Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
IL MONOLOGO DI KIMMEL E’ STATO VISTO 14 MILIONI DI VOLTE SU YOUTUBE … TRUMP ATTACCA “ABC”: “NON POSSO CREDERE CHE GLI ABBIA RIDATO IL POSTO”
“Non posso credere che fake news Abc abbia ridato il posto a Jimmy Kimmel”. Lo ha detto Donald Trump sul suo social Truth prima di minacciare il network.
Volano a oltre sei milioni gli spettatori del ‘Jimmy Kimmel Live’ dopo la sospensione della scorsa settimana: secondo dati preliminari della Nielsen il comico della notte avrebbe più che quadruplicato la sua audience normale nonostante il boicottaggio di due colossi delle reti locali, Sinclair e Nexstar, che avevano oscurato il ritorno di Jimmy nei loro bacini di utenza.
Le cifre Nielsen dovrebbero crescere nei prossimi giorni con l’arrivo di nuovi dati che peraltro non includono gli oltre 14 milioni che hanno scaricato il monologo di Kimmel sul sito ufficiale YouTube del suo show.
Accolto da diverse standing ovation, Jimmy Kimmel con gli occhi lucidi ha detto: «Sono felice di essere qui», nell’atteso ritorno in onda martedì sera sulla tv Abc . Poi ha spiegato: «Questo show non è importante, ma è importante che viviamo in un Paese che ci permette di avere uno show come questo».
Ha ringraziato anche i repubblicani che lo hanno difeso, come Ben Shapiro, Mitch McConnell e Ted Cruz (che ha definito «mafioso» il capo della Federal Communication Commission Brendan Carr per aver minacciato «conseguenze» se Kimmel
non fosse stato punito). «È gente che non appoggia il mio show ma appoggia il mio diritto di condividere le mie convinzioni»
Tornato in onda si è commosso: «Sospendermi è stato anti-americano. Ci vuole coraggio a parlare contro Trump, non può tollerare una battuta» Il conduttore ha pianto dicendo che non intendeva «prendersi gioco dell’omicidio di un giovane», l’attivista Charlie Kirk, quando ha dichiarato che «la gang Maga» stava cercando di fare di tutto per descrivere «questo ragazzo come qualcuno che non è uno di loro» e faceva di tutto per utilizzare a fini politici l’omicidio.
Ha ricordato che nel giorno dell’omicidio di Kirk aveva scritto un post di condoglianze su Instagram. «Non era mia intenzione dare la colpa ad alcun gruppo, è l’opposto». Non si è scusato ma ha affermato: «Capisco che qualcuno possa aver ritenuto che non era il momento opportuno oppure che sono stato poco chiaro o entrambe le cose, e per coloro che pensano che io abbia puntato il dito, capisco perché siete arrabbiati.
Se la situazione fosse capovolta, è assai possibile che anche io mi sarei sentito allo stesso modo». Ha aggiunto: «Non penso che l’assassino rappresenti nessuno, è un uomo malato che ha creduto che la violenza fosse la soluzione e non lo è mai. Ricevo molte minacce contro me, mia moglie, i miei figli. E so che non vengono dalle persone di destra che amo».
Tra le lacrime, Kimmel ha spiegato di essersi commosso ascoltando Erika Kirk ai funerali mentre perdonava l’uomo che ha sparato a suo marito: «È un esempio che dovremmo seguire. Se credi negli insegnamenti di Gesù come me… Il perdono di questa vedova addolorata mi ha toccato profondamente».
(da agenzie)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
TRA I NOMI CHE CIRCOLANO ANCHE MARA CARFAGNA, GENNY SANGIULIANO, EDMONDO CIRIELLI, FINO ALLA SUGGESTIONE DE LAURENTIIS, CHE HA SMENTITO
A bordo del Frecciarossa 9505 partito da Roma Termini alle 9.15 e diretto a Napoli centrale,
più o meno all’altezza della stazione di Afragola, entra un whatsapp.
«Aggiungi Mister Ferrarelle».
E chi è?
«Carlo Pontecorvo. Ammin deleg azienda che produc acqua. Gira suo nome. Ma resta forte quello del prefetto Michele di Bari».
Ringraziare la fonte e appuntarsi, allora, pure Mr Ferrarelle. Inserirlo nell’elenco dei possibili candidati del centrodestra alla carica di governatore della Campania. E contarli: sono 15. Una cartella del Bingo.
Quando c’è casino, in politica, è sempre opportuno andare a vedere. E annusare, sentire. Solo che questa, qui sul Golfo, nuvole gonfie, aria appiccicosa, il tassista che per andare in piazza dei Martiri suggerisce di prendere la tangenziale — e certo, andiamoci anche a fare un giro a Sorrento — dicevo che questa non è nemmeno più politica. È diventato un gioco da tavolo.
Guardate: per lunghi mesi, ci siamo tutti molto appassionati alle romanzesche avventure di Vincenzo De Luca, il sultano uscente che non voleva uscire da Palazzo Santa Lucia, lo spaventoso principe dei cacicchi dem, arrogante e potente, beffardo e insolente, che trattava e minacciava, trattava e ricattava, finché poi però non l’hanno accontentato e così, adesso, di là un candidato finalmente ce l’hanno: Roberto Fico, il grillino già
noto importatore di tappeti (non è una battuta), diventato persino presidente della Camera.
Di qua, invece, è in pieno svolgimento una meravigliosa tarantella. Pure complicata da raccontare.
Perciò, per cominciare, va spiegato lo schema dentro il quale tutti ancora ballano. Che si regge su alcuni sondaggi piuttosto inequivocabili: perché ora che De Luca s’è accucciato, la sfida per il centrodestra s’è fatta complicata. Molto. La sconfitta, insomma, appare possibile e probabile.
Detto questo: la guida della Campania, in teoria, nella logica delle nuove ripartizioni volute da Giorgia Meloni, spetterebbe comunque a FdI.
Solo che la premier non ha alcuna intenzione di venire a perdere da perdente: così, prima di convocare Salvini e Tajani, e stabilire l’identità ufficiale del candidato, aspetta di capire come finirà domenica nelle Marche. Perché se lì dovesse rivincere il suo cocco, Francesco Acquaroli, allora potrebbe «lasciare» alla Lega il Veneto, «pretendere» la Lombardia e abbandonare in questa palude una vittima sacrificale della società civile vicina a FI. O meglio: a Fulvio Martusciello, coordinatore regionale del partito ed europarlamentare. Che poi fu pure il primo a scendere in pista. E, subito, ad uscirne (gli arrestarono Lucia Simeone, la segretaria).
Avete preso il pallottoliere?
Martusciello: fuori uno. Ora considerate che all’epoca, nel pieno
dell’affaire De Luca, la Campania appare ancora contendibile e, quindi, sembra ragionevole individuare una personalità politica alternativa. A Salvini, così, viene un’ideona: «Candidiamo Piantedosi!». Ma glielo leggono subito in faccia tutti: è solo un banale trucco per far uscire il ministro dal Viminale, e andarsi a sedere al posto suo.
Piantedosi, un democristiano irpino, specie astutissima, reagisce dicendo «No, grazie», e poi resta immobile. Tanatosi: o simulazione della morte. È una strategia difensiva adottata da molte specie animali per sfuggire ai predatori. Funziona anche con Salvini. Che, borbottando, si rassegna così a far arrivare puntuale almeno qualche treno (senza riuscirci). È a questo punto che alza la mano Edmondo Cirielli, il viceministro degli Esteri. «Il mio nome è quello vincente!».
Quando uno ha il dono della modestia, non lo fermi. La notizia dell’auto-candidatura è ghiotta. Cirielli è personaggione. Un 25 aprile, da presidente della Provincia di Salerno, fece affiggere alcuni manifesti in cui si spiegava che la Liberazione fu merito esclusivo delle truppe anglo-americane, perché i partigiani non giocarono alcun ruolo. Poi, non soddisfatto, Cirielli va pure sul palco di Atreju, la colossale festa di FdI, e tra gli applausi dice che «il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito straordinario di libertà».
Ma sul serio? «Lascia stare — commenta un alto esponente di FI — Cirielli, in Campania, non lo conosce nessuno. La candidatura
se la scorda».
A quanti trombati siamo? La Lega, un po’ per capriccio, un po’ per tigna, butta allora in mezzo il nome del casertano Giampiero Zinzi, coordinatore regionale. Bruciato pure lui.
Che si fa? La verità è che il centrodestra, un paio di carte con cui sperare di giocarsi il match contro Fico, ce l’avrebbe pure.
La prima è Mara Carfagna, la segretaria di Noi moderati.
Esperta, spregiudicata, determinata, popolare, mediatica, bella. «Se volete, ci sono». Ma i due si ritrovano addosso gli sguardi torvi di forzisti che sbavano rancore.
Fuori anche Mara.
Vabbè: magari, spifferano, ci sarebbe comunque Gennaro Sangiuliano. Pensiero diffuso: è l’unico esponente del governo Meloni ad essersi dimesso. E per cosa, poi? Si scoprì che aveva scapocciato per una biondona. Grave? Inopportuno, diciamo. Ora fa il corrispondente della Rai da Parigi e però si sa che muore dalla voglia di tornare.
E infatti torna, appena può (venerdì scorso, in attesa che San Gennaro facesse il nuovo miracolo, nel Duomo di Napoli era addirittura seduto in seconda fila proprio accanto a Fico).
Allora, che facciamo con Sangiuliano? Niente. La pista è troppo affollata. Ecco i rettori: Matteo Lorito (della «Federico II», ma troppo amico del sindaco sinistrorso Gaetano Manfredi), Guido Trombetti (ex guida della «Federico II», sconosciuto a tutti) e Gianfranco Nicoletti (della «Luigi Vanvitelli», sconosciuto ai più). Quindi gli industriali: un grande classico come Antonio D’Amato («Ragazzi, vi voglio bene…») insieme a Costanzo Jannotti Pecci. C’è persino un ex caro intimo di De Luca: Giosy Romano (coordinatore della Zes Unica del Mezzogiorno).
Poi, di botto, una mattina, nell’elenco compare addirittura Aurelio De Laurentiis (lo vedono entrare a Palazzo Chigi, e fanno due più due: però quello era andato a parlare dei fatti suoi).
Alla fine sembra restare robusta solo la voce su Michele Di Bari, prefetto di Napoli. È sufficientemente vanitoso — dicono perfidi — da accettare d’immolarsi. Ma poi chissà, vedremo.
(da “Corriere della Sera”)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
I LEGALI: “ISRAELE NON INTERFERISCA CON LA CONSEGNA DI AIUTI DA PARTE DI UNA MISSIONE UMANITARIA IN LINEA CON IL DIRITTO INTERNAZIONALE”
La Flottilla ha diffidato tramite i suoi legali il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’ambasciatrice d’Italia a Cipro Federica Ferrari Bravo, l’ambasciatore Michele Quaroni dell’ambasciata d’Italia in Egitto, l’ambasciatore d’Italia nella Republica Ellenica Paolo Cuculi e l’ambasciatore italiano a Tel Aviv Luca Ferrari.
Nel documento si invitano i destinatari a “inviare immediatamente comunicazioni diplomatiche formali e pubbliche al Governo israeliano, sollecitando la non interferenza con le navi della Global Sumud Flotilla, e la protezione delle imbarcazioni, del loro carico di aiuti umanitari, e dei passeggeri; condannare fermamente e prevenire qualsiasi ulteriore tentativo o atto di intercettazione delle navi e di detenzione dei loro passeggeri; riconoscere ed affermare lo status di missione umanitaria della “Global Sumud Flotilla”, dichiarando che qualunque intercettazione, atto violento, ferimento, arresto o rapimento di cittadini italiani costituisce un atto ostile e illegittimo ai sensi del diritto internazionale; attivarsi per l’immediato accertamento delle responsabilità relative di ogni atto ostile e illegittimo ai sensi del diritto internazionale e integrante gli estremi di reato contro la vita e l’incolumità delle persone; prevenire ogni forma di arresto o trasferimento forzato di cittadini italiani in Israele, garantire un monitoraggio di qualsiasi misura adottata anche attraverso attivazione costante delle autorità consolari sui procedimenti e sugli atti adottati e sulle condizioni dei cittadini italiani, anche considerati i precedenti trattamenti subiti dagli equipaggi delle navi Madleen e Handala”.
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
“DIVERSE INTELLIGENCE HANNO ANTICIPATO NUOVE OFFENSIVE ISRAELIANE”… AGLI INFAMI SEDICENTI DESTRORSI CHE CRITICANO LA MISSIONE DICIAMO: A BORDO DI QUELLE BARCHE AVREBBE DOVUTO ESSERCI LA GIOVENTU’ DI DESTRA, QUELLA CHE HA SACRIFICATO ANCHE LA VITA PER LA LIBERTA’ E I DIRITTI DEI POPOLI. VOI SIETE DIVENTATI I SERVI DELLA FECCIA SOVRANISTA E CAPITALISTA INTERNAZIONALE
“La missione della Global Sumud Flotilla continua e punta, come in origine, a raggiungere
Gaza”. Nonostante abbiano ricevuto da diverse intelligence informazioni su “possibili attacchi israeliani nelle prossime 48 ore”, gli attivisti dicono no all’ipotesi a cui stava autonomamente lavorando il governo italiano, che prevedeva di scaricare a Cipro gli aiuti, da far arrivare poi nella Striscia tramite il patriarcato latino di Gerusalemme.
L’obiettivo della missione umanitaria della Flotilla, spiegano, non cambia: “Rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale”.
E sulla stessa linea sono i parlamentari italiani che alla flotta umanitaria si sono aggregati: “Questa missione – spiega Scuderi – non punta semplicemente a consegnare cibo e farmaci, ma anche a aprire dei canali perché quelli che ci sono evidentemente non funzionano. Si continua a omettere che la maggior parte degli aiuti inviati non vengono effettivamente consegnati perché rimangono bloccati ai valichi”.
Secondo i dati forniti dalle agenzie delle Nazioni Unite, da maggio Israele lascia entrare mediamente nella Striscia non più di 60-70 camion al giorno, ma il fabbisogno minimo calcolato è di almeno seicento.
Preoccupazione a bordo per nuove possibili attacchi
A bordo però c’è preoccupazione. Le indiscrezioni su possibili attacchi sono fondate. Nelle prossime 48 ore, hanno fatto sapere le intelligence di tre diversi Paesi, inclusa quella italiana, ci potrebbero essere nuovi attacchi israeliani sulla Global Sumud Flotilla e di intensità anche maggiore di quelli sferrati nella notte fra il 23 e il 24 settembre. I dettagli verranno condivisi con chiunque voglia ascoltare nel corso di una conferenza stampa on line prevista a breve.
“Queste segnalazioni sono arrivate al direttivo, che le ha
condivise con i capitani – dice l’europarlamentare di Avs, Benedetta Scuderi – Anche le dichiarazioni pubbliche di diversi esponenti del governo italiano e la decisione di inviare due fregate, annunciata dal ministro Crosetto, lo confermano”.
Alla Fasan, che già incrocia nell’area di Creta ed è stata attivata “non come nave scorta ma di soccorso in caso servisse, si aggiungerà nelle prossime ore la Alpino, “che dispone di altre capacità, casomai servissero”, ha detto Crosetto senza scendere in dettagli.
È partita dal porto di Cartagena e si sta dirigendo in zona a tutta macchina anche la Furor, la nave militare spagnola che il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha deciso di schierare “a protezione della Flotilla”. Approcci che appaiono molto diversi.
L’evoluzione in parte anticipata dall’esercitazione militare congiunta di Marina e Idf pubblicizzata con tanto di nota stampa e video da Israele poco prima dell’arrivo della delegazione spagnola della Global Sumud Flotilla a Tunisi. Ma anche di fronte alla nuova minaccia, gli attivisti non hanno intenzione di fare passi indietro o di lato.
(da La Repubblica)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
IL PROPRIETARIO DELLA SOCIETÀ TECNOLOGICA “PALANTIR”, CHE STA MACINANDO MILIARDI IN APPALTI E CONTRATTI DA QUANDO “THE DONALD” È ALLA CASA BIANCA, INCITA IL SUO PUBBLICO A SOSTENERE IL PROGRESSO SCIENTIFICO COME SOLUZIONE PER “BLOCCARE LA VENUTA DELL’ANTICRISTO”
Il passo da fondatore di PayPal a ieratico predicatore su temi come Anticristo e Armageddon è breve. Almeno se sei Peter Thiel, caro amico del presidente Trump nonché investitore miliardario in aziende di tecnologia per lo sviluppo di dati, intelligenza artificiale, difesa, armi e non solo.
Da qualche mese Thiel, che a quanto pare macina dollari e preghiere con la stessa voracità, ha iniziato a tenere delle conferenze sul tema profezie bibliche. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, mister PayPal – un curioso mix di pragmatismo e utopia – incita regolarmente il suo pubblico a impegnarsi per il progresso scientifico, sia nell’intelligenza artificiale che in altre forme di tecnologia. Temerlo, regolamentarlo o opporsi al progresso tecnologico accelererebbe la venuta dell’Anticristo. Niente di meno.
Cristiano devoto, Thiel sta approfondendo il non proprio facile tema Anticristo in una serie di conferenze a porte chiuse a San Francisco, divise in quattro parti. La seconda conferenza si è tenuta lunedì e la serie si concluderà all’inizio di ottobre. I rischi esistenziali – da lui raccontati – si presentano sotto forma di guerra nucleare, disastro ambientale, armi biologiche pericolosamente ingegnerizzate e persino robot killer autonomi guidati dall’intelligenza artificiale.
Per il visionario Thiel mentre gli esseri umani corrono verso un’ultima battaglia – l’Armageddon – si formerà un governo mondiale unico, che promette pace e sicurezza. Questo regime
autoritario totalitario, con vera forza e vero potere, segnerà l’avvento dell’Anticristo moderno, una figura definita negli insegnamenti cristiani come l’avversario personale di Dio che apparirà prima della fine del mondo.
Lo scopo di questi colloqui è infatti “non essere disfattisti”, ha affermato lo stesso Thiel. Spingendo le persone a riflettere di più sull’Armageddon o sull’Anticristo, la sua speranza è che la società umana possa trovare una terza via ed evitare entrambi gli esiti. “Penso che il linguaggio biblico suoni più folle, ma in realtà è più promettente”, ha rassicurato il pubblico prevedibilmente perplesso dall’avvicinarsi dell’apocalisse
(da agenzie)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
“FERMARE I TRAFFICI CHE ALIMENTANO IL MASSACRO A GAZA”
“La petroliera Seasalvia, attesa a Taranto per rifornirsi di 30mila tonnellate di greggio
destinate all’aviazione militare israeliana, non entrerà in porto”. Lo ha annunciato l’Usb al termine del presidio che si è svolto ieri sera davanti all’ingresso del porto mercantile, insieme a numerose realtà sociali come movimento Taranto per la Palestina, Cobas, Giustizia per Taranto e Comitato Cittadini, Lavoratori Liberi e Pensanti.
“Fermare la nave significa fermare la logistica di guerra che alimenta il massacro del popolo palestinese”, hanno dichiarato i promotori.
A informare i manifestanti dello stop, secondo quanto riferisce l’Unione sindacale di base, “è stato il comandante della Capitaneria di porto, comunicando l’annullamento delle autorizzazioni per l’attracco deciso dall’Eni, responsabile dell’area di ormeggio e delle operazioni di carico. Resta incerta – si aggiunge – la nuova destinazione della nave e il timore che possa completare la missione altrove”.
Sarà “fondamentale mantenere alta l’attenzione a Taranto e in tutti gli snodi logistici del Paese”, osserva l’Usb, richiamando “l’esempio dei portuali di Genova, Livorno e Ravenna”, già mobilitati da tempo contro i traffici bellici. Un impegno che si lega allo sciopero generale del 22 settembre scorso. “Blocchiamo tutto è l’impegno che abbiamo preso. Anche Taranto ieri ha fatto la sua parte”, conclude la nota.
(da agenzie)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
SECONDO GLI ANALISTI MILITARI E’ ATTUALMENTE IMPOSSIBILE, MA KIEV E’ RIUSCITA A BLOCCARE I RUSSI E IN QUALCHE CASO A RIPRENDERSI DEI CENTRI ABITATI… E I DRONI SULLE RAFFINERIE RUSSE STANNO PAGANDO
Secondo gli analisti militari quello che ha auspicato Trump è attualmente impossibile. La situazione di stallo a fronte e la necessità di una vittoria militare per Putin
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua a ondeggiare sulla guerra tra Russia e Ucraina. Dopo l’invito e i complimenti a Vladimir Putin – e dopo essersi accorto della sostanziale inutilità del tutto – il tycoon ha detto che Kiev è in grado di combattere e «riconquistare tutti i territori persi» mentre la Russia è una «tigre di carta». Lo ha fatto a margine dell’assemblea dell’Onu e dopo un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il quale ha parlato di «progressi sul campo» e di 360 chilometri quadrati occupati in precedenza dai russi e liberati. Ma anche di un’offensiva che richiederebbe il sostegno di intelligence statunitense.
La riconquista dei territori ucraini
Eppure la riconquista completa sul campo per gli analisti militari non è aderente alla realtà. Il Corriere della Sera spiega che l’inverno è in arrivo e nelle prossime settimane i soldati dell’armata russa devono avanzare per dare a Putin un successo sul campo che gli permetta di far salire la pressione su Kiev. Mentre gli ucraini devono resistere ancora. Nonostante l’estate di
battaglie sul campo. La previsione è che la stanchezza sarà decisiva. Soprattutto a Est e Sud-Est, la perdita di anche un solo snodo strategico può provocare un effetto domino molto pericoloso. L’esercito russo ha occupato i villaggi di Novomykolaivka nell’oblast’ di Dnipropetrovsk e Novoivanivka nell’oblast’ di Zaporizhzhia. Anche Kupiansk, secondo la propaganda di Mosca, è sull’orlo di una caduta. Sarebbe così aperta la strada per Kharkhiv.
La trappola di Kupiansk
Si parla di una trappola mortale per i russi che si sono infilati nei tubi delle condotte per entrare a Kupiansk, così come avevano fatto ad Avdiivka. Gli ucraini avrebbero allagato le tubature e provocato così ingenti perdite al nemico. Anche qui si tratta di informazioni di guerra. Da prendere comunque con le molle. Mentre è certo che l’esercito ucraino è avanzato nei pressi di Borova, Novopavlivka e nell’area di Dobropillya e nell’oblast occidentale di Zaporizhzhia. Mentre i russi avanzano a Kostyantynivka–Druzhkivka e nei pressi di Siversk.
Uno stallo
Secondo l’ex comandante in capo delle Forze armate di Kiev Valery Zaluzhny la situazione somiglia allo stallo della prima guerra mondiale. Anche quella tra Ucraina e Russia è diventata una guerra di trincea. Ma le armi in campo sono più letali delle baionette. L’Ucraina è arrivata intanto a più di 30 raid contro raffinerie e depositi russi. Secondo il Financial Times gli attacchi
hanno limitato la capacità di raffinazione di Mosca di oltre 1 milione di barili al giorno e fatto scendere le esportazioni al di sotto dei livelli prebellici. Ma uscire da questo stallo sarà molto difficile. In un modo o nell’altro.
(da Open)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
IL RESPONSABIE ESTERI DEL PD: “IRRESPONSABILE E’ NON AVER FERMATO NETANYAHU”
«Sulla Flotilla sventola anche la bandiera italiana, se Giorgia Meloni tenesse davvero al
tricolore difenderebbe la barca attaccata dagli israeliani». A dirlo in un’intervista a La Repubblica, Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd. Per Meloni gli irresponsabili sono i parlamentari saliti a bordo, che usano Gaza e si mettono in pericolo. «Di irresponsabile e pericoloso qui c’è solo non aver fatto nulla per fermare i crimini di Netanyahu», replica Provenzano. «Stiamo parlando di una straordinaria missione umanitaria che si svolge nel rispetto del diritto internazionale e si pone l’obiettivo che avrebbero dovuto perseguire gli Stati: rompere l’assedio a Gaza, salvare le vite dei bimbi e dei civili palestinesi che muoiono di fame».
La replica di Meloni
Meloni, replicando all’appello di Schlein, «ha promesso che avrebbe garantito l’incolumità degli italiani. Ecco come ha risposto Israele», dice il Dem. «Invece di insultare i parlamentari che fanno il loro mestiere, il governo convochi l’ambasciatore israeliano e gli dica che ogni attacco alla Flotilla è un attacco all’Italia. Servirebbe un momento Sigonella perché è in gioco la nostra dignità nazionale. Ma Meloni, che si riempie la bocca di patria, si preoccupa solo di non dare un dispiacere a Trump e Netanyahu».
Il tradimento della tradizione diplomatica
E ancora: «FdI aveva persino accusato gli attivisti di filoterrorismo. Insultano le centinaia di migliaia di persone che hanno offerto aiuti e il sentimento di un popolo. Crosetto almeno manda una nave di soccorso, esprimendo una sensibilità diversa nel governo. Urge una svolta radicale della posizione che il nostro governo ha portato su Gaza nelle sedi Ue. Dove hanno sempre frenato sulle sanzioni e sul riconoscimento della Palestina, isolandoci nel mondo». Per il responsabile Esteri del Pd, Meloni «sta tradendo la tradizione diplomatica del nostro Paese e il ruolo che l’Italia ha sempre svolto nel Mediterraneo: l’inerzia su Gaza non è soltanto ingiustizia e complicità, è contro l’interesse nazionale. Altri, a partire da Francia e Spagna, si stanno sostituendo a noi nel dialogo con il mondo arabo e nella costruzione della pace».
(da agenzie)
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Settembre 25th, 2025 Riccardo Fucile
POI PARLA DEL MALFUNZIONAMENTO DEL “GOBBO” MA CONCLUDE “HO RICEVUTO RECENSIONI FANTASTICHE”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che i servizi segreti Usa stanno indagando su un presunto «sabotaggio» da lui subito alle Nazioni Unite. Sostenendo che un malfunzionamento di una scala mobile, il guasto al “gobbo” del suo discorso e alcuni problemi audio avevano rovinato il suo intervento all’Assemblea del giorno prima a New York.
Il complotto della scala mobile
In un post sulla sua piattaforma Truth Social il tycoon ha sostenuto che una scala mobile su cui si trovavano lui e sua
moglie Melania «si è fermata bruscamente» mentre si dirigevano al piano principale. Rischiando di farli cadere. Poi ha chiesto l’arresto del responsabile. Ha anche sostenuto che il “gobbo” che doveva aiutarlo nel discorso si è spento all’inizio dell’intervento. E che i leader mondiali presenti nella sala non sono riusciti a sentirlo. A causa di un guasto all’impianto audio. «Non uno, non due, ma tre eventi molto sinistri!», ha scritto Trump. Per il quale, evidentemente, tre indizi fanno una prova.
«Tre eventi molto sinistri!»
I funzionari delle Nazioni Unite hanno fatto sapere a Reuters che il meccanismo di sicurezza integrato nella scala mobile era stato attivato. E che il “gobbo” era gestito dalla Casa Bianca, non dall’organizzazione. Definendo la serie di eventi «triplice sabotaggio», Trump ha affermato di aver chiesto all’Onu di conservare i filmati delle telecamere di sicurezza e di aver richiesto un’indagine. Ha anche detto che i Servizi Segreti Usa stavano indagando sulla questione. «Ho subito pensato: “Che razza di posto è questo?”. Ho quindi iniziato a fare un discorso senza gobbo, che ha iniziato a funzionare circa 15 minuti dopo. La buona notizia è che il discorso ha ricevuto recensioni fantastiche. Forse hanno apprezzato il fatto che pochissime persone avrebbero potuto fare quello che ho fatto io», ha scritto su Truth.
Il «triplice sabotaggio»
I funzionari dell’ONU non hanno risposto immediatamente alla richiesta di un commento sulla richiesta di Trump di un’indagine. Un portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, ha dichiarato lunedì 22 settembre che un’immagine esterna all’unità di elaborazione centrale della scala mobile indicava che questa «si era fermata dopo che un meccanismo di sicurezza integrato sul gradino a pettine era stato attivato in cima alla scala mobile». Dujarric ha affermato che l’operatore video di Trump stava risalendo la scala mobile a ritroso per catturare il suo arrivo con la first lady. «L’operatore video potrebbe aver attivato inavvertitamente la funzione di sicurezza», ha affermato.
Il sistema audio difettoso?
Un altro funzionario delle Nazioni Unite ha invece dichiarato martedì a Reuters che la Casa Bianca aveva utilizzato un proprio gobbo. Rispondendo all’accusa secondo cui i delegati non erano riusciti a sentire Trump, il funzionario ha affermato che il sistema audio era stato progettato per consentire alle persone sedute ai propri posti di ascoltare i discorsi tradotti in sei lingue diverse tramite auricolari.
(da agenzie)
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