky e Abramovich ad arricchirsi, non miliardari o società americane.
I dirigenti di Mosca si sono fatti corrompere da loro concittadini. In ogni caso, è arduo trovare un rapporto causa-effetto fra accadimenti di un terzo di secolo fa e l’aggressione dell’Ucraina, se non nelle personali paranoie di Putin. Che si comporta da psicolabile fuori controllo: il botulino gli avrà dato alla testa.
Insulta perfino il capo dei suoi servizi segreti in diretta tv, una scena da Fantozzi. Dà dei “tossicodipendenti” e “nazisti” ai dirigenti ucraini liberamente eletti (diversamente da lui, che incarcera o avvelena i suoi avversari).
Sono tanti i figli di Putin in Italia: oltre al corrispondente Rai di ieri sera si stanno esprimendo al meglio Travaglio, Salvini, Meloni, populisti, complottisti, sedicenti nostalgici fascisti e comunisti.
Tutti quelli che “sì, però anche gli Usa, l’Europa, la Nato”.
Insomma: se un bandito internazionale invade l’Ucraina, è pure colpa nostra. Lo storico inglese A.J.P. Taylor fece risalire le cause della Seconda guerra mondiale alle angherie subìte dalla Germania col trattato di Versailles. Ma il suo libro uscì nel 1961. Se lo avesse pubblicato nel 1940, mentre le famiglie della Londra bombardata si rifugiavano in metrò così come oggi quelle di Kiev, sarebbe finito linciato dai suoi connazionali.
Cari analisti, l’unico Master of war dylaniano in azione adesso è il Ras Putin. Non cercate peli nell’uovo.
(da Huffingtonpost)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
LA CATENA LOGISTICA DI PUTIN E’ UN FALLIMENTO
Un mezzo cingolato russo fermo per strada. Nel filmato un auto accosta e il guidatore
chiede ai soldati cosa sia successo. Loro spiegano di essere rimasti senza carburante. E ci ridono su.
Ma il problema dei rifornimenti di combustibile comincia a pesare sull’avanzata dell’armata di Mosca.
In lontananza nello stesso video si vede anche un carro armato T72 bloccato, probabilmente per lo stesso motivo.
Testimonianze di veicoli abbandonati dopo avere vuotato i serbatoi aumentano, così come quelle sul saccheggio delle stazioni di servizio.
In un caso, due militari russi rimasti sul camion immobile sono stati assaltati da civili: uno è stato ucciso, l’altro catturato.
La catena logistica sarà un altro elemento chiave dell’invasione: i tank del Cremlino sono sparsi in un’area vastissima, a centinaia di chilometri dalle loro basi.
Più vanno avanti, più fargli arrivare carburante e munizioni diventa complicato.
I soldati ucraini lo sanno e lanciano imboscate contro le colonne dei rifornimenti, affidate in genere a ragazzi di leva e scarsamente protette.
(da La Repubblica)
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Febbraio 27th, 2022 Riccardo Fucile
L’APPOGGIO DELLA GRAN BRETAGNA
«Chiunque voglia unirsi alla difesa dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo può venire e combattere fianco a fianco con gli ucraini contro i criminali di guerra russi»: l’appello lanciato dal presidente Zelensky per la creazione di una sorta di «brigata internazionale» non è passato inosservato.
«Stiamo ricevendo armi, medicine, cibo, carburante e denaro. Si è formata una forte coalizione internazionale contro la guerra per sostenere l’Ucraina». Armi di difesa, medicine, cibo.
Ma anche combattenti. Foreigns fighters. Una sorta di legione straniera nascosta, fatta di professionisti della guerra, contractors, ex militari provenienti da mezzo pianeta.
A sostenere la richiesta di Zelensky, poiuttosto apertamente, è stata l’Inghilterra di Boris Johnson. «Appoggeremo completamente qualsiasi cittadino britannico voglia andare a combattere le forze russe», ha dichiarato senza troppi giri di parole il ministro degli esteri Liz Truss in un’intervista alla BBC, ripresa dal Guardian. «Ovviamente si tratta di decisioni personali», ha aggiunto il ministro.
Ma l’apppoggio, definiamolo, ideologico resta. «Il popolo ucraino sta combattendo per difendere la democrazia: non solo per il suo paese, ma per l’Europa intera. Che Putin sta sfidando. Se i cittadini britannici vogliono supportare la lotta, li sosterremo». E sarà una guerra lunga, ha aggiunto la signora Truss. «Potrebbe durare diversi anni, essere molto sanguinosa e segnare l’inizio della fine di Putin». Parole pesanti che segnano un nuovo, pericoloso passo verso un ulteriore inasprimento della relazioni tra Occidente e Russia.E l’Inghilterra non è l’unico paese ad aderire alla richiesta del presidente ucraino. Da settimane si parla di combattenti americani, albanesi, indiani che si sono uniti segretamente ai militati di Kiev in difesa dei territori attaccati dai russi. E non mancherebbero gli italiani, pronti a recarsi in Ucraina
(da La Stampa)
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