COMITATI D’AFFARI NEL PD? “GUERRA PER BANDE SICURAMENTE”
SI ANIMA LA POLEMICA DOPO LA DENUNCIA DELLA MADIA
“Non è certo una cosa sulla quale si può passare così. Marianna Madia dovrebbe circostanziare meglio quel che voleva dire quando ha parlato di piccole associazioni a delinquere sul territorio nel Pd. E il partito dovrebbe andare a fondo”. Il punto lo coglie Sandro Gozi.
Sì, perchè il 17 giugno, intervenendo a un’iniziativa con Fabrizio Barca, Marianna Madia ha lanciato accuse pesanti: “Nel partito ho visto un sistema di piccole e mediocri filiere di potere che sono così attaccate al potere e non vogliono cedere di un millimetro”.
Nelle diramazioni locali romane, però, è ancora peggio: la Madia fa un riferimento esplicito alle “associazioni a delinquere”.
Il Fatto quotidiano riprende il video, fa un pezzo, che esce martedì.
Poi ci torna il Corriere della Sera in un’intervista alla stessa deputata, voluta in Parlamento da Veltroni, ora molto legata a D’Alema.
La quale conferma tutto a livello di critica politica, anche se dice di aver esagerato nel lessico.
Al Fatto ci tiene a precisare che il riferimento alle “associazioni a delinquere” era un paragone: “Se no andrei in Procura”.
Ma l’attacco della Madia è pesantissimo. La parola “delinquenti” viene presa con circospezione dai suoi colleghi di partito, ma l’analisi per molti non fa una piega.
“Le correnti sono fondamentalmente gruppi di potere organizzati – conferma Paolo Gentiloni – e negli ultimi anni soprattutto a Roma il partito è stato un’accozzaglia di tensioni. Chi, come me, si è candidato alle primarie, non ha trovato un’organizzazione costruita in base a dei contenuti, se l’è dovuta dare”.
Anche Lorenza Bonaccorsi, renziana, che ha appena rifiutato un posto in Giunta affonda: “Nel Pd quel che prevale sono gli accordi tra correnti”.
“La parola delinquente presuppone una forma di reato. E per questo non la userei – dice Roberto Morassut, veltroniano, che del Lazio è stato anche segretario – ma io dico da tempo, è che la vita del Pd è fortemente condizionata non tanto da correnti, il che sarebbe anche normale, ma da cordate di potere”.
Spiega anche come succede: “Il tesseramento avviene con alcuni potenti che comprano pacchetti di tessere e in quel modo influenzano la vita del partito”.
Sulla stessa linea, pure Angelo Rughetti , romano e renziano, che la mette su un piano “alto”: “Non c’è più la politica”.
Insomma, non ci sono battaglie ideali o ideologiche, ma semplicemente una guerra tra bande.
L’aveva detto Massimo D’Alema qualche giorno fa: “Correnti nel Pd? Magari, c’è solo il caos”.
C’è anche chi s’irrigidisce. Matteo Orfini, selezionato dalle primarie a Roma: “Le primarie sono state gestite da giochi di potere? Anche la Madia le ha vinte a Roma: le telefonate che la Cgil ha fatto per lei come le chiamiamo? Non si può dire che le preferenze sono cattive e le primarie sono buone: il sistema è lo stesso”.
Pippo Civati per una volta elude la polemica: “La Madia? Lei dice quello che vuole D’Alema…”
Wanda Marra
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply