“BISOGNA ISOLARE LO SCIMPANZE'”: LA PROFESSORESSA CHE APPELLA COSI’ IL SUO ALUNNO DI ORIGINE NORDAFRICANA DAVANTI ALLA CLASSE
IL PADRE SPORGE DENUNCIA AI CARABINIERI: “UN COMPORTAMENTO IGNOBILE, NON MI ERA MAI ACCADUTO NULLA DI SIMILE IN 30 ANNI IN ITALIA”… DOCENTE INDEGNA DI INSEGNARE
“Bisogna isolare quello scimpanzé, non dovete parlare con lui”. Una frase ancora più inaccettabile se attribuita a un’insegnante, se pronunciata davanti a una classe di adolescenti e destinata a un ragazzino di origine nordafricana che quel giorno non era presente.
Un episodio troppo amaro per il padre del piccolo destinatario che ieri, a distanza di mesi, ha deciso di consegnare alla piazza di Facebook il proprio racconto, in un post che ha raccolto decine di commenti di solidarietà.
“Ho aspettato tutto l’anno scolastico che succedesse qualcosa, a fronte del fatto che un ragazzino non andava più a scuola. Ho aspettato che l’istituto prendesse provvedimenti nei confronti di una professoressa e insegnante di sostegno. Ma non è successo niente”, racconta il padre dell’adolescente che, secondo quanto riportato dai compagni di classe, è stato il bersaglio dell’episodio di razzismo.
Erano stati infatti gli allievi della scuola media di Spoleto a riferire al loro amico di quella frase e ad attribuirla alla loro insegnante. “Gli hanno anche mandato un messaggio vocale, nel quale gli spiegavano cos’era successo in sua assenza”, continua il padre, persona molto nota nella cittadina in provincia di Perugia, che all’epoca dei fatti spiega di avere anche presentato querela ai carabinieri.
Il caso, emerso soltanto ieri, risale a ottobre. “Da allora è stato un disastro – continua il genitore – mio figlio non voleva più andare a scuola e solo con l’aiuto di uno psicologo è riuscito a riprendere con le lezioni. Anche se lo specialista mi ha detto che era stato fatto un grosso danno: non si sentiva più a suo agio in classe. Poi è arrivata la dad”.
“Si è trattato di un comportamento ignobile, non mi era mai accaduto niente di simile in più di trent’anni in Italia. Mi aspettavo – conclude il padre – almeno un tentativo di riconciliazione, che l’insegnante si scusasse, ma niente. Non è tollerabile, sopratutto per chi crede nell’etica e nella giustizia. A questo punto sono stato costretto prima a denunciare, poi a raccontare a tutti”.
(da agenzie)
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