CHI SARÀ IL SUCCESSORE DI BERGOGLIO? FILIPPO DI GIACOMO: “A PIÙ RIPRESE IL PAPA HA ELOGIATO LA PRUDENZA E LA SAGGEZZA DI PAROLIN, QUASI A DIRE CHE SARÀ MEGLIO PRIVILEGIARE LA MODERAZIONE DELL’ATTUALE SEGRETARIO DI STATO PIUTTOSTO CHE LE PROBABILI ASPREZZE DELL’ARCIVESCOVO DI BUDAPEST PÉTER ERDO, MOLTO APPREZZATO DAI RATZINGERIANI”
“ENTRA IN LISTA MATTEO ZUPPI, TROPPO ‘BERGOGLIANO’ PER GLI STESSI TIFOSI DI PAPA FRANCESCO”… “DOTATO DI ASPIRAZIONI PROPRIE SAREBBE PIERBATTISTA PIZZABALLA, PATRIARCA DI GERUSALEMME”
Il totopapa ha avuto inizio a metà del 2021, quando il 4 luglio il Pontefice venne ricoverato al Gemelli per un’operazione all’addome. È stato lui stesso a raccontarlo più volte. La prima, il 12 settembre di quell’anno, a Bratislava, durante la visita in Slovacchia, rispondendo a una domanda sulla sua salute, disse di essere «ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza!».
Le stelle che in quel momento brillavano nel conclave virtuale erano quelle del cardinale ungherese Péter Erdo, canonista molto apprezzato dai ratzingeriani, Pietro Parolin, diplomatico lucido con un animo sereno e molto pastorale, stimatissimo dagli episcopati strapazzati da Bergoglio, Luis Antonio Tagle, un filippino che in Italia piace alla gente che piace e altrove no, nemmeno nel suo continente, infine il maltese Mario Grech, curiale di pregio, ma segnato dai flop dei sinodi che ha organizzato.
Secondo la migliore tradizione curiale, le frecce hanno cominciato a volare e gli strali più aguzzi sono stati lanciati sul cardinale Erdo, ingenuo per gli uni, passatista per gli altri e per formazione ed esperienza alieno all’infornata di nuovi cardinali destinati ad entrare in conclave con l’unico accredito accettato dal Papa: pastori di Chiese marginali e piccole.
Forse, conscio dell’eredità che lascia, a più riprese il Papa ha elogiato la prudenza e la saggezza di Parolin, quasi a dire che se prevarrà un uomo capace di ricostruire le strutture sarà meglio privilegiare la moderazione dell’attuale segretario di stato piuttosto che le probabili asprezze dell’arcivescovo di Budapest.
E così la lista dei papabili si aggiorna, con l’uscita del porporato ungherese e l’entrata in lista di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e ottimo esempio di una Chiesa italiana incarnata nel Concilio. Troppo “bergogliano” per gli stessi tifosi di Papa Francesco.
Come suo sostituto nel cuore del Pontefice potrebbe esserci Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona. Altre voci sostengono che il cardinale di Rabat Cristóbal López Romero potrebbe essere scelto per la sua storia e l’esperienza missionaria in Paraguay e Marocco o un altro candidato gradito a Papa Francesco, perché in piena pace con la modernità, il cardinale José Tolentino de Mendonça.
Ultimo sussurro dalle mura: dotato di aspirazioni proprie sarebbe Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Se si accenna a questo suo desiderio, pare si adiri molto. Chissà perché?
(da Repubblica)
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