BERLUSCONI SPIATO, QUANTA IPOCRISIA: SONO 70 ANNI CHE SIAMO UNA COLONIA USA E FANNO FINTA DI SCANDALIZZARSI
LA STORIA DELLA REPUBBLICA E’ FATTA DI INGERENZE E APPOGGI STATUNITENSI… LA SOVRANITA’ TANTO DECLAMATA E’ SOLO UNO SLOGAN
“Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali, sulla vicenda di Berlusconi”.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde così alle pressanti richieste di Forza Italia di fare chiarezza sulle intercettazioni di cui, come rivelato da Repubblica e L’Espresso sulla base dell’ennesimo flusso di file emerso dal caso Wikileaks, Berlusconi fu oggetto da parte dell’americana National Security Agency nel periodo 2008-2011.
La recita continua con lo stesso Renzi che anticipa in Senato “una presa di posizione nelle prossime ore della Farnesina sulla vicenda”.
Quasi in contemporanea, dal Ministero degli Esteri parte la convocazione dell’ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia, John Phillips, per “chiarimenti circa le indiscrezioni comparse su alcuni organi di stampa”.
Sulla vicenda interviene il portavoce del dipartimento di Stato americano Mark Toner: “Come già detto in precedenza, non conduciamo alcuna attività di sorveglianza di intelligence a meno che non vi sia una specifica e valida ragione di sicurezza nazionale. E ciò si applica a cittadini ordinari come a leader mondiali”.
Due schiaffoni e zitti: “Il presidente – aggiunge Toner – è stato chiaro sul fatto che, a meno che non vi sia uno stringente motivo di sicurezza nazionale, non monitoreremo le comunicazioni di capi di Stato e di governo dei nostri amici e alleati”.
E dato che il concetto “motivo di interesse nazionale” e’ molto soggettivo, gli Stati Uniti continueranno a fare quello che riterranno opportuno.
Non a caso tra gli intercettati c’erano anche la Merkel e Sarkozy, non certo solo Berlusconi.
Anche perchè dalle intercettazioni del premier italiano al massimo potevano venire a conoscere gli orari di visita delle olgettine a villa Certosa, motivo di ilarità più che di analisi politica.
Ma dato che ora tutti, a destra come a sinistra, fingono indignazione sarebbe opportuno ricordare loro che da circa 70 anni siamo di fatto un “protettorato”, se non una colonia degli Stati Uniti.
Come se la Dc non fosse stata finanziata dagli Usa, come se la scelta dei segretari democristiani non fosse stata sempre operata con il placet degli States, come se la prima Repubblica non stesse in piedi grazie ad accordi economici e finanziari con il capitalismo a stelle e strisce.
Non discutiamo nel merito, c’era la guerra fredda e i finanziamenti sovietici, esponiamo solo i fatti.
E nelle vicende “strategia della tensione” e “terrorismo anni ’70-80”, quante volte si è parlato di operazioni dei servizi?
E ora le stesse mammole che portano le ginocchiere quando salgono le scale dell’ambasciata americana (compresi i partiti neofiti) fingono di scandalizzarsi perchè il padrone non si fida del maggiordomo e teme che gli frega un pezzo dell’argenteria.
E pazienza, fatevene una ragione: come i servizi avranno fatto relazioni sulle specializzazione delle olgettine ora le faranno sul giglio magico, che male c’è.
E’ il prezzo che si paga quando si rinuncia alla sovranità , quella che a destra viene artatamente indirizzata verso i più deboli, mai verso i più forti.
Gli Usa fanno i propri interessi, ci mancherebbe, siamo noi europei che non sappiamo perseguire i nostri, divisi tra egoismi nazionali, guerre finanziarie e provincialismi ottocenteschi.
I blocchi militari sono stati solo sostituiti da quelli economici, ma un terzo polo, un’Europa nazione, solidale e coesa, non riesce a concretizzarsi.
Quindi tenetevi le cimici sotto il letto e continuate a dormire, magari evitando di russare: disturba la ricezione del segnale.
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