“APPROVIAMO IL PREMIERATO, ANDIAMO AL REFERENDUM E VINCIAMO”: LA STRATEGIA DI GIORGIA MELONI PER LE RIFORME COSTITUZIONALI
UNA RIFORMA CHE PORTI ALL’ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, APPROVATA A MAGGIORANZA ASSOLUTA SENZA IL SOSTEGNO DEL TERZO POLO (“NON MI FIDO DI RENZI”) ANCHE PERCHE’ I NUMERI NON BASTEREBBERO A OTTENERE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA DEI DUE TERZI ED EVITARE IL REFERENDUM
“Non mi fido di Renzi, anche perché i numeri non bastano. Approviamo il premierato, andiamo al referendum e vinciamo”. Mercoledì pomeriggio, interno Palazzo Chigi. Dopo aver ascoltato i pareri dei vertici di Fratelli d’Italia sulla riforma costituzionale, […]Giorgia Meloni prende la parola.
E spiega la strategia del governo da qui ai prossimi mesi: una riforma che porti all’elezione diretta del premier, approvata a maggioranza assoluta per poi giocarsi tutto al referendum costituzionale. Che Meloni è sicura di vincere: “La gente sta con me – dice la premier ai presenti – è un impegno che ci siamo presi in campagna elettorale ei cittadini ci hanno votato per questo”.
A Palazzo Chigi, Meloni riunisce i vertici del suo partito: ci sono i ministri Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, i capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan, il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ei sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.
Tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia. Meloni apre il vertice con una bacchettata ai suoi: “Questa riunione doveva rimanere segreta, com’è possibile che sia uscita ovunque?”. Silenzio.
Poi si apre il confronto sulle riforme. Un giro di tavolo per parlare del merito. L’idea che va per la maggiore è quella di un premierato che non vada a intaccare troppo i poteri del presidente della Repubblica, con elezione diretta del presidente del Consiglio.
Il tema dell’autonomia leghista viene toccato solo per la strategia parlamentare: il testo, che sarà presentato entro l’estate, partirà dalla Camera per evitare la sessione di Bilancio (che si svolgerà al Senato) e garantire un processo più rapido con approvazione in prima lettura prima delle Europee. […] La premier spiega che, in base alle consultazioni che ha fatto con i partiti di opposizione a inizio maggio, non ci sono i numeri per approvare una riforma costituzionale.
E l’atteggiamento di M5S e Pd le è sembrato dilatorio. Mentre Meloni la vuole riforma farla. Quindi la proposta sul premierato sarà di maggioranza senza far affidamento sui voti del Terzo Polo di Renzi e Calenda: sia perché di Renzi Meloni non si fida (ricordare il Patto del Nazareno), sia perché comunque non basterebbe il gruppo centrista per raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi ed evitare il referendum
Quindi la premier punta ad approvare la riforma e poi vincere il referendum entro due anni. La riforma comunque entrerebbe in vigore dalla prossima legislatura
Nel frattempo servirebbe cambiare la legge elettorale: il modello pensato è simile all’Italicum, elezione diretta del premier con ballottaggio se nessun candidato ottiene il 40% dei voti.
(da Il Fatto Quotidiano)
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