BRUNO (FORZA ITALIA) INDAGATO, MA IL PD IMBARAZZATO NON LO MOLLA
“SULLA CONSULTA SALTA TUTTO”, MA RENZI LO PROTEGGE
Imbarazzo. Paura che salti di nuovo tutto.
La notizia del Fatto impietrisce lo stato maggiore del Pd: Donato Bruno, il candidato di Forza Italia alla Corte costituzionale e finora sostenuto anche dal Pd, è indagato dalla procura di Isernia.
Deborah Serracchiani, intervistata ad Agorà , è visibilmente imbarazzata: “Il candidato del Partito democratico si chiama Luciano Violante – dice il governatore del Friuli Venezia Giulia – ma come ha spiegato il presidente del Consiglio in modo chiaro e netto, l’avviso di garanzia serve all’indagato per poter far chiarezza”.
Al momento, spiegano anche altro fonti del Nazareno, Bruno resta in campo.
Al momento però. Perchè è “solo” venerdì. E il caso è complicatissimo.
Un pezzo di Pd, nel segreto dell’urna, ha considerato Bruno difficilmente votabile sin dall’inizio perchè troppo berlusconiano, troppo legato a Cesare Previti.
Ora l’inchiesta di Isernia. Dove Bruno risulta indagato dalla procura di Isernia in merito alla vicenda del fallimento della Ittierre, colosso dell’abbigliamento entrato in crisi nel 2009.
Secondo Il Fatto, Bruno in quanto avvocato è finito sotto la lente dei magistrati per via di una consulenza da 2,5 milioni che gli sarebbe stata affidata da uno dei commissari liquidatori della Ittierre, ossia Stanislao Chimenti.
Ed è indagato per “interesse privato del curatore negli atti del fallimento” in quanto condivide lo studio professionale con lo stesso Chimenti.
A nominare Chimenti, Roberto Spada e Andrea Ciccoli commissari straordinari per l’Ittierre fu nel febbraio del 2009 l’ex ministro Claudio Scajola.
Al momento al senatore Bruno non sarebbe stato comunicato nulla dai magistrati e a lui non risulterebbe nessuna iscrizione sul registro degli indagati.
Il caso politico però è già enorme. Perchè la notizia, secondo più di un democrat, potrebbe produrre il classico effetto domino.
Con Berlusconi che non solo non è disposto a mettere da parte la candidatura. Ma a questo punto, dopo la svolta garantista di Renzi contro gli avvisi di garanzia “citofonati”, si aspetta che il Pd sia coerente: “Il problema — dice una fonte di rango del Nazareno — è che un pezzo dei nostri questa notizia non la regge e rischia di saltare tutto ora che, praticamente, avevamo chiuso la partita”.
Basta ricordare il caso di Luigi Vitali, il candidato al Csm che Forza Italia ha dovuto mettere da parte perchè una parte del Pd non lo votava in quanto indagato. Adesso Donato Bruno.
Pesa, sulla vicenda il ruolo di Silvio Berlusconi.
Impegnato a recuperare quella trentina di voti della Lega che mancavano, secondo il pallottoliere di ieri, a eleggere Violante e Bruno.
E pesa l’incognita di Sel, che già nella votazione di ieri ha votato solo Violante ma non Bruno.
Ora potrebbe riaprire la trattativa complessiva. Insomma, cambia tutto.
Anche se, per ora, la linea del Pd è che “i candidati restano Violante e Bruno”.
Se così fosse, c’è già chi scommette su la quattordicesima fumata nera.
(da “Huffingtonpost“)
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