A LUCA ZAIA GIRANO LE PALLE: SI SENTE TRADITO DA SALVINI CHE NON SI E’ MAI VERAMENTE BATTUTO PER IL TERZO MANDATO AI GOVERNATORI E ORA IL VOTO DI VENETO, PREVISTO A NOVEMBRE, DIVENTA UN TERNO A LOTTO PER IL CENTRODESTRA: CHE FARA’ ZAIA?
SOSTERRA’ IL CANDIDATO SCELTO DA GIORGIA MELONI O CORRERA’ CON UNA SUA LISTA? ZAIA NON È SOLO. SCHIERATI CON LUI, OLTRE AL GOVERNATORE DEL FIULI FEDRIGA, CI SONO I COLLEGHI MAURIZIO FUGATTI E ATTILIO FONTANA – TENSIONI NELLA LEGA: NELLA BASE C’È GIÀ CHI SOGNA UNA LEGA GUIDATA DAI GOVERNATORI
Luca Zaia forse per la prima volta si è sentito davvero tradito dal Carroccio e dal suo segretario Matteo Salvini. Chi ha parlato con il Doge dopo la fumata nera arrivata da Roma, lo descrive colmo di disappunto. Di più: irritato per un partito incapace di rappresentare la volontà e le richieste dei territori, che si nasconde dietro il paravento dello ius scholae agitato da Forza Italia. «Antonio Tajani non parlava di riforma della cittadinanza da tempo, questa è sola una manovra per far fuori i governatori. Perché è chiaro che dopo Zaia salterebbe anche Fedriga» ragionano alcuni lighisti.
Il clima, in casa Lega, sarebbe teso almeno dall’ultimo consiglio federale, quello in cui è apparso chiaro che nonostante l’apertura di Fratelli d’Italia per bocca di Giovanni Donzelli, Salvini non si
sarebbe certo stracciato le vesti per portare a casa il terzo mandato. C’è addirittura chi sospetta che sia stato un uccellino leghista a suggerire a Forza Italia di tornare a parlare di ius scholae, così da far saltare il tavolo delle trattative. E poi c’è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il messaggio diffuso dal responsabile Enti locali del partito Stefano Locatelli, subito rilanciato dalle chat ufficiali di via Bellerio.
«Prendiamo atto con grande rammarico che Forza Italia non intende ragionare sul terzo mandato, e di certo sono irricevibili scambi con cittadinanza facile o ius scholae. A questo punto, auspichiamo che il centrodestra scelga al più presto i candidati migliori». […] Che fretta c’era di voltare pagina?
Ora Zaia attende di sapere come finirà il vertice fra i leader del centrodestra convocato per lunedì Roma. Il giorno dopo scade il termine per presentare l’emendamento che consentirebbe al Doge di correre ancora e, considerato che le regionali si terranno a novembre, il tempo della tattica è finito.
Un minimo spiraglio perché Giorgia Meloni tiri fuori una soluzione pro-Zaia dal cilindro, considerate anche le ricadute su Campania e Puglia sfavorevoli al Pd e al centrosinistra, ci sarebbe ancora. Il governatore lo sa e, tra le righe, fa capire che vada come vada non resterà con le mani in mano. «Non passo le mie giornate a far telefonate, sfido chiunque a trovare chi ha ricevuto telefonate da me per avere informazioni – ci ha tenuto a sottolineare -. Quello che accadrà a Roma si vedrà, e io mi comporterò di conseguenza».
Una frase che suona un po’ come una minaccia. In molti lo starebbero chiamando per chiedergli di presentare comunque una lista a suo nome slegata dal partito, forte del 44% raccolto cinque anni fa. Ma è un’ipotesi che difficilmente si concretizzerà.
In primis, perché a porre il veto potrebbero essere gli stessi Fratelli d’Italia. E poi è facile che sarà lo stesso Zaia a negare il suo nome, a sostegno del candidato per il quale il suo partito ha deciso di sacrificarlo. Più facile, eventualmente, immaginare il “Doge” correre come capolista della Lega in tutte le province. Ma pure questa è un’eventualità tutta da scrivere. Zaia, in ogni caso, non è solo. Schierati con lui, oltre a Fedriga, ci sono i colleghi Maurizio Fugatti e Attilio Fontana. E nella base, nonostante la recente rielezione di Salvini nel congresso senza sfidanti di Firenze, c’è già chi sogna una Lega guidata dai governatori capace di risalire nei sondaggi fino al 20% e di ridare fiato a un partito spompatopato alle ultime elezioni dall’effetto Vannacci.
(da agenzie)
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