AttualitÃ
BERNARDO CAPROTTI (ESSELUNGA) …LE COOP TRA FALCE E CARRELLO
IL POTERE ROSSO
vignetta da: www.ilgiulivo.com
E’ uscito da pochi giorni il saggio “Falce e carrello” di Bernardo Caprotti, editore Marsilio, prefazione dell’economista Geminello Alvi e già si è scatenata la guerra per procuraselo. Una presentazione a MIlano in una sala di un grande albergo, dove i giornalisti trabordano all’esterno, una esclusiva di Panorama in prima pagina, articoli in tutte le testate nazionali. Il patron di Esselunga, 81 anni splendidamente portati, una grinta eccezionale, scatena l’inferno contro le COOP rivelando fatti documentati, verità scomode, intrallazzi locali per dimostrare quanto il mercato sia ormai condizionato pesantemente dalle COOP rosse e gli ostacoli che vengono a subire i concorrenti che non si vogliono piegare. Definito da molti “l’ultimo imprenditore ancora operoso che ha fatto il miracolo economico in Italia”, Caprotti in effetti per molti è un mito: sempre presente nei suoi uffici, generoso, uno che lavora 13 ore al giorno, eloquio fluviale, grinta da combattente, anticomunista convinto, di fronte alla prospettiva di vendere la sua azienza (per l’età e per i diversi interessi dei figli) e di fronte a una offerta delle COOP (appoggiata da Prodi) dirà : “Non venderò mai alle COOP, ripeto mai” . E snocciola verità scomode… nel 2000 Giovanna Melandri, ministro dei beni culturali, blocca la costruzione di un supermercato Esselunga a Bologna perchè scavando erano stati trovati resti etruschi che non potevano essere toccati. Dopo inutili tentavi di riprendere i lavori, per non perdere un investimento da 20 milioni, Caprotti getta la spugna. Il terreno viene acquistato da Coop Adriatica di Stefanini (oggi anche presidente Unipol) che in pochissimi giorni ottiene tutti i permessi. E…i resti archeologici? Rimossi e abbandonati in periferia… A Livorno ci è stato detto chiaro che non potevamo entrare… In Liguria avevamo individuato un’area nello spezzino ma il presidente di Coop Liguria ci fece sapere che “quando si va in casa d’altri bisogna chiedere il permesso”…A Vignola , vicino a Modena, Esselunga chiede di insediarsi in un’area destinata a uso commerciale e mette a disposizione 2,5 milioni di euro per la costruzione di una nuova scuola. La giunta approva..passa qualche giorno a la Coop fa la stessa offerta..inutile dire come è andata a finire…Ma perchè tanta paura di Esselunga? Lo spiega Caprotti:” Noi abbiamo prodotto con 132 negozi e la metà degli addetti, un risultato del 47 % superiore a quello dell Coop. Il business targato Coop si regge su impensabili protezioni, privilegi fiscali inauditi e sul polmone finanziario del prestito sociale. Su base neutra della società Planet abbiamo fatto monitorare i prezzi: i prezzi Coop sono superiori dal 10 al 20% rispetto ai nostri..agiscono in zone in regime di monopolio e fanno i prezzi che vogliono; n altre zone, dove c’è concorrenza, sono costretti ad abbassarli ma sono sempre più cari del 10 per cento dei nostri. Le Coop pagano solo il 17 % di tasse, noi il 43%, ma ormai di cooperativa non hanno più nulla.
Inoltre, gli interessi tassati in modo inferiore sul prestito sociale, permettono loro di raccogliere enormi risorse finanziarie diventando una banca che dà interessi superiori ma poi applica prezzi più alti, tradendo lo spirito cooperativistico. Tutto documentato con relative tabelle …Caprotti non si ferma , c’è una causa anche a livello di Comunità europea per illecita concorrenza delle Coop da lui promossa…
Paga il doppio di tasse, ma l’utile per metro quadro di Esselunga è del 30% superiore delle Coop, è boicottato ma fa prezzi più bassi del 10% di media rispetto alle Coop. Coi suoi 132 negozi guadagna di più ( 331 milioni) dei 428 delle Coop (225 milioni)…E poi compra anche pagine dell’Unità e Manifesto (oltre che di altri quotidiani) per ribadire che alle Coop non venderà mai…Come non considerarlo un mito? E poi è uno che scende alle 12.30 nella mensa dei dipendenti e pranza insieme a loro senza tante spocchie (immaginatevi qualche noto imprenditore di sinistra come ne sarebbe scandalizzato…). E conclude attaccando sulle liberalizzazioni e sui monopoli che soffocano il mercato: “Il giorno in cui arrivasse una vera liberalizzazione chi salverebbe il pachiderma Coop ?… Il contribuente come succede da anni per Alitalia? Come mai dove riusciamo ad arrivare come Esselunga la Coop è costretta ad abbassare i prezzi? Dove ci siamo noi che vendiamo la pasta a 39 centesimi, la Coop è costretta a fare lo stesso prezzo. Ma dove non ci siamo la stessa marca di pasta la vende a 50 centesimi a Cuneo, 48 ad Asti, 46 a Bologna, 45 a napoli, 42 a MIlano.” Questi sono i fatti. Questi i precisi montanti del boxeur Caprotti…
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