ALLEANZA CON BERLUSCONI? NELLA LEGA E’ ALLARME ROSSO
CON ALBERTINI IN CAMPO I PADAGNI SI SONO ACCORTI CHE MARONI ANDREBBE SOLO A SBATTERE E NON SANNO PIU’ COME USCIRNE
L’annuncio della vigilia era roboante: lunedì al “federale” si decide, il Pdl dica se appoggerà la candidatura di Maroni in Lombardia, «altrimenti andiamo da soli», tuonava il segretario.
E invece niente, dopo il vertice della mattinata ad Arcore tra Berlusconi e Maroni, la Lega prende tempo fino a venerdì, guarda caso il giorno della verità per Monti, quando i due si vedranno di nuovo.
Ma il segretario, dopo l’incontro con il Cavaliere avverte i suoi: «Da soli in Lombardia perdiamo».
A Villa San Martino, l’ex premier (c’è anche Alfano) ribadisce di puntare su Maroni nella difficile partita lombarda.
Però bisogna ricostruire l’alleanza alle politiche.
Se c’è Monti la Lega si sfila, e dovrebbe sfilarsi pure se a guidare il centrodestra ci fosse Berlusconi, come conferma il leader del Carroccio in serata.
Ma l’investitura di Alfano a candidato premier, chiesta proprio da “Bobo”, da Berlusconi non arriva.
C’è dunque bisogno di un supplemento di trattativa.
Nel pomeriggio “federale” tormentato, circa tre ore: e alla fine il segretario si fa consegnare un «mandato pieno» in vista dell’incontro di venerdì.
Ma la prospettiva di un nuovo matrimonio col Pdl mette molti in allarme. Soprattutto i non lombardi. «Gli ultimi scandali sui rimborsi dei consiglieri regionali rendono la partita in Lombardia molto più difficile; senza il Pdl andiamo incontro a una più che probabile sconfitta», dice a più riprese il segretario, che ancora spera nella carta Alfano.
Però il prezzo da pagare è troppo alto, e una serie di interventi a raffica lo sottolinea. Gianluca Pini, segretario della Romagna, è tra i più accesi: «Sì, la Lombardia per noi è strategica, ma se torniamo con Berlusconi andiamo a sbattere e poi chi ci garantisce che Albertini si ritirerà ?»
In effetti l’ex sindaco che si è riscoperto “montiano” è lanciatissimo, e la sua corsa preoccupa non poco il leader del Carroccio.
Che ha in mano un sondaggio: con Albertini in campo, Maroni al 25 per cento, 12 punti in meno del candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli. Senza Albertini, invece, vincerebbe il leghista: con il 39 per cento.
Flavio Tosi scuote la testa e dice che se proprio ci si deve alleare con il Pdl in Lombardia bisogna «almeno» rinunciare a presentarsi alle politiche.
Tutto in queste ore passa da Arcore.
Silvio Berlusconi riceve a Villa San Martino anche Ignazio La Russa per benedire, presente Daniela Sananchè, la scissione tanto annunciata.
Poche ore dopo il “colonnello” la può annunciare a Porta a Porta.
L’incontro di Arcore si chiude con una stretta di mano e la prospettiva di una federazione, comunque, alle politiche.
La Santanchè resta tuttavia col Cavaliere.
Ma quello di La Russa è un doppio strappo.
A sorpresa non lo segue il “gemello” di una vita, Maurizio Gasparri, che resta come Matteoli e Ronchi nell’alveo berlusconiano.
E col passare delle ore anche Alemanno e la Saltamartini e i deputati a loro vicini dicono no a La Russa.
Continuano invece le trattative con Giorgia Meloni e Guido Crosetto, reduci dal successo della loro manifestazione di domenica.
Ieri il faccia a faccia tra la ex ministra e La Russa non è stato risolutivo.
Lei non vuole «annettersi» a qualcosa che è già nato altrove.
«Centrodestra nazionale è solo una ipotesi di nome » precisa non a caso lui da Vespa. Nel braccio di ferro innescato si discute di organigrammi e posti in lista, con la Meloni che ha ormai accarezzato il sogno di una corsa da leader. In serata lei e Crosetto firmano un comunicato per frenare: «Confronto aperto in attesa di risposte».
Le trattative continuano ma molti le danno in dirittura d’arrivo.
Rodolfo Sala
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