BUFERA SU TRUMP: RUSSIANGATE, MANDATO DI COMPARIZIONE PER FLYNN
E IL PORTAVOCE SPICER RISCHIA IL POSTO
La lettera di addio inviata da Comey agli agenti Fbi. Il subpoena (un mandato di comparizione) inviato dal Senato al generale Flynn, l’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale costretto alle dimissioni per il Russiagate. Una nuova testa in procinto di cadere, quella del portavoce della Casa Bianca Sean Spicer.
Sono passate meno di 24 ore da quando il direttore del Fbi è stato licenziato da Donald Trump e ogni ‘ultima notizia’ scaccia dai titoli quella precedente, in una valanga (mediatica e di immagine) che si ritorce come un boomerang sulle decisioni del presidente meno popolare della recente storia d’America.
Se The Donald con il suo ‘fired!’ (licenziato) pensava di risolvere in poche ore il caso, quasi fosse il reality tv di cui è stato a lungo protagonista, si è sbagliato, se credeva di chiudere le indagini sulle interferenze della Russia di Putin non ha tenuto conto della complessità dei rapporti Casa Bianca-Congresso e ha sottovalutato i distingui di esponenti repubblicani di primo piano come il senatore McCain, se (come sembra) farà presto rotolare anche la testa del suo fidato portavoce rischia di crearsi nuovi nemici.
Ha ancora un grande vantaggio, la maggioranza del Grand Old Party schierata con lui e l’appoggio del potente speaker della Camera Paul Ryan (“licenziare Comey è stato giusto, ora occorre trovare al più presto il suo sostituto), ma con il mandato di comparizione a Flynn le indagini sul Russiagate difficilmente a questo punto potranno essere insabbiate.
L’ex consigliere per la Sicurezza Nazionale si era sempre rifiutato di collaborare alle indagini del Fbi, adesso dovrà rispondere alle domande di una commissione del Senato guidata da un presidente democratico e nella quale anche un paio di esponenti repubblicani vogliono chiarimenti effettivi e non mera propaganda (o peggio ancora bugie).
Mentre a Washington, Chicago ed in altre città degli Stati Uniti la piazza prende le difese di Comey (ci sono già state piccole manifestazioni di protesta, altre ne seguiranno) l’ormai ex direttore del Fbi ha scritto una lettera di saluto-commiato agli agenti federali (in maggioranza attraverso le proprie organizzazioni schierati con lui): “Ho sempre pensato che un presidente può licenziare il direttore del Fbi per qualsiasi ragione o anche per nessuna ragione. Non voglio domandarmi il perchè e il come sia avvenuto, è stato fatto e va bene così, anche se mi mancherete profondamente, sia voi che la missione a cui ero stato chiamato. Vi avevo detto che in tempi di turbolenza il popolo americano aveva bisogno di un Fbi competente, onesto e indipendente. La mia speranza è che voi continuiate a fare la cosa giusta, a vivere secondo i valori americani e difendere la Costituzione”.
La serata di Washington si chiude con la notizia della Cnn. Citando fonti interne alla Casa Bianca la tv all-news racconta che il presidente americano, insoddisfatto di come Spicer lo sta difendendo di fronte alla stampa, avrebbe preso in seria considerazione l’idea di sostituirlo con la vice, Sarah Huckabee Sanders (figlia dell’ex Governatore dell’Arkansas e candidato del Gop alla Casa Bianca Mike Huckabee).
(da “la Repubblica”)
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