COSA SI NASCONDE DIETRO LA ROTTURA TRA SALVINI E BERLUSCONI SUL NO ALL’ITER VELOCE ALLA LEGGE MOLTENI, UN’ALTRA PATACCA LEGHISTA
SALVINI SPACCIA LA LEGGE PER QUELLO CHE NON E’, HA SOLO BISOGNO DI PRESENTARSI ALLE ELEZIONI CON LA STELLA DI LATTA DA SCERIFFO, BERLUSCONI FA FINTA DI NON SAPERE MA L’ORDINE L’HA DATO LUI PER FAR CAPIRE CHI COMANDA NEL CENTRODESTRA
Vediamo di spiegare il motivo per cui Matteo Salvini, pensando di essaere uno statista internazionale, ha annunciato di aver sospeso il “tavolo del negoziato”con Berlusconi a seguito del voto contrario espresso in commissione da Forza Italia all’iter veloce per far approvare la legge Molteni sulla riforma che cancellerebbe (in teoria) lo sconto di pena per reati gravi per cui è previsto l’ergastolo.
Che Forza Italia non fosse d’accordo con la legge non è una novità , visto che alla Camera si era astenuta (favorevoli Lega, Pd, M5S e Fdi).
Il motivo lo aveva spiegato già allora l’onorevole Francesco Paolo Sisto: “Questa è una norma superflua, perchè l’articolo 442 già prevede la possibilità di comminare la pena in ergastolo. Noi non andiamo contro ciò che dice la Lega, siamo convinti si debba dare certezza alla pena e trovare la maniera di dare effettività al rapporto tra responsabilità e sanzione, ma le soluzioni non sono di travolgere i cardini del sistema. La nostra è una astensione meditata. I rimedi vanno trovati all’interno dei principi costituzionali».
Giuste o sbagliate che fossero, queste considerazioni erano note, quindi la sceneggiata di Salvini è stata costruita ad arte.
COSA E’ SUCCESSO OGGI
In realtà il no di Forza Italia non è stato sul merito della legge. La commissione Giustizia si è espressa infatti sulla trasformazione dell’esame del disegno di legge da referente a deliberante.
Più chiaramente, era accaduto che al termine dell’ultima conferenza dei capigruppo il ddl era rimasto fuori dal calendario dell’Aula (quello in cui il Pd ha fatto inserire il biotestamento all’inizio dell’ordine dei lavori e lo ius soli quasi alla fine).
Così la Lega ha chiesto in Aula al presidente Piero Grasso di poter esaminare il provvedimento dalla commissione in sede “deliberante”, cioè poterla approvare e farla diventare legge direttamente dalla commissione e senza l’Aula.
Grasso in quel contesto aveva risposto che è sempre stato d’accordo nell’esame deliberante delle commissioni quando il clima lo ha permesso e con il governo favorevole. Così il ddl Molteni è tornato in commissione Giustizia, anche con il Pd “morbido” su questo tema.
Ma a negare la “deliberante” sono stati due esponenti del centrodestra, l’ex sottosegretario della Giustizia Giacomo Caliendo (Forza Italia) e Carlo Giovanardi, ora iscritto al gruppo Idea, lo stesso di Gaetano Quagliariello.
MA COSA PREVEDE REALMENTE IL DDL MOLTENI?
Si tratta di un disegno di legge che regola la inapplicabilità del rito abbreviato (e quindi dei relativi sconti di pena di un terzo) ai reati considerati “gravissimi”
Al primo articolo prevede la modifica dell’articolo 438 del codice di procedura penale escludendo il giudizio abbreviato per reati per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo.
Se si procede per uno di questi delitti, l’imputato può comunque chiedere l’accesso al rito speciale, subordinando la richiesta a una diversa qualificazione del fatto come reato per il quale la legge non prevede l’ergastolo.
In sostanza, l’imputato può chiedere al Gup di valutare l’imputazione formulata dal Pm per eventualmente derubricare il reato in un delitto per il quale non sia previsto l’ergastolo e così consentire l’accesso al rito abbreviato e al conseguente sconto di pena.
Tanto in caso di rigetto della richiesta di integrazione delle prove, quanto di rigetto della richiesta di diversa qualificazione del fatto, l’imputato può riproporre le richieste fino a che in udienza preliminare non siano formulate le conclusioni.
Ma non è vero che il rito abbreviato prima evitava l’ergastolo: nel caso di condanna all’ergastolo e all’isolamento diurno ad es, la pena era “solo” l’ergastolo.
E la nuova formulazione proposta non esclude la derubricazione e non annulla la possibilità di richiedere il rito abbreviato all’imputato.
Un comma poi prevede che nei delitti contro la persona, quando siano applicabili le aggravanti dell’aver agito per motivi abbietti o futili o dell’avere adoperato sevizie o dell’avere agito con crudeltà verso le persone, eventuali circostanze attenuanti che dovessero concorrere non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti.
La pena dovrà dunque essere calcolata prima applicando le aggravanti e solo dopo potrà essere diminuita, calcolando la diminuzione sulla pena risultante dall’aumento conseguente alle aggravanti.
Ci sarebbe di fatto un leggero inasprimento delle pene per reati contro la persona, ma non certo l’annullamento degli sconti derivanti dalle attenuanti.
UNA OPERAZIONE DI PROPAGANDA A RISCHIO DI INCOSTITUZIONALITA’
In conclusione: gli ergastolani sarebbero pochi di più ma il pericolo è che la norma sia incostituzionale perchè il rito abbreviato è nato per essere concesso a tutti (per sveltire i procedimenti) mentre qua si distinguerebbe tra tipi specifici di reati .
Ora è evidente che si tratta di un’operazione di facciata, utile a fini elettorali, tanto è vero che si sono uniformati anche Pd e M5S, ma che poco incide sull’iter processuale.
PERCHE’ FORZA ITALIA SI E’ OPPOSTA?
Motivi giuridici a parte, sarebbe arrivato un ordine ben preciso da Berlusconi in persona per affossare la legge tanto cara a Salvini.
I motivi sono sostanzialmente due.
Il primo: non dare alla Lega un’arma da utilizzare in campagna elettorale, ovvero quella di aver rafforzato le pene per i reati gravi.
Il secondo: avvertire il Carroccio e il suo segretario che a dettare la linea nel Centrodestra è Forza Italia e che Berlusconi non si fa scrivere l’agenda dall’alleato “populista”.
Alla fine resterà solo l’ennesimo scontro a gomitate per l’egemonia del centrodestra con un Salvini in difficoltà che cerca di recuperare voti e Berlusconi che è ritornato a bacchettare “i capricci” di Salvini, senza concedergli spazio.
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