CILE, VINCE LE PRESIDENZIALI IL SOVRANISTA KAST
FIGLIO DI UN NAZISTA, AMMIRATORE DI PINOCHET, TRUMPIANO E RAZZISTA
José Antonio Kast, candidato di ultradestra e noto sostenitore del regime di Augusto Pinochet, è il nuovo presidente del Cile.
Ha vinto con il 58,16% delle preferenze, contro il 41,84% ottenuto dalla sua sfidante e candidata della coalizione di sinistra Jeannette Jara.
Kast ha 59 anni e una lunga carriera alle spalle. Un risultato storico quello di oggi, sia perché per la prima volta dal ritorno alla democrazia, in Cile prende il potere un presidente di ultradestra, sia perché Kast ha ottenuto una percentuale di voti schiaccianti rispetto a Jara e, secondo i primi conteggi, è il presidente più votato nella storia del Paese.
“Vi rimangono 100 giorni per andarvene dal Cile”. Questa è la frase che nelle ultime settimane il candidato di ultradestra ha ripetuto giorno dopo giorno – in un inquietante conto alla rovescia – minacciando i 300.000 migranti irregolari che oggi si trovano in Cile. La minaccia ha spaventato migliaia di persone che si sono precipitate nel nord del Paese, scappando in Perù
attraverso la frontiera. La situazione è diventata così grave che il governo peruviano ha dovuto decretare lo Stato d’emergenza, mentre Kast continuava a minacciare i migranti assicurando loro che sarebbero stati espulsi quando avrebbe assunto come nuovo presidente del Cile a marzo.
Il candidato di ultradestra ha corso al ballottaggio finale contro Jeannette Jara, 51 anni, politica del Partito comunista ed ex Ministra del lavoro dell’attuale governo cileno, guidato dal progressista Gabriel Boric. Al momento di votare, nel seggio di Paine (nella zona sud della capitale), Kast ha dichiarato: “Oggi è il giorno dei cittadini, non della politica. È una grande giornata per il Cile e chi vince dovrà impegnarsi a governare per tutti i cittadini del Paese”.
Kast, proveniente da una famiglia tedesca arrivata in Cile dopo la seconda guerra mondiale e il cui padre faceva parte del partito nazista, ha un profilo che fa discutere.
Ha militato per molti anni nel partito di destra cileno UDI che ha lasciato nel 2016, per poi fondare nel 2019 il Partido Republicano, di cui è ancora oggi il leader.
Dopo essere stato eletto deputato, si è candidato alle presidenziali per la prima volta come indipendente nel 2017 e di nuovo nel 2021. Ma, se nel 2017 aveva ottenuto solo l’8%, nel 2021 aveva vinto il primo turno delle elezioni per poi perdere al ballottaggio finale contro il progressista Gabriel Boric, attuale presidente del Cile.
Durante le elezioni del 2021, erano stati molti i cittadini che al ballottaggio finale avevano scelto di votare Boric, spaventati dal fatto che – in caso di vittoria di Kast – ci sarebbero potuti essere
preoccupanti retrocessi in tema di diritti. In quella campagna il candidato era stato estremo, facendo dichiarazioni controverse riguardo ai diritti delle donne e della comunità LGBT, con frasi come “Se Augusto Pinoche fosse vivo, voterebbe per me”.
Per questo motivo, nella campagna attuale, Kast ha moderato i toni, cercando di ottenere anche i voti del centro. Ma il sostegno del candidato alla dittatura di Pinochet è noto e lo è anche per retaggio familiare. Uno dei suoi fratelli, Miguel, ha svolto un ruolo cruciale durante la dittatura: era un Chicago boy, è stato ministro e presidente della Banca centrale cilena e ha esercitato una grande influenza in campo economico e sociale.A queste elezioni sono stati chiamati a votare oltre 15 milioni di cittadini cileni e per la prima volta dal 2012, il voto è stato obbligatorio per le elezioni presidenziali. La giornata è stata concitata, con un allarme bomba in un seggio della città costiera di Valparaíso e con un messaggio inviato dalla compagnia energetica Lipigas agli usuari della sua applicazione, invitando a votare per Boric. L’invio del messaggio è stato massivo, in violazione alla legge cilena, e ha scatenato grosse polemiche nel Paese. Ai seggi, che si sono chiusi regolarmente alle 18, si sono registrate sin dalla mattina lunghe file; secondo i primi dati si dovrebbe confermare l’affluenza record registrata nel primo turno elettorale, lo scorso 16 novembre, in cui l’85% dei cittadini ha votato. Primo turno che era stato vinto dalla candidata di sinistra Jara, che aveva ottenuto il 26,9% delle preferenze, distanziandosi di pochi punti da Kast, che aveva ottenuto il 23,9%.
(da agenzie)
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