Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
OGGI, OSPITE DI RADIO1, “ABODY BUILDING” CIANCIA DEI PROBLEMI DEL CALCIO ITALIANO E INVITA A GODERSI LA VITTORIA DI SINNER (CHE LUI NON HA VISTO)
Se lo sono chiesti in tanti vedendo il ministro dello sport Andrea Abodi salire con passo
felpato le scale della tribuna autorità dell’Inalpi Arena di Torino mentre Jannik Sinner e Carlos Alcaraz avevano appena finito il riscaldamento e si preparavano a iniziare un match spettacolare che ha segnato ancora una volta per qualità e organizzazione (complimenti al presidente federale Binaghi tanto ostico quanto capace) un successo dello sport italiano a cui non siamo più abituati in altre discipline.
Ma torniamo alla domanda del titolo: ministro, dove vai? Per perderti uno show così emozionante con un italiano vincitore del titolo di maestro dei maestri. E un pubblico entusiasta, spettatori felici, anche quelli che hanno dovuto fare quasi un mutuo per il caro biglietti.
Ecco dove andava il nostro ministro dello sport. Tra Gravina in tribuna e il trio Gattuso-Buffon-Bonucci in panchina. Assente a Wimbledon, presente praticamente solo per ascoltare Morandi cantare prima della sfida tra i numeri 1 a Torino, al prossimo appuntamento il governo potrebbe mandare direttamente Bruno Vespa. Sinner che vince intanto sentitamente ringrazia.
(da Repubblica)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
L’ABUSIVISMO EDILIZIO, MARGINALE AL NORD, HA UN PESO NEL RESTO DEL PAESE CON 14,7 ABITAZIONI ABUSIVE OGNI 100 AUTORIZZATE NEL CENTRO E 40,2 NEL MEZZOGIORNO
In Campania per 100 costruzioni autorizzate ce ne sono 50,2 abusive. Le case irregolari sono la nuova questione meridionale. È emblematico il dato elaborato da Cresme (Centro ricerche
economiche sociologiche e di mercato nell’edilizia) e Istat nel “Rapporto Bes (benessere equo e sostenibile) 2024”.
«L’abusivismo edilizio, marginale nelle regioni del Nord, conserva un peso rilevante nel resto del Paese con 14,7 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate nel Centro e 40,2 nel Mezzogiorno» si legge nel rapporto Bes Istat, con i numeri record della Campania affiancati da Basilicata e Calabria (54,4 case su 100) e seguita dalla Sicilia (48,2).
E questo spiega perché Fratelli d’Italia vuole usare l’emendamento alla legge di Bilancio che riapre il condono come molla per lanciare il viceministro Edmondo Cirielli nella rincorsa alla presidenza di una regione devastata dalla cementificazione selvaggia.
E la tornata elettorale fa riemergere un dramma cancellato dall’agenda politica che colpisce soprattutto il Mezzogiorno. «Quello del condono è il solito e stanco refrain da campagna elettorale della politica che strizza l’occhio agli abusivi. Non c’è bisogno di nessun condono, ma di un Piano nazionale di lotta al fenomeno», accusa Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente, l’associazione ambientalista che, invece, ha proposto un suo emendamento alla legge di Bilancio per il contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio.
«C’è bisogno di pieni poteri e risorse adeguate ai prefetti per demolire gli immobili che non vengono abbattuti dai Comuni, più risorse per le demolizioni decise dalle amministrazioni locali e dalla magistratura. L’esatto contrario di quanto si pensa di fare con la propaganda abusivista […]», aggiunge Imparato
“Abbatti l’abuso” è lo studio prodotto dall’associazione per denunciare le mancate demolizioni nei centri a rischio del Lazio e del Sud.
I 485 Comuni presi in considerazione, hanno emesso dal 2004 al 2022 un totale di 70.751 ordinanze di demolizione sul loro territorio e, contestualmente, hanno dato esecuzione a 10.808 abbattimenti, vale a dire solo il 15,3 per cento. E la Campania fa ancora peggio con il 13,1%. La regione detiene anche il record per numero di ordinanze emesse in rapporto alla popolazione: «Dal 2004 al 2022 è stata aperta una pratica per abusivismo edilizio ogni 236,6 abitanti» si legge nella ricerca.
In Campania ad opporsi al condono del 2002 voluto dal governo Berlusconi fu la giunta regionale guidata da Antonio Bassolino. L’allora assessore all’Urbanistica, Marco Di Lello, rivendica quella decisione: «Abbiamo scelto di mettere regole rispetto a un’aggressione selvaggia del territorio.
Stiamo parlando di un momento in cui si realizzavano oltre 5 mila abusi edilizi all’anno in Campania e, guarda caso, la stragrande maggioranza di questi erano sull’isola di Ischia, sulla costiera Amalfitana e nei Campi Flegrei, tutte aree a grande pregio ambientalista. E ogni volta la solita vulgata delle case per necessità. Uno straordinario alibi. Nel pieno dell’emergenza bradisismica non hanno potuto fare altro che applicare la nostra legge, che impediva la realizzazione di nuove residenze nella zona rossa-vesuviana, anche ai Campi Flegrei».
E proprio dall’area flegrea si alza la voce indignata del sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione: «Con l’alluvione a Ischia ci furono
12 morti, ed oltre 400 sfollati. Mentre ancora si scavava nessuna pietà da Roma: «Siete abusivi, la colpa è vostra», urlavano. Poi il bradisismo. In migliaia in strada, senza casa. E centinaia di abitazioni dichiarate inagibili. Ma, mentre la gente si affollava a trascorrere le notti, tra auto e palestre, Roma tuonava: “È colpa vostra, irresponsabili. Siete abusivi, da noi che volete?”. All’epoca non si votava. Ed eravamo tutti mascalzoni. Oggi, no, si vota: condono per tutti, almeno fino al pomeriggio di lunedì 24».
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
“SI INSERISCE PERFETTAMENTE NELLA TRADIZIONE DI JIMMY CARTER, BILL CLINTON E BARACK OBAMA: CANDIDATI GIOVANI E ‘OUTSIDER’ CHE POTEVANO CREDIBILMENTE PRESENTARSI CON CAMPAGNE FRESCHE CONTRO LO STATUS QUO DI WASHINGTON DI ENTRAMBI I PARTITI”
Nessun democratico ha avuto due anni migliori di Gavin Newsom e, per questo, il governatore
della California – figura nazionale sin da quando era un sindaco-ragazzo di 36 anni – si è guadagnato un nuovo titolo: front-runner.
È facile trovare detrattori di Newsom. Anzi, forse non esiste una figura politica contemporanea che, pur essendo così ben posizionata per diventare il candidato del suo partito, sia al tempo stesso così messa in dubbio dai ben informati come, beh, Joe Biden nel 2020.
Dunque non commettiamo l’errore di ignorare ciò che è sotto gli occhi di tutti e riconosciamo al governatore ciò che gli spetta.
Secondo le vecchie regole delle primarie democratiche, Newsom si inserisce perfettamente nella tradizione di Jimmy Carter, Bill Clinton e Barack Obama: candidati giovani e “outsider” che potevano credibilmente presentarsi con campagne fresche contro lo status quo di Washington di entrambi i partiti, pur rivendicando abbastanza credenziali interne da rassicurare i notabili del partito a cui queste cose importano.
Residente a San Francisco, non ha mai vissuto un solo giorno fuori dalla California, dimostra meno dei suoi 58 anni grazie ai capelli e ai geni, e si è conquistato l’affetto della base
democratica criticando i leader del partito per non aver combattuto abbastanza, prima di dare lui stesso l’esempio nel fronteggiare Donald Trump.
Jonathan Martin
per “Politico Magazine”
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
IL RAPPORTO DEL DEFICIT SUL PIL SARÀ AL 3% NEL 2025, PER POI SCENDERE AL 2,8% NEL 2026 E AL 2,6% NEL 2027
L’Ue taglia le previsioni di crescita sull’Italia e vede il Pil salire dello 0,4% quest’anno, rispetto allo 0,7% delle previsioni di primavera e dello 0,8% nel 2026 (dallo 0,9%). L’attesa è poi di una crescita dello 0,8% nel 2027.
Il governo nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) indica una crescita attesa nel 2026 dello 0,7% e dello 0,8% nel 2028. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche di autunno della Commissione europea.
Le previsioni economiche della Commissione europea per l’autunno 2025 mostrano che la crescita nei primi tre trimestri dell’anno ha superato le aspettative sia nell’Unione europea sia
nell’area dell’euro.
La stima è che l’Eurozona chiuderà l’anno con un Pil in aumento dell’1,3% (rispetto allo 0,9% delle previsioni di primavera) e l’Ue dell’1,4% (dall’1,1%).
Per il 2026 Bruxelles lima però la crescita attesa nell’Eurozona all’1,2% (dall’1,4%) e all’1,4% nell’Ue (dall’1,5%). Nel 2026 l’Eurozona cresce dell’1,4%, l’Ue dell’1,5%.
La Commissione europea nelle previsioni di autunno prevede che l’Italia chiuda il 2025 con un rapporto del deficit sul Pil al 3%, nel 2026 al 2,8% e nel 2027 al 2,6%. Le stime di Bruxelles sono in linea alle previsioni del governo indicate nel Dpb.
Va ricordato che in base alla governance economica europea per uscire dalla procedura per deficit eccessivo l’Italia dovrebbe chiudere il 2025 con un deficit inferiore al 3%. Per il debito Bruxelles vede un rapporto con il Pil al 136,4% nel 2025, al 137,9% nel 2026 e al 137,2% nel 2027.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
PER GIORGIA MELONI, CHE HA SEMPRE DICHIARATO (A PAROLE) SOSTEGNO A KIEV, L’ATTEGGIAMENTO DI SALVINI È SEMPRE PIÙ MOTIVO DI IMBARAZZO … ZELENSKY ARRIVA A PARIGI PER FIRMARE UN ACCORDO SULLA DIFESA AEREA, MENTRE LA SORA GIORGIA NON SCIOGLIE LA RISERVA SUL PIANO “PURL”, CHE CHIEDE ANCHE TRUMP
Ai governi alleati non è chiarissimo come mai un vicepresidente del Consiglio quale è Matteo
Salvini possa così smaccatamente smarcarsi rispetto alla linea decisa in politica estera dal suo stesso esecutivo, nel silenzio completo di chi gli sta sopra di grado, e cioè Giorgia Meloni.
Il compito, molto faticoso, che tocca ai diplomatici italiani è spiegare a questi osservatori che in una maggioranza al suo interno composta per due terzi da partiti di matrice populista l’attenzione ai sondaggi e al consenso può venire prima di ogni cosa, anche prima delle dichiarazioni di impegno rispetto al sostegno militare dell’Ucraina.
Ma così è: domenica prossima vanno al voto tre regioni, c’è una
rincorsa allo zero virgola tra Lega e Forza Italia, e una sfida più ristretta al Veneto tra Fratelli d’Italia e Lega.
In questa cornice ci viene inquadrata, da fonti di governo e dei singoli partiti, la baraonda delle ultime ore, con le spaccature dentro la maggioranza che appaiono più eccessive di quelle che in realtà sono.
C’è un fatto che va messo in evidenza, come premessa: nel suo breve tour europeo Volodymyr Zelensky non farà tappa a Roma. Ieri era ad Atene, oggi sarà a Parigi, domani a Madrid. La conferma arriva da fonti dell’ambasciata ucraina nella Capitale: Curioso che nella sua rotta tra i principali Paesi europei del Mediterraneo non ci sia proprio l’Italia.
Facciamo notare che il presidente visiterà i leader che hanno qualcosa di pronto da offrirgli. E la risposta è affermativa: la Grecia il gas comprato dagli Stati Uniti, la Francia armi che Emmanuel Macron ha promesso svincolandosi dall’acquisto di equipaggiamenti americani in ambito Nato del programma Purl, e la Spagna che ufficializzerà proprio l’adesione al meccanismo che prevede di comprare da Washington pacchetti militari da 500 milioni di dollari – condivisi tra i Paesi – e girarli poi all’Ucraina.
E l’Italia? Se Zelensky atterrasse a Roma si troverebbe nel pieno di una campagna politica che lo ha messo nel mirino.
Facendo leva sulle presunte tangenti che hanno portato a dimissioni eccellenti nel governo di Kiev, Salvini ha detto stop a ulteriori aiuti perché, ha dichiarato, «non vorrei che i nostri soldi andassero ai corrotti». Il ministro della Difesa Guido Crosetto
non ha gradito e gli ha risposto. Ma la Lega su questo non sembra intenzionata a fermarsi.
A sentire Stefano Candiani, ex sottosegretario e figura di punta del partito, è ora di aprire una riflessione più ampia: «La corruzione in Ucraina non si scopre oggi – è la frase che consegna a La Stampa –. Ci sono già stati scandali. Ormai è chiaro che quella classe dirigente andrà rinnovata. D’altronde alla fine della guerra mondiale anche Churchill perse le elezioni e si fece da parte».
La partecipazione italiana a Purl è il motivo dei tormenti di Meloni, e di buona parte dello scontro tra Salvini e Crosetto. È una storia di tentennamenti, di conferme e smentite.
Intanto, però, il governo non scioglie la riserva, e il risultato di queste oscillazioni è il disorientamento della diplomazia a Washington, a Bruxelles, a Kiev.
Per capire gli imbarazzi bisogna tornare al 3 novembre. Nella capitale ucraina Zelensky incontra una delegazione dei rappresentanti permanenti alla Nato. Sono guidati dall’ambasciatore Usa Matthew Whitaker.
Per l’Italia, seduto di fronte al leader ucraino, c’è l’ambasciatore Alessandro Azzoni, nominato il 15 settembre al posto di Marco Peronaci (promosso a Washington, dove attendeva Crosetto).
Nel comunicato pubblicato dopo l’incontro si riporta che Zelensky si è rivolto ai presenti ringraziando la Germania per i Patriot, gli Stati Uniti per Purl, la Francia per i missili, Canada e Olanda per aver aderito al programma e solo più in generale «tutti gli altri Paesi per il loro supporto». La nota aggiunge: «Il
presidente ha sollecitato tutti i Paesi che ancora non lo hanno fatto a unirsi a Purl».
La visita di Zelensky a Parigi ha come obiettivo principale quello di ottenere da Parigi un’assistenza nel campo della difesa e in particolare di quella aerea. Con Macron, Zelensky parlerà delle necessità militari di Kiev e della cooperazione delle industria della difesa dei due paesi, con il presidente ucraino che ha già annunciato “un accordo di primo piano in preparazione”
Secondo l’Eliseo, si tratta di “mettere a disposizione della difesa dell’Ucraina l’eccellenza francese nel campo dell’industria degli armamenti” e di “consentire di acquisire i sistemi che le sono necessari per rispondere all’aggressione russa”.
Kiev ha parlato espressamente, a tale proposito, di “difesa dello spazio ucraino”, Zelensky ha ribadito il suo appello per ottenere ulteriori sistemi di difesa aerea proprio in questi giorni di nuovi massicci attacchi russi contro il suo paese.
Macron e Zelensky hanno in programma, per la giornata di visita dell’ucraino in Francia, una visita al Mont Valérien, ad ovest di Parigi, allo stato maggiore della “forza multinazionale Ucraina” che Parigi e Londra stanno costituendo in vista di un dispiegamento dopo la firma di un cessate il fuoco fra Russia e Ucraina.
A Zelensky, che ha firmato il mese scorso una lettera di intenzioni per l’acquisizione di 100-150 caccia svedesi Gripen, sarà presentato l’aereo da combattimento francese Rafale, sistemi di droni e il sistema difensivo anti-aereo SAMP-T di nuova generazione. Si tratta di un sistema previsto in consegna alla
Francia a partire dal 2027, che dispone di capacità estese di intercettazione antimissile rispetto al SAMP-T
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
DAL 5,2% DEL 2021 SIAMO PASSATI AL 6,1%… IL RECORD SPETTA AL SUD MA IL FENOMENO E’ IN CRESCITA ANCHE AL NORD
Quasi tre milioni di automobili in Italia viaggiano senza assicurazione. L’ultima stima di Ania – l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici – è stata fatta incrociando il totale delle polizze con i dati della Motorizzazione civile.
La Stampa fa sapere che dal 5,2% del 2021 si è arrivati al 6,1% dello scorso anno. E che il record spetta alle isole e alle regioni del Sud: a Napoli è fuorilegge un’auto ogni sette, a Reggio Calabria una ogni dieci. Ma anche al Nord oltre 300 mila veicoli non assicurati in più circolano nelle strade, per un totale di 1,2 milioni.
Le auto senza assicurazione in Italia
La crescita è del 53,5%. E porta sopra la media Milano (7,2%), Torino (6,7%) e Trento (6,5%). Aosta raggiunge la doppia cifra:
11,3% di veicoli privi di polizza. Chi viaggia senza assicurazione rischia il sequestro del veicolo e la decurtazione di cinque punti dalla patente. Le multe variano da 866 fino a 3.464 euro.
«La non assicurazione dei veicoli, oltre a essere una violazione della legge, crea gravi danni al sistema. Riducendo la raccolta dei premi Rc auto di circa un miliardo di euro, comporta un mancato gettito per le finanze pubbliche pari a oltre 280 milioni», spiega Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania.
La crescita al Nord
Per l’incremento al Nord «i fattori sono due: la maggiore concentrazione di veicoli circolanti rispetto al Centro e al Sud, in crescita nel 2024, e l’oggettiva difficoltà di verifiche su strada da parte delle forze dell’ordine. I controlli potrebbero diventare molto più capillari ed efficaci con l’uso dei dispositivi telematici per la lettura delle targhe come Telepass, autovelox, Tutor, Ztl, ma manca il decreto di omologazione atteso dal 2012 e più volte sollecitato dall’Ania». Infine ci sono le truffe. Siti online che offrono coperture a prezzi stracciati, salvo poi risultare del tutto inesistenti. In alcuni casi i documenti non vengono nemmeno consegnati ai clienti.
Le truffe
L’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, invita a verificare sempre l’Albo delle imprese di categoria e il Registro unico degli intermediari. Ma spesso gli operatori abusivi utilizzano il nome di un’impresa autorizzata, modificando una lettera del nome.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
SI TRATTA DELLA DEMOLIZIONE DI UN IMMOBILE IN UN’AREA SOTTOPOSTA A VINCOLO PAESAGGISTICO SENZA L’AUTORIZZAZIONE NECESSARIA DA PARTE DEL CANDIDATO GOVERNATORE DI FDI
A condono, condono e mezzo. Oppure, volendo volare più alto, si potrebbe sempre
rispolverare il motto di Pier Capponi, “voi sonerete le vostre trombe, noi soneremo le nostre campane”. E insomma, la vicenda campana si è risolta – a una settimana dal voto – in una battaglia di condoni edilizi tra Edmondo Cirielli e Roberto Fico.
Non il condono che Cirielli vorrebbe riaprire «su tutto il territorio nazionale», sperando così di raggranellare qualche voto nella sua Campania, una delle regioni d’Italia più flagellate dall’abusivismo edilizio. No, parliamo di cose personali, siamo alla lotta nel fango.
La Verità è andata infatti a spulciare nel catasto di San Felice Circeo, trovando una vecchia richiesta di sanatoria a carico di un’abitazione di cui Roberto Fico, candidato del centrosinistra in Campania, è comproprietario con la sorella.
L’ha presentata Fico la domanda di condono? Nient’affatto, risale al 1986, l’anno del condono voluto da Bettino Craxi, il primo gigantesco colpo di spugna sulle regole edilizie. Ma nel 2017, finalmente, un anno prima di diventare presidente della Camera, Fico riceve dal comune il permesso di cambiare la destinazione d’uso del garage, trasformato in abitazione.
Tanto basta al quotidiano per titolare che Fico «oggi sbraita contro la sanatoria però l’ha usata per la villa al Circeo».
In batteria intervengono molti esponenti di Fratelli d’Italia, da
Sergio Rastrelli a Giovanni Donzelli, rinfacciando al candidato cinque stelle l’incoerenza di opporsi a una misura dopo averne usufruito.
Risposta dell’ufficio stampa dell’interessato: «La richiesta di sanatoria non è stata fatta dal presidente Fico né dalla sua famiglia, bensì dal precedente proprietario della casa di San Felice Circeo negli anni Ottanta. È quindi semplicemente falso sostenere che il presidente abbia richiesto un condono o una sanatoria».
Potrebbe finire qui, ma chi di condono ferisce…
Riemerge così in parallelo un’altra vecchia sanatoria, questa volta a carico di Cirielli. Era uscita lo scorso anno sul Fatto e una provvidenziale interrogazione di Gilda Sportiello a Giorgia Meloni la riporta a galla.
Il candidato del centrodestra «avrebbe proceduto alla demolizione totale di un immobile di sua proprietà in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, senza che fosse acquisita la necessaria autorizzazione paesaggistica».
In più, «mentre era ancora pendente il contenzioso tra comune e ministero della Cultura, e prima che il Consiglio di Stato ribaltasse la decisione del Tar, i lavori sarebbero andati avanti, arrivando addirittura alla realizzazione delle fondazioni di una nuova costruzione».
La vicenda, conclude la deputata contiana, «solleva il sospetto che si sia proceduto con una accelerazione dei lavori, nonostante l’opposizione formale del ministero della Cultura, che poi ha avuto piena ragione nelle sedi giudiziarie superiori. Il fatto
acquisisce oggi una nuova rilevanza alla luce delle pressanti proposte riguardanti un nuovo condono edilizio che lo stesso Cirielli sta avanzando nella campagna elettorale che lo vede candidato a presidente della regione Campania».
Eccola lì l’accusa, hai proposto il condono per la tua villa a Sant’Egidio di Montalbino (Salerno) perché avevi un abuso da sanare.
(da Repubblica)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
FIGLI, LAVORO, STIPENDI: COSI’ LA MATURITA’ E’ SEMPRE PIU’ IN RITARDO
La popolazione tra 25 e 34 anni in Italia è in calo. Diminuiscono anche i giovani lavoratori e il 63% dei maggiorenni vive ancora con i genitori. Fra gli ostacoli i salari inadeguati e le scarse opportunità
La popolazione tra 25 e 34 anni di età in Italia secondo l’Istat è di 6,3 milioni, pari al 10,6% del totale nel 2025. Erano 8,6 milioni nel 2004 (il 15% dei residenti). Mentre gli occupati nella fascia d’età sono scesi a 4,2 milioni da 6. In termini relativi, la quota dei giovani lavoratori è diminuita dal 27,1 al 17,8 per cento. I numeri sono nel dossier del Sole 24 Ore, che racconta come le tappe della maturità si siano spostate in avanti: nel 2024 il 63% dei giovani maggiorenni viveva ancora con i genitori. Il
primo figlio arriva a 32 anni e mezzo, contro i 30,8 del 2024. Fra gli ostacoli i salari inadeguati e le scarse opportunità date dalla società.
I giovani e la maturità
L’analisi dei dati è del professor Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’università Cattolica di Milano. Per il libro “La scomparsa dei giovani – Le 10 mappe che spiegano il declino demografico dell’Italia”, appena pubblicato per Chiarelettere. I numeri mostrano come diventare adulti in Italia richieda sempre più tempo. La laurea arriva in media a 25 anni (26,3 per la magistrale). La casa dei genitori si lascia a 30. Il primo figlio arriva a 32,6 anni e il matrimonio a 36.9. In vent’anni l’Italia ha perso il 26.6% dei giovani. «Sono sempre meno i giovani che riescono a raggiungere tutte le tappe fondamentali della vita entro i 35 anni», spiega Maria Testa, docente di demografia all’università Luiss Guido Carli di Roma. Nel 2024 il 44% dei giovani tra 25 e 34 anni viveva ancora con la famiglia di origine. Una percentuale che sale al 63,3% se si considerano tutti i maggiorenni under 35. In pratica tra i 25 e i 34 anni solo il 56% aveva lasciato la casa dei genitori.
Il matrimonio e la laurea
Il tasso di sposi maschi nella fascia d’età tra 25 e 34 anni è passato da 36 a 22 ogni mille residenti negli ultimi vent’anni. Le spose, invece, nel 2024 sono state 24 contro le 38 ogni mille convolate a nozze nel 2005.
Aumentano anche gli anni passati sui libri. E la quota di laureati già inseriti nel mercato del lavoro prima del conseguimento del
titolo di laurea è in tendenziale aumento nel tempo. Dal 36% tra i laureati di primo livello del 2015 al 42% nel 2023 (da 27,5% a 36,1% tra i laureati di secondo livello). Oggi a lavorare è il 68,7% dei ragazzi tra 25 e 34 anni, ma solo il 22,7% di questi giovani lavoratori è un genitore: si tratta di circa 965 mila su 4,2 milioni di occupati. «In questo contesto si stima che oggi solo il 13% degli italiani tra 18 e 34 anni abbia già un figlio, un dato coerente con il calo delle nascite in corso negli anni più recenti», spiega Testa.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2025 Riccardo Fucile
NIENTE CODE, NIENTE ATTESE, NIENTE FOLLA
La nuova élite globale vive in un ecosistema costruito per eliminarle ogni attrito
quotidiano: niente code, niente attese, niente folla. Un universo fatto di ristoranti privati, torri residenziali iper-esclusive, jet, auto con autista, suite inaccessibili ai più e servizi sartoriali che anticipano i desideri prima ancora che vengano espressi.
Il caso emblematico è Miami, oggi magnete irresistibile dei super-ricchi: meta storica delle élite del Nordest, d’Europa e dell’America Latina, è diventata un hub di finanza e tecnologia che ha moltiplicato “creatori di ricchezza” e, con loro, la domanda di lusso totale. Qui nasce un’economia parallela in cui ogni esperienza è privata, curata, protetta da sguardi esterni.
Come scrive Arian Campo-Flores sul “Wall Street Journal”, il profilo del nuovo lusso è definito da tre parole: efficienza, risparmio di tempo, servizio radicale. I developer Masoud e Stephanie Shojaee arrivano ai ristoranti membri-only con i cocktail già pronti e le bacchette personalizzate; volano su jet privati e vengono scaricati in hotel attraverso ingressi separati, direttamente nella suite.
Il concetto si replica nell’architettura: nel grattacielo Bentley Residences, un ascensore porta l’auto direttamente nel “garage nel cielo” a fianco del salotto. Tutto è pensato per massimizzare privacy e isolamento. Gil Dezer, il real-estate mogul che ha
brevettato il sistema, racconta di viaggi su isole private con elicottero, ville distanziate e butler sempre disponibili: «Il lusso supremo è la privacy».
Non mancano le esperienze personalizzate: centri benessere affittati per intere giornate a 150mila dollari, feste private con star come Fat Joe ed El Alfa, club culturali come Faena Rose con ingressi selezionati e 80 eventi esclusivi all’anno. Nei dinner club come ZZ’s, un “culinary concierge” può ricreare un intero menù di viaggio o orchestrare una degustazione di caviale in 12 portate.
La socialità è selezionata: “i discorsi sono più profondi e sicuri”, dice Stephanie Shojaee. Le boutique vengono sostituite da spedizioni periodiche di collezioni private, complete di sarto a domicilio.
Il turismo diventa un’estensione di questa filosofia: ville scozzesi con elicottero personale, isole affittate integralmente, suite sopra Dior con shopping notturno e chef stellati in volo da qualunque parte del mondo.
La ricchezza dei super-ricchi americani è raddoppiata in dieci anni, superando i 23 trilioni di dollari, e la loro capacità di comprare tempo, silenzio e accesso esclusivo ha creato una nuova infrastruttura del lusso globale: un mondo a parte in cui vivere “esattamente come si vuole vivere”.
(da (Wall Street Journal)
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