CHI SARA’ IL FUTURO SINDACO DI MILANO? A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI)
A SINISTRA C’E’ BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, MA SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI
Lo ha detto chiaramente alle gazzette Beppe Sala: sul terzo mandato è d’accordo con Zaia e De Luca: “Il limite non deve valere nemmeno per i sindaci”.
Una dichiarazione più che interessata, visto che il suo secondo mandato scade nel 2026. Le elezioni amministrative, con ogni probabilità, non si terranno alla scadenza naturale del mandato (ottobre 2026), ma nella primavera del 2027, probabilmente ad aprile.
Il motivo è legato a una risposta del Ministero dell’Interno ad alcuni sindaci, come ha spiegato lo stesso Sala qualche mese fa: “Chi è andato a elezioni nel secondo semestre dell’anno va alle votazioni nel primo semestre dell’anno successivo e più specificatamente tra il 15 aprile e il 15 giugno”.
Per il primo cittadino milanese, potersi ricandidare sarebbe un’occasione d’oro: avrebbe il tempo di recuperare il consenso perduto nella città per la questione sicurezza con l’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, che si inaugureranno il 6 febbraio 2026.
Un successo favorito anche dalla inettitudine del centrodestra a Milano che nel 2021, candidò il pediatra ”pistolero” Luca Bernardo. Un nome tirato fuori in fretta e furia e mandato allo sbaraglio contro l’ex commissario Expo.
Stavolta, per evitare lo stesso errore, Ignazio La Russa, dominus di Fratelli d’Italia sotto la Madunina, ha chiesto di arrivare preparati al voto, scegliendo per tempo il nome da contrapporre al centrosinistra.
L’indiziato numero uno, come Dago-dixit, è il direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti. Un identikit che molto piace a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni, per niente a Forza Italia, visto che Marina e Pier Silvio Berlusconi lo considerano un ”traditore”.
L’ex compagno di Daniela Santanchè, dopo aver per anni suonato la grancassa del Cav, si è convertito seduta stante al melonismo senza limitismo, scrivendo biografie e peana quotidiani in lode della Ducetta della Garbatella.
Se il nome di Beppe Sala non fosse spendibile per un terzo mandato, e molto probabilmente non lo sarà (non basta una nuova pista ciclabile a una città che vede minacciata la propria sicurezza sociale), scalda i microfoni Mario Calabresi.
L’ex direttore di “Repubblica”, pur avendo già smentito il suo interessamento a Palazzo Marino, per non bruciarsi, è in realtà più che interessato all’incarico.
Negli ultimi tempi il figlio del commissario Luigi Calabresi è stato molto presente sui media per la vicenda di Cecilia Sala: la giornalista-influencer, arrestata in Iran, si trovava nel Paese degli ayatollah per realizzare “Stories”, il suo podcast quotidiano per “Chora”, la piattaforma diretta da Calabresi.
(da Dagoreport)
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