CONGRESSO PD, TRA GLI ISCRITTI ZINGARETTI SFONDA QUOTA 50%
ZINGARETTI 51,2%, MARTINA 31,8%, GIACHETTI 12,9%… RISULTATI ANCORA PARZIALI, MA IL TREND E’ INDICATIVO
La strada di Nicola Zingaretti verso la segreteria del Partito democratico appare sempre più in discesa. L’ostacolo più arduo per lui era rappresentato dalla prima fase del congresso, che si sta svolgendo in questi giorni e vede impegnati solo gli iscritti: essendo ereditati dalla stagione renziana, questi ultimi erano indicati dalle previsioni a vantaggio di Maurizio Martina.
Invece i timori di una vittoria dimezzata, con il possibile successo del Governatore del Lazio alle primarie del 3 marzo (quello che conta per ottenere la leadership), ma gli iscritti a favore dell’ex ministro, si dissolvono ora dopo ora, con l’affluire dei voti provenienti dai circoli.
I dati trapelati dal Nazareno indicano Zingaretti al 51,2%, con Martina staccato di quasi venti punti al 31,8.
Nemmeno sommando il suo risultato a quello (seppur al di sopra delle aspettative) di Roberto Giachetti (12,9%), i due candidati che si spartiscono il sostegno dei renziani riuscirebbero a raggiungere l’avversario in testa.
Più indietro tutti gli altri, che rimarranno fuori dalle primarie, a cominciare da Francesco Boccia, fermo a un deludente 2,8% (ma il suo comitato rivendica un parziale più alto, intorno al 7%), per finire nell’ordine con Dario Corallo e Maria Saladino, entrambi sotto l’1%.
I votanti registrati fino a questo momento sono poco meno di 60mila, un dato tendenziale che si profila deludente rispetto alla partecipazione degli iscritti.
Si tratta di numeri che si aggiornano ora dopo ora.
Il divario, infatti sembrerebbe destinato a diminuire con l’avanzata di Martina nel Sud. In Campania, grazie all’appoggio (seppur non troppo esibito) del Governatore Enzo De Luca, l’ex Ministro dell’Agricoltura potrebbe passare in testa, anche se al momento sarebbe indietro.
Martina è indicato in vantaggio anche in Sicilia, ma nell’isola Zingaretti sembra comunque tenere bene. Gli aggiornamenti che proverranno soprattutto da queste due regioni non sarebbero quindi in grado di sovvertire un quadro ormai stabilizzato.
Zingaretti alla fine dei conti potrebbe scendere al di sotto del 50% del voto nei circoli, ma è un dettaglio poco più che formale.
Anche Renzi, tanto per fare un esempio, si fermò al 46,7% tra gli iscritti in occasione del congresso del 2013, ma ciò non gli impedì nè di trionfare ai gazebo (con il 67,5%) nè di conquistare feudo dopo feudo il partito anche a livello locale.
Sarebbe ben diverso se tale risultato si verificasse il 3 marzo. L’altro dato interessante proveniente dai circoli, infatti, è quello che riguarda Giachetti.
Il suo 12,9% non solo gli consente di conquistare il terzo posto, che vale la possibilità di “qualificarsi” alle primarie, ma dà anche un segno chiaro alla campagna che porterà ai gazebo: un fuoco incrociato contro Zingaretti, che probabilmente costringerà anche il solitamente pacato Martina ad alzare i toni nei confronti dell’avversario.
Se Zingaretti il 3 marzo dovesse rimanere al di sotto del 50%, un accordo in Assemblea nazionale tra Martina e Giachetti potrebbe scalzarlo dalla poltrona di segretario, a vantaggio del secondo arrivato (cioè, probabilmente, l’ex Ministro). In ogni caso, se anche così non fosse, il Governatore avrebbe bisogno di un’intesa con almeno una parte dei suoi avversari per guidare il partito.
Un’ipotesi che resta sul tavolo ma che i dati di oggi sembrano allontanare. Più probabilmente, il vento della vittoria ormai certa tra gli iscritti potrebbe soffiare nelle vele zingarettiane fino al 3 marzo, aiutandone l’approdo verso la leadership dem.
A maggior ragione, se si considera che la distribuzione dei voti nei circoli appare uniforme in quasi tutto il territorio nazionale. Zingaretti è al momento in testa in quasi tutte le regioni (Basilicata, Campania e Sicilia potrebbero essere alla fine le uniche eccezioni) e in quasi tutte le grandi città : a Roma, Milano e Bologna si avvicina al 50%, a Genova lo supera. Firenze segna invece un punto per Martina.
A parte il trionfo nel “suo” Lazio, dove sfiora al momento il 70%, il Governatore è spinto dalle ormai ex regioni rosse (Emilia-Romagna, Marche, Umbria, ma è di poco avanti anche nel feudo renziano della Toscana) e sfonda in Lombardia (terra natale di Martina), Friuli-Venezia Giulia (qui l’ex presidente Serracchiani era tra i big sponsor martiniani), giù fino a Puglia e Calabria.
In Puglia costruisce buona parte del suo consenso anche Boccia. Per la precisione, è la sua provincia di origine (BAT) a sostenerlo, dato che altrove ha pagato invece il divorzio con il suo ex alleato Michele Emiliano.
La diffusione di dati senza l’imprimatur della commissione congressuale ha naturalmente provocato qualche malumore tra i candidati.
Giachetti avrebbe preferito che i risultati ufficiali venissero divulgati man mano già nei giorni scorsi, mentre i martiniani contestano la circolazione indiscriminata di numeri: “Per avvalorare tesi numeriche insostenibili — lamenta il coordinatore della mozione, Tommaso Nannicini — sono stati divulgati addirittura grafici non corretti sui risultati parziali del congresso”.
Nemmeno da quelle parti, comunque, si mette in discussione il primo posto dell’avversario, ma solo le percentuali. Un riconoscimento inevitabile del trend che si sta consolidando.
(da agenzie)
Leave a Reply