CONSIP, ROMEO NON RISPONDE ALLE DOMANDE DEI PM
I SUOI LEGALI: “NON HA MAI CONOSCIUTO TIZIANO RENZI, LO VOGLIONO FREGARE”
Alfredo Romeo, l’imprenditore campano arrestato mercoledì scorso per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Bocca chiusa dunque durante l’interrogatorio di garanzia, che si è svolto questa mattina alla presenza del gip Gaspare Sturzo, il pm Mario Palazzi e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, titolari dell’inchiesta romana.
Gli avvocati difensori di Romeo Francesco Carotenuto, Giovanni Battista Vignola e Alfredo Sorge, entrando a Regina Coeli hanno dichiarato: “Il nostro assistito afferma di non aver mai dato soldi a nessuno e di non avere mai incontrato Tiziano Renzi o gente legata all’entourage dell’ex presidente del Consiglio”. I legali dell’imprenditore hanno depositato una memoria.
“Non è vero nulla – si è sfogato Romeo nei giorni scorsi parlando con i suoi legali – sono vittima di una strumentalizzazione che mi sembra solo la conseguenza di un’aspra contesa di natura politica”.
Intanto, mentre l’indagine prosegue tra Napoli, Roma e Firenze, la procura capitolina, a seguito delle “ripetute rivelazioni di notizie coperte da segreto”, ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, dopo aver revocato sabato al Nucleo operativo ecologico dell’Arma la delega per le indagini ora affidata al Nucleo investigativo dei carabinieri romani.
Le procure di Roma e Napoli, titolari dei fascicoli, negano qualsiasi tensione tra i due team di magistrati che sono al lavoro su documenti, verbali di intercettazioni e altro materiale raccolto sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione. Venerdì, in due interrogatori in contemporanea a Roma e Firenze, sono stati sentiti rispettivamente Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo, entrambi indagati per traffico di influenze.
Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il padre dell’ex premier davanti ai magistrati di Roma, Paolo Ielo, e di Napoli, Celeste Carrano, si è detto vittima di un “abuso di cognome” messo in piedi dall’amico Russo che avrebbe parlato di lui con i vertici Consip per favorire le società di Romeo.
In settimana potrebbe essere sentito, come persona informata sui fatti, Michele Emiliano, ma sulla data fissata per l’audizione con i magistrati romani c’è il massimo riserbo.
Il presidente della Regione Puglia parlerà con i pm di alcuni sms che scambiò con il ministro Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto, nei quali si sarebbe fatto riferimento a Carlo Russo, imprenditore amico di Tiziano Renzi e ritenuto da chi indaga punto di contatto tra Alfredo Romeo e il padre dell’ex premier.
Non è escluso che nei prossimi giorni i magistrati decidano di interrogare anche l’ex parlamentare Italo Bocchino, consulente di Romeo e indagato, come Russo e Renzi senior, per traffico di influenze, il reato che punisce forme di lobbying illecite dietro compenso o promessa di utilità .
(da “La Repubblica”)
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