BUFERA SU NIKKI HALEY IN NEW HAMPSIRE: NON CITA LA SCHIAVITU’ TRA LE CAUSE DELLA GUERRA CIVILE
PAESE CHE VAI, IGNORANTE SOVRANISTA CHE TROVI
Al comizio di Nikki Haley, la candidata alla nomination
repubblicana risponde alle domande della gente. Il format è quello del townhall meeting e sostenitori e curiosi partecipano e pongono quesiti di ogni genere.
E forse quello che è arrivato all’ex governatrice della South Carolina, già ambasciatrice Onu con Trump e ora sua rivale per la corsa alla Casa Bianca, era del tutto inaspettato.
«Cosa pensa abbia scatenato la guerra civile?» ha chiesto un signore. Risposta: «Bene, non sei venuto qui con una domanda facile. Tuttavia voglio dire che la Guerra civile è scoppiata per come il governo gestiva il potere, la libertà delle persone e cosa queste potevano fare»
Quindi rivolta all’elettore ha chiesto a lui come avrebbe risposto. «Non sono io che corro per la presidenza».
Haley allora ha articolato maggiormente il suo pensiero e ribadito quale deve essere il ruolo del governo, come deve rispettare e favorire la libertà di religione, di espressione, quella economica senza immischiarsi nella vita delle persone.
L’elettore si è detto «stupito» che la risposta non contenesse nessun riferimento alla schiavitù. «Cosa vuoi che dica sulla schiavitù», ha quindi replicato Haley chiudendo il botta e risposta e andando avanti.
Ma quel botta e risposta non poteva certo finire lì. I riflettori su Haley sono accesi da tempo, la sua ascesa nei sondaggi è innegabile, i suoi comizi attirano sempre più persone e in New Hampshire ad esempio, ha ottenuto appoggi importantissimi come quello del governatore Sununu. L’ipotesi che possa battere Trump nelle primarie statali del 23 gennaio non è campata per aria. Anche la copertura dei media è ormai totale. Quindi uno scambio di opinioni – garbato come nello stile Haley – come quello di Berlin di mercoledì sera non poteva certo passare inosservato.
Alla campagna di Haley nel corso della serata sono arrivate svariate richieste di chiarire il suo pensiero e il motivo «della dimenticanza» della schiavitù come forza dirompente nello scoppio della Guerra civile del 1861. Così giovedì mattina – con oltre 12 ore di ritardo dal patatrac, sottolineano alcuni analisti esperti di flussi elettorali – Nikki Haley ha precisato nel corso di un’intervista radiofonica sempre dal New Hampshire. «Ovviamente – ha detto a The Pulse of NH – la Guerra Civile è legata alla schiavitù. Lo sappiamo e questa è la parte facile di tutta la vicenda». Quindi Haley è tornata a riflettore sul senso più ampio della libertà individuale che «contano per tutti gli individui» e che «non possiamo che qualcuno mai tolga le libertà alle persone», come appunto accaduto con la schiavitù. Ha ripetuto poi in mattinata in un comizio le stesse parole.
Gli storici concordano che la schiavitù sia stata la causa principale della Guerra civile anche se vi sono altre ragioni. Fra cui il timore degli Stati del Sud di perdere potere e forza economica nei confronti del Nord più popoloso e sviluppato; quindi il Sud riteneva di poter creare una sua unione e fare una secessione. Quelli del Nord consideravano questa rottura una violazione della Costituzione.
A dimostrare la difficoltà in cui Haley si è trovata, è anche l’accusa che l’ex governatrice della South Carolina ha mosso all’autore della domanda, quella di essere un infiltrato democratico. Ai reporter che poi gli hanno fatto diverse domande, l’uomo non ha voluto dare né il nome né l’affiliazione partitica.
Le incertezze di Haley hanno offerto ai rivali la ghiotta opportunità di colpire. Ha reagito anche il presidente Biden con un tweet: «Certo che riguarda la schiavitù», il breve post.
Haley è la rivale più temibile per Trump anche se l’ex presidente è nettamente avanti nei sondaggi in Iowa dove si vota il 15 gennaio. In New Hampshire invece, a seconda degli istituti di ricerca, il vantaggio oscilla fra i 15 e i 4 punti. La rimonta non era considerata fuori dalla portata di Haley.
(da La Stampa)
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