Luglio 21st, 2022 Riccardo Fucile
“NON SONO IO CHE LASCIO, E’ FORZA ITALIA CHE LASCIA SE STESSA”… “UN PARTITO ORMAI APPIATTITO AL PEGGIOR POPULISMO SOVRANISTA”
Anche Renato Brunetta lascia Forza Italia. “Non votando la fiducia a Draghi, FI ha
tradito la sua storia. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa”.
Dure le parole che riserva a chi ha provocato la crisi. “Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave. I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull’altare del più miope opportunismo elettorale. Io rimango dalla stessa parte: dalla parte dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perchè rimanesse alla guida del Governo. Io non cambio è Forza Italia che è cambiata”, insiste Brunetta che per il futuro promette impegno “perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo. Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. È una battaglia per il futuro – conclude – che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia”.
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2022 Riccardo Fucile
L’EREDE DELLA FAMIGLIA AGNELLI: “ATTENDO CON ANSIA L’ARRIVO DEI FENOMENI, UNA MANICA DI BUFFONI E SCAPPATI DI CASA”
Come da liturgia, tutto l’elenco delle tendenze di Twitter è stato monopolizzato dalla crisi di governo. Tra i tweet con più reaction spunta anche quello di Lapo Elkann, erede della famiglia Agnelli un tempo più noto per i gossip che per le sue attività imprenditoriali.
Elkann si espone per sostenere direttamente Mario Draghi e screditare i leader dei partiti che hanno guidato la crisi nelle ultime ore: «Complimenti ai fenomeni che mandano a casa l’italiano più rispettato a livello internazionale che ha tentato con ogni sforzo di dare una mano ad un Paese disastrato da una manica di buffoni e scappati di casa».
Elkann chiude con un commento su come potranno essere i prossimi anni di politica estera: «Sono dispiaciuto, ma attendo con ansia l’arrivo dei fenomeni. Sarà gustoso vederli trattare per il gas, fare accordi internazionali, farsi rispettare in Europa, trattare con i grandi leader. Vi illudono che quando arriveranno loro si faranno rispettare che loro sono machi, che urlano, sbandierano il tricolore, cantano l’inno».
Alla fine, l’affondo: «In realtà sono dei Fantozzi di provincia che come escono dal Raccordo contano meno di zero».
E poi la chiusura: «Povera Italia e tante grazie #SuperMario».
(da agenzie)
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Luglio 21st, 2022 Riccardo Fucile
“AVEVA DATO CREDIBILITA’ E INFLUENZA ALL’ITALIA, GARANTENDO UN PERIODO D’ORO. COME AL SOLITO LA POLITICA ITALIANA LO HA CACCIATO”
“È andato in pezzi” il “governo di unità nazionale del primo ministro Mario Draghi
che aveva ridato all’Italia credibilità e influenza”. Lo scrive il New York Times, secondo il quale l’Italia entra ora “in una nuova stagione di caos politico in un momento critico, mentre l’Unione europea sta lottando per restare in un fronte unito contro la Russia e per rilanciare le sue economie”. L’abbandono di Draghi, scrive il giornale, rappresenta “un duro colpo sia per l’Italia, sia per l’Europa”.
Scrive poi che “l’ex presidente della Banca centrale europea, che ha contribuito a salvare l’euro, ha usato la sua statura di statista” per portare all’Italia “un breve periodo d’oro” da premier.
Ricordano come Draghi ha “portato l’Italia fuori da uno dei peggiori giorni della pandemia, garantito e pianificato la spesa di miliardi di euro nei Recovery funds europea” ed è stato “parte fondamentale della posizione eccezionalmente unitaria dell’Europa contro l’aggressione russa all’Ucraina”.
Il Nyt scrive che “come al solito” quel “periodo di progresso, unità e aumentata influenza internazionale per l’Italia ha rapidamente lasciato spazio alla politica”.
Le elezioni di ottobre, prosegue il giornale, potrebbero portare in Italia “un governo dominato da partiti molto più solidali con il presidente russo Vladimir Putin e più ostili verso l’Unione europea”.
Determinante, secondo il Nyt, “il richiamo troppo potente delle imminenti elezioni per i partiti in competizione”. E sottolinea come “il colpo decisivo a Draghi non è venuto solo dal Movimento Cinque Stelle”, ma “anche dalla Lega, guidata dal nazionalista Matteo Salvini” che “ha faticato a prendere le distanze da Putin”. Mentre la Lega “è già entrata in campagna elettorale”, per il giornale la crisi si è “ritorta contro” i Cinquestelle.
(da agenzie)
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