A NORCIA PER NATALE ALLOGGIO SOLO PER 250 TERREMOTATI
IN UNA CITTA’ PIEGATA DALLA MORSA DEL GELO SI LAVORA PER I CONTAINER COLLETTIVI, MA PER NATALE I POSTI SARANNO LIMITATI… CIRCA 1.100 AVEVANO SCELTO L’ALBERGO, ALTRI 770 HANNO VOLUTO RESTARE IN ZONA IN ATTESA DEI CONTAINER
Zero gradi. La colonnina di mercurio dice che a Norcia, il borgo distrutto dal terremoto del 30 ottobre scorso, sta per arrivare la neve.
Il vento forte della notte (“in tenda sembrava di essere in mongolfiera”, racconta Antonio Massari) ha lasciato il posto al freddo gelido.
Lo sanno bene le persone che, dalle prime ore del mattino, si sono messe in fila davanti al tendone che si occupa di dare assistenza alla popolazione: vogliono sapere quando arriveranno i container e se è vero, come aveva annunciato il premier Matteo Renzi, che saranno pronti prima di Natale.
Anche se ha annunciato via Facebook che “le prime venti casette saranno pronte entro Natale”.
Proprio a questo proposito, al momento i responsabili del centro di coordinamento possono fornire un unico dato. Ovvero che oggi sono iniziati i lavori per realizzare un campo capace di ospitare 250 persone: “Sarà pronto a dicembre”, garantisce la Protezione civile.
Si tratta di alloggi collettivi da 48 persone, divise in stanze per famiglia ma con i bagni in comune, di conseguenza le strutture in totale dovrebbero essere cinque e sostituiranno le tende in attesa che arrivino le casette di legno.
Il progetto, per quanto riguarda Norcia prevede però, container per 700 posti letto, quindi per vedere i villaggi al completo bisognerà aspettare il nuovo anno.
Intanto i militari sono al lavoro in un grande spiazzo vicino Porta Romana, ingresso principale della città , per predisporre l’area all’arrivo dei container.
Tante persone, che fino ad ora hanno resistito dormendo nelle tende sociali da 40 persone pur di non lasciare il borgo, adesso cominciano a non farcela più a causa del freddo e per colpa della stanchezza dovuta a un mese trascorso da sfollati tormentati dalle continue scosse.
“Negli ultimi giorni in molti hanno chiesto di essere trasferiti negli alberghi, ma soprattutto chiedono quando arriveranno i container”, dicono i volontari dei Servizi sociali consapevoli che nelle strutture non ci sarà spazio per tutti.
Lo dice il censimento registrato finora. Tra Norcia, Cascia, Preci e Monteleone sono 720 le persone che dormono in tenda, in roulotte davanti casa o che si sono sistemate autonomamente accanto ai campi.
Tutte loro chiedono i container. Ma ci sono anche coloro che vivono negli hotel.
Mille e cento hanno infatti scelto gli alberghi.
Dati che tuttavia mutano di giorno in giorno perchè c’è chi decide di affittare un appartamento piuttosto che vivere in albergo e chi invece dalle tende si trasferisce negli hotel.
In fila, per chiedere informazioni, ci sono Giulio Severini e la moglie Patrizia Scafi. Sono di San Pellegrino, una frazione di Norcia e subito dopo il sisma si sono trasferiti in una casa in affitto a Fiumicino: “Prima pagavamo 800 euro, ora me abbiamo trovata un’altra a 550, ma ancora i soldi destinati a chi sceglie la sistemazione autonoma non ce li hanno dati”.
Giulio e Patrizia tuttavia non vogliono restare lontani dal loro borgo e sono in fila per chiedere un posto nei container, quando saranno montati: “La mia paura è che si pensi solo a Norcia”, dice Patrizia.
In pratica che venga montato il campo a Norcia, dove i riflettori sono puntati, destinato a 250 persone, e poi niente più. “a me sembra tutto un’illusione”, dice Lucia Saveri mentre consuma il pasto nella tenda degli volontari dell’Anpas.
Anche Claudia Imperatore, anche lei seduta a mensa, punto di ritrovo per la popolazione è perplessa: “Il sindaco ha detto che i posti nei container saranno 250. Ma se solo a Norcia siamo 5000 persone, come si fa?”.
Dubbi e perplessità mentre Norcia è piegata dalla morsa del gelo: “Non sappiamo niente. Solo che saranno container cumulativi”, dice Alassandra Rossi.
Dopo le tende sociali da 40 persone, ora una parte della popolazione si prepara ai container sociali:
“Ci dovremo spogliare e andare in bagno davanti a chissà chi. Altrochè privacy. Siamo stanchi”.
(da “Huffingtonpost”)
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