ACQUAROLI RINGRAZIA LE PROMESSE DI GIORGIA MELONI, HA FUNZIONATO SOPRATTUTTO LA MARTELLANTE CAMPAGNA GOVERNATIVA: DALL’INSERIMENTO DELLA REGIONE NELLA ZONA ECONOMICA SPECIALE (PER ORA SOLO UN DISEGNO DI LEGGE), AI 60 MILIONI DECISI DA PALAZZO CHIGI DIECI GIORNI PRIMA DEL VOTO
L’UNICO A NON RIDERE NEL CENTRODESTRA È MATTEO SALVINI
Una sconfitta netta nel Pd e nel team di Matteo Ricci nessuno se l’aspettava. Con le proiezioni che lo danno dai sette agli otto punti sotto il presidente uscente Francesco Acquaroli, il dato è senza appello. Il calo dell’affluenza di quasi dieci punti, rispetto a cinque anni fa, ha colpito in maniera orizzontale, senza avvantaggiare quello che si riteneva il candidato con l’elettorato più fidelizzato e politicizzato.
Niente da fare, nemmeno il finale di campagna elettorale tutto virato sul sostegno a Gaza è servito a Ricci a risalire la china e anche il deludente dato di Alleanza Verdi e Sinistra, sotto il 5%, dimostra che la Palestina per i marchigiani resta lontana.
Ha funzionato il presentarsi di Acquaroli come l’uomo tranquillo, quello della aurea mediocrità, L’amico di gioventù di Giorgia Meloni ma anche l’uomo “dei fatti e dell’umiltà”, come lo descrive una raggiante Lucia Albano, la prima a presentarsi al comitato elettorale ad Ancona, contro un campione nazionale come Ricci.
Non è servito l’impegno molto forte di Elly Schlein, che nelle Marche è venuta sette volte a sostegno del suo candidato. E non c’è dubbio che la sconfitta sia anche sua oltre che del Pd locale, che anzi tiene con un dignitoso 22,8% a cui va sommato un lusinghiero 7,1% della lista civica di Ricci. E non ha funzionato la presenza di Giuseppe Conte, con il misero 5,2% del Movimento Cinque Stelle.
Ha funzionato soprattutto la martellante campagna governativa di promesse a favore delle Marche, dall’inserimento della regione nella Zona Economica Speciale (per ora solo un disegno di legge, ma almeno è qualcosa), ai 60 milioni last minute decisi da palazzo Chigi dieci giorni prima del voto.
L’unico a non ridere in questa serata anconetana è forse Matteo Salvini. Il crollo rispetto a cinque anni fa è verticale, dal 22 al 7,1 per cento, Forza Italia sorpassa il Carroccio 8,2% a 7,1% evidentemente la presenza fissa di Salvini nell’ultima settimana non ha portato il boost sperato al risultato della lista leghista.
(da Repubblica)
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