AUMENTANO LE PROTESTE PER I TRAVESTIMENTI DI SALVINI
DAI VIGILI DEL FUOCO AGLI ALPINI, CIVILI E MILITARI CONTESTANO IL TRAVESTITO CHE INFANGA LE DIVISE DELLE NOSTRE FORZE DELL’ORDINE SENZA CHE NESSUN MAGISTRATO GLI CONTESTI IL CODICE PENALE
Le uniche divise che non ha ancora indossato sono quelle della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera: forse perchè non dipendono dal suo ministero.
O magari, chissà , perchè con i due corpi ci sono state delle complicazioni, diciamo così, indirette (la Finanza indaga sui 49 milioni di fondi pubblici sottratti dalla Lega; la Guardia costiera salva i migranti in mare).
Ma di Matteo Salvini si può ben dire che si è guadagnato sul campo il soprannome di “ministro delle divise”.
Statistiche ufficiali non ce ne sono, eppure da quando il “Capitano” è a capo del Viminale a occhio le uscite pubbliche in cui indossa uniformi e giacconi d’ordinanza delle forze dell’ordine superano ormai quelle in cui il ministro è “in borghese”. Un’abitudine, quella dell’outfit di Stato, di cui Salvini va fiero nonostante le critiche (“me ne frego!”, ha replicato anche la scorsa settimana). E che però ultimamente gli sta creando qualche scocciatura: perchè l’irritazione e le bacchettate per l’uso improprio e disinvolto delle divise non arrivano solo da avversari politici e opinionisti. Ma direttamente da chi quelle divise le indossa, per lavoro, ogni giorno.
L’ultimo stop – ultimo in ordine di tempo – è arrivato dalla Sardegna: a Riccardo Paddeu, comandante di Alghero della compagnia dei barracelli, il corpo tipico della Regione autonoma, non è affatto piaciuto lo sfoggio della divisa (con i gradi del comandante) da parte del ministro dell’Interno.
A regalargliela era stato Michele Pais, rappresentante del sindacato autonomo dei barracelli e candidato leghista al Consiglio regionale.
“Un gesto dal quale mi dissocio fermamente – ha tuonato Paddeu – Perchè il sottoscritto e gli altri colleghi non utilizzano la divisa e il ruolo istituzionale per fare politica”.
In pratica: l’esatto contrario di ciò che fa non soltanto Pais, ma lo stesso Salvini. Per il quale da tempo, dall’inizio del suo mandato, indossare i giacconi delle forze dell’ordine e dei corpi militari è diventata una delle cifre “estetiche” della sua propaganda.
In particolare porta abitualmente il giubbotto della polizia (in diverse declinazioni). Ma lo stesso ha fatto con il “marchio” dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della Marina militare – preferenze per la Brigata San Marco.
Una polo della Brigata il ministro dell’Interno la indossò fiero, in vacanza al mare, a fine luglio, per spegnere le polemiche legate a una fotografia (postata sulla sua pagina facebook) che lo ritraeva con addosso una t shirt diffusa tra gli ultrà naziskin (marchio “Offence best defence”).
Una seconda uscita discutibile dopo quella del 9 maggio in tribuna d’onore allo stadio Olimpico di Roma: lì Salvini si presentò con il giubbotto d’ordinanza dei “fascisti del terzo millennio” di CasaPound Italia (marchio Pivert).
Un po’ imbarazzante per il ministro della Polizia che alterna le divise delle forze dell’ordine.
Tra i primi a protestare per il pret-à -porter salviniano è stato il sindacato Usb dei Vigili del fuoco: codice penale alla mano, il rappresentante Costantino Saporito scrisse una lettera di denuncia indirizzata al ministro, al prefetto Bruno Frattasi capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, e al responsabile dell’ufficio Garanzia dei diritti sindacali.
Si imputava a Salvini un uso illegittimo della divisa dei pompieri (l’articolo 498 del Codice Penale stabilisce che “chiunque abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un corpo politico, amministrativo o giudiziario, ovvero di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, va punito con una multa che varia da 154 euro a 929 euro).
Infastiditi per i look del capo del Viminale erano stati anche gli alpini: la polemica risale alla fine di agosto. Salvini aveva sfoggiato pubblicamente la maglietta ufficiale dell’Associazione alpini in due occasioni (a Milano e a Pinzolo).
Il presidente della sezione milanese dell’associazione lo criticò: “Ne va della nostra credibilità , della nostra autonomia, della nostra serietà . Una volta per tutte diciamolo forte: non siamo noi Associazione Nazionale Alpini a seguire la Lega, ma caso mai Salvini che furbescamente cavalca il sentire sincero e senza altri falsi scopi di noi Alpini”.
Immediata era arrivata anche la presa di posizione dell’Associazione nazionale con un post su Facebook: “A seguito delle recenti vicende relative all’utilizzo di nostri marchi e simboli da parte di persone esterne all’Associazione Nazionale Alpini e che a volte rivestono ruoli istituzionali, politici o comunque pubblici, l’ANA ribadisce e riafferma quanto è indicato all’art. 2 del nostro Statuto, ossia che l’Associazione è apartitica. Si afferma pertanto che ogni eventuale accostamento dei nostri simboli a situazioni politiche, personaggi politici o altro non è assolutamente promosso nè voluto dall’ANA”.
Da allora a oggi Salvini ha continuato a esibire divise e uniformi: per presenziare a eventi pubblici, in occasioni ufficiali, in momenti di relax e addirittura per fare jogging nel centro storico di Roma. Con il giubbotto della polizia il ministro si è presentato, a favore di telecamere, anche all’arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti. Il giorno dopo il collega titolare della Giustizia, Bonafede, che era con lui, per non essere da meno lo ha imitato infilando il giubbino della Polizia penitenziaria.
(da “La Repubblica”)
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