MURARO, ALTRO GUAIO: SETTE GIORNI PRIMA DI ESSERE NOMINATA ASSESSORE ALTRA CONSULENZA CON AMA DA 57.600 EURO
LE CRITICHE ALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI DI ROCCA CENCIA, MA ERA LEI CHE DOVEVA FARLA FUNZIONARE… I RAPPORTI CON IL RAS DELLE DISCARICHE
Secondo Il Messaggero, l’ultima consulenza dell’assessora con l’Ama è scaduta poco più di un mese fa.
“Le confermo la proroga dell’incarico a far data dal primo gennaio 2016 al 30 giugno 2016“, si legge in una lettera firmata dal direttore delle risorse umane Saverio Lopes.
Il 7 luglio la Muraro verrà nominata assessore e quindi controllore di un’azienda di cui fino a una settimana prima era stata consulente.
Ma le accuse non finiscono qui. Qual è l’oggetto di quella consulenza, del valore di 57.600 euro?
La Muraro è chiamata a vigilare sul funzionamento dell’impianto di trattamento rifiuti di Rocca Cencia.
Lo stesso dove il 25 luglio, nelle vesti di assessore, era andata a svolgere un blitz in diretta Facebook denunciando il cattivo funzionamento della struttura.
La stessa che lei medesima era stata chiamata a far funzionare.
Ma non è tutto. La signora, conosciuta e stimata nel suo ambiente, sembra avere particolare facilità a tessere i rapporti.
E così, tra le sue conoscenze, che ora destano qualche sospetto a piazzale Clodio, c’è anche quella con un altro ras, ma delle discariche, il novantenne Manlio Cerroni.
Nel fascicolo assegnato al pm Alberto Galanti ci sono intrecci, diretti e soprattutto mediati, tra i due. A cominciare dalla affare cassonetti che a Roma, in sostanza, portano tutti al ras dell’immondizia.
Così come la stragrande maggioranza delle inchieste sul ciclo dei rifiuti. Cerroni, plurindagato, è sotto processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di immondizia.
Accusa che la Procura gli contesta anche in una delle nuove indagini. L’ultimo anello di congiunzione tra Muraro e il Supremo è lo scontro che lei ha avuto con il presidente dimissionario dell’Ama, Daniele Fortini, sull’utilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia.
L’impianto è della Colari, azienda di Cerroni, ed è inattivo da marzo. L’assessore dichiara che sarebbe necessario riaprirlo.
Poi, però, si scopre che lo stabilimento è al centro di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia. Indagini che sono collegate a un’altra vicenda che coinvolge gli impianti di Trattamento meccanico biologico capitolini, due dei quali di proprietà dell’Ama e controllati proprio dall’assessore quando lavorava come consulente per la municipalizzata.
Il sospetto degli inquirenti è che i Tmb abbiano smaltito meno rispetto a quanto stabilito nel contratto di servizio.
Un rallentamento che potrebbe avere avuto come conseguenza dirottare la spazzatura nel tritovagliatore.
Inoltre, c’è un altro filo rosso che sembra legare Muraro al Supremo, ed è sempre riguardo ai Tmb romani e alla società che li ha costruiti, la Sorain Cecchini, ditta sempre riconducibile a Cerroni.
L’azienda compare nell’elenco dei soci di Atia-Iswa Italia, associazione che riunisce i tecnici gestori dei rifiuti e di cui il neo assessore è stato presidente – ora uscente – dal 2014.
(da agenzie)
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