CON LO SVUOTA-CARCERI, LA GALERA NON FA PIU’ PAURA AI DELINQUENTI
UN ASSASSINO CONDANNATO A 14 ANNI NE FARA’ SOLO 5 IN CARCERE
Della serie: palle d’acciaio (soi-disant) e coda di paglia.
Abbiamo un assassino che è stato condannato a 14 anni di galera.
Gli sarebbe toccato l’ergastolo, ma i giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche e l’attenuante del risarcimento del danno; così sono partiti da 30 anni: meno un terzo — 20; meno un altro terzo — 14, 4.
Facciamo 14 per comodità di calcoli. Bè, sempre 14 anni si deve fare, gli sta bene.
Ma non è vero, ne farà 5 circa.
Prima di tutto ha diritto alla liberazione anticipata (art. 54 Ordinamento penitenziario); che vuol dire che, per ogni 6 mesi di galera, gli vengono abbonati 1 mese e 15 giorni (finora; adesso Cancellieri ha stabilito che gli sia regalato un altro mese).
Sicchè 6 mesi sono in realtà 3 mesi e 15 giorni; un anno di prigione sono in realtà 7 mesi. Calcolati sui 14 anni che dovrebbe fare, si arriva a 8 anni effettivi.
Ma non è tutto qui.
C’è l’art. 30 ter che prevede la concessione di permessi-premio (quelli di cui ha usufruito Gagliano, il serial killer evaso). Possono essere concessi (1 mese e mezzo all’anno) dopo aver scontato un quarto di pena.
Teoricamente il nostro assassino (condannato a 14 anni) dovrebbe stare almeno 3 anni e mezzo in galera senza permessi.
Ma un anno di prigione equivale a 7 mesi; quindi i 3 anni e mezzo si riducono a 2 anni; dopodichè ai 5 mesi previsti dall’art. 54 si aggiungerà il mese e mezzo di permessi premio.
A questo punto un anno di prigione varrà 5 mesi e mezzo effettivi.
L’assassino dovrebbe scontare ancora 10 anni e mezzo che, a questo punto, sono — in concreto — 4 anni e 8 mesi.
E non è ancora tutto qui perchè, agli effetti del computo della pena, ogni 5 mesi e mezzo è come se fosse passato un anno.
E siccome gli ultimi 4 anni di pena sono trasformati in affidamento in prova al servizio sociale (erano 3, ma ci ha pensato Cancellieri), dopo 6 anni e mezzo finti (10 e mezzo che dovrebbe fare meno 4 di servizi sociali) che sono però 3 anni e veri, l’assassino è “affidato”.
In totale ha passato in carcere circa 5 anni.
Rifatevi questi calcoli per ogni delinquente condannato e vedrete che di galera vera anche i peggiori ne fanno un terzo di quello che i giudici gli ficcano al processo. Ma, dice Cancellieri, non c’è nulla di automatico, i giudici valuteranno se concedere permessi premio e semi libertà . E se sbagliano, come è successo — secondo lei — per Gagliano, Dio li protegga. Presa per i fondelli, pura e semplice.
La liberazione anticipata si “deve” concedere quando “il detenuto partecipa all’opera di rieducazione”. Che, in concreto, significa che basta che non faccia casino. Niente atti di generosità , lavoro, studio, pentimenti operosi: rispetti gli orari, non picchi nessuno e non dia fastidio.
Ma c’è di più: la valutazione sulla “partecipazione all’opera di rieducazione” deve essere effettuata ogni 6 mesi e solo sul periodo di 6 mesi appena trascorso; quello che è successo nei periodi precedenti non può essere valutato.
Sicchè può capitare che il nostro detenuto abbia partecipato a una rivolta carceraria, incendiato i materassi e picchiato le guardie: bene, per quel periodo niente liberazione anticipata.
Solo che, per via delle botte che anche lui avrà ricevuto, nei 6 mesi successivi se ne sta ricoverato in infermeria e, anche volendo, di casino non ne può fare: allora la liberazione anticipata — per questi 6 mesi di ospedale — gli spetta, 45 giorni di abbuono non glieli leva nessuno.
Quanto ai permessi, i criteri di valutazione sono gli stessi: non faccia casino e non disturbi. Ma l’anno scorso…
Fa niente, adesso sono 6 mesi che sta buono e partecipa all’opera di rieducazione. Fino a qui si tratta di pura e semplice irragionevolezza.
Ma ci si deve aggiungere incompetenza giuridica e mala fede.
L’aumento di 2 mesi annui per liberazione anticipata non si applicherà più dal 31/12/2015. Perchè? I detenuti successivi sono più cattivi, immeritevoli, cosa? E poi: un detenuto modello si merita la liberazione anticipata di 5 mesi fino al 2015; poi, lui resta ancora più modello di prima ma gliela riduciamo a 3?
Ma questi l’art. 3 della Costituzione l’hanno mai letto?
Infine: Cancellieri lo sa benissimo (di sicuro glielo hanno detto appena arrivata) che la metà abbondante dei detenuti è costituita da immigrati clandestini e piccoli spacciatori. Sono circa 30.000. che non usciranno per via del mirabolante decreto svuota carceri: escono già quasi subito con scarcerazione decisa dal giudice.
Per questa gente il carcere è come un fast food: dentro una settimana e poi fuori.
Nel frattempo però altri entrano al posto loro.
La popolazione complessiva resta la stessa, i posti occupati pure. Cambiano solo i detenuti ma questo, ai fini del sovraffollamento carcerario, è irrilevante.
Ciò che si doveva fare era una depenalizzazione concreta almeno per questi 2 reati; così sì che si recuperavano posti in carcere.
Altro che riduzioni di pena generalizzate per ogni tipo di delinquenti, anche per quelli pericolosissimi.
Ma qui interviene l’ultima presa per i fondelli: se succede qualcosa, la colpa è del giudice.
Bruno Tinti
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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