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“FATTI GRAVISSIMI, PEGGIO CHE NEL 2011”: LA TESTIMONIANZA DEL SENATORE CUOMO

Marzo 9th, 2016 Riccardo Fucile

ERA PRESIDENTE AL SEGGIO DI SAN GIOVANNI A TEDUCCIO: “MERCIMONIO ORGANIZZATO, HO DOVUTO SOSPENDERE IL VOTO”

“Dopo il disastro delle primarie del 2011 non immaginavo che alcuni di quei protagonisti ritornassero sul luogo del delitto. Che dire, i lupi perdono il pelo ma non il vizio…!!”.
A parlare non è un attivista 5 stelle o un avversario politico del Pd. E nemmeno un esponente della minoranza interna ai democratici.
La denuncia arriva da un renziano della prima ora, il senatore Vincenzo Cuomo. Che non solo accusa, ma fornisce anche ulteriori prove su quanto hanno dimostrato i video pubblicati da Fanpage: alle primarie del centrosinistra di Napoli non tutto è andato per il verso giusto.
Persone pagate per andare a votare, esponenti di centrodestra che danno indicazioni su quale candidato sostenere (almeno in uno dei casi a essere avvantaggiata dall’indicazione è la renziana Valeria Valente, poi vincitrice), truppe cammellate e quant’altro serve ad alimentare il sospetto di brogli.
Il primo effetto già  c’è stato, con Antonio Bassolino che ha presentato ricorso contro l’esito delle urne.
Cuomo, dal canto suo, non usa mezzi termini per definire l’accaduto. E lui, delle consultazioni per la scelta del candidato sindaco partenopeo, è al tempo stesso testimone oculare e protagonista, visto che è stato presidente del seggio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio.
Il senatore non le manda a dire: “Mercimonio organizzato, mercificazione del voto con persone organizzate scientemente davanti ai seggi”.
E ancora: “Fatti gravissimi” che “ledono l’immagine del Pd e che minano la credibilità  delle primarie”.
Fatti “ben più gravi di quelli che si sono verificati nel 2011, quando le primarie furono annullate” e che “non vanno sanzionati in maniera regolamentare ma sul piano politico”.
Cuomo, del resto, ha presieduto il seggio davanti al quale FanPage ha ripreso il consigliere comunale Antonio Borriello mentre dava l’euro del contributo ad una, due persone.
In quel seggio è stato dalle ore 8 alle 21, con circa due ore di pausa. “Solo una volta ho dovuto sospendere le operazioni di voto — racconta all’Ansa- è quando verso le ore 12-12.30 mi sono reso conto che mentre la gente era in fila veniva avvicinata da alcune persone che non avevano alcun titolo a stare nel seggio“.
Poi la battuta, grottesca, per sdrammatizzare: “Ho notato un’affluenza più ‘spintanea’ che spontanea, ecco”.
Cuomo, tuttavia, ci tiene a chiarire che lui non ha assistito mai alla cessione di soldi all’interno del seggio: “Se avessi visto una cosa del genere avrei fermato tutto”.
Il video di Fanpage invece lo ha visto, al pari delle “facce inquietanti” davanti ai seggi.
La storia di dare l’euro per far votare la gente, la blocca così: “L’euro è un contributo. Nel mio seggio, e l’ho fatto mettere a verbale, circa una trentina di persone hanno votato anche senza dare l’euro. Quindi non è certo una giustificazione“.
Ecco perchè parla di “mortificazione” e ricorda le primarie di cinque anni fa, “una lezione che non è affatto servita”.
Cuomo è un fiume in piena: “Nessuno immaginava che dopo il disastro del 2011 osassero tanto — dice il senatore – nessuno avrebbe mai immaginato che si potessero registrare episodi così gravi, pensavamo fosse stata una lezione, ed invece non lo è stata”. E va anche oltre.
Una denuncia su tutta la linea: “Quelle primarie furono annullate per fatti molto meno gravi, per dei cinesi in fila. Tutto ciò che questa volta il video mostra, non solo indigna ma mortifica la miseria di chi è costretto a prestarsi a tale mercimonio ed offende le centinaia di militanti, me compreso, che pur tifando e sostenendo il loro candidato, pensavano che quest’occasione potesse rappresentare un volano per il Pd in vista delle imminenti elezioni comunali a Napoli. Dopo il disastro delle primarie del 2011 non immaginavo che alcuni di quei protagonisti ritornassero sul luogo del delitto. Che dire, i lupi perdono il pelo ma non il vizio…!!”.

(da “il Fatto Quotidiano“)

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“INSERITE OLTRE 2.800 SCHEDE BIANCHE PER ALZARE IL NUMERO DEI VOTANTI”: LA DENUNCIA DI UN DIRIGENTE PD ROMANO

Marzo 9th, 2016 Riccardo Fucile

ANCHE A ROMA PRIMARIE TAROCCATE: LA TESTIMONIANZA AL “MESSAGGERO”

Schede bianche gonfiate per non far emergere il flop di partecipazione alle primarie di Roma.
A far sospettare sulla regolarità  delle primarie Pd di domenica scorsa non è solo il caso Napoli.
Secondo quanto scrive oggi il Messaggero, anche nella Capitale ci sarebbero state irregolarità , questa volta non imputabili a soggetti “esterni”, ma proprio alla macchina organizzativa delle consultazioni.
A parlare al quotidiano romano è un dirigente nazionale del Pd. Che svela: “Tra la notte di domenica e il pomeriggio di lunedì sono state gonfiate virtualmente le schede bianche e le nulle. Qualcuno pensava così di fare del bene”.
Virtualmente? Sì, perchè non ci sono schede inserite fisicamente nelle urne.
Si tratta, secondo il racconto del dirigente dem, di una modifica al dato dell’affluenza inserito direttamente nel database di calcolo.
Il dato delle schede bianche era parso subito anomalo: su 47mila e 317 le persone che sono andate alle urne, 2866 sono state le schede bianche, mentre 843 quelle nulle.
La rivelazione di oggi getta un’ombra sulla possibilità  di camuffare e truccare non solo le intenzioni di voto (caso Napoli), ma anche l’esito, a urne chiuse.
Che quello dell’affluenza fosse un nervo scoperto era noto fin dalla vigilia, perchè queste consultazioni dovevano misurarsi con i 100mila votanti accorsi nel 2013 per Marino.
Tanto che subito dopo l’incoronazione di Giachetti è intervenuto il commissario Pd di Roma Matteo Orfini per sminuire il dato 2013 ed esaltare quello di domenica scorsa: “A Roma nel 2013 — ha detto — era andata più gente ai gazebo, ma erano i 100mila delle truppe cammellate dei capibastone poi arrestati, del pantano che portò a Mafia Capitale, delle file di rom”. Insomma, meno elettori, ma puri e certificati, a sentire Orfini. Anzi, secondo il presidente nazionale del partito le parole sull’affluenza del capo della minoranza Roberto Speranza sono “meschine”.
“Segnalo a Speranza che, mentre lui s’è guardato bene dall’occuparsi delle vicende romane, siamo passati nei sondaggi dal 16 al 30%”.
Intanto però emerge che una parte dei voti delle primarie siano stati inventati, almeno secondo quanto racconta il dirigente Pd al Messaggero: “Per gonfiare l’affluenza, per non far vedere che stavamo poco sopra i 40mila ma molto più vicini ai 50mila votanti. Quando poi sono stati diffusi i dati dello spoglio abbiamo capito l’errore, anzi, il boomerang“.
Il boomerang di una consultazione con quasi l’otto per cento di votanti che pagano due euro per lasciare bianca (6%) o annullare la scheda (quasi il 2%).
Nel 2013 il totale di bianche e nulle non arrivava al 2,5%. E il Pd non fornisce i dati dei singoli seggi.
Il sospetto su quanto accaduto è partito al termine dello spoglio dal comitato elettorale dello sconfitto Morassout, dove all’annuncio ufficiale di “50mila votanti” i conti non tornavano. E non di poco: ballavano almeno 7mila voti rispetto all’affluenza. Un trucco contabile virtuale su cui i vertici del partito continuano a tacere mentre minimizzano i “buttadentro” immortalati dai video di Fanpage a Napoli (“Ti diamo noi un euro se vai a votare Valente“).
E che tra l’altro getta un’ombra sulle Primarie in generale, vista la facilità  con cui si possono manipolare i risultati.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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NUOVO VIDEO DI FANPAGE: ESPONENTI DI CENTRODESTRA ACCOMPAGNANO I VOTANTI PD A NAPOLI, DISTRIBUENDO DENARO

Marzo 8th, 2016 Riccardo Fucile

COSENTINIANO & CUFFARIANO BUTTADENTRO AI GAZEBO PD PER FAR VOTARE LA VALENTE

Anche esponenti di centrodestra a presidio di seggi delle primarie Pd a Napoli   minano in maniera grave la credibilità  delle primarie del centrosinistra
Nel nuovo video, uscito su Fanpage, si vedono storici esponenti del centrodestra locale impegnati ai seggi del principale partito di centrosinistra.
C’è Claudio Ferrara, assessore di centrodestra dell’ottava municipalità : era stato candidato alle Politiche del 2013 con Forza Italia, poi si ritirò dopo l’esclusione dalla lista del suo referente politico, Nicola Cosentino (che fu tolto dai candidati perchè ritenuto “impresentabile” dal partito).
E poi c’è Giorgio Ariosto, candidato alle elezioni del 2011 nella stessa municipalità  con Popolari Italia Domani, partito fondato da Totò Cuffaro, anche se poi non eletto.
Ariosto nel video dà  a una persona anche l’euro per il voto ed è anche presente nel comitato della Valente la sera dei festeggiamenti.
Esponenti conosciuti del Pid, per capire di cosa stiamo parlando, facevano parte tra gli altri gli ex ministri Francesco Saverio Romano e Calogero Mannino.
Il Pid nel 2013 si è poi dissolto, confluendo dentro Forza Italia dopo la scissione del Pdl.
E’ singolare la loro presenza alle primarie Pd, salvo che non esista un accordo e un interesse trasversale per far vincere la candidata renziana a Napoli.

(da agenzie)

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BASSOLINO VERSO IL RICORSO: “DISGUSTATO DALLE IMMAGINI”

Marzo 8th, 2016 Riccardo Fucile

LA COMMISSIONE DI PRESUNTA GARANZIA: “SENZA RICORSO NON ESAMINEREMO IL FILMATO”… LA PROCURA APRE UN FASCICOLO… BASSOLINO HA PERSO PER SOLI 452 VOTI

I video sui presunti brogli alle primarie di Napoli non saranno esaminati dalla commissione di garanzia.
Se nessuno dei candidati presenterà  un esposto per approfondire l’esito di domenica, è come se quegli episodi non ci fossero mai stati.
A dirlo è il presidente della commissione, Giovanni Iacone, che ha riunito l’organismo che deve giudicare la regolarità  del voto in una riunione fissata per domani pomeriggio, 9 marzo.
Nel frattempo però ad aprire un fascicolo per un’indagine al momento solo conoscitiva è la Procura di Napoli: al momento non ci sono ipotesi di reato, ma l’inchiesta è affidata alla sezione che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione.
Tutto questo avviene, per il momento, nel silenzio dei vertici del Partito democratico.
Al momento l’unico che sta pensando all’ipotesi di un ricorso è Antonio Bassolino che è stato sconfitto per 452 voti dalla deputata Valeria Valente.
“Sono disgustato dalle immagini — dice — ed anche dalle ridicole interpretazioni che ne sono state date. Questo mercimonio è una ferita profonda per tutti quelli che hanno creduto nelle primarie come libera partecipazione democratica”.
Una decisione sul ricorso non è stata ancora presa. Dallo staff trapela che in moltissimi messaggi, giunti a Bassolino sui social dopo la pubblicazione del video, i suoi sostenitori gli chiedono di presentare un ricorso.
Il presidente dei garanti Iacone spiega che i fatti evidenziati dal video “non sono stati riportati in nessuno dei verbali che ci sono pervenuti dai 78 seggi” e che quindi non sono stati notati da nessuno dei presidenti e degli scrutatori dei seggi e neanche dai delegati dei candidati, dal momento che nessuno li ha fatti mettere a verbale.
Se non sarà  la commissione di garanzia a occuparsi di quel video, sarà  la commissione provinciale di garanzia, che però “potrà  decidere di prendere provvedimenti nei confronti degli iscritti”. Quindi non interverrà  sulla validazione (o meno) del risultato.
Gli unici che nel Pd lato Renzi rompono il silenzio sono Francesco Nicodemo e Roberto Giachetti.
Il primo, napoletano, è ex responsabile della Comunicazione del partito e ora nello staff di Palazzo Chigi:   “Grazie al lavoro di bravissimi giornalisti, che io ringrazio per il loro lavoro anche quando raccontano cose che non mi piacciono, abbiamo visto scene brutte che non possono essere accettate dalla comunità  del Pd. Sono singoli episodi ma singoli episodi da sanzionare. Spero che il Pd Napoli prenda provvedimenti esemplari nei confronti dei protagonisti di quelle immagini, fino alle estreme conseguenze”.
Per il candidato sindaco di Roma Giachetti “bisognerà  verificare come stanno le cose: lo deve verificare innanzitutto il comitato organizzatore delle primarie a Napoli e poi se ci sono cose peggiori deve intervenire anche la magistratura. Io penso che, per il bene delle primarie, noi le dobbiamo garantire e difenderle essendo rigorosi”.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca le definisce invece “babbarie”, cioè cose di poco conto nel dialetto dell’agro nocerino-sarnese.
De Luca scherza dicendo che quel consigliere comunale che dava un euro a un elettore era “forse ispirato particolarmente dal giubileo della misericordia”, ma “al di là  di qualche sbavatura” non pare “ci siano fatti clamorosi”.
Ad approfittarne è il sindaco uscente Luigi De Magistris, tra l’altro dato ancora in testa nei sondaggi sulle amministrative. “Da napoletano e da sindaco trovo che siano immagini squallide, la stessa fotografia di 5 anni fa”.
Il riferimento non è causale. Il successo di De Magistris era nato proprio sui guai del Pd: le primarie vinte da Andrea Cozzolino e annullate e poi il flop del candidato ufficiale dei democratici, il prefetto Mario Morcone, che non arrivò neanche al ballottaggio.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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PRIMARIE PD, INTERVISTA AL SEN. CUOMO: “CHE PAZZIA, AVREI CHIAMATO SUBITO GLI AGENTI”

Marzo 8th, 2016 Riccardo Fucile

“COSI’ NON SONO PIU’ PRIMARIE, MA UN IMBROGLIO”

Vincenzo Cuomo, senatore pd, presidente del seggio di San Giovanni a Teduccio: irregolarità  durante il voto ne ha viste?
«Solo in un caso, ma sono intervenuto subito».
Cos’è accaduto?
«Ho sospeso tutto perchè ne seggio c’erano persone che fermavano gli elettori e gli dicevano per chi votare».
E lei?
«Li ho allontanati. Sono un senatore della Repubblica. Avevo fatto firmare a tutti un verbale in cui fissavo le regole: da me si poteva votare solo con la tessera elettorale».
Non dappertutto è andata così. Ha visto il video di Fanpage?
«Aspetti, lo guardo».
( Trascorrono 2 minuti e 59 secondi, in sottofondo si sente Enzo Cuomo che borbotta più d’una volta : «Mamma mia che personaggio». «Nooo». «Questi so’ soldi, è ‘na pazzia»).
Senatore, allora?
«Se fossi stato il presidente di uno di quei seggi e mi fossi accorto di ciò che accadeva avrei chiamato immediatamente la polizia».
Addirittura?
«Si vedono persone che commettono reati. Quelle dazioni di denaro sono inaccettabili».
Il suo partito per la verità  tende a minimizzare.
«Io ragiono con la mia testa, e quel che vedo è eloquente».
Le primarie restano credibili?
«No. Quando vedi dare soldi davanti ai seggi significa che non sono più primarie, ma un imbroglio»
Non è che fa la questione più grave di quel che è?
«Il filmato è chiaro qualcuno ha organizzato un mercato del voto indecente».
Detta così suona da codice penale .
«E infatti in quei video si vede commettere almeno un reato».
Quale?
«Induzione al voto in cambio di denaro».

Gianluca Abate
(da “Il Corriere della Sera”)

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DENARO, VOTI ETNICI E PUGNALATE: LA MALEDIZIONE DELLE PRIMARIE

Marzo 8th, 2016 Riccardo Fucile

UNA LUNGA LISTA DI DENUNCE E POLEMICHE FINO DAL 2005

Il caso dell’euro consegnato ai votanti per le primarie a Napoli è solo l’ultimo di una lunga lista di polemiche che sembrano aver attraversato tutte le primarie del centrosinistra, fin dal loro esordio. Una maledizione che non pare avere fine.
Anno 2005, gli albori
Era ancora il 2005 quando, appena il giorno dopo il varo del regolamento con lo stop alla candidatura di Sgarbi, un agguerrito Mastella tuonava: «Le regole sono state taroccate». L’allora leader dell’Udeur se la prendeva con Ds e Margherita che, a suo dire, avevano raddoppiato il numero di seggi da attribuire, da 4mila a 9mila, senza concordarlo all’unanimità  con tutti i partiti dell’alleanza. In quella tornata scoppierà  anche il caso Messina, con la Margherita che chiedeva l’annullamento delle votazioni nei due seggi allestiti.
Anno 2006, polemiche e ironie  
Il sindaco di Milano Gabriele Albertini, centrodestra, dichiara di voler votare per Dario Fo alle primarie del centrosinistra.
Anno 2007, il tesoro degli elenchi  
Scoppia il caso degli elenchi dei votanti. Enrico Letta lancia l’allarme: qualcuno ai vertici dei Ds avrebbe i nomi di chi aveva votato nel 2005, ma li metterebbe a disposizione solo di alcuni candidati e non di altri.
Anno 2009, candidati e imbarazzi
Alle primarie del Pd si candida per la mozione Bersani-Mazzoli il sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai. Il primo cittadino si era già  dovuto ritirare nel 2007 per aver usato i soldi del Comune per anticipare le spese legali di otto minorenni accusati di aver stuprato una ragazza in una pineta.
Il franceschiniano Franco Laratta denuncia: «In Calabria qualcuno fa il gioco sporco e sta facendo centinaia di telefonate nelle quali si sostiene che Bersani è già  segretario e che domenica si deve solo confermare l’esito della Convenzione. Cercano di capire la buona fede della gente ingannandola con delle bassezze».
Anno 2011, lo scandalo di Napoli  
Accuse di brogli nelle primarie di Napoli dove vince il 48enne bassoliniano Andrea Cozzolino grazie ai voti racimolati dai capibastone “Tommi Tommi” e “Michel di Prisco”. Si sfiora l’aggressione fisica quando i garanti annullano le votazioni in tre seggi della periferia a nord di Napoli. La Dda aprirà  un fascicolo.
Anno 2012, guerre fratricide  
Il candidato alle primarie del Pd in Sicilia, Davide Faraone, accusa il tesoriere nazionale Antonio Misiani di aver dato 40.000 euro per la campagna elettorale della rivale Rita Borsellino.
Scoppia la polemica sulle nuove regole criticate da Renzi. La preregistrazione, il ritiro dei certificati in un luogo diverso da quello in cui si vota e il divieto di votare al ballottaggio se non si è votato al primo turno vengono viste come una corsa a ostacoli che limita la partecipazione.
L’ex tesoriere dei Ds attacca Renzi sui fondi: fin’ora ha speso 2 milioni e 800 mila euro per le primarie.
Anno 2013, i soldi e la comunità  rom  
Il candidato 5 Stelle per Roma Marcello De Vito pubblica un volantino con una donna rom al voto con la scritta «10 euro ai rom per votare alle primarie». Al volantino si affianca la dirigente del Pd del Lazio, Cristiana Alicata, poi costretta a dimettersi dopo l’annunciata querela da parte della comunità  rom di via Candoni.
Anno 2014, i soldi e la comunità  filippina  
Questa volta tocca a Modena dove le primarie per il sindaco vengono vinte da Gian Carlo Muzzarelli. Sei associazioni filippine, però, denunciano il pagamento di connazionali filippini da parte di supporter di Muzzarelli.
Anno 2015, i soldi e la comunità  cinese  
Divorzio doloroso quello di Sergio Cofferati che, candidato alle primarie di Genova, poi vinte dalla rivale Raffaella Paita, denuncia la presenza ai seggi di cinesi, marocchini e «riconosciuti esponenti del centrodestra» che avrebbero inquinato il voto. Alla fine verranno annullati 4000 voti, ma la Paita vincerà  comunque la competizione.   Ancora caos a Napoli dove nelle liste compaiono personaggi legati a Forza Italia. Una presenza che farà  dimettere l’europarlamentare Massimo Paolucci in polemica con le scelte della direzione nazionale. Le primarie verranno vinte da De Luca con il 52% dei voti.

Raphaà«l Zanotti
(da “La Stampa“)

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PD, VOLANO GLI STRACCI TRA SPERANZA E ORFINI

Marzo 7th, 2016 Riccardo Fucile

SPERANZA: “SULLE PRIMARIE ORFINI OFFENDE GLI ELETTORI”… LA REPLICA: “RIMPIANGE IL PARTITO DI MAFIA CAPITALE”

“Matteo Orfini offende gli elettori romani . Non si può dire che il calo dell’affluenza alle primarie di Roma (-50% rispetto al 2013 ndr) sia dovuto alla mancata partecipazione di rom e capibastone”.
Roberto Speranza della minoranza dem, nel day after, convoca una conferenza stampa per sparare a zero contro il commissario del Pd romano Matteo Orfini.
Inizia così il botta e risposta tra i due.
Orfini, contattato dall’Huffpost, replica immediatamente: “Abbiamo bonificato e disboscato il Pd dopo i fatti di Mafia Capitale. Credo che i cittadini romani e i militanti dem siano stati offesi da Mafia Capitale e non dalle mie affermazioni sulla mancata partecipazione dei capibastone a queste primarie. Speranza sembra rimpiangere quel tipo di partito — spiega – e mi stupisco di questo. Spero corregga il tiro delle sue dichiarazioni. Quando parlo di capibastone non lo dico io, lo dicono i fatti, la verità  emersa dalle cronache giudiziarie”.
Speranza non corregge il tiro, anzi, approfondisce il suo concetto: “Immaginare che 50mila persone siano tutte capibastone, mafiose o rom mi sembra che non faccia i conti con la realtà . 50mila persone sono un popolo da recuperare”.
Insomma, all’interno del Pd volano gli stracci.
I nervi sono tesi a causa del flop affluenza. A Speranza quindi non sono piaciute le parole di Orfini che, commentando le consultazioni romane in un’intervista a Repubblica, aveva affermato: “Sono felice del risultato di partecipazione anche a Roma. Qui nel 2013 era andata più gente ai gazebo, ma perchè c’erano le truppe cammellate dei capibastone poi arrestati, il pantano che portò a Mafia Capitale, le file di rom”.
A Speranza che chiede di “non sottovalutare i numeri” delle primarie romane, sottolineando che “un grande partito si chiede perchè hanno votato metà  degli elettori rispetto all’ultima volta”, Orfini risponde: “È vero. Ad esempio nel sesto municipio e nel decimo, quello di Ostia, la partecipazione è stata fiacca rispetto al passato. A dimostrazione della tesi che tanto indigna Speranza e cioè che abbiamo bonificato e disboscato il partito da tutte le infiltrazioni”.
“I numeri di domenica – osserva ancora Speranza – testimoniano inquietudine e disagio in un largo pezzo dei militanti. C’è un calo vero, soprattutto a Roma, dove un pezzo del mondo di sinistra non ha capito la fine di un’esperienza chiusa da un notaio”
Delle primarie del Pd, continua Speranza, “ho un giudizio positivo, rispetto ad altri che hanno fatto numeri comici, come la Lega e M5s. Ora infatti tutti insieme dobbiamo sostenere i nostri candidati. Il Pd – conclude Speranza – si gioca una partita importantissima con Roma, Napoli, Bologna, Milano, Torino, Trieste. Da questo momento il Pd deve essere unito e tutti insieme dobbiamo sostenere i nostri candidati”.

(da “Huffingtonpost”)

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IL VOTO NEI GAZEBO TRA GLI ORFANI DI MARINO E LE IRONIE DI D’ALEMA

Marzo 7th, 2016 Riccardo Fucile

POCHE FILE E SCARSO ENTUSIASMO… “VEDO PIU’ OSSERVATORI CHE VOTANTI”

Intabarrato nel suo trench color cammello, Massimo D’Alema conta con un solo sguardo prima gli elettori in fila e poi il fotografo, il cameramen e il cronista: due contro tre.
«Vedo più osservatori che protagonisti», sussurra gelido, dettando il suo indirizzo alla scrutatrice del seggio di piazza Mazzini.
«Grazie presidente, però mi servirebbe anche la sua tessera elettorale» risponde la ragazza, con un sorriso che dice: mi dispiace, è il regolamento.
E così D’Alema vota, saluta alla sua maniera chi lo fotografa («Mai che vi facciate gli affari vostri!») e se ne va, di un umore più scuro del suo labrador nero.
Più osservatori che protagonisti?
Lo sapremo solo alla fine di questa lunga giornata, dominata fino all’ultimo dal timore di un flop. Non basta, ad allontanarlo, l’incrollabile passione dell’anziano professore che annuncia spavaldo di non aver neanche preso in considerazione l’ipotesi di disertare, «perchè io quando si tratta di votare vengo sempre al gazebo, per principio», e neanche l’ottimismo della volontà  di Susanna Mazzà , instancabile segretaria del circolo Mazzini-Trionfale, certissima della fede nelle primarie, «perchè i nostri elettori non rinunceranno mai a questo strumento di democrazia».
Non basta, perchè sulla lunga lista degli elettori del centrosinistra che stavolta non hanno risposto all’appello si allunga l’ombra di Ignazio Marino, il sindaco che vinse le primarie nei gazebo e fu destituito dal partito nello studio di un notaio.
E la prima a saperlo è proprio Susanna Mazzà : «I miei figli mi hanno detto: ma’, ti rendi conto che noi per la prima volta avevamo scelto un candidato sindaco, e dopo che lui ha vinto voi lo avete cacciato! ».
Alle dieci c’è una gran folla attorno al gazebo di piazza Ippolito Nievo, ma è il viavai del popolo di Porta Portese.
«Finora hanno votato solo in quindici» confida preoccupato Marco Zazza, scrutatore di turno. «L’altra volta c’era la fila, oggi arriva uno ogni tanto» conferma la presidente del seggio, Loredana Granieri.
Ecco un’altra elettrice, una signora bionda che punta il gazebo con passo deciso. «Vuole votare?». «Ma neanche per sogno. Non sono venuta qui per insultarvi, ma vi dico che non mi vedrete più. L’altra volta ho votato, alle primarie e alle comunali: adesso basta. Mi sento orfana!». Non dovevate cacciare Marino, dice la signora che se ne va facendo ciao ciao con la mano.
Tu giri, e ascolti sempre le stesse parole. Vai all’Eur, dove il seggio è nascosto in un seminterrato dietro il gazebo deserto, e senti lo sfogo di Isabella, capelli grigi e occhiali spessi: «Ho ricevuto l’email di Renzi, e anche stavolta voto per dovere civico, ma ditegli che non mi è proprio piaciuto come ha trattato Marino. Ma come, quello aveva cominciato a smucinare, perchè è grazie a lui che è saltata fuori Mafia Capitale, e Renzi invece di difenderlo lo manda via? Non si fa così».
Vai a Donna Olimpia, dove il gazebo sulla piazza anzichè dentro il circolo Pd è stato letto come uno schiaffo ai militanti che si erano schierati con il sindaco, e vedi la signora Attilia Droghieri che ha i capelli bianchi ed è orgogliosa di essere la votante numero 267, ma saluta tutti «con la speranza che quando si incominceranno a scoperchiare le pentole stavolta non le richiudano, mi sono spiegata? ».
Vai a Campo de’ Fiori e registri il commento infastidito di Enrico, bancario in pensione, che passa senza fermarsi, mani in tasca, davanti allo storico circolo di via dei Giubbonari: «Col cavolo che perdo tempo con le primarie, dopo quello che hanno combinato con Marino!».
Poi, certo, c’è un partito che non la vede così.
«Qui all’Eur abbiamo una lunga fila, ho già  mandato la foto a Renzi» dice Patrizia Prestipino, renziana di ferro, che tre anni fa correva alle primarie e stavolta appoggia Giachetti, e spiega che «l’elettore del centrosinistra è così, dice sempre che è l’ultima volta però poi viene a votare, perchè è amore vero ».
Ma sì, conferma Giulia Urso, la segretaria di via dei Giubbonari, una flessione non significa nulla: «La gente viene, partecipa, vuole contare. E saranno pure tiepide, queste primarie, ma i nostri elettori non ci rinunceranno mai».
Il più freddo — o il meno caldo — è Marco Miccoli, il deputato di Donna Olimpia: «Prima c’era la rabbia, adesso c’è smarrimento. Poi magari non tutti scelgono di non venire a votare. Ma la ferita per il caso Marino è ancora aperta».
Marino, Marino, Marino. Ma lui cosa dice? Cosa fa?
E’ vero che vuole candidarsi, sfidando il suo ex partito?
L’ex sindaco rinvia le risposte al libro che uscirà  alla vigilia di Pasqua: «Lo devo consegnare domani. E chi mi conosce lo sa, sono pignolo: sto controllando parola per parola, virgola per virgola, nome per nome, cognome per cognome…».

Sebastiano Messina
(da “La Repubblica”)

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GIACHETTI, IL RADICALE RENZIANO ALLA SFIDA PIU’ DIFFICILE

Marzo 7th, 2016 Riccardo Fucile

“HO VINTO L’AMICHEVOLE, ORA PUNTO A VINCERE LE ELEZIONI”

Radicale da sempre – ha ancora la doppia tessera –   tra i padri fondatori prima della Margherita e poi del Partito Democratico, candidato “on the road”, ambientalista e strenuo assertore della non violenza.
Roberto Giachetti, da tutti conosciuto con il nomignolo di “Bobo”, è il candidato del centrosinistra per la corsa al Campidoglio nel tentativo di riconquistare la fiducia dei romani dopo la naufragata esperienza Marino.
“E’ l’ultima occasione per il Pd – dichiara subito dopo la vittoria – adesso una lista pulita”.
Cinquantacinque anni tra qualche giorno, due figli, Giachetti è buon conoscitore di Palazzo Senatorio, dove ha lavorato per due consiliature al fianco di Francesco Rutelli, prima come capo della segreteria e poi come capo di Gabinetto del sindaco. Nel 2001 arriva la prima elezione in Parlamento, come deputato della Margherita, poi confermata nel 2006 con l’Ulivo e nel 2008 con il neonato Pd, di cui è stato tra i più convinti fondatori tanto da proclamare uno sciopero della fame nel 2007 per chiedere l’assemblea costituente del partito. P
rotesta identica portata avanti numerose altre volte, per chiedere la modifica della legge elettorale o la nomina dei giudici della Consulta.
Nel 2002 è salito su un piccolo piedistallo con la scritta “Monumento al deputato ignoto”, imitando una statua per protestare contro la mancata nomina di 12 deputati ad oltre un anno dalle elezioni.
Sempre attento all’ambiente (“Sono socio sostenitore di Legambiente da molti anni”, scrive sul suo blog) e ai più deboli (“Ogni anno passo il Natale e l’ultimo dell’anno con i detenuti”), Giachetti, oggi vicepresidente della Camera e molto vicino al premier Matteo Renzi, che lo indicò come il miglior candidato a sindaco: “E’ romanista e conosce bene la città “, è considerato uno dei massimi conoscitori dei regolamenti parlamentari, abilità  maturata durante i tanti anni da segretario d’Aula.
Lo slogan che ha accompagnato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra è stato “#TuttaRoma” a sottolineare l’impegno verso le periferie, girate in scooter durante le settimane di campagna elettorale
Decentramento, mobilità , eco-sostenibilità  alcuni dei punti cardine del programma. “Se divento sindaco continuerò così: a stare per strada”, la promessa del romano e romanista “Bobo”.
Da candidato alle primarie ha percorso circa duemila chilometri, iniziando il tour elettorale a Settecamini per   chiuderlo nel campo da rugby di Corviale.
E ai cittadini promette: “Come sapete io giro in scooter, il carro del vincitore è quello lì, e quindi anche per evidenti motivi di spazio non vi affannate perchè non ci sale nessuno, a parte Lucci”

(da “La Repubblica”)

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