Destra di Popolo.net

DDL ZAN, LA MELONI RISPONDE A UNA GIORNALISTA: “CHE COS’E’ IL GENDER? GUARDI, NON L’HO MAI CAPITO BENE”

Maggio 5th, 2021 Riccardo Fucile

STRAPARLA DI “GENDER NELLE SCUOLE” MA BASTA LA DOMANDA DI UNA GIORNALISTA “MI SPIEGA COS’E’ IL GENDER SECONDO LEI?” E NON SA RISPONDERE

La leader di Fratelli d’Italia ha commentato il testo proposto dalla Lega contro l’omontransfobia, alternativo al Ddl Zan. Ma è inciampata su una domanda
«Non ho letto il testo e quindi aspetto di leggerlo, ma l’iniziativa della Lega mi sembra intelligente, nel senso che è giusto circoscrivere lasciando da parte materie che secondo noi non c’entrano niente con la lotta discriminazione, come il gender nelle scuole».
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni commenta il testo proposto dalla Lega contro l’omontransfobia, alternativo al Ddl Zan.
Durante una conferenza stampa nella sede del partito, Meloni ha detto di trovare intelligente il fatto di circoscrivere il tema, e dunque di lasciare fuori tutte le altre materie, «come il gender nelle scuole».
Ma quando poi una cronista le chiede una definizione di gender («Che cosa è il gender secondo lei?»), la leader di Fratelli di Italia risponde in modo secco: «Ah guardi, io non l’ho mai capito bene. E credo neanche quelli che lo propongono, infatti ne propongono sempre di nuovi».
Imbarazzante: continua a criticare una presunta norma (che tale non è) senza sapere neanche di cosa parla.
(da agenzie)

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LA STORIA DI LUCA TRAPANESE E DELLA PICCOLA ALBA CHE SMENTISCE SALVINI SULLE ADOZIONI PER LE COPPIE OMOSESSUALI

Maggio 3rd, 2021 Riccardo Fucile

L’ADOZIONE DELLA PICCOLA, ABBANDONATA DALLA MADRE QUANDO AVEVA SOLO 30 GIORNI PERCHE’ AVEVA LA SINDROME DI DOWN

La “famiglia tradizionale”. Un concetto di cui molti politici si riempiono la bocca per fare propaganda. Lo ha fatto (di nuovo) Matteo Salvini nel corso della sua intervista a Domenica Live, il contenitore Mediaset condotto da Barbara d’Urso, è tornato a parlare di “figli” che devono avere un padre e una madre.
Una narrazione che ha come obiettivo quello di delegittimare le adozioni per le coppie omosessuali. Ma c’è una storia, quella di Luca Trapanese e della piccola Alba, che – anche nella sua quotidianità – smentisce il quadro “da Presepe” che il leader della Lega continua a propinare anche per contrastare e criticare il ddl Zan.
Lui ha 44 anni e non ha mai celato la sua omosessualità. Ha sempre sostenuto e aiutato le persone – in particolare i più giovani – affetti da disabilità, anche attraverso la sua associazione “A ruota libera” e altri progetti.
Nel 2017 ottiene l’affidamento della piccola Alba, una bambina con sindrome di Down che era stata abbandonata, appena nata, da sua madre. E la sua testimonianza è il modo migliore per smentire le narrazioni del leader della Lega che ancora, nel 2021, contestualizza il diritto (o meno) di adottare un bambino in base al proprio orientamento sessuale.
“Ieri Salvini parlato ancora una volta di famiglia, come la intende lui e cioè quella composta da un padre e una madre, toccando anche il tema delle adozioni per le coppie omosessuali – ha scritto Luca Trapanese sui social -. Chi conosce la mia storia sa che non ho mai giudicato la madre naturale di Alba per averla lasciata in ospedale rinunciando al proprio ruolo genitoriale, né ho mai speso una sola parola critica sulle decine di coppie eterosessuali e idonee all’adozione che non hanno neanche voluto conoscere Alba quando sono state convocate. Alba, meravigliosa bambina con la sindrome di Down l’ho adottata io: maschio, single e gay. Aveva 30 giorni quando è arrivata a casa. Il mio è stato un Sì incondizionato. Sono stato felicissimo di stravolgere la mia vita per lei rinunciando alle mie vecchie abitudini e avendo davanti agli occhi un’unica grande luce: Alba e le sue priorità. Sono forse un santo o un eroe? Niente affatto. Sono un genitore come lo sono tutti quei papà profondamente consapevoli del loro ruolo”.
Niente di più naturale: l’amore di un padre adottivo per sua figlia. Nessuna strana concezione dal sapore medioevale, perché “Omnia vincit amor et nos cedamus amori”, come scriveva Virgilio. E la storia di Luca Trapanese prosegue:
“Alba e io conduciamo una vita – consentitemi di definirla così, anche se è una parola che non amo per niente – estremamente tradizionale. Alba ha me, ha i suoi cugini, i suoi nonni, la sua preziosissima tata ed è circondata dall’amore di tutti. È proprio questo che rende la nostra vita tradizionale: l’amore e basta che fa di Alba una bambina felice e serena. Io sono il suo insostituibile punto di riferimento e lei è il mio. È mia figlia dal primo momento che l’ho presa fra le braccia. Siamo una famiglia. Sapete, ho dovuto sopportare parole davvero pesanti alle quali non ho mai risposto: “Te l’hanno data perché non l’ha voluta nessuno… L’avrebbero data a chiunque…”. No! Non ho avuto sconti dovuti alla disabilità di Alba o al fatto che nessuna famiglia eterosessuale l’aveva scelta. Sono stato valutato dai servizi sociali e dal Tribunale dei Minori. Io sono il papà di Alba perché sono stato ritenuto idoneo ad esserlo. Vorrei dire a Matteo Salvini che alla base della famiglia non c’è il sesso delle due figure genitoriali, ma la qualità del rapporto, che significherà il miglior accudimento possibile ai figli. Caro Matteo, io e Alba saremmo felici di averti ospite a casa nostra, vorremo farti conoscere la nostra vita, ma soprattutto ci terrei a farti respirare l’atmosfera che la riempie. Sono sicuro che quando andrai via, chiudendoti la porta alle spalle, ti domanderai cosa manca alla famiglia di Luca e Alba e ti risponderai: niente”.
Perché questo è. Giudicare la legittimità di poter diventare un genitore, anche attraverso l’adozione, non è una questione di orientamento sessuale. E questa storia è la miglior etichetta possibile per mettere la parola fine su concezioni medioevali.
(da NextQuotidiano)

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QUANTO CONOSCI DAVVERO IL DDDL ZAN? ECCO COSA PREVEDE LA LEGGE AL CENTRO DELLO SCONTRO TRA FEDEZ E LA LEGA

Maggio 2nd, 2021 Riccardo Fucile

LE BALLE SOVRANISTE: NON E’ VERO CHE ISTITUISCE NUOVI REATI, CHE REPRIME LA LIBERTA’ DI PAROLA O INTRODUCE TEORIE GENDER

Tutti ne parlano ma, forse, qualcuno non lo ha letto. Cosa prevede davvero il ddl Zan, quello sul contrasto all’omotransfobia di cui si parla tanto in queste ore a causa della polemica tra Fedez e la Rai?
Il disegno di legge n. 2005, approvato dalla Camera a novembre 2020, composto da 10 articoli, prevede «misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità».
Insomma, discriminare o insultare una persona in quanto gay o disabile sarà considerata un’aggravante.
Il ddl Zan (che prende il nome dal suo promotore, il deputato Pd Alessandro Zan), però, diversamente da quanto insinuato da alcuni esponenti politici, Matteo Salvini in testa, non istituisce affatto nuovi reati e non reprime la libertà di parola né tanto meno impone uteri in affitto, adozioni per gay o teorie gender.
Istituisce, invece, una Giornata nazionale contro l’omofobia e, di fatto, aggiorna la già esistente legge Mancino. Le critiche al testo, tuttavia, non arrivano solo dal centrodestra. Come ha spiegato Open, anche tra i dem si chiedono alcune modifiche. Ecco, nel dettaglio, cosa prevede la legge più chiacchierata delle ultime ore.
Il ddl Zan istituisce nuovi reati?
Il ddl Zan non istituisce nuovi reati: “aggiorna” quelli già esistenti. L’articolo 2, infatti, modifica l’articolo 604-bis del codice penale che parla di «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». Il ddl Zan aggiunge nel testo dell’articolo, dopo «discriminazione razziale, etnica e religiosa», anche la frase «oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità».
Allo stato attuale, infatti, la legge punisce solo chi «istiga a commettere o commette atti di discriminazione o istiga o commette violenze o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Mancano, dunque, quelli sessuali.
Quali sono le pene previste?
Si rischia il carcere fino a 18 mesi o una multa fino a 6mila euro in caso di atti di discriminazione (prima per motivi razziali, etnici e religiosi, ora anche sessuali). Previsto il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza sempre per gli stessi motivi.
La pena viene aumentata fino alla metà per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio (questa è la modifica all’articolo 604-ter del codice penale, che descrive «le circostanze aggravanti» e che, dunque, esiste già, viene solo “aggiornato” dal ddl Zan).
Cosa dice la “clausola salva idee”?
Nel ddl Zan, inoltre, entra anche un articolo ad hoc sul pluralismo delle idee e la libertà delle scelte (è la cosiddetta “clausola salva idee”) che dice: «Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». In altre parole, ognuno potrà continuare a dire di non gradire, ad esempio, le adozioni, i matrimoni gay o l’utero in affitto. Non potrà più dire, invece, – o meglio potrà continuare a farlo ma rischiando delle sanzioni – “disabile di merd*a” o “froc*o di merda”.
Perché si parla di Giornata nazionale contro l’omofobia?
Con il ddl Zan viene istituita per il 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere». Per il 17 maggio possono essere organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa.
Un emendamento, approvato in commissione Giustizia di Montecitorio, però, ha reso meno impegnativo il riferimento alle scuole, criticato da alcuni ambienti della politica, che temono l’ingresso della fantomatica ideologia gender nelle scuole italiane. Nel ddl Zan non si accenna a questo.
E adesso cosa succede?
Il ddl – che ha già ricevuto l’ok della Camera – è stato calendarizzato in Senato dopo mesi di stallo in commissione Giustizia. Il 28 aprile il ddl è stato sbloccato, la legge calendarizzata. Il relatore resterà il senatore Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia citato da Fedez nel corso del suo intervento sul palco del Concertone come una delle personalità più ostili al testo.
(da Open)

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CONCERTO PRIMO MAGGIO, FEDEZ COME UN CICLONE: NON CEDE ALLA CENSURA E NEL MONOLOGO ATTACCA LA LEGA SUL DDL ZAN

Maggio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LE CANTA E LE SUONE AI SOVRANISTI, ELENCA UNA SERIE DI DICHIARAZIONI OMOFOBE DI ESPONENTI LEGHISTI E FA CROLLARE L’IPOCRISIA DELL’OSTRUZIONISMO AL DECRETO

Fedez arriva al Concerto del Primo Maggio 2021 e le canta e le suona ai politici, al termine del suo passaggio con le hit “Problemi con tutti”, “Bimbi per strada” e “Bella storia”. E non solo: tira in ballo pure il Vaticano.
L’intervento del rapper milanese aveva fatto già discutere prima del suo passaggio sul palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, che quest’anno ha ospitato la manifestazione, orfana di piazza San Giovanni: nelle ore precedenti la sua esibizione l’ex giudice di “X Factor” aveva fatto sapere suo social di essere stato invitato dai vertici di Rai3 a rivedere i contenuti dell’intervento («Alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente»). In diretta non si è risparmiato. Ha chiamato per nome (e per cognome) i diretti interessati.
A partire da Mario, che fa inevitabilmente pensare al premier Draghi: «Io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate sino ad oggi. Quindi caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento sul mondo della cultura italiana».
Fedez ha poi attaccato il senatore leghista Ostellari: «Ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan, può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè sé stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza».
Il rapper ha poi aggiunto: «Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan, e allora vediamole queste priorità: il Senato non ha avuto tempo per il ddl ZAN perché doveva discutere l’Etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare nulla il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti, e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl zan. L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo».
“Quindi cari antiabortisti, caro Pillon, purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia”, ha detto infine Fedez, a chiusura del suo intervento.
(da agenzie)

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CHADIA RODRIGUEZ AL CONCERTONE: “OGGI LE PERSONE CAPISCONO CHE L’AMORE E’ UNO SOLO”

Maggio 1st, 2021 Riccardo Fucile

“VIVA LA LIBERTA’ D’AMORE, L’AMORE DI ESSERE LIBERI DI AMARE CHI VOGLIAMO E COME VOGLIAMO”

Parecchi anni fa Piero Pelù aveva fatto scandalo al Concertone del Primo Maggio mettendo un preservativo sul microfono di Vincenzo Mollica.
Qualche anno dopo le polemiche avevano travolto Fabri Fibra per i testi di alcune sue canzoni, che alla fine lo avevano fatto escludere dal concerto.
Chissà se gli organizzatori si aspettavano che la giovanissima Chadia Rodriguez, alla sua prima partecipazione al Concertone, al fianco di Federica Carta, avrebbe fatto di più, restando in topless sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, cantando la sua canzone Bella così. “Io non ho niente da dire in merito…”, taglia corto lei e forse scopriremo solo più in la che tutti erano preparati al ‘colpo di scena’.
Fatto sta che che durante la canzone, pian piano, Chadia si è tolta i vestiti ed è rimasta in topless, con i capezzoli coperti da adesivi del colore dell’arcobaleno.
Per dare più forza al messaggio della sua canzone, nella quale canta: “Piacere, mi chiamo Chadia / Sono sempre stata una tipa strana / Sono cresciuta sola in mezzo alla strada / Senza fare la ladra né la puttana / Ho fatto una corazza, un’armatura/ Che mi protegge dalla gente, dalla paura / Io non avevo il seno grosso né la statura / Il corridoio della scuola era una tortura / Mi hanno chiamato povera fischiando / In branco, ma da soli poi piangono / E mi devono soldi e rispetto / Mi guardo gonfiando il petto allo specchio”.
“Viva la libertà d’amore e l’amore di essere liberi di amare chi vogliamo e come vogliamo”, ha detto dal palco alla fine della canzone, con allegria, leggerezza e nessuna volontà provocatoria, accostando le mani sue e di Federica Carta con su scritto ‘Libera l’amore’:
“Sentitevi sempre liberi di essere voi stessi e di amare chi volete è il cuore del mio messaggio”, dice Chadia, “diciamo che questa idea è nata per dare più forza all’esibizione, ad una canzone che lancia un messaggio positivo, per emozionare e sorprendere i messaggi che mi sono arrivati la canzone lascia questo messaggio, struttura lo show emozionare le persone a casa”. Pensa che il messaggio sia passato? Che reazioni pensa potrà avere la sua performance? “Reazioni positive, spero”, dice Chadia, “le persone oggi capiscono che un corpo è uguale a un altro, sia vestito che spogliato, e che l’amore è uno solo”.
Ventidue anni, nata ad Almería da genitori marocchini, cresciuta a Torino, calciatrice mancata a causa di un infortunio, è diventata una delle prime ragazze della nuova scena trap e pian piano si è costruita un grande successo sulle piattaforme musicali e social, con milioni di follower. E proprio sui commenti che riceve sui social ha costruito Bella così, che è un progetto costruito con Federica Carta, una canzone in cui canta contro la violenza sulle donne, il cyberbullismo e il body shaming e i pregiudizi.
Sì ma che tipo è Chadia Rodriguez, una ragazza senza paura che sfida le convenzioni anche con esibizioni come quella del Primo Maggio? “Ho due facce, come tanti di noi, sono convinta e testarda, ma anche dolce, ho un lato aggressivo ma anche uno più riflessivo”.
Di certo con canzoni come “Donne che odiano le donne” e Bella così, ha deciso di parlare di temi importanti: “Penso che a questo punto della mia crescita personale e artistica fosse arrivato il momento di parlare di cose importanti. E lo faccio senza problemi, perché chi fa distinzioni di genere al giorno d’oggi è rimasto indietro, siamo tutti allo stesso livello, maschi e femmine, siamo tutti esseri umani”. Dopo questo nuovo singolo cosa avverrà? “In ballo ci sono un po’ di cose, ma non svelo nulla perché è chiaro che mi piace sorprendere…”.
(da La Repubblica)

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OMOFOBIA: ANCHE ALESSANDRA MUSSOLINI SOSTIENE IL DECRETO ZAN: “SUBITO LA LEGGE”

Aprile 16th, 2021 Riccardo Fucile

L’EX PARLAMENTARE HA ADERITO ALLA CAMPAGNA “DIAMOCI UNA MANO”: “MAI PIU’ DISCRIMINAZIONI”

“Subito la legge, mai più discriminazioni”. Così Alessandra Mussolini, già europarlamentare di centrodestra in quota Ppe ed ex parlamentare di An prima e di Forza Italia dopo, postando sui suoi profili social la foto con la scritta “Ddl Zan” sulla mano, aderendo alla campagna Diamoci una mano di Vanity Fair.
Sempre oggi, intanto, in una nota i due co- portavoce nazionali dei Verdi, Elena Grandi e Matteo Badiali, insieme ad Angelo Bonelli e Luana Zanella, rispettivamente coordinatore e componente dell’esecutivo nazionale dei Verdi, hanno preso posizione a favore del disegno di legge: “Siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa legislativa che consolidi e allarghi la sfera dei diritti sociali e civili, che promuova e tuteli le persone e le comunità più esposte all’odio, alla persecuzione criminale e violenta. Valutiamo pertanto con favore il ddl Zan, ritenendo tuttavia opportuno il rispetto dei principi inderogabili di determinatezza e tassatività nella definizione di nuove fattispecie penali, onde evitare sue applicazioni disomogenee e arbitrarie”
(da agenzie)

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“I GAY SI COMPORTINO COME PERSONE NORMALI”: LA FRASE DEL CONSIGLIERE LEGHISTA

Aprile 10th, 2021 Riccardo Fucile

MA LUI PENSA DI ESSERLO?

A Reggio Emilia durante un consiglio comunale un consigliere in quota Lega, Alessandro Rinaldi, ha pronunciato una frase che ha scatenato un putiferio: “Volete essere considerati uguali alle persone etero? Iniziate a comportarvi come tutte le persone normali!”
Tutto è iniziato dalla discussione di una mozione presentata dalla consigliera del Partito Democratico Fabiana Montanari e da Dario De Lucia del Gruppo Misto.
La mozione intendeva agevolare il il “turismo Lgbtqi”, ma quando ha preso la parola Rinaldi, per esporre la propria dichiarazione di voto ha criticato duramente parlando di “baracconata LGBT”.
A quel punto, il consigliere della Lega ha detto: “Questo documento non ha né capo né coda. Non so se ci rendiamo conto, cosa facciamo dei viaggi personalizzati per le persone che hanno un orientamento omosessuale? Allora analizziamo anche i dati dei tifosi della Juventus, che magari viaggiano e spendono più di quelli dell’Inter. Ma soprattutto, sa che cos’è incomprensibile? Che voi, che proclamate l’uguaglianza e che volete essere considerati uguali a tutti gli altri orientamenti sessuali, vi ponete in una condizione di differenza”. E poi la frase choc: “Volete essere considerati uguali alle persone etero perché l’uguaglianza è un diritto sacrosanto? Iniziate a comportarvi come tutte le persone normali, ovvero ponetevi sullo stesso piano e sulla stessa posizione delle persone etero. Voler sempre rimarcare delle differenze in qualsiasi ambito sociale non fa altro che accrescere la differenza tra il vostro diverso orientamento e quello degli etero”
Queste parole non sono di sicuro ispirate dalla nostra carta costituzionale, che all’articolo 3 dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Fa ancora più male quando chi la calpesta è un rappresentante delle istituzioni, un uomo al servizio di tutti i cittadini e non solo della propria parte politica.
(da agenzie)

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LEVANTE: “CARO PILLON, NON E’ MAI TARDI PER INIZIARE UNA TERAPIA CHE LA AIUTI”

Aprile 1st, 2021 Riccardo Fucile

OMOFOBIA, TRA GLI ARTISTI CRESCE IL FRONTE ANTI-LEGA: “OGNUNO HA DIRITTO A ESSERE CHI VUOLE E LO STATO DEVE TUTELARLO”

“Ognuno ha il diritto di essere chi vuole”. Lo dice chiaramente la cantante Levante che, su Twitter attacca duramente il senatore della Lega Simone Pillon e si schiera in difesa del ddl Zan.
Dopo Elodie e Fedez, si allarga il fronte degli artisti che protesta per l’ostruzionismo del Carroccio, colpevole di non voler calendarizzare l’approdo della legge contro l’omofobia in Senato.
Un provvedimento già  approvato alla Camera il 4 novembre scorso, ma che il partito di Matteo Salvini non vuole che a Palazzo Madama venga discusso.
Paladino dello schieramento anti-legge Zan è il senatore leghista Pillon, contro cui già  ieri Fedez aveva puntato il dito. Oggi, invece, lo fa, su Twitter, Levante: “Pillon, non è mai tardi per iniziare un percorso di terapia che la aiuti a comprendere l’importanza dell’altro, il diritto dell’altro a essere chi vuole (liberamente) e il dovere di uno Stato a tutelarne la libertà “, scrive sul suo profilo social.

(da agenzie)

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LEGGE CONTRO L’OMOTRANSFOBIA, PARLA IL RELATORE ZAN

Novembre 5th, 2020 Riccardo Fucile

“UN RISCATTO PERSONALE, HO VISSUTO SULLA MIA PELLE IL PESO DELLE DISCRIMINAZIONI”

Il sì alla Camera alla legge contro l’omotransfobia è «un sogno realizzato» per Alessandro Zan.
Il deputato democratico, “padre” del ddl, racconta a Open: «Ho sentito sulla mia pelle il peso delle discriminazioni. Le prese in giro a scuola, alle elementari, alle medie e ovviamente alle superiori. Cercavo di camuffarmi per evitare di essere insultato o emarginato, cercavo di essere conforme a uno stereotipo, nascondevo in sostanza il mio orientamento, persino al mio compagno di banco. Chissà  come avrebbero reagito i miei compagni di scuola se lo avessero saputo».
«Dedicato a chi subisce discriminazioni e violenze»
Quando ieri ha sentito «la Camera approva» — 265 sì, 193 no e un astenuto con le deputate di Forza Italia Giusi Bartolozzi, Renata Polverini e Stefania Prestigiacomo che hanno votato a favore della legge — ha esultato pensando «a chi non ha una voce e a chi subisce discriminazioni e violenze ogni giorno». Con questa legge, donne come Martina ed Erika, nel mirino dei leoni da tastiera perchè lesbiche, o come Camilla, a cui i vicini di casa avrebbero bucato le quattro gomme dell’auto, potranno avere giustizia. «La dedico a loro», dice Zan.
Adesso la battaglia si sposta in Senato
In Aula la situazione non è idilliaca con un centro-destra che si oppone fermamente alla legge e «alcune battutine non rivolte a me direttamente» ma che rendono il clima sempre più teso.
Poi, però, ci sono le “aperture”, come quelle di Forza Italia «che ha una componente più liberal e attenta ai diritti». Ma la battaglia è solo all’inizio: dopo l’ok della Camera («se non avessero presentato tutti quegli emendamenti, l’avremmo approvata prima»), bisognerà  superare lo scoglio del Senato dove i numeri sono più risicati. «Ci proviamo per riuscirci, è fattibile. Il ddl arriverà  in Senato tra qualche giorno ma verosimilmente verrà  approvato, se tutto dovesse andare bene, nei primi mesi del prossimo anno, comunque entro primavera, sperando di poter contare sul sostegno di una parte dell’opposizione».
Sul resto dell’Aula, come ad esempio su Lega e Fratelli d’Italia, Zan sa di non poter contare affatto: «Ho sentito cose irripetibili, Sgarbi ha persino parlato di pedofilia. Vengono da una cultura sessista e patriarcale, una destra arretrata, omofoba, misogina».

(da Open)

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