COSI’ IL COMUNE DI ROMA HA PERSO 24 MILIONI PER LE TORRI DELL’EUR: UN CAPOLAVORO FIRMATO RAGGI
IL TAR DEL LAZIO DA’ RAGIONE AL COSTRUTTORE, IL COMUNE NON AVRA’ I SOLDI DELLA VALORIZZAZIONE PERCHE’ HA REVOCATO L’AUTORIZZAZIONE A COSTRUIRE, CONSENTENDO A TELECOM DI SCIOGLIERSI SENZA ONERI DAL CONTRATTO
Vi ricordate la vicenda delle Torri dell’Eur? Quello che passerà alla storia come uno dei più grandi successi di Paolo Berdini in qualità di assessore all’urbanistica della Giunta Raggi è arrivato a conclusione con la sentenza n.11647/2017 depositata il 24 novembre al Tar Lazio (sezione II bis), su ricorso di Alfiere.
La decisione, racconta oggi Il Sole 24 Ore, dà ragione ai promotori e chiarisce che i 24 milioni di oneri erano vincolati al precedente progetto di valorizzazione, mai realizzato.
Il progetto cioè di abbattere le torri e di realizzare al loro posto il condominio di lusso progettato da Renzo Piano.
Con l’uscita dei soci privati dall’operazione avviata da Fintecna, quel progetto è naufragato e il permesso di costruire chiesto nel 2009 non è stato mai ritirato.
Giovanni Caudo, ex assessore della giunta Marino, ricostruisce così le fasi della vicenda oggi:
La vicenda surreale l’abbiamo riepilogata all’epoca: Telecom ha deciso di vendere la propria quota al partner a causa dell’assenza di un permesso a costruire, che doveva essere rilasciato entro il 30 settembre 2016.
L’autorizzazione a costruire era stata rilasciata dalla Giunta Marino, poi è stata revocata dall’amministrazione Raggi — in seguito a una verifica lanciata da Francesco Paolo Tronca — dopo le notizie sulle indagini della procura di Roma, a cui Telecom è estranea, che hanno coinvolto l’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo.
Poi però la storia si complica nell’estate 2016: Paolo Berdini annuncia a luglio che anche a causa delle indagini della magistratura il Comune revocherà il permesso a costruire a Telecom. Importante segnalare che in quella fase, e anche dopo l’insediamento di Cattaneo come ad nel marzo di quell’anno, la marcia indietro di Telecom sarebbe però stata troppo costosa visto che il contratto firmato da Telecom e Cassa depositi e prestiti, che controlla il 100% di Cdp Immobiliare, imponeva all’ex monopolista penali per 180 milioni in caso di inadempienza.
Ma la revoca dell’autorizzazione fa scattare una delle condizioni sospensive del contratto e consente di sciogliere la joint venture senza costi.
Tutti felici, tutti contenti? Mica tanto. Perchè il 26 settembre 2016 Paolo Berdini va a parlare in un incontro con l’ACER e se ne esce così:
“Mercoledì votiamo una memoria di giunta preparata da me sulle Torri dell’Eur, ovvero che c’è un interesse pubblico a non vedere più quegli orrori”.
“Se non ci sono più i 25 milioni che la precedente amministrazione ha perso per strada — ha aggiunto — la Finanza ci bussa alle porte e Tim (che proprio li dovrebbe realizzare la sua nuova sede, ndr) fa le valigie e se ne va, hanno ragione loro. Questo con me non succederà più. Se noi sbagliamo strada, lasciamo spazio solo alla magistratura”.
“Siamo ben felici che nelle torri dell’Eur vada Telecom — continua Berdini -. Rinuncio con la memoria di giunta ai 25 milioni di euro di oneri aggiuntivi previsti in cambio di destinazione d’uso. Quello sta bloccando tutto, io devo prendere atto di una cosa oggettiva”
Due giorni dopo succede che il Campidoglio cambia idea: la Giunta, tramite una memoria, ribadisce l’interesse al recupero delle Torri dell’Eur destinate alla sede centrale di Telecom Italia
Il risultato finale di una gestione schizofrenica
Alfiere dovrà versare al Comune di Roma solo un milione per opere di sistemazione dell’area e 23mila euro di oneri di costruzione. “Siamo assolutamente convinti della giustezza della nostra analisi e quindi, nell’auspicare che questo progetto della creazione della sede della Telecom nelle Torri dell’Eur vada in porto nel più breve tempo possibile, abbiamo ribadito che i 25 milioni di euro sono una cifra dovuta all’amministrazione comunale”, diceva poco più di un anno fa Paolo Berdini.
A novembre 2017 quindi Roma ha perso gli investimenti della riqualificazione, la possibilità di spostare la sede Telecom, gli oneri di urbanizzazione.
E le torri sono ancora lì.
Un’altra grande vittoria di questa amministrazione e degli uomini che ha scelto per rappresentarla. Intanto la società Alfiere ha citato il Comune chiedendo un risarcimento di 328 milioni per i lavori sospesi e l’abbandono di Tim.
Chissà che, toccato il fondo, non si inizi a scavare.
(da “NextQuotidiano”)
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