CHI LA FA L’ASPETTI: INVECE DEL CONDONO IN REALTA’ MAI CHIESTO DA FICO EMERGE QUELLO AVANZATO DA CIRIELLI
SI TRATTA DELLA DEMOLIZIONE DI UN IMMOBILE IN UN’AREA SOTTOPOSTA A VINCOLO PAESAGGISTICO SENZA L’AUTORIZZAZIONE NECESSARIA DA PARTE DEL CANDIDATO GOVERNATORE DI FDI
A condono, condono e mezzo. Oppure, volendo volare più alto, si potrebbe sempre
rispolverare il motto di Pier Capponi, “voi sonerete le vostre trombe, noi soneremo le nostre campane”. E insomma, la vicenda campana si è risolta – a una settimana dal voto – in una battaglia di condoni edilizi tra Edmondo Cirielli e Roberto Fico.
Non il condono che Cirielli vorrebbe riaprire «su tutto il territorio nazionale», sperando così di raggranellare qualche voto nella sua Campania, una delle regioni d’Italia più flagellate dall’abusivismo edilizio. No, parliamo di cose personali, siamo alla lotta nel fango.
La Verità è andata infatti a spulciare nel catasto di San Felice Circeo, trovando una vecchia richiesta di sanatoria a carico di un’abitazione di cui Roberto Fico, candidato del centrosinistra in Campania, è comproprietario con la sorella.
L’ha presentata Fico la domanda di condono? Nient’affatto, risale al 1986, l’anno del condono voluto da Bettino Craxi, il primo gigantesco colpo di spugna sulle regole edilizie. Ma nel 2017, finalmente, un anno prima di diventare presidente della Camera, Fico riceve dal comune il permesso di cambiare la destinazione d’uso del garage, trasformato in abitazione.
Tanto basta al quotidiano per titolare che Fico «oggi sbraita contro la sanatoria però l’ha usata per la villa al Circeo».
In batteria intervengono molti esponenti di Fratelli d’Italia, da
Sergio Rastrelli a Giovanni Donzelli, rinfacciando al candidato cinque stelle l’incoerenza di opporsi a una misura dopo averne usufruito.
Risposta dell’ufficio stampa dell’interessato: «La richiesta di sanatoria non è stata fatta dal presidente Fico né dalla sua famiglia, bensì dal precedente proprietario della casa di San Felice Circeo negli anni Ottanta. È quindi semplicemente falso sostenere che il presidente abbia richiesto un condono o una sanatoria».
Potrebbe finire qui, ma chi di condono ferisce…
Riemerge così in parallelo un’altra vecchia sanatoria, questa volta a carico di Cirielli. Era uscita lo scorso anno sul Fatto e una provvidenziale interrogazione di Gilda Sportiello a Giorgia Meloni la riporta a galla.
Il candidato del centrodestra «avrebbe proceduto alla demolizione totale di un immobile di sua proprietà in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, senza che fosse acquisita la necessaria autorizzazione paesaggistica».
In più, «mentre era ancora pendente il contenzioso tra comune e ministero della Cultura, e prima che il Consiglio di Stato ribaltasse la decisione del Tar, i lavori sarebbero andati avanti, arrivando addirittura alla realizzazione delle fondazioni di una nuova costruzione».
La vicenda, conclude la deputata contiana, «solleva il sospetto che si sia proceduto con una accelerazione dei lavori, nonostante l’opposizione formale del ministero della Cultura, che poi ha avuto piena ragione nelle sedi giudiziarie superiori. Il fatto
acquisisce oggi una nuova rilevanza alla luce delle pressanti proposte riguardanti un nuovo condono edilizio che lo stesso Cirielli sta avanzando nella campagna elettorale che lo vede candidato a presidente della regione Campania».
Eccola lì l’accusa, hai proposto il condono per la tua villa a Sant’Egidio di Montalbino (Salerno) perché avevi un abuso da sanare.
(da Repubblica)
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