AUTO E AUTISTA DEI VIGILI DEL FUOCO PER PORTARE IL FIGLIO ALLO STADIO
QUANDO L’UNITA’ DENUNCIO LA VICENDA DEL NUOVO COMMISSARIO DI ROMA, ALLORA AL COMANDO DEI VIGILI DEL FUOCO
La storia è questa: nel maggio 2011 il giornale legato al Pd (e poi, ufficialmente, il partito in Parlamento) denunciò che Tronca, allora prefetto e capo del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, per un uso improprio di risorse pubbliche.
Il quotidiano (era un’altra stagione, lo dirigeva Concita De Gregorio) raccontò un’inchiesta interna dei sindacati dei vigili del fuoco: l’11 maggio del 2011 un autista e un mezzo dei vigili del fuoco vennero «distolti dal servizio» per essere utilizzati come noleggio con conducente, ma gratuito, per portare «il figlio del dottor Francesco Paolo Tronca e un’altra persona» a un incontro di calcio (Roma-Inter di Coppa Italia).
I sindacati denunciarono anche, e il giornale lo riportò, che «al prefetto Tronca sarebbero stati assegnati due attici, in via Piacenza, a due passi dal Quirinale. Alloggi di servizio che non gli spetterebbero».
In quella stagione un’Unità molto libera ricevette tante querele – finora tutte perse dai querelanti, e spessissimo temerarie.
Chiamiamo Jolanda Bufalini, l’autrice dell’articolo: non solo non arrivò nessuna querela, ma neanche una smentita.
Arrivò invece un’interrogazione parlamentare del Pd – allora guidato da Pierluigi Bersani. La firmò il senatore Mario Gasbarri: «È noto che i vigili operano quotidianamente in tutto il territorio per garantire il soccorso ai cittadini, nonostante la scarsità di fondi, organico e risorse (…). Per questo occorre sapere se il ministro dell’Interno sia a conoscenza delle notizie riportate affinchè ci informi se corrispondono a verità . Se così fosse, l’onorevole Maroni deve assolutamente chiarire quali siano i provvedimenti che intende adottare nei confronti di quei dirigenti pubblici che hanno distolto per motivi personali uomini e mezzi che avrebbero invece dovuto essere impiegati in operazioni di soccorso e quelli che con il proprio operato hanno permesso che ciò avvenisse».
Maroni (tra parentesi, era stato lui a nominare Tronca) non rispose.
Del resto, le campagne anticasta erano di là da venire, la storia non ebbe conseguenze penali, e da allora la carriera del prefetto non ha fatto altro che continuare a salire.
Jacapo Iacoboni
(da “La Stampa”)
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