“ASSASSINATION CULTURE” SI FA STRADA NEGLI STATI UNITI
IL 38% DEI CITTADINI USA RITENGONO “GIUSTIFICABILE” L’ASSASSINIO DI TRUMP, LA PERCENTUALE SALE AL 55% TRA I PROGRESSISTI… IL 34% DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI GIUSTIFICA LA VIOLENZA CONTRO GLI AVVERSARI POLITICI… BASTA IPOCRISIE: SE ELEGGETE UN ISTIGATORE ALL’ODIO E’ NORMALE CHE SI RISCHI LA GUERRA CIVILE
L’omicidio di Charlie Kirk, attivista conservatore e fondatore di Turning Point Usa, avvenuto nella serata italiana di mercoledì 11 settembre, ha riportato al centro dei dibattito il tema della violenza politica. Tutto il mondo ricorda ancora l’attentato del 13 luglio 2024, al quale Donald Trump – allora in corsa per la seconda presidenza – sfuggì per un soffio.
Ma la questione, come dimostra il recente attentato contro una politica dem del Minnesota, è evidentemente un problema bipartisan negli Stati Uniti ed è lecito chiedersi se la violenza politica debba ormai considerarsi parte di una tragica normalità
È di pochi mesi fa un report del Network Contagion Research Institute (Ncri), che metteva in luce dati impressionanti: 38 americani su 100 giudicavano “giustificabile” l’assassinio di Trump, 31 su 100 quello di Elon Musk.
Tra gli elettori progressisti, le percentuali salivano ulteriormente fino al 55% e al 48%.
Per una triste coincidenza, lo stesso Charlie Kirk aveva rilanciato recentemente il sondaggio, denunciando la diffusione di una vera e propria “assassination culture” e avvertendo che la sinistra americana stava normalizzando la violenza politica. All’indomani dell’omicidio un editoriale del New York Times cita un altro sondaggio, pubblicato dalla Foundation for Individual Rights and Expression, secondo cui il 34% degli studenti universitari americani ritiene accettabile usare la violenza per impedire un discorso pubblico con cui non è d’accordo. La percentuale è in crescita costante negli ultimi anni: nel 2021 il “sì” raggiungeva il 24%, una cifra «già inaccettabilmente elevata».
L’editoriale del New York Times – dal titolo “Il terribile omicidio di Charlie Kirk e il peggioramento della violenza politica in America” – sottolinea che la violenza politica ormai attraversa lo spettro ideologico: da Trump alla deputata democratica Nancy Pelosi, fino ai casi più recenti de
i parlamentari locali in Minnesota. Una spirale di violenza che rischia di travolgere la convivenza stessa, dimenticando il Primo emendamento della Costituzione, quello che sancisce la libertà di espressione.
(da Open)
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