DENARO, VOTI ETNICI E PUGNALATE: LA MALEDIZIONE DELLE PRIMARIE
UNA LUNGA LISTA DI DENUNCE E POLEMICHE FINO DAL 2005
Il caso dell’euro consegnato ai votanti per le primarie a Napoli è solo l’ultimo di una lunga lista di polemiche che sembrano aver attraversato tutte le primarie del centrosinistra, fin dal loro esordio. Una maledizione che non pare avere fine.
Anno 2005, gli albori
Era ancora il 2005 quando, appena il giorno dopo il varo del regolamento con lo stop alla candidatura di Sgarbi, un agguerrito Mastella tuonava: «Le regole sono state taroccate». L’allora leader dell’Udeur se la prendeva con Ds e Margherita che, a suo dire, avevano raddoppiato il numero di seggi da attribuire, da 4mila a 9mila, senza concordarlo all’unanimità con tutti i partiti dell’alleanza. In quella tornata scoppierà anche il caso Messina, con la Margherita che chiedeva l’annullamento delle votazioni nei due seggi allestiti.
Anno 2006, polemiche e ironie
Il sindaco di Milano Gabriele Albertini, centrodestra, dichiara di voler votare per Dario Fo alle primarie del centrosinistra.
Anno 2007, il tesoro degli elenchi
Scoppia il caso degli elenchi dei votanti. Enrico Letta lancia l’allarme: qualcuno ai vertici dei Ds avrebbe i nomi di chi aveva votato nel 2005, ma li metterebbe a disposizione solo di alcuni candidati e non di altri.
Anno 2009, candidati e imbarazzi
Alle primarie del Pd si candida per la mozione Bersani-Mazzoli il sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai. Il primo cittadino si era già dovuto ritirare nel 2007 per aver usato i soldi del Comune per anticipare le spese legali di otto minorenni accusati di aver stuprato una ragazza in una pineta.
Il franceschiniano Franco Laratta denuncia: «In Calabria qualcuno fa il gioco sporco e sta facendo centinaia di telefonate nelle quali si sostiene che Bersani è già segretario e che domenica si deve solo confermare l’esito della Convenzione. Cercano di capire la buona fede della gente ingannandola con delle bassezze».
Anno 2011, lo scandalo di Napoli
Accuse di brogli nelle primarie di Napoli dove vince il 48enne bassoliniano Andrea Cozzolino grazie ai voti racimolati dai capibastone “Tommi Tommi” e “Michel di Prisco”. Si sfiora l’aggressione fisica quando i garanti annullano le votazioni in tre seggi della periferia a nord di Napoli. La Dda aprirà un fascicolo.
Anno 2012, guerre fratricide
Il candidato alle primarie del Pd in Sicilia, Davide Faraone, accusa il tesoriere nazionale Antonio Misiani di aver dato 40.000 euro per la campagna elettorale della rivale Rita Borsellino.
Scoppia la polemica sulle nuove regole criticate da Renzi. La preregistrazione, il ritiro dei certificati in un luogo diverso da quello in cui si vota e il divieto di votare al ballottaggio se non si è votato al primo turno vengono viste come una corsa a ostacoli che limita la partecipazione.
L’ex tesoriere dei Ds attacca Renzi sui fondi: fin’ora ha speso 2 milioni e 800 mila euro per le primarie.
Anno 2013, i soldi e la comunità rom
Il candidato 5 Stelle per Roma Marcello De Vito pubblica un volantino con una donna rom al voto con la scritta «10 euro ai rom per votare alle primarie». Al volantino si affianca la dirigente del Pd del Lazio, Cristiana Alicata, poi costretta a dimettersi dopo l’annunciata querela da parte della comunità rom di via Candoni.
Anno 2014, i soldi e la comunità filippina
Questa volta tocca a Modena dove le primarie per il sindaco vengono vinte da Gian Carlo Muzzarelli. Sei associazioni filippine, però, denunciano il pagamento di connazionali filippini da parte di supporter di Muzzarelli.
Anno 2015, i soldi e la comunità cinese
Divorzio doloroso quello di Sergio Cofferati che, candidato alle primarie di Genova, poi vinte dalla rivale Raffaella Paita, denuncia la presenza ai seggi di cinesi, marocchini e «riconosciuti esponenti del centrodestra» che avrebbero inquinato il voto. Alla fine verranno annullati 4000 voti, ma la Paita vincerà comunque la competizione. Ancora caos a Napoli dove nelle liste compaiono personaggi legati a Forza Italia. Una presenza che farà dimettere l’europarlamentare Massimo Paolucci in polemica con le scelte della direzione nazionale. Le primarie verranno vinte da De Luca con il 52% dei voti.
Raphaà«l Zanotti
(da “La Stampa“)
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